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Autore: Queen_Dair    20/11/2010    1 recensioni
ATTENZIONE SPOILER. Ho scritto questa storia descrivendo il finale della terza stagione tra Chuck & Blair (per ora visto solo su mediaset premium), guardandolo con gli occhi di Chuck. è la prima storia che scrivo su questo telefilm per cui spero piaccia.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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titolo ff: Thinking of you
raiting: verde
autore: Micky86 o Micky6277
DISCLAIMER: i personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà della serie televisiva “Gossip Girl” creati dalla mente di Josh Schwartz. Questa storia descrive quella che è accaduto alla fine della terza stagione tra Chuck e Blair. Non scrivo a scopo di lucro, ma solo per divertimento personale.

Ricordo ancora gli occhi azzurri di lei che mi imploravano di non lasciarla sola. Si sentiva abbandonata dalla famiglia, dagli amici, si sentiva completamente estranea, in un Mondo che non le apparteneva. Io mi sentivo forse anche peggio di lei, quella sera. Nulla aveva più importanza per me, senza Blair al mio fianco.

Non ho mai capito perché quando mi sento triste o solo cerco la compagnia di una donna, o di una bottiglia di scotch, ma quella sera avevo entrambe le cose. Un bicchiere di scotch nella mia mano destra e una ragazza con un trucco un po’ troppo pesante negli occhi già rossi e gonfi per le troppe lacrime versate. Lei era così vulnerabile… io ero così solo. Era tutto sbagliato e completamente folle, ma quando le dissi «se te ne vuoi andare, devi farlo adesso.». Lei mi guardò con uno sguardo vuoto e perso e mi rispose «non voglio restare sola».

Comprendevo quella sua tristezza, quella voglia di avere qualcuno al proprio fianco, solo per non sentirsi completamente abbandonati a noi stessi e così la baciai e in un attimo mi distesi sopra di lei, iniziando a fare qualcosa di cui ci saremmo pentiti poi, per il resto della nostra vita.

Quando un’ora dopo arrivò Blair nella mia camera, io ero completamente confuso e spiazzato. Che diavolo era venuta a fare lì? L’avevo aspettata per più di un’ora in cima al Empire State Building, ma non si era presentata, allora perché era venuta nel mio hotel? nella mia stanza? La guardai con uno sguardo confuso e arrabbiato e le chiesi. «che cosa ci fai qui?» vedendomi in vestaglia e con uno sguardo torvo negli occhi, si insospettì e mi chiese a sua volta se c’era qualcuno in camera con me. Mi irrigidì immediatamente perché sapevo che Jenny Humphrey era ancora nella mia camera da letto, mezza nuda, ma riuscì a mentire alla donna che amavo, anzi, che amo tutt’ora, con troppa facilità e poi quando vidi che aveva in mano le Peonie, che io avevo gettato in un cestino di quel immenso edificio, un sorriso felice e vincente mi comparve sulle labbra.

«sei andata?»

«Scusa. Ero in ritardo.» mi rispose lei con un mezzo sorriso.

«ho aspettato…»

Lei mi spiegò che Dorota, la sua domestica, aveva partorito una bambina e che quindi lei era dovuta andare in ospedale con la sua famiglia. Era così felice e aveva uno sguardo pieno d’amore per quella nuova arrivata, per Dorota e per… me, che mi mise subito di buon umore. Mi spiegò che lei aveva deciso di non venire al nostro appuntamento e quando le chiesi che cosa le avesse fatto cambiare idea, lei mi rispose che anche se la nostra storia era stata complicata, l’amore che provava per me era così forte da rendere quella sua decisione più semplice. Le sorrisi e la baciai, in un bacio ricco di sentimenti e di parole non dette, ma che i nostri cuori conoscevano alla perfezione. Eravamo davvero felici in quel istante.

Ora invece, mentre bevo l’ennesimo bicchiere di scotch liscio e fisso dalla finestra della mia stanza le luci di questa immensa e desolata città, nulla mi sembra essere più bello. Mi sento svuotato, triste disperato. Praga non è New York e non ci sono grattacieli che mi ricordano il mio loft o quello di lei. Non ci sono edifici che assomigliano al Empire State Building, ma in questo momento, neppure tutto lo scotch di questo Mondo potrebbe farmi dimenticare quello che accade poi.

Stavamo andando in ospedale a trovare Dorota e sua figlia, che Blair voleva farmi vedere e conoscere e io ero pronto a fare il grande passo. Mi ero convinto che, dopo aver superato quel ennesima prova, la nostra storia potesse davvero avere un “happy ending” . Mi ero convinto soprattutto che l’amore che lei provava per me non avrebbe mai avuto fine. Bloccai Blair all’entrata del ospedale e cercai in tasca l’anello di fidanzamento che avevo comprato per lei molto tempo prima. Nel momento in cui lo levai dalla tasca, fui scaraventato per terra da un pugno di Dan Humphrey. Lo guardai con rabbia, ma quando alzai la testa, vidi Jen Humphrey in lacrime e capì di essere spacciato. Blair urlò contrò Dan per avermi picchiato, ma quando lui le disse di chiedere a me perché mi aveva tirato un pugno, il suo sguardo si fermò prima sul viso in lacrime di quella sgualdrinella bionda e poi sul mio.

