E’ li seduto a studiare
come ogni giorno, sotto quel albero.
Erano ormai alcuni giorni che mi
ritrovavo ad osservarlo per tutto il tempo.
Arriva dopo pranzo, si siede sempre sotto quel enorme quercia e apre i suoi libri.
Ma parliamo di me, mi chiamo Evangelin
ho 23 anni e sono una catastrofe ambulante.
Mi sono fatta male ad un
ginocchio e adesso sono costretta a stare a riposo per qualche settimana con un
ginocchio fasciato.
Dopo la 1 settimana non
ne potevo più di stare in casa. Così ho preso le stampelle, lo zaino, un libro,
il lettore mp3 e sono andata al parco davanti a casa.
Mi piace così tanto
leggere in questo posto, è tranquillo, nessuno che ti disturba.
Poi un giorno è arrivato lui alto
capelli lunghi neri, occhi grigi e profondi.
Ci siamo guardati per un solo istante negli
occhi, forse meno.
Colpita, incuriosita.
Non saprei dire ma un brivido mi percorse tutta
la schiena.
E adesso eccomi qui ad
osservarlo, è sempre li, chino sui suoi libri, così concentrato, probabilmente
non sa nemmeno che esisto.
Continuare a scrutarlo non mi porterà a nulla, torno
a leggere, ormai mi mancano poche pagine alla fine.
Sono passate ormai un paio
d’ore e ho finito il libro, direi bellissimo.
Si è fatto tardi è ora di rientrare a casa, metto
il libro nello zaino, accendo il lettore e metto le cuffiette.
Prendo le stampelle e mi avvio sul vialetto di
ghiaia, come ogni giorno gli passo davanti e lui non
alza nemmeno lo sguardo.
Sto ascoltando “come il sole all’improvviso”, mi
piace tantissimo questa canzone.
Poi capita l’inevitabile, sto facendo troppe cose
insieme e sto perdendo l’equilibrio.
Lo so tra poco sarò rovinosamente per terra a guardami le ferite.
Mentre questo pensiero attraversa la mia mente sento qualcosa che preme contro il mio petto e blocca
la mia caduta.
<< Stai
bene?>>
Non so come, ma sono di nuovo ferma sulle mie
gambe, quando alzo lo sguardo e incontro di nuovo quegli occhi.
<< Ehi.. stai bene?>>
<< Si>> è l’unica cosa che riesco a
dire.
<< Devi stare più attenta>>
<< Si >> se continuo così penserà che sappia solo parlare a monosillabi.
Si è girato, ora mi da
le spalle e sta per tornare a sedersi. Devo dirgli qualcosa, una qualsiasi.
<< Grazie>>
ecco direi che può andare
<< Di niente>> poi un attimo di
silenzio sembra volermi dire qualcosa
<< Bello il libro vero?>>
<
<
<<Si, ma come fai a sapere cosa leggevo?>>
<< Ho riconosciuto la copertina>>
Mi volto do un’occhiata allo zaino, deve essersi
aperto quando stavo per cadere.
<< Hai ragione,
bello, l’hai letto anche tu?>>
<< Si, non è il
mio genere, ma mi ha sorpreso>>
Mi sta di nuovo fissando come se volesse leggermi
nel pensiero. Poi.
<< Non so nemmeno come ti chiami>>
<<Evangelin e
tu?>>
<<Yan>> .Il mio sguardo cade sull’orologio, sono le 6. Cazzo.
<< Ora devo andare. Buono studio>>
<
…..
Sono a casa a fatica salgo le scale, butto lo
zaino per terra e mi sdraio sul divano.
Ripenso a oggi, a cosa è successo, non ci posso
credere per una volta essere goffa è servito.
Sento un rumore, mi volto e vedo mia madre sulla
porta.
<< Ciao, com’è
andata sul lavoro?>>
<< Male, oggi se avessi potuto avere per le
mani quella strega l’avrei strozzata>> tutte le
sere è così, la sua collega la fa andare fuori di matto. Poi va in camere si
cambia, mettendosi qualcosa di più comodo, va in bagno prende la pomata per il
mio ginocchio e viene verso di me. Mi toglie la benda,
ci mette la pomata e mi rifascia il ginocchio. Poi va in cucina e prepara la cena.
Mettiamo in chiaro una cosa non è ce non sia in grado di medicarmi il ginocchio è solo che vuole
farlo, per farmi capire che ci tiene a me.
<< Evangelin è pronta la cena forza vieni a mangiare>>
<
<< Che cosa hai preparato di BUONO>>
e non posso fare a meno di fare una smorfia.
<< Ehi, guarda che io cucino sempre cose
buone>> e ride anche lei.
<< Si si,
mamma finche ti attieni alla cucina italiana sei la migliore, è che con l’estero
non abbiamo buoni rapporti>>.
<< Comunque…. Sta sera pasta al sugo,
omelette e patine fritte>>
<< Mamma ti adoro>>
sono tre dei miei piatti preferiti.
Ci sediamo, e guardiamo il telegiornale in TV.
Passano sempre le stesse notizie, politici che litigano e si azzuffano in
Parlamento, soldati italiani e no che muoiono per salvare gente innocente che viene ammazzata dai loro stessi fratelli.
Durante la cena parliamo del più e del meno, di
cosa abbiamo fatto, e le racconto di come Yan mi ha
evitato una brutta caduta. Naturalmente lei si arrabbia con me e mi fa la
paternale, “sei sempre la solita, ma dove hai la testa quando cammini…..”.
