Not too Late.
Gocciola. Gocciola. Gocciola.
Il sonno velato di piccoli apostoli.

L'ennesima mattina attaccato ad una macchina.
Fra prove e urla dilanianti, le giornate scorrono come battiti di palpebre.
Veloci ed ottuse, sempre tremendamente uguali. Tutto si ripete, tutto amabilmente scorre.
Cadono dal soffitto. Gocce sporche, unte da segreti mai detti.
E' un posto che non merita luce, solo il rumore incessante di acqua che sbatte, s'alza e ricade.
Nascoste da fumi biancastri, mille pozze splendono sotto fiochi bagliori in quel buio che non muore.
Sono letti e culle, dove il freddo canta vecchie ninnananne per chiudere gli occhi dei suoi figli.
Anime dilatate e trascritte in strade future già spianate dal volere maniaco di un fato avverso che non ha tempo di dividere peccatori da innocenti.
Ruba i bambini e li fa suoi, senza restituirli alla vita da cui sono stati presi.
E sei lì a guardare con occhi velati quel paesaggio tormentoso che ti fa un po' da casa, solo. Poggiato contro una lurida colonna, le piccole gambe fasciate strette contro il petto macchiato da dubbi e rimpianti, mille morti ed altrettante rinascite.
Per oggi ci sei solo tu e talvolta appare a scatti quella figura di donna che sorride, mormorando a fior di labbra una bella manciata di parole che fanno impazzire.
Stridono nelle orecchie e ti costringono a tappartele.

Prima che cadono i petali, io ti aspetterò.

« E poi sai?
Mi hanno raccontato che se non fai il bagno puzzi.
Ah! A Kanda non piace fare il bagno.
Quando sarà il tuo momento di svegliarti, per favore non andare da Lui!  »

D'improvviso s'aggiunge un vociare confuso e fastidioso che copre la cantilen grazie ai suoi toni decisamente troppo alti.
Tanto per essere infastiditi ancora di più, è arrivato Alma a rompere le scatole. Uno dei pochi che sono svegli, capace di chiaccherare per ore senza mai fermarsi.
Resta a narrare a tutti gli altri le sue scoperte, fermandosi davanti alle culle e gesticolando come un ossesso.
Dice stupidaggini ed ancora ti chiedi perché rimani ad ascoltarlo, perso totalmente dai suoi monologhi tremendi, pieni zeppi di cose inventate per far sorridere anche uno come te.
Li chiama tutti per nome come se fossero fratelli.
Si china verso terra e nonostante il freddo, dondola e gira come una trottola.

« Il Dottor Edgard mi ha anche detto che ti viene da grattare là sotto se non obbedisci. »
« Non ti ascoltano, smetti. »
« Certo che lo fanno! Allora... dove ero rimasto? Ah sì! Ti gratti e finisce ch-...! »
« COGLIONE! »
« ... finisce che ti cadono! »

Dopo l'ennesimo scambio di sguardi assassini e confusi, un flash di scarpe e manate volate per aria, successo a causa di quell'eresia, girandoti dall'altra parte stranamente riesci ad arricciare lievemente le labbra negli angoli.
Gonfi il petto e butti fuori il fiato.
Un gesto sottile. Frettoloso. Una liberazione.

Quel mondo così buio, confusionario e privo di luci,
rendeva faticoso un atto semplice come respirare.
Ma non era troppo tardi per rimediare,
bastava riuscire a ridere con lui per trovare un po' di sollievo.

[ Note dell'autrice; piccina piccina. Sul rapporto di Alma e Kanda dal 191 in poi <3 Li amoh troppo, Alma è così Almoso (?) Wah, è la mia prima fanfiction su D.Gray Man, abbiate pietà X°D dopo tutti i fandom che ho 'adottato' ho deciso di approdare anche qua, mi sento pronta °-° Coff - byeee! ]