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Autore: Aqua    24/11/2010    1 recensioni
Introduzione per una role ispirata ad una canzone che adoro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buried.
 
Una mano candida si posa con delicatezza sul vetro, l’altra la segue poggiando il guanto di pizzo bianco sulla superficie liscia e fredda.
Due occhi cerulei cercano un segno di vita, che non sono in grado di trovare, tutto intorno è buio e desolazione.
Non riesco a respirare, le mani mi tremano mentre me le porto al viso cercando di toccare la mia pelle, sentire il mio respiro ancora costante.
Quelle stesse mani si spostano poi sulle pareti della “scatola” nella quale sono rinchiusa, cerco di sollevarmi per vedere fuori cosa succede e tutto mi è chiaro, come un flash che ti abbaglia, un lampo nella notte.
Intrappolata in una bara, chiusa dentro un piccolo spazio dove l’ossigeno fatica a passare, tutti hanno bisogno di respirare per vivere, e non riuscirò a farlo ancora a lungo.
Come ci sono finita qui dentro?
Sepolta viva.
Sento la voce di Agness, urla il mio nome, vorrei poterla vedere, vorrei poterla sfiorare con le dita, strapparmi quei guanti di pizzo bianco e quel vestito da sposa che mi hanno messo.
Sembro una bambola di porcellana, chiusa nella sua scatola, pronta per essere acquistata e messa in vetrina, tiro il vestito con violenza, scucendolo in varie parti, mi porto le mani ai capelli iniziando a strapparli presa da un’isteria che non mi permette più di ragionare.
Ho immaginato spesso il giorno del mio funerale, cercando di pensare a cosa sarebbe successo, ma ora che mi trovo a viverlo vorrei fuggire, senti le persone attorno a te soffrire, senti il tuo nome che viene ripetuto all’infinito, come se a pronunciarlo ci fosse la possibilità di farti tornare in vita.
Una mano si allunga da sopra, stringe tra le dita una rosa rossa e un ciondolo, li lascia cadere affacciandosi per guardare il mio volto per l’ultima volta.
Il cuore cessa di battere, il ciondolo sbatte sul legno mentre lrvine  lascia cadere una lacrima assieme ai suoi ultimi doni, il suo volto stravolto dal pianto s’inclina di lato, la sua mano si alza come per voler sfiorare qualcosa nel vuoto.
Un istinto irrefrenabile di stringerlo fra le braccia mi fa scattare in avanti, schiacciare il mio corpo contro il legno scuro .
Urlo, mi dimeno nel tentativo inutile di aprire quella bara, grido il suo nome nella speranza di esser udita, sbatto i pugni sul vetro, piango urlando tra i singhiozzi un nome che non sentirà mai più, ma il suo volto non cambia, come se vedesse sempre la stessa ragazza con gli occhi serrati e la pelle di porcellana.
Sento la bara scivolare con lentezza dentro la fossa che è stata scavata per me, riesco ad udire delle grida sommesse, cerco di divincolarmi, cerco di bussare con violenza su quel vetro ma nessuno sembra sentirmi.
La morte porta con sé un misto di paura e insoddisfazione, che non si cancellerà mai, nemmeno se esiste quel paradiso tanto professato da tutti, chissà se c’è.. e soprattutto dov’è.
La bara tocca definitivamente una superficie solida, facendomi sobbalzare, una lacrima scivola sulla mia guancia, quasi carezzando la mia pelle.
Voglio respirare, non ho mai desiderato qualcosa con tanta intensità, fuoco brucia nei polmoni, attraversa la trachea e si ferma tra le labbra.
Sto per abbandonare tute le forze, gettare la testa indietro e serrare gli occhi, e poi la vedo.
È identica a me, le stesse labbra, lo stesso volto, un vestito identico al mio ma di colore nero che avvolge il suo corpo snello, un cappello grosso poggiato in testa avvolto in un tulle nero che le ricade sulle spalle.
Urlo.
Si affaccia e mi fissa intensamente, sorride dischiudendo le labbra rosso fuoco, con la mano mi manda un bacio, poi si alza e la terra torna a ricoprire la mia visuale.
Una pala inizia a gettare la terra sopra la mia bara, cade con violenza rimbombandomi nelle orecchie, seppellisce quelle rose che mi sono state donate e soffoca il mio respiro, mi afferro il collo, non c’è più aria a disposizione, non c’è più nulla, solo una piccola porzione di cielo nero che verrà ricoperta a breve con il marrone della terra.
Un percorso con un inizio e una fine prestabilita, che s’intreccia facendo gravitare il destino in varie direzioni differenti, districandosi e intrecciandosi nuovamente per dar vita a qualcosa di nuovo.
Vita e morte, due rette parallele che s’incontrano all’infinito probabilmente, o forse non s’incontrano proprio, due facce di una stessa medaglia.
Quel volto.. il mio, una fotocopia dell’originale, lì per qualche strano motivo, chi è quella donna? Perché è così uguale a me?
Lei vede, sa che il mio cuore non ha cessato di pompare sangue e l’ossigeno entra ancora nei miei polmoni, eppure non fa nulla per tirarmi fuori di lì, s’allontana lasciando che la terra mi ricopra definitivamente.
Aria.. forse un giorno tornerò nell’aria, che mi porta via dalla vita mia.
 
 

L'ispirazione è giunta grazie ad un video musicale..
Adattandola ad un mio personaggio mi è sembrata perfetta per lei.
Hope you like it.
Aquamarine
 
  
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