Finito cena mi alzo e
saltellando su un piede solo spreparo la tavola, poi
vado in sala a guardare un po’ di televisione. Sono solo le dieci di sera e
sono stanca morta, così decido di andare a dormire.
<< Buona notte
mamma, io vado di sopra>>
<< Ok notte>>
Entro in camera giusto nel momento in cui il mio
cellulare comincia a suonare.
Guardo il display è Fabio.
<< Ciao, come va?>>
<< Bene quand’è che torni a
lavorare?>>
<< Tra una settimana. Ti manco già!!>> e mi scappa una risata.
<< Ma smettila è solo che senza di te è un
vero macello qui>>, si incazza sempre quando
faccio così.
<< Dai Fabio non
ti arrabbiare lo sai che scherzo. Comunque resisti, appena posso torno. Ci sono novità?>> il tono della mia voce è diventato
serio e triste.
<< Penso che quando tornerai Ale se ne andrà definitivamente, è troppo stanca, la
malattia la sta…>>
<< Non dirlo! Ho capito. Dille di stare
tranquilla e di non affaticarsi troppo>>
<< Ok. Ci vediamo ……….Comunque
un po’ mi manchi>>
<< Anche tu. Ciao>> In fondo, non lo
ammetterà mai, ma mi vuole bene.
Mi cambio, infilo il pigiama con un po’ di fatica
e mi metto nel letto. Ho gli occhi che si chiudono, mi abbandono a Morfeo e
l’ultima cosa che vedo sono gli occhi di Yan.
….
….
Mi svegliano dei rumori in sottofondo.
Cerco con la mano l'orologio per vedere che ore
sono. I miei occhi sono ancora mezzi chiusi e non riesco a mettere a fuoco
l'ora. Con un po’ di fatica trovo l'orologio e scopro che sono le otto. Il
rumore che sento in sottofondo, è mia madre che si sta preparando, non riuscirà
mai ad uscire di casa senza svegliare l'intero
quartiere.
Ormai sono sveglia, è inutile rimanere nel letto.
Mi alzo mi cambio, indosso un paio di pantaloni verde militare, una maglia nera
a 3/4 con una coccinella sulla manica destra e una felpa nera con la cerniera.
Mi guardo allo specchio non sto male e poi questi
sono gli unici pantaloni che riesco a mettere con questa fasciatura.
Mi giro e do un'occhiata alla
mia stanza, come direbbe mia madre un vero "caos". E' ora di
riordinare o non troverò più nulla. Ci ho messo quasi un'ora per mettere tutto a posto, vestiti libri cd.
Prendo lo zaino ed esco.
Devo andare a comprarmi un libro.
Adoro le librerie, "sembro un bambino
piccolo nel paese dei balocchi" parole di mia madre.
Giro per gli scaffali in cerca di una copertina
che mi ispiri, di una trama che mi intrighi. Quando
finalmente ho scelto il libro da leggere guardo l'ora,
sono passate 3 ore. Pago ed esco.
È ora di pranzo e non ho voglia di tornare a casa;
decido di andarmi a comprare un panino, mi dirigo verso il parco e mi fermo
davanti al Momo's Bar.
Entro e saluto Roby, il barista nonché proprietario del bar. Ormai sono quasi di famiglia
appena posso vengo qui a prendere anche solo un caffè,
nelle sere più movimentate do una mano.
<
<
<< Come al solito,
fa male, ma prima o poi passerà>>
<< Non ci posso credere hai già comprato un
nuovo libro>> indicando la borsa della libreria.
<< Si, l’altro l’ho
giusto finito ieri. Se non leggo mi dici che cosa
faccio per passare il tempo?>>
<< Cosa hai comprato? Di nuovo un giallo>>
<< No questa volta è una storia d'amore ma
non sdolcinata>>
<
<<Twilight, sembra una bella
storia. Mi prepari un panino al prosciutto?>>
Roby accenna un sorriso << Ok Capo. Se
posso sapere, come mai mangi fuori?>>
<
<< Adesso
capisco>> e ride
<< Cosa capisci???>>
quando mi prende in giro senza un motivo mi da sui nervi
<< Mangi al parco per
poter vedere quel ragazzo di cui mi hai parlato. Vuoi farmi
ingelosire?>>
<< Ma dai lo sai
che tu sei il mio migliore amico, e poi come fai a essere geloso di uno, di cui
so giusto il nome?>>
<
<< Allora Eve, mi
spieghi come mai sai il suo nome?>>
<< Ehi gelosone.... Yan mi ha evitato di fare uno
dei miei soliti capitomboli ecco perchè so il suo
nome>>
<< Yan è così che si chiama il damerino>>
Ok non era un'impressione è davvero inalterato. Penso
di non averlo mai visto così.
C'è solo una cosa che può calmare Roberto. Sorprenderlo.
Mi avvicino, appoggio le mani sul bancone e gli
stampo un bacio sulla guancia. Come immaginavo è rimasto spiazzato. Mi guarda
negli occhi, fa il giro del bancone senza perdermi di vista, me lo ritrovo
davanti e mi abbraccia e mi dice la cosa più bella che mi vorrei sentir dire:
<< Ti voglio bene. Non smetterò mai di
preoccuparmi per te>>
<< Lo so, grazie
per esserci sempre>>
Ci sciogliamo dall'abbraccio mi sorride e torna
dietro il bancone.
<< Eccoti il panino
e la bottiglietta d'acