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Autore: Evazick    22/11/2010    4 recensioni
(Seguito di 'We all go to hell...')
Quando il polverone si diradò e lei smise di tossire, si diede un’occhiata intorno: era nel deserto e si vedevano due o tre cespugli secchi in lontananza; lei era atterrata accanto a una strada asfaltata che sembrava aver visto tempi migliori, e a dieci metri di distanza, dall’altro lato della strada, un enorme cartello arrugginito recitava WELCOME TO BATTERY CITY, CALIFORNIA, e sotto 19 LUGLIO 2019.
'Battery City… perché questo nome mi è così familiare?' pensò Eve.
Ci volle un po’ prima che la ragazza mettesse in relazione il nome della città, il deserto e l’anno, e quando capì tutto urlò. Un paio di avvoltoi volarono via, spaventati.
“Ma porca miseria! Non di nuovo!”
(AU!Killjoys!)
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eve.'
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Disclaimer: il disclaimer verrà inserito nel secondo capitolo per evitare spoiler inutili.
Nota dell'autrice: buonasera, Killjoys! Avevo promesso di pubblicare questa storia all'uscita di Danger Days e ho mantenuto la promessa!
Intanto, per iniziare: questa FF è il seguito di 'We all go to hell...', un'altra mia storia (non l'avete ancora letta?! Correte subito a farlo! >.<). Se qualcosa non vi torna chiedete pure: anch'io mi confondo quando scrivo storie come queste con tutto il casino sui mondi paralleli -.-'
Arriviamo alla brutta notizia. Allora, io adoro la coppia MikeyxShowpony. Davvero. E' la mia preferita dopo il Frerard, ovviamente. Ma non è presente in questa fanfiction. Non dico niente per evitare un altro spoiler, ma vi confesso che qui Showpony non è quella puttana di Ricky Rebel. Quindi, se la cosa vi dispiace, abbandonate pure questa storia XD
Bè, non vi dico altro, se non... KILLJOYS, MAKE SOME NOISE!!
Prologo
The future is bulletproof
The aftermath is secondary
It’s time to do it now and do it loud
Killjoys, make some noise!
 
Eve iniziò a muoversi a tempo di musica, incurante del fatto che stesse camminando lungo la strada principale della città. Le occhiate che riceveva non erano proprio amichevoli, ma lei non ci fece caso, immersa come era nel suo mondo.
Erano passati due mesi da quello che lei definiva ‘l’incidente della Black Parade’, ed da due settimane era finalmente uscito Danger Days: The True Lives Of The Fabulous Killjoys, il nuovo album dei My Chemical Romance. Ovviamente non avevano deluso nessuno: Eve adorava un sacco Destroyah e Party Poison, ma rimaneva sempre fedele alla vecchia e cara Na Na Na, che riusciva sempre a darle la carica necessaria per sopportare la sua vita.
 
Drugs, gimme drugs, gimme drugs
I don’t need it, but I’ll sell what you got
Take the cash and I’ll keep it eight legs to wall
Hit the gas, kill ‘em all
And we crawl, and we crawl, and we crawl
You be my detonator
 
“Eccola lì!”
Nonostante Eve avesse la musica a palle nelle orecchie, sentì lo stesso quella voce purtroppo familiare. Si girò, raggelandosi.
Qualche metro dietro di lei c’erano tre ragazze che parevano uscite da una squadra di football: per qualche strana ragione avevano preso di mira Eve da qualche giorno e non le facevano fare vita. Lei non perse tempo, lasciò cadere la sacca da ginnastica che aveva in mano e, con le cuffie sempre nelle orecchie, si diede alla fuga, inseguita.
 
Love, gimme love, gimme love
I don’t need it, but I’ll take what I want from your heart and I’ll keep it
In a bag, in a box, put an X on the floor
Gimme more, gimme more, gimme more
Shut up and sing it with me
 
Eve si fece largo tra le persone sul marciapiede, zigzagando e chiedendo a malapena scusa a chi colpiva nella sua folle corsa. Si tolse una delle cuffie per poter sentire le sue nemiche e iniziò a correre più velocemente. Adesso sì che le ali mi farebbero comodo, pensò amaramente.
 
From mall security
To every enemy
We’re on your property
Standing in V formation
Let’s blow an artery
Eat plastic surgery
Keep your apologies
Give us more detonation!
 
Eve andò a sbattere letteralmente contro un uomo davanti a lei, vestito in giacca e cravatta. La sua ventiquattrore cadde per terra e il marciapiede si riempì di fogli. “Mi scusi!” urlò la ragazza alle proteste di lui, mentre lei scappava via, veloce come il vento.
Dall’altra parte della strada vide un vicolo seminascosto: attraversò la strada, rischiando di farsi investire, e ci si infilò dentro. Sono salva.
 
