Emia stava dormendo nella pancia del suo letto . continuamente si agitava e rantolava negli intestini delle coperte , sommersa dai rigurgiti dei cuscini ,calpestava le frattaglie di orsacchiotti e si faceva cullare dai più morbidi flussi dei candidi lenzuoli .
Emia stava proprio dormendo nella pancia del suo letto , pronta a non svegliarsi mai , cosciente che si sarebbe dovuta svegliare per forza la mattina seguente .
Di notte i suo capelli si facevano più lunghi e la avvolgevano tutta da capo a piedi , per poi ritirarsi come gli artigli dei gatti alle prime luci dell'alba .
Quella notte Emia fece tanti sogni e tanti sogni fecero di Emia la più brava fra le interpreti , però in ognuna di queste irrealtà Emia percepiva uno strano malessere e ogni cosa le sembrava stranamente vaga ed angosciante . Le sarebbe forse accaduto qualcosa il giorno seguente ? Quelli che stava dormendo erano sogni premonitori o il semplice risultato di una cena guasta ? Così nell'ultimo dei suoi sogni se ne rese conto , come la più amena delle intuizioni Emia capì che sarebbe diventata cieca la mattina seguente .
Vinta dall'angoscia e sopraffatta dalla tristezza , Emia pianse lacrime salate durante tutto il sogno , il suo ultimo sogno prima di svegliarsi cieca ; s'immaginò per prima talpa , poi lombrico , poi sua nonna , poi oculista . Si perse per le intricate vie del suo sogno senza goderselo neanche un po' cosciente del fatto che non lo avrebbe potuto più rivivere . Sentiva i capelli che poco a poco le si ritiravano , e i gelidi primi raggi del sole perforare e sventrare la pancia del suo letto .
Emia stava proprio dormendo nella pancia del suo letto , mancava poco alla mattina nella quale sarebbe diventata cieca , la si sentiva singhiozzare abbracciata al suo orsacchiotto che non poteva far altro che consolarla, i suoi capelli avevano perso la loro forma di trapunta e erano tornati quasi del tutto caschetto .
La luce si fece forte e le coperte spaventate scapparono via dal letto , dilaniate dai forti raggi , Emia si trovò sola e scoperta , fragile e nuda su quella superficie un tempo accogliente pronta a subire il nuovo arrivo del suo nuovo buio . aggrottò la fronte , strinse le palpebre forte forte , aspettò che tutto si facesse più silenzioso . si mise le mani sugli occhi , lasciò andare le palpebre che ruppero la stratta morsa , e durante l'istante si aprì stupefatta alla vista .
Tutto intorno buio , era cieca , era davvero diventata cieca . Emia adesso era cieca , cieca e felice , anzi felicissima , perché ora era cieca .
Tolse le mani dagli occhi salutò il chiaro giorno così limpido e brillante si coricò e canticchiò pronta a ricominciare .