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Autore: kalaea    21/11/2010    0 recensioni
Lei: Cassandra Jackson, 21 anni, segni particolari: occhi verde brillante e cuore spezzato.
Lui: nome sconosciuto, età ignota, segni particolari: bellissimo.
L'ispirazione per questa storia mi è venuta guardando un live dei 2PM, non sono riuscita a resistere all'impulso di scrivere!^^"
E' un racconto liberamente ispirato al mondo del k-pop e degli idol, ma spero che apprezzerete anche senza conoscerlo!
Dal primo capitolo:
"Rimasi ipnotizzata, non avevo mai visto nessuno ballare in un modo così preciso, potente, ma soprattutto sexy. Trasmetteva sensualità ad ogni movimento, senza mai essere volgare."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2PM-4

Only You

Capitolo 4

Quando finalmente raggiungemmo l'ascensore del mio palazzo avevo il fiatone e malissimo alla spalla destra, su cui me lo ero caricato. Di solito non amavo usare l'ascensore, preferivo fare a piedi le quattro rampe di scale che portavano al mio appartamento, ma già all'idea di dover trasportare il corpo di Shin su per tutti quegli scalini mi sentivo più stanca.
Le porte dell'ascensore si aprirono con un leggero suono, facendo un ultimo sforzo mi trascinai dentro e delicatamente appoggiai il ragazzo per terra, con la schiena contro una delle pareti. Mentre le porte si chiudevano premetti il tasto con il numero quattro e mi misi in attesa, in piedi accanto alla porta. Mi sentivo davvero esausta, volevo solo sdraiarmi su un letto e dormire. Un gemito mi fece voltare. Shin aveva aperto leggermente gli occhi e stava tentando di alzarsi. Mi avvicinai.
« Hai la febbre alta, è meglio se rimani seduto.
» dissi con voce bassa.
Lui sembrò ignorare il mio consiglio e provò ancora un paio di volte a rialzarsi. Dopo il terzo tentativo mancato lasciò perdere e chiuse nuovamente gli occhi.
« Dove siamo? » mi chiese, la voce roca per la febbre.
« Ti sto portando al mio appartemento. » spiegai. In quel momento l'ascensore si fermò e le porte si aprirono. Ora che era cosciente avrebbe dovuto essere più semplice tutta la manovra di spostamento. Me lo caricai un'altra volta sulle spalle, fortunatamente ora il peso che sentivo era minore. Un volta in casa lo guidai verso la mia camera e lo feci adagiare sul letto. Per fortuna quell'appartamento aveva un letto matrimoniale, quindi non sarei stata costretta a dormire sul divano. Mi spostai in bagno, dove tenevo le medicine, ero certa di avere qualche pastiglia di Tachipirina da qualche parte. Eccola! Gliela portai, insieme ad un bicchiere d'acqua.
« E' della Tachipirina, per abbassare la febbre. » fui costretta a spiegare: fissava le pastiglie con sguardo dubbioso e non sembrava avere molta intenzione di ingerirle. Alla fine per fortuna si convinse e ne mise in bocca una.
Io ero troppo stanca per fare qualsiasi cosa, mi infilai il pigiama e senza nemmeno struccarmi mi sdraiai sul letto accanto a lui. Presto caddi nel mondo dei sogni.

