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Autore: mey chan    23/11/2010    6 recensioni
Il castano inspirò. Si o no?
“D’accordo.”
Maledizione, non era la risposta corretta quella!
L si alzò subito in piedi, passeggiando fino al centro della stanza.
Light, suo malgrado, fu costretto a farsi trascinare. Stupida catena.
“Ma… adesso?”
“Tanto non sappiamo come impiegare il tempo. Sfruttiamo l’occasione, no? O preferisci aspettare Matsuda e-”
“Adesso.”
“Saggia decisione, Light-kun.”
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “Light-kun?”
 
Al quartier generale il clima era piuttosto calmo quel giorno. Gli altri, da sottolineare Matsuda, erano impegnati in dei sopraluoghi in varie arie della città, così che in quell’edificio si potesse finalmente respirare. Oh, già, Misa invece si trovava all’ennesimo provino di qualche casa cinematografica. Era solo quindi, in completa balia dello strambo detective numero uno del Giappone e del mondo intero. L. Quello stesso genio, in quel momento era impegnato a ridurre in tanti piccoli pezzettini dei biscotti già di una forma piuttosto ridotta, per poi adagiarli in una mano, reclinare il capo indietro e ingoiare il tutto.
 
“Dimmi, Ryuzaki.”
 
“Mi chiedevo… sei mai andato in una discoteca?”
 
Il castano sbatté per qualche secondo le palpebre, sorpreso di tale richiesta.
 
“Come mai questa domanda?”
 
“Tranquillo. Nessun doppio fine. Semplice curiosità.”

Light lo guardò, perplesso.
 
Si trattava pur sempre dell’individuo che aveva sospettato di lui fin da subito e con il quale da non molto tempo si ritrovava legato con un paio di manette. Avrebbe forse dovuto credere a ciò che sembrava in tutto e per tutto una colossale balla?
 
“Mi è difficile ritenere che sia davvero così. Eppure, se non rispondessi potresti, anzi, sicuramente penserai che ti voglia nascondere qualcosa. Per cui si, Ryuzaki. Ci sono stato qualche volta. Soddisfatto?”
 
Il detective era intento a ricostruire la forma di un panda con i pezzettini del biscotto in questione.
 
Ma perché lo riduce in briciole se poi va a finire che lo ricompone?
 
“Non particolarmente, Light-kun. È un luogo divertente?”

“Abbastanza. Se sei fortunato trovi dei DJ davvero bravi e allora ti puoi godere una discreta serata.”

“E dimmi, tu sai ballare?”

Light adesso valuta di non rispondere. Questo, più che un ricavare informazioni da un possibile pluriomicida, sembrava un bel ‘mi sto impicciando dei tuoi affari’.”
 
“Ryuzaki, dove vuoi andare a parare? È un altro dei tuoi giochetti per caso?”

“Assolutamente no. Ero solo curioso. Io non ci sono mai stato, sai? Però, se tu dici che è divertente, e noi siamo amici, cosa ne diresti di farci un salto? Anche stasera, se vuoi.”

Ok. Gli sembrava strano che tutti quei dolci non avessero ancora mandato in tilt il cervello dell’altro. Lo sapeva che quel momento sarebbe arrivato. Ora, con calma, doveva solo portarlo all’ospedale o direttamente dallo psicologo. Anche di peso, se fosse stato necessario.
 
“Prego?”
 
Si limitò invece a rispondere.
 
L’altro, dopo aver sbattuto i grandi occhi neri, lasciò perdere i biscottini e si girò a guardarlo.
 
“Non ti va? Forse preferiresti uscire con Amane?”
 
“Certo che no, non dire sciocchezze! Lo sai che non provo alcun interesse per lei!”
 
“Ma non bisogna per forza che tu nutra qualcosa, esistono anche le uscite tra amici, no? Altrimenti io e te non potremmo nemmeno valutare questa alternativa, dato che non siamo fidanzati.”

Un colpo di tosse assalì il castano, che si era portato immediatamente una mano davanti alla bocca.
 
“Tutto bene? Gradisci forse un po’ d’acqua, Light-kun?”
 
Il compagno rantola un “No” secco, brontolando poi su quanto potesse far male un giorno di riposo all’imbattibile genio L.
Esatto, dato che loro due avevano deciso di rilassarsi un po’; erano a un punto morto e non valeva la pena di darsi pena anche quel giorno e solamente in due.
 
Dopo aver riacquistato uno stato di compostezza, Yagami riuscì a proferire parola.
 
“Ascolta, lo so che non è facile essere il detective numero uno al mondo, ma mi puoi dire di grazia cosa ti sta succedendo?”

L continuò a guardarlo, impassibile.
 
“Non capisco cosa tu voglia dire, Light-kun.”

