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Autore: Revy_Weillschmidt    21/11/2010    2 recensioni
La neve cadeva piano sul suolo, coprendo quel rosso intenso e fresco. L'odore di essa si mischiava con la polvere da sparo e il sangue, forte, che si insinuava nelle carni. Nelle viscere fino a raggiungere quello che l'uomo chiama 'anima'.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una fanfiction RussiaxPrussia dal sapore molto angst, spero che vi piaccia! A quelli che recensiscono grazie in anticipo!



Until the snow will still be here


La neve cadeva piano sul suolo, coprendo quel rosso intenso e fresco. L'odore di essa si mischiava con la polvere da sparo e il sangue, forte, che si insinuava nelle carni. Nelle viscere fino a raggiungere quello che l'uomo chiama 'anima'. Il russo osservò la figura a terra, circondata da una rossa macchia. Nonostante abbia vinto sente ancora quel vuoto.

'Se non ti posso avere io, non ti avrà mai nessuno' gli aveva detto. E non aveva ancora cambiato idea. Almeno, non del tutto.Eppure ora neppura lui avrebbe potuto averlo. Mai più. Il prussiano sentiva il dolore delle ferite infertogli sempre più forte.

<< s.. Stronzo... >> Riuscì appena a dire. Imprecando dentro di sè. L'odio si faceva sempre più forte. Non sarebbe morto. Non voleva morire. Non lì, sulla neve. Non sotto lo sguardo di quel dannato russo. Di colui che odiava più al mondo. Era 'odio' quello, vero? Certo, cos'altro può essere, altrimenti? Cerca di farsi coccolare dalla neve fredda. Con la neve era nato, e con la neve sarebbe morto. Come un cerchio giunto alla sua conclusione. Non guardava la figura tarchiata del russo, ma guardava al cielo. Un ghigno si formò sul suo volto. Così era giunta la sua fine? 

<< Alla fine ti sei dimostrato debole, eh? Gilbert... >> pronunciò quel nome quasi con cautela, nonostante il tono fosse particolarmente gelido. Quanto non poteva mai esserlo la neve.Strinse il pugno sulla spada ancora intrisa di quel sangue. 

<< La Prussia è finita... >> continuò il russo con i suoi occhi violacei immersi in quel rosso che aveva tanto... 'Amato'... Sempre che lui fosse capace di un tale sentimento. Come se ne avesse il diritto, di 'amare'. Ancor meno di 'essere amato'. Ma come poteva saperlo? Era come un bambino, che faceva i dispetti alla bambina che le piaceva. Con la differenza che questo'dispetto' l'avrebbe allontanato ulteriormente da l'oggetto che desiderava, perchè era così. Lui era un bambino capriccioso, e voleva solo il suo 'giocattolo'. Sentì il suono del vento tra le foglie degli alberi sempreverdi. Il delicato scendere della neve. L'albino sentì i fiocchi sferzargli il volto, il viso ormai freddo del prussiano sorrise. In realtà lui si sentiva il vincitore. Preferiva pensarsi così. Ma in realtà lo sapeva. Sapeva benissimo che stava morendo. L'aquila nera non sarebbe più tornata a volare. Il russo si chinò su di lui, posandogli leggermente le sue labbra su quelle ormai fredde del prussiano, il quale, se avesse avuto le forze, l'avrebbe ucciso all'istante. Ma ogni suo muscolo si rifiutava di ubbidirgli. L'odio gli crebbe ancora più in corpo.

<< Necrofilo di merda... >> Borbottò a denti stretti << Se hai la forza di insultarmi significa che non sei ancora morto, non credi? >> Disse con un ghigno il biondo.

I capelli dorati in controluce, mentre quelli del prussiano si confondevano con la neve. Quella che Russia tanto odiava. Ivan aveva sempre quell'espressione gelida.

Cercava di nascondere il dolore che invece provava dentro di sè. Si era distrutto con le sue stesse mani... Era diventato un fottuto masochista? Il prussiano respirava a fatica. Non voleva certo sprecare le ultime parole verso quel fottuto russo. Verso il russo che si era pentito subito dopo aver inferto l'ultimo colpo. Quello fatale. Il cielo si fece sempre più scuro. Stava calando la notte. E con essa tutto il resto. L'amore e la vita. Guardò quel corpo sempre più esanime. Con il quale poco dopo avrebbero banchettato, lui e le altre nazioni. Metaforicamente. Con la sua spada percorse i tratti del viso del prussiano, facendogli sanguinare il volto, esso fece una vaga smorfia, ancora altro dolore, eh?

Tanto ormai non importava. Sentiva la sua vita spegnersi, così chiuse gli occhi. La Luna sorse, un'aquila spiccò il volo gracchiando in lontananza. Ormai aveva accettato il suo destino. Il destino del Magnifico. Mentre Ivan, sotto la flebile luce lunare si rannicchiò al suo fianco. Con un lancinante dolore al petto. Così anche lui poteva soffrire, sentire dolore, eh?
Finché la neve fosse restata lì...

  
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