Fui svegliata dal suono di una sirena che passava sotto alla finestra. La maledii mentalmente, stavo dormendo così bene. Mi girai su un fianco e lentamente aprii gli occhi. Mi trovai a soli dieci centimetri dal viso di un bellissimo ragazzo. Scattai all'indietro. Che diavolo...? La notte precedente mi tornò in mente in pochi istanti. Shin ora dormiva pacifico, sembrava un angioletto. Era davvero bellissimo: la pelle perfetta, di un rosa chiaro, ma non troppo cadaverico, il nasino piccolo, leggermente all'insù, le labbra socchiuse erano carnose ed invitanti. Invitanti?!? Scossi il capo e mi misi a sedere. Era uno spettacolo stupendo, soprattutto perché non poteva parlare e rovinare tutto con quei suoi modi sgarbati. Se non fosse stato così maleducato...sentii il battito del mio cuore accelerare all'immagine mentale di un bacio, tra me e lui. Insomma Cass, non eri tu quella delusa dagli uomini?!? Non puoi farti abbindolare così da una bella faccia!
Mi alzai e raggiunsi il bagno, avevo bisogno di una doccia fredda. Subito. Mi buttai sotto il getto dell'acqua. Non c'era niente di meglio di una bella doccia o di un bagno caldo per staccare un po' il cervello. Rimasi sotto il getto per un sacco di tempo, insaponandomi con calma. Volevo godermi quell'attimo di pace. Dopo probabilmente quaranta minuti, mi decisi a chiudere l'acqua.
Stavo per uscire dalla doccia quando la porta si aprì.
« Ehi!
»  urlai, rintanadomi dietro la tenda.
« Fai pure.
» mugugnò. Che accidenti stava dicendo?!? Io dovevo uscire, ma ero nuda, non ci tenevo a farmi vedere da lui.
« Ti spiacerebbe uscire, per favore? » sibilai, tentando di essere cordiale.
« E perché dovrei? Non mi fai alcun effetto. » lo disse con calma e naturalezza. Mi sentii offesa, come si permetteva?!? Poi mi sorse un dubbio.
« Sei gay? » gli chiesi, mentre si lavava il viso nel lavandino. Che stupida! Era ovvio che un ragazzo come lui non potesse essere eterosessuale. Mi sentii molto più tranquilla. Senza pensarci scostai la tenda e mi allungai a prendere l'asciugamano.
« Assolutamente no!
» replicò quello stizzito, voltandosi verso di me. Avrei voluto sparire. Perché cavolo ci aveva messo così tanto a rispondere?!? E io che avevo abbassato totalmente la guardia. Non avevo fatto in tempo a coprirmi con l'asciugamano che lui si era voltato.
« No, decisamente no. » aggiunse ironico, squadrandomi con sguardo malizioso.
« FUORI!!! » urlai a squarciagola. Accidenti a me! Perché mi ero messa a fare la buona samaritana la notte prima?!?
Shin uscì dal bagno alzando le mani in segno di resa, anche se la sua espressione era evidentemente divertita. Mi stava sempre più in odio quel ragazzo. Mi vestii velocemente e mi spostai in cucina, era ora di pranzo ed io cominciavo ad avere fame. Shin nel frattempo si era appropriato del divano e aveva acceso la TV. Gli misi in mano il termometro.
« Provati la febbre. » ordinai nervosa, speravo che gli fosse passata la febbre, così da potermene finalmente liberare.
Mi diressi ai fornelli e cominciai a preparare il pranzo: riso in bianco e petto di pollo in onore del malato.
« 37,8°
» borbottò contrariato.
« Vieni a tavola. » non ero il massimo della simpatia, ma non riuscivo a essere cortese « Sappi che tu non esci da questa casa finché la febbre  non è scesa completamente. » il che per me equivaleva ad un suicidio, ma ormai che stavo facendo la crocerossina, volevo farla per bene o lo avrei avuto sulla coscienza per mesi, conoscendomi.
Lui mormorò qualcosa che non riuscii a capire e si mise a mangiare. Fu un pranzo molto silenzioso. Nessuno dei due disse una parola. Terminato di mangiare, raccolsi i piatti da lavare.
« Come ti chiami? » le stoviglie mi sfuggirono dalle mani per la sorpresa, per fortuna erano a pochi centimetri dal fondo del lavandino, ma fecero rumore lo stesso. Dopo tutto quel silenzio non mi aspettavo che fosse lui a romprelo.
« Cassandra.
» risposi, voltandomi verso di lui.
« Io sono Shin Lee, ma puoi chiamarmi Shin. » fui costretta a mordemi la lingua per evitare una gaffe rispondendo che già lo sapevo.
« Piacere. » replicai.
« E così questa è casa tua...
» fece correre lo sguardo per la stanza.
« Sì, esatto. » e ora cosa voleva?
« E' carina!
» commentò « Sei di New York? »
« No, mi sono trasferita qui un mese fa circa. » risposi cauta.
« E lavori al Black Stone, da una settimana giusto?
»
« Sì, ho cominciato lunedì. » m'irrigidii, non mi piaceva parlare della mia vita privata con sconosciuti.
Probabilemente se ne accorse, perché cambiò in fretta argomento.