“Non mentire! Non è da te andare a parlare di discoteche, balli e fidanzati!”

“Ma sono argomenti comuni nella gioventù, no?”
 
“Ryuzaki, tu non sei la gioventù, sei L! Ed L non fa questi discorsi! Lui cerca di farmi andare di matto con delle accuse di colpevolezza!”

L’altro abbassò lo sguardo sulle briciole abbandonate sul tavolo.
 
“Hai ragione. D’altronde, io non sono normale. Lo pensano tutti. Nessuno vede nel mio essere una persona.”
 
Il castano a quell’affermazione spalancò un poco gli occhi.
 
“Ma non preoccuparti. Ormai sono abituato all’idea.”
 
Light capisce adesso.
L stava solo cercando di atteggiarsi, in un pomeriggio senza lavoro, a una persona comune.
Cercava un appoggio in lui, in colui che riteneva come il suo unico e vero amico.
Accidenti.
 
“Ryuzaki?”

Il moro sollevò lo sguardo verso l’altro.
 
“Penso che potremmo provare. Ad andare in discoteca, intendo. Magari quando questa faccenda sarà finita e non avremmo più un paio di manette addosso, cosa ne dici?”

L sgranò impercettibilmente gli occhi.
 
“Grazie, Light-kun. C’è un problema però.”

Oh no.
 
“Quale?”

Incassò la testa nelle spalle, come in una posa di colpevolezza.
 
“Non so ballare. Dire che non ho nemmeno mai provato è più corretto.”

Non sapeva se ridacchiare o no, Light. Diciamo che da subito gli era venuto il dubbio.
 
“Puoi sempre imparare, no? Per te sarà facilissimo. Inoltre non ci vuole una scienza.”
 
“M’insegni tu?”

Quasi si strozzò con la saliva.
 
“Cosa?” Biascicò.
 
“Sono sicuro che tu sei molto abile anche nel ballo. Lo farai, Light-kun?”

Il castano inspirò. Si o no?
 
“D’accordo.”
 
Maledizione, non era la risposta corretta quella!
 
L si alzò subito in piedi, passeggiando fino al centro della stanza.
Light, suo malgrado, fu costretto a farsi trascinare. Stupida catena.
 
“Ma… adesso?”

“Tanto non sappiamo come impiegare il tempo. Sfruttiamo l’occasione, no? O preferisci aspettare Matsuda e-”
 
Adesso.
 
“Saggia decisione, Light-kun.”
 
Rassegnatosi, cerca di rilassarsi.
 
“Qualche preferenza su con cosa iniziare?”

Chiese, sforzandosi di mantenere la sua tipica serietà.
 
“Valzer.”
 
Adesso però non poteva non sgranare le palpebre, eh.
 
“Come?”

“M’incanto a vedere le persone ballarlo. Lo reputo affascinante.”

“Ma, come dire, non è proprio il tipo di ballo da discoteca questo.”

“Oh, no? Perdonami Light-kun, non sono molto pratico dell’argomento.”

Yagami sospirò, frustrato.
 
“Fa niente. Che Valzer sia.”

L annuisce.
 
Ed in quel momento, un particolare viene alla luce nella mente del più giovane.
La posizione di ballo prevedeva una posizione abbastanza intima, con uno dei due che guidava l’altro.
Siccome era il detective che doveva imparare, ovvio che toccava a lui la parte del, beh, maschio.
 
L capì all’istante i pensieri che aleggiavano nella testa di Yagami.
 
“Non preoccuparti Light-kun, la faccio io la ragazza.”
 
Oh.
Perfetto, la ragazza la faceva lui.
 
Aiuto.
 
“Vogliamo iniziare?”

Il castano si risvegliò e, annuendo, fece due passi verso l’altro, non sapendo come destreggiarsi alla perfezione in quel frangente.
 
“Allora… avvicinati un po’… si, così… metti la mano sinistra qui e l’altra dalla a me… ecco, così va bene.”
 
Stretti, si guardavano. Light a sua volta aveva stretto una mano di L, e l’altra l’aveva poggiata a circondare la vita esile del ragazzo.
 
“Seguimi, d’accordo? Andrò piano.”
 
Yagami mosse un passo indietro e la gamba del compagno lo seguì.
Portò poi anche l’altra vicino e il moro riuscì a stargli dietro.
 
Fecero qualche passetto e Light pensò che si aspettava di peggio.
 
Ryuzaki aveva preso la cosa sul serio poiché era intento a osservare in basso, verso i suoi piedi.
 
“Non controllare giù. Alza gli occhi verso di me, continuando a muoverti al mio tempo.
 
L eseguì il comando e alzò lo sguardo verso l’altro.
 