More, gimme more, gimme more!
Oh, let me tell you ‘bout the sad man
Shut up and let me see your jazz hands
Remember when you were a madman, thought you was Batman
And hit the party with a gas can
Kiss me, you animal
 
“Ehi, dove credi di scappare?!”
Come non detto.
Eve abbandonò lo zaino di scuola per terra come se fosse una zavorra e corse verso la fine del vicolo. Si accorse troppo tardi che era cieco. Cazzo! E adesso?
“Stiamo arrivando, preparati!” continuarono le sue inseguitrici. Eve, in preda al panico, si guardò intorno e sospirò di sollievo quando vide una scala di metallo lungo la parete di uno dei palazzi. Arrivava davvero in alto, e se la ragazza fosse cascata forse sarebbe morta, ma era la sua unica via di fuga. Non perse tempo e iniziò a salire.
 
You run the company
Fuck like a Kennedy
I think we’d rather be
Burning your information
Let’s blow an artery
Eat plastic surgery
Keep your apologies
Give us more detonation
 
Eve salì e salì, ma quando arrivò a metà scala perse la presa e le scivolò una mano. Urlò ma tenne la presa sull’altra mano salda e, appena riprese l’equilibrio, iniziò di nuovo a salire.
Arrivata in cima prese fiato e guardò giù nel vicolo. Rimase sorpresa: le tre ragazze che la inseguivano erano misteriosamente scomparse. Si chiese perché, ma alla fine decise che non era importante e rimase sul tetto a guardarsi intorno: il sole del primo pomeriggio illuminava i grattacieli di Manhattan, facendoli luccicare come cristalli.
Durante tutta questa confusione, Eve aveva ancora le cuffie nelle orecchie, e la musica continuava ad andare.
 
And right here
Right now
All the way in Battery City
The little children
Raised their open filthy palms
Like tiny daggers up to heaven…
 
Gneek.
Eve si girò velocemente verso la porta del tetto: si era aperta, e le tre ragazze erano lì, pronte più che mai a prenderla e darle una bella lezione. Anche se non voleva ammetterlo, la ragazza sapeva perché: si era rifiutata di passar loro la soluzione di un test di matematica e loro se la erano legata al dito, decise a fargliela pagare. La prima delle tre, una mora con un paio di spalle grosse quanto un armadio, sorrise malvagia. “Adesso non ci sfuggi più, piccola stronzetta.”
Eve iniziò a indietreggiare verso il bordo del tetto.
And all the juvee halls
And the Ritalin rats
Ask angels made from neon and fucking garbage
Scream out "What will save us?"
And the sky opened up
 
Eve si fermò solo quando sentì il cornicione del tetto sotto il suo piede. Guardò di sotto: erano cinquanta metri buoni, se fosse cascata di sicuro si sarebbe rotta qualcosa. O sarebbe morta. Ma valeva la pena provarci, se voleva scappare da quelle tre.
Eve si stava per buttare di sotto. Si preparò a saltare…
Poi cambiò idea.
No. Non lo farò. Le affronterò una volta per tutte.
Peccato che il destino avesse altri progetti.
 
Everybody wants to change the world
Everybody wants to change the world
But no one, no one wants to die
Wanna try, wanna try, wanna try, wanna try, wanna try
I’ll be your detonator
 
Mentre Eve stava riportando il piede sulla superficie del tetto, scivolò. Così, dal nulla. Colta alla sprovvista, non potè fare altro che urlare e lasciarsi cadere a peso morto dal palazzo, con ancora le cuffie nelle orecchie. Sentì una delle altre ragazze gridare: “Cazzo, si sfracellerà!!”
Se avessi ancora le mie ali… pensò Eve con tristezza, aspettando lo schianto finale. Chissà come sarebbe stato sentire tutte le sue ossa che si rompevano.
Ma lo schianto non arrivò mai.
 
Make no apology
It’s death or victory
On my authority
Crash and burn
Young and loaded
 
È difficile spiegare quello che accade a Eve durante la caduta. La cosa che gli si avvicina di più è probabilmente questa: era come se la ragazza avesse superato lo strato sottile della superficie marina per immergersi nelle profondità oceaniche. Non era stato come nel caso precedente, ma gli assomigliava parecchio. Eve fu investita da una luce accecante e poi ebbe la sensazione di oltrepassare una barriera.
E la musica non smise di andare avanti.
 
Drop like a bulletshell
Dress like a sleeper cell
I’d rather go to hell then be in purgatory
Cut my hair
Gag and bore me
Pull this pin
Let this world explode!
 
Mentre la canzone finiva, Eve atterrò sul terreno duro. Una nube di polvere le si alzò intorno, facendola tossire e quasi soffocare. Quando il polverone si diradò e lei smise di tossire, si diede un’occhiata intorno: era nel deserto e si vedevano due o tre cespugli secchi in lontananza; lei era atterrata accanto a una strada asfaltata che sembrava aver visto tempi migliori, e a dieci metri di distanza, dall’altro lato della strada, un enorme cartello arrugginito recitava Welcome to Battery City, California, e sotto 19 luglio 2019.
Battery City… perché questo nome mi è così familiare? pensò Eve.
Ci volle un po’ prima che la ragazza mettesse in relazione il nome della città, il deserto e l’anno, e quando capì tutto urlò. Un paio di avvoltoi volarono via, spaventati.
“Ma porca miseria! Non di nuovo!”
  
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