«non l’hai fatto…» mi disse più in una supplica, che in una domanda.

«Blair…»

«L’hai fatto!»

Mentre il viso di Blair si tingeva di lacrime, arrivarono anche Lily e Rufus, per chiederci cosa stesse accadendo. La piccola J cercò di giustificarsi con Blair, ma come c’era da aspettarsi lei le urlò di andarsene immediatamente da New York e la minacciò. I genitori di Jenny la portarono via e Dan condusse lontano Serena, che nel frattempo si era unita alla nostra “felice” combriccola. Cercai di parlare con Blair, di ottenere il suo perdono, ma era tardi ormai… l’avevo combinata davvero grossa e dal suo sguardo capì che non voleva avere più niente a che fare con me.

Ora, mentre passeggio tra le vie più squallide di questa stupida e povera città, mi chiedo cosa c’è di sbagliato in me che mi fa odiare dalle persone che più amo a questo Mondo. Perché rovino sempre tutto? Perché non posso mai essere felice?

Prendo dal taschino interno del mio cappotto la scatola che avrebbe dovuto contenere un futuro bellissimo e ricco di felicità. La apro e mentre guardo quel anello costosissimo con una gemma preziosa al centro, il viso perfetto e dolce di Blair mi compare davanti agli occhi. Li chiudo in un istante, chiudendo di scatto anche quella scatola. Non ho voglia di pensare a lei. Non ho voglia di soffrire ancora. Mi fermò in un locale schifosissimo, pieno di gente pezzente e forse anche criminale e mi ordino una bottiglia di scotch. Ormai ho perso il conto di quanto ho bevuto, ma il punto è proprio questo… voglio dimenticare, e se per farlo dovrò bere tutta la notte, così sia.

Finito anche quella bottiglia, mi sento finalmente sbronzo e pronto a passare una notte di svago con le prime donne che mi capitano a tiro.

«ehy bellezza, ti va di spassartela?» la donna è vestita con un abito nero aderente che la copre a malapena e dei stivali fino al ginocchio con un tacco vertiginoso. Si potrebbe pensare che sia una puttana, eppure la vedo andarsene con uno sguardo infastidito e arrabbiato.

«beh, vattene. Se volevi tanto sembrare una donna perbene non ti saresti dovuta vestire così!» le urlo dietro io. Probabilmente non mi avrà capito, infondo, qui nessuno parla la mia lingua, ma è meglio così, perché non ho voglia di parlare con la donna o con le donne che mi porterò in hotel. Ho in mente solo di divertirmi e così farò. In una piccola via nascosta vedo due donne vestite come prostitute e così mi avvicino a loro sperando di concludere in fretta, ma le vedo allontanarsi a gambe levate. Non capisco che succede. In questa città le donne si vestono come prostitute o semplicemente non vogliono avere nulla a che fare con me? Beh, non avrebbero tutti i torti, infondo sono bravo a rovinare sempre tutto.

Sento qualcuno bloccarmi da dietro, mentre un uomo con una pistola, mi compare davanti alla faccia. Il suo sguardo è duro e spietato e lo vedo perquisirmi per rubarmi tutti i soldi. Faccia pure, tanto non me ne frega nulla del denaro ora come ora.

«Signori, non servono le maniere forti. Sono Chuck Bass.» sorrido divertito. Infondo, chi se ne frega se perderò un po’ di soldi, ne ho talmente tanti che potrei acquistare un’isola intera.

«ehi, ehi… non quella, NON QUELLA!» L’uomo davanti a me, ha preso dal mio taschino la scatoletta con l’anello per Blair. Non mi importa un tubo dei soldi, ma quel anello, non posso permettere che lo prendano. Non posso.

«sentite, portatemi in una banca. Posso darvi molti soldi, ma ridatemi quella scatola!» Cerco di divincolarmi dal uomo che mi tiene fermo, ma l’uomo che ho davanti mi spara e in un istante crollo per terra. Con la coda del occhio li vedo allontanarsi di corsa lontano da me, con il mio anello in mano. Ora non mi resta più nulla. Sento il sangue fuoriuscirmi dallo stomaco. Il mio cuore accelerare sempre più , prima di rallentare di colpo i suoi battiti e le forze abbandonarmi. Mentre i miei occhi si chiudono, un solo pensiero circonda la mia mente. Ti amo Blair.

   
 
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