Light continuò per un po’ a ballare, con L che aveva già imparato. Credeva si muovesse in maniera buffa, considerando le sue abitudine di sedersi e simili, invece si ritrovò ad ammettere che era alquanto aggraziato.
 
Non tennero conto però del tappeto a cui stavano andando incontro.
Light mise il piede sopra esso, ma L inciampò nel tentare di eguagliarlo.
 
Cadde addosso all’altro ed entrambi franarono a terra, con ancora le mani intrecciate.
 
“Accidenti.” Sibilò il castano.
 
“Scusami.”

Alzò lo sguardo verso di lui, che lo osservava rammaricato.
 
“Figurati. Te la cavi.”

“Grazie, Light-kun.”

Erano di nuovo ad ammirarsi, inconsciamente.
La posizione alquanto equivoca, con L steso sopra di lui non sarebbe stato un bello spettacolo per gli altri che sarebbero dovuti rientrare a breve.
Suo malgrado, dovette ammettere che non lo aveva mai visto così da vicino e per così tanto tempo. Solitamente, due secondi e gli tirava un pugno, con l’altro che immediatamente ribatteva con un calcio.
 
Adesso no però.
L’atmosfera era rilassante.
 
Forse fu proprio per colpa di quello stramaledetto clima , che Light si ritrovò ad accarezzare leggermente il palmo dell’amico.
Subito L portò lo sguardo verso le loro dita.
Vedendo che non si ritraeva, Yagami decretò di poter eccedere in quella che sembrava una dimostrazione di affetto.
Portò l’altro mano sulla sua guancia, sfiorandola leggermente.
È lì, che poté scommettere di aver visto lo sguardo di L vacillare per un secondo.
Rapito da ciò, come in trance, si sollevò da terra, mettendosi a sedere.
L, istintivamente, andò indietro per lasciargli spazio.
Ma ancora la stretta e la carezza non finivano.
Non riuscendo più a ragionare, il castano sporse il viso verso quello di L, continuando a guardarlo.
Ryuzaki, dal suo canto, era inerme ed era impensabile riuscire a leggergli nella testa, adesso più che mai.
C’è da dire che non si spostò comunque.
Attese che Light avvicinasse le labbra alle sue, per poi scattare e anticiparlo, baciandolo.
Light sussultò, sorpreso.
Il moro aveva chiuso gli occhi ma rimaneva immobile.
Yagami capì che doveva essere lui a farsi avanti, e cominciò a muovere la bocca sulla sua, ritraendosi e poi ribaciandolo.
L gli andava incontro, facendo lo stesso.
 
Da qui, le cose presero quella che si può dire una piega insolita.
 
Light si fece più audace, aprendo le labbra e facendo uscire la lingua, che andava a saggiare la consistenza della bocca dell’altro, invitandolo ad aprirla. Così il detective fece e lasciò che il più giovane facesse incontrare i due organi, intenti adesso a gustarsi e intrecciarsi.
Bastò poco e il castano portò entrambe le mani alla vita del moro, facendogli capire che voleva alzarsi dal pavimento. Così fecero e Light, circondando ancora la vita del compagno, staccò le labbra umide dalle sue, portandole a lasciare una scia di baci sul collo pallido dell’altro, che aveva il respiro accelerato.
Non avevano bisogno della catena per rimanere uniti questa volta.
 
“Ryuzaki…” Sussurrò Light, tra un bacio e l’altro sulla pelle di lui.
 
“Light…”
 
Rispose l’altro.
 
Ma non Light-kun, no.
Stavolta c’era solo Light.
 
La voce leggermente eccitata del moro lo infiammò dentro.
 
“Ryuzaki” Ripetè, con maggiore enfasi. “In camera. Ora.”
 
L spalancò le palpebre che aveva precedentemente chiuso.
Lui voleva…
Un brivido gli prese la schiena e Light se ne accorse.
Maledicendosi per la sua impulsività, cercò di rimediare.
 
“Scusa, sono stato troppo affrettato. Va benissimo così.”
 
L gli accarezzò i capelli alla base della nuca, come per ringraziarlo.
Poi però, sussurrò qualcosa che lo sorprese.
 
“Il problema Light-kun, è che io non l’ho mai fatto.”
 
Inghiottì saliva Yagami, e portò la sua attenzione verso lui.
 
“Non devi preoccuparti, non c’è alcun bisogno che-”
 
“Però voglio provare quella sensazione. Con te, Light-kun. Io sono pronto.”
 
Il castano giurò di sentire un calore inondargli le gote e si compiacque di notare come anche quelle dell’altro adesso fossero adornate da un delicato rossore.
 
“Sicuro?”

Il moro annuì.
 
“Ci fosse qualche problema, fermami subito. D’accordo, Ryuzaki?”

“Non occorrerà. Come sempre, sarai eccezionale, Light-kun.”
 