« Sai cosa mi piace moltissimo quando non sto tanto bene? Il tè. » mi sorrise, probabilmente voleva farsi perdonare e farmi ricredere dell'opinione che ormai avevo di lui. Sta di fatto che non potei non scogliermi a quel sorriso sincero.
« Dovrei averne un po'... » mi misi a frugare nella dispensa, mi sembrava di ricordare di averlo comprato « Eccolo! » tirai fuori una scatolina con diverse bustine di tè dentro. Non lo facevo quasi mai, perché mi piaceva berlo in compagnia ma Liz preferiva il caffé.
Glielo porsi perché prendesse una bustina.
« E' alla vaniglia. » amavo il tè all'aroma di vaniglia, lo avevo scoperto quando avevo 13 anni e da allora era l'unico tipo di tè che bevevo.
« Buona la vaniglia! » commentò « Il tè non l'ho mai assaggiato. »
« A me piace moltissimo. » replicai sorridendo. Ora che la conversazione era virata su un argomento decisamente molto più neutro, mi sentivo più tranquilla e a mio agio.
« Penso che piacerà anche a me.
» Shin ridacchiò e si avvicinò a me che stavo ancora trafficando nel lavandino « Mi dai un pentolino, così comincio a scaldare l'acqua? »
« E' lì! » gli indicai il mobile da cui prenderlo. Lo tirò fuori, lo riempì con l'acqua e lo mise sul fuoco a scaldare.
« Hai un altro strofinaccio? Ti do una mano ad asciugare. » era diventato di colpo gentilissimo, quasi non sembrava lui.
Annuii e glielo porsi. Lavorando in due i piatti e le stoviglie furono asciugati e riposti in fretta. Nel frattempo l'acqua si era scaldata e ci versammo due tazze di tè fumanti.
« Hai ragione: è proprio buono! » confermò Shin dopo aver bevuto un sorso.
«
E certo! Guarda che ho buon gusto io! » ribattei fingendomi altezzosa. Shin scoppiò a ridere e io lo seguii a ruota.
Passai un divertentissimo pomeriggio, Shin sapeva essere un ragazzo davvero simpatico. La conversazione si mantenne su argomenti neutrali, nessuno dei due aveva intenzione di parlare di se stesso, ma in compenso scoprii tutte le procedure della cerimonia del tè. Quando avevo provato a chiedergli dove aveva imparato, si era irrigidito e aveva semplicemente risposto "Mi hanno insegnato", al che io non avevo voluto insistere. Verso le 18:30 il mio cellulare squillò.
« Cass!!! » Liz mi trafisse un timpano con il suo urlo.
« Ciao Liz. » un tono interrogativo trapelava dal mio saluto.
« Cass ho bisogno che tu mi faccia un favore enorme!
»
« Veramente... » tentai di dire, ma fui subito interrotta.
« Ti prego! Lo sai che non te lo chiederei se non fossi davvero disperata...!
» quando mi faceva quella voce io non potevo resistere. E lei lo sapeva.
« Di cosa si tratta?
» sospirai.
« Ho bisogno che tu vada a ritirare un pacco per me e che me lo porti immediatamente all'ufficio. Ci andrei io, ma il "Diavolo" mi ha incastrata qui con un sacco di altro lavoro da fare! » poverina, a volte mi faceva un po' pena.
« Sì, non ti preoccupare: vado io. Dove devo ritirare questo pacco? » m'informai.
« Devi andare da Armani sulla 5th Avenue, basta che dici che ti mando io, ho già avvisato Luke. Una volta che hai in mano il pacco corri da me il più in fretta possibile, per favore! » mi spiegò.
« Ok, vado subito! » avevo già la borsa in mano e stavo tentando di infilarmi la giacca continuando a tenere il telefono all'orecchio.
« Grazie mille, Cass! Mi stai salvando la vita! »
« Esagerata! » ridacchiai, in questi casi la faceva davvero tragica.
« Non so davvero come ringraziarti!
» Liz non smetteva più con i ringraziamenti, ma in questo modo mi ritardava soltanto.
« A questo ci penserò io, tranquilla! » scherzai « Ora vado, ci vediamo dopo. Ciao! » chiusi la conversazione e appoggiai il telefono sul tavolo, in modo da riuscire ad indossare la giacca.
Shin mi guardava curioso, non aveva capito molto di quella conversazione probabilmente. Cosa facevo ora con lui? Ci pensai qualche istante: non potevo certamente portarmelo dietro, anzi sarebbe stato meglio che non uscisse affatto, ma come avrei potuto obbligarlo a starsene buono a casa? Decisi per la soluzione migliore.
« Io devo andare a fare una commissione, tu hai ancora la febbre, quindi resterai qui. » aprì la bocca probabilemente per protestare « Tu devi guarire, ok? Perciò non ti lascerò uscire di qui finché non ti sarai completamente ristabilito. Ti chiudo dentro a chiave, sappilo. » prima che avesse tempo di ribattero ero già fuori dalla porta.
