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Autore: Gizem_    17/11/2010    4 recensioni
Cosa fareste se vi svegliaste in una notte buia dopo un incubo tremendo e vi accorgeste che...
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maria si svegliò a notte fonda e si rizzò sul letto di soprassalto.
Aveva così tanto freddo che in un primo momento le sembrava di trovarsi all' aperto. Aveva avuto un' incubo, o così le era parso. Negli istanti precendenti al risveglio aveva scordato i particolari del sogno, ma il sudore sul pigiama dimostrava che non era stato molto piacevole. Era ancora terrorizzata, e aveva la vaga sensazione che qualcuno la stesse attirando verso il basso. La sua stanza era immersa in un silenzio irreale. Si accorse che la sveglia rossa sul comodino si era fermata. Non era mai successo, da quando gliel' avevano regalata per natale.
L' unico suono che spezzava  il silenzio era il battito del suo cuore.
Girò lo sguardo verso la finestra e vide la luna emergere da una nuvola, inondando la stanza di una luce fosforescente e disegnando sulle pareti ombre deformi. La sua vestaglia era diventata un impiccato senza testa, perfino l' orsacchiotto sembrava la stesse guardando malevagio, quasi a rimproverarle le troppe coccole. Tutto sembrava spettrale, irreale, irriconoscibile.
D'un tratto, un' ombra scivolò davanti alla finestra, e subitò tornò a immergersi in un angolo buio.
"Hugh?"
Bisbigliò Maria, quasi timorosa che la sua voce non penetrasse l' oscurità.
"Hugh, sei tu?"
L' ombra si avvicinò lentamente. La voce incerta di suo fratello riscuonò nella stanza.
"Mi sono svegliato e non riuscivo a respirare. Era come se qualcuno mi stesse strangolando. Ho tanto freddo, e paura."
Maria trattenne il fiato così bruscamente che il sespiro le sibilò tra i denti. Incredibile! Hugh aveva paura!
"Coraggio."
Lo esortò a voce bassa.
"Andiamo dalla mamma."
Raggiunse a tentoni la porta, tirò giu dal gancio due vestaglie e ne passò una al fratello, poi cominciò a tastare la porta in cerca della maniglia. Una volta trovata, la scosse. Prima avanti. Poi indietro. Non si apriva. Era come se qualcuno, dall' altra parte, la tenesse ferma.
"Hugh!" Gemette spaventata. "Non si apre!"
Da un punto imprecisato emerse il fratello. Sotto la sua mano la porta si aprì ciglolando, silenziosamente.
"Una bazzecola!"
Bisbigliò lui.
L' oscurità nel corridoio era totale.
Iniziarono a cammminare, lentamente, passo dopo passo.
Ad un tratto, un tonfo. Maria gemette terrorizzata.
"Hugh!"
"Dove sei?"
Il fratelllo rispose, un po' addolorato:
"Per terra. Sono inciampato... Ma...chi ha spostato il tavolo qui?"
Tipico di Hugh, dare la colpa a qualcun'altro.
Finalmente raggiunsero la stanza della mamma.
Maria strinse la maniglia e tirò, quasi aspettandosi che anch'essa fosse bloccata. Essa, invece, si aprì al solo spostarsi.
Dentro, la camera era buia come il corridoio. Le tende erano chiuse.
"Mamma!"
Chiamò Hugh.
"Mamma! Non spaventarti! Siamo noi!"
Nessuno rispose.
"Mamma?"
Ancora nessuna risposta.
"Accendi la luce." Sussurrò Maria.
Hugh fece sacattare l' interruttore, ma non successe niente.
"Dev'esserci un cortocircuito.Hugh, tu sei il più vicino alla finestra, apri le tende."
Disse Maria.
Si udì un breve tramestio, mentre Hugh cercava la finestra, poi le tende si aprirono frusciando.
Il bagliore lunare inondò la stanza.
Maria chiuse gli occhi per abituarsi alla luce.
Battè le palpebre.
La prima cosa che notò fu il letto vuoto.
La seconda che il letto si trovava nel posto sbagliato.
La terza, che si trattava di un letto completamente differente da quello della mamma.
Fu assalita da una quantità di sensazioni che sarebbe impossibile elencare. Si guardò intorno. Non solo la disposizione dei mobili non era esatta, ma si trattava di mobili completamente diversi da quelli della mamma.
"Adesso urlo." Disse Maria.
La porta sbattè dietro di loro.
Hugh urlò.
Le tende si chiusero.
Una risata malvagia risuonò nella notte.
  
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