Detto in quel contesto, la frase fece arrossire ancora di più il castano ed L poté accorgersi abbastanza nitidamente di ciò.
 
“Sei forse imbarazzato?” Domandò, candidamente.
 
“Mi hai appena fatto un complimento su una mia futura prestazione di sesso! Diamine, si!”
 
A stento, L trattenne un singulto di risa.
Light lo guardò, meravigliato.
Era carino.
 
Stava per ammetterlo, quando un rumore lo distrasse.
 
“Oh, che faticaccia, finalmente a casa!”

Matsuda!
 
Entrambi si allontanarono di scatto, come se l’altro bruciasse.
Si dimenticarono però della catena che costantemente li legava e rischiarono di perdere l’equilibrio ancora una volta, ma fortunatamente ciò non avvenne e riuscirono a rimanere in piedi.
 
La porta si spalancò e come previsto entrò il proprietario della voce di prima, seguito da tutti gli altri membri del quartier generale.
 
“Light, Ryuzaki! Beati voi che siete rimasti qui a fare niente!” esclamò subito Matsuda.
 
Il castano quasi stava per balbettare qualcosa, quando un uragano biondo gli si arpionò al braccio.
 
“Light, tesoro! Misa-Misa ha finito prima ed è tornata in tempo per cenare con te! Sei contento?”
 
Yagami la guardò, stralunato. Quasi subito, poi, mosse gli occhi verso L; e questo li osservava, scrutandoli.
 
“A dire la verità, io…”
 
“Cosa, figliolo?”

Sospirò, frustrato.
 
“Niente, papà. Andiamo a mangiare.”

Felice, Misa lo trascinò verso la sala da pranzo. L fu costretto a seguirli, imitato dagli altri.
 
“Allora, tesoruccio” iniziò la ragazza “ti sei sentito solo senza di me oggi? In compagnia di Ryuzaki, poi…”
 
Istintivamente Light stava per dedicarle un’occhiataccia ma prima decise di rivolgere lo sguardo vero il detective.
Era distante fin quanto la catena poteva permetterglielo.
Stava per sospirare l’ennesima volta, quando un’idea gli balenò in capo.
 
“No.” Rispose.
 
“Cosa, davvero? Ma sono sicura che con me saresti stato molto meglio!”

“Questo è impossibile.” Ribattè, con un piccolo ghigno sulle labbra.
 
L, che fino a quel momento era immerso in una sua delucidazione, si ritrovò a seguire il discorso degli altri due. Notò che Light gli aveva rivolto un’occhiata.
 
“E perché mai?!” domandò, irata, impuntandosi.
 
“Perché Ryuzaki oggi ha avuto una bellissima idea. Sono stato a mio agio con lui.”

In quel mentre, rivolse gli occhi al ragazzo, quasi dolce.
 
L al contempo s’irrigidì, ma un moto di soddisfazione si addentrò nel suo animo.
 
“Non è possibile!” Misa ancora non si era data per vinta.
 
“Cosa mai ti avrò proposto di così entusiasmante?!”

“Di ballare.”
 
“Io so ballare molto meglio di lui!”
 
“Spiacente, Misa. Anche se il tuo lavoro ti avesse portato a imparare la danza, dubito che avresti potuto superare l’esibizione che dopo avremmo voluto eseguire.”

“E cosa avete fatto?!”

“Stavamo per fare, Misa. Mi ascolti o no quando parlo? Comunque, questo non ti riguarda. Spero solo di iniziarla il prima possibile.”
 
L si portò vicino a loro, affiancandoli.
 
“Decisamente d’accordo, Light-kun.”
 
La bionda lo fulminò all’istante, accentuando la presa sul braccio dell’altro.
 
“Light verrà a ballare solo con me! Chiaro?!”

Il detective la guardò, pacato.
 
“Cristallino, Amane-san.”
 
“E bada di non prenderti gioco di me!”
 
Ryuzaki la ignorò, rivolgendosi al castano.
 
“Oh, sai, Light-kun? Direi che comunque le discoteche sono molto più adatte agli amici.”

E con Light che era scoppiato in una risata, L che faceva finta di niente, Misa che sbraitava, Matsuda che domandava cosa fosse successo ogni due secondi, Watari che li informava che la cena era pronta e gli altri che scuotevano la testa rassegnati, si concludeva quel pomeriggio di lezione di danza.
 
La sua paga, Light, stava già pensando a come riscuoterla…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Buona sera! ^^
Questa è la mia prima fanfic LightxL, pairing che amo in Death Note! L è troppo carino ** Light, beh, qui non ricorda nulla, altrimenti io lo detesto quando è Kira ^^”
Spero vi sia piaciuta!
A presto! Mi piacerebbe scrivere un’altra fanfic su di loro… ^^
Baci a tutti!
  
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