Tornai a concentrarmi sulla commissione che mi era stata affidata, scesci i gradini a due a due per fare più in fretta. Una volta in strada cominciai ad avviarmi, tenendo d'occhio la strada nel caso fosse passato un taxi. Quando c'era di mezzo il capo di Liz non si poteva scherzare. Non era la prima volta che le davo una mano, quell'uomo era decisamente fuori di testa, ma nessuno osava contraddirlo quindi Liz non poteva fare altro che obbedire. Per fortuna dopo pochi metri un taxi giallo imboccò la via in cui mi trovavo. Lo feci fermare.
« Mi porti più vicino che può alla boutique di Armani sulla Quinta, in fretta per favore. » dissi all'autista una volta seduta.
Forse era l'orario, ma comunque fortunatamente non trovammo moltissimo traffico. Una volta arrivati mi fiondai dentro al negozio e senza aggiungere altro feci il nome di Liz. Il commesso era già stato avvisato perché sparì subito nel retro per poi tornare con una scatola nera. Sarà stata lunga una sessantina di centimetri e spessa quindici. Cosa c'è qui dentro? non potei fare a meno di chiedermi, ma non avevo tempo da perdere. Alla velocità della luce uscii dalla boutique e mi diressi al taxi che mi aspettava poco distante. Gli diedi l'indirizzo dell'ufficio di Liz e mi rilassai sul sedile. Una decina di minuti più tardi eravamo davanti il palazzo dove lavorava Liz. Raggiunsi il suo ufficio.
« Cass!
» mi accolse dalla scrivania che strabordava di carte e documenti vari.
« Ciao Liz! Ecco qui il tuo pacco!
» glielo consegnai.
« Grazie ancora davvero! Poi dimmi quanto hai speso con il taxi che te lo restituisco. » aveva una faccia sconvolta, quell'uomo doveva essere denunciato: non poteva ridurre in questo modo i suoi dipendenti.
« Ma figurati! Piuttosto la prossima volta mi offri tu il pranzo!
» le sorrise e le feci l'occhiolino « Ora ti lascio al tuo lavoro, torno a casa. Ci vediamo, Liz. Ciao! » salutai con un cenno della mano.
« Ciao! » Liz mi sorrise e tornò a concentrarsi sullo schermo del PC e sui fogli che aveva davanti.
Avevo chiesto al taxi di aspettarmi. L'ufficio di Liz non era così distante da casa mia, ma mi sentivo stanca quindi ne approfittai. Mi feci lasciare sotto il mio palazzo e pagai il tassista. Diedi un'occhiata all'orologio: le 7:45. Non avevo fatto nulla per tutto il giorno, solo quella commissione per Liz, ma mi sentivo lo stesso esausta. Lentamente salii le scale e giunsi davanti la porta del mio appartamento. Il mio cuore accelerò il suo battito a ricordare chi c'era dentro. Come cavolo mi era venuto in mente di chiuderlo in casa, poi? Avrebbe potuto prendermi per una pazza psicopatica e denunciarmi. Dentro, l'appartamento era avvolto dal buio. Aveva forse avuto una ricaduta e si era messo a dormire? Mi spostai in camera da letto, ma neanche lì alcuna traccia di Shin. Che fine aveva fatto quel ragazzo?!? Non era nemmeno in bagno, perché la porta era aperta e dentro non c'era nessuno. Cominciai a preoccuparmi: e se fosse scappato? Io ero certa di aver chiuso a chiave e anche per rientrare avevo avevo duvuto usare le chiavi. Non era passato dalla porta. Con la coda dell'occhio notai che una delle porte finestre che dava sulle scale anti-incendio era socchiusa. Mi affacciai con il cuore in gola. Ero stata proprio una stupida! Scrutai nel buio per qualche secondo.
Shin era in piedi appoggiato con le mani alla ringhiera. Aveva uno sguardo triste e malinconico, una forza irrefrenabile di abbracciarlo mi prese. Feci qualche passo verso di lui. Il ragazzo voltò il viso verso di me, l'epressione triste ancora stampata in volto. Con tre passi mi sorpassò e rientrò in casa senza dire una parola. Cosa...? E' arrabbiato? mi sentivo come una bambina sopresa a fare qualcosa che non avrebbe dovuto. Mi resi conto di essere davvero preoccupata che lui non volesse più avere nulla a che fare con me. Inoltre quello sguardo triste che gli avevo visto pochi secondi prima era impresso nella mia mente. Tornai in salotto, Shin era in piedi accanto alla porta d'ingresso, la schiena contro il muro.
« Ma sei matto?!? Hai la febbre, che accidenti ci facevi fuori?!?
» la mia voce suonò un pochino stridula.
« Sto bene. » rispose, si staccò dal muro «Ora devo andare. » aprì la porta e fece per uscire « Ti rigrazio per ieri sera e stamattina. » aggiunse da sopra la spalla prima di chiudere la porta dietro di sè.






Note dell'Autrice

Ecco il nuovo capitolo...che dire? Shin ha rivelato un lato diverso di sè! Anche se lo sguardo triste che Cass ha scorto sul suo viso alla fine del capitolo ci fa capire che c'è qualcosa sotto...
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!^^
Un saluto a tutti, al prossimo capitolo!

p.s.le risposte alle recensioni potete leggerle lì accanto!:)
   
 
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