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Autore: incatilinam    22/11/2010    10 recensioni
La prima volta che succede, lo sguardo di puro orrore negli occhi di Arthur gli fa più paura del trovarsi in terra, neanche un momento dopo, con una spada puntata contro il petto.
(what if? - friendship, gen, poco più di una flashfic)
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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siccome sto aspettando che vuze mi scarichi DisConnected *me troppo curiosa di vedere Bradley nei panni del ninfomane* approfitto per postare questa che è poco più di una flashfic. buona lettura!

Succede

La prima volta che succede, lo sguardo di puro orrore negli occhi di Arthur gli fa più paura del trovarsi in terra, neanche un momento dopo, con una spada puntata contro il petto.

"Arthur," Merlin mormora.

Arthur non dice niente, lo tiene così, sotto il suo sguardo, sotto la sua lama, sotto di lui. Lascia che sia l'esitazione nei suoi occhi, nel suo braccio a parlare.

Alla fine, però, quello che decide tutto è la lacrima che goccia giù dalla guancia di Arthur e viene a posarsi lieve su quella di Merlin.

No, pensa allora. Non così.

Se è questo il prezzo della verità, non è disposto a pagarlo - a farlo pagare ad Arthur. Meglio mentire, mentire fino a quando avrà fiato in gola.

L'incantesimo gli sale in testa familiare, non ha nemmeno bisogno di parole. Per un momento gli occhi di Arthur incontrano i suoi, ora dorati, poi l'azzurro si arrende ad un sonno magico, la spada sfugge dalla presa ormai lenta. Merlin afferra al volo il corpo del principe quando si accascia al suolo, sul suo, asciuga le lacrime, trattiene le sue.

Quando Arthur riapre gli occhi confusi e dimentichi, Merlin ha una buona scusa, una nuova bugia. Non è poi così difficile, quando l'alternativa è insopportabile.

*

La seconda volta, Arthur non batte ciglio riguardo alla magia: quello che gli distorce i lineamenti è incredulità, rabbia e delusione.

"Mi hai mentito," dice. "Per tutto questo tempo."

Merlin vorrebbe ridere dell'ironia della sorte. Gli ha mentito per proteggerlo e ora sono le menzogne il motivo per cui Arthur si porta le mani tremanti alla testa, come se la nozione della verità fosse impensabile, inconcepibile.

"Io mi fidavo di te!" grida, stravolto. "Come hai potuto? Come -" gli si spezza il respiro, la voce, chiude il pugno contro la bocca, le labbra tese e pallide, chiude gli occhi contro Merlin.

"Arthur, non-"

"Taci," lo avverte, roco, dandogli le spalle. "Non - non dire niente. Non potrei crederti."

L'incantesimo raggiunge Arthur prima che Merlin si renda conto di quello che sta facendo. Ne aggiunge subito un'altro perché il principe non cada in terra e mentre tutto è immobile nella stanza, anche le fiamme indifferenti nel camino, Merlin si avvicina e vede. Vede la mano immobile sugli occhi, le lacrime che sfuggono fra le dita contratte, la smorfia di dolore sulla bocca. Fa scivolare un braccio attorno alla vita di Arthur e quando il tempo torna a scorrere lo sostiene fino al letto, dove lo adagia, piano.

Ha bevuto troppo, si dice per farsi coraggio, per far finta che ancora una volta non sia successo niente. Ha solo bevuto troppo, l'asino, insiste, e però si morde a sangue le labbra mentre gli sfila gli stivali, gli asciuga le lacrime e gli rimbocca le coperte.

"Merlin?" La voce di Arthur, morbida di sonno, raggiunge Merlin quando è ormai sulla porta. "Cosa -"

"Il vino. Ve lo dico sempre io, che dovete andarci piano, che non avete la costituzione adatta," butta lì con una nota allegra che non sente affatto.

"Mmph-" replica seccato il principe, accomodandosi meglio sui cuscini prima di scivolare nel sonno.

Merlin chiude la porta della stanza alle sue spalle. Nel freddo del corridoio, si accorge delle sue guance umide. Le strofina con la manica ruvida della sua giacca e, per evitare le domande di Gaius, prima di tornare a casa tira la bocca in un sorriso che non raggiunge gli occhi.

*

La terza volta, Merlin non aspetta che succeda. Osserva Arthur finire la cena, fa portare via tutto tranne il vino. Gliene versa un bicchiere, aggiunge un ciocco nel camino, prepara il letto, sprimaccia i cuscini. Poi, quando non può più attendere oltre, con un sospiro si volta verso Arthur, lo raggiunge al tavolo, le dita nervose intrecciate in grembo. I suoi occhi decisi incontrano in quelli perplessi del principe, poi Merlin prende un respiro lento, prega, spera e dice:

"Devo confessarvi una cosa."

*

Fine.
e su questa nota finale di tenue speranza vi chiedo: si capisce che non vedo l'ora che Arthur sappia? ^.^;
sì, lo so, si continua con Arthur in modalità piantoisterica... mea culpa! grazie comunque per aver letto! ogni commento è ben gradito! ;D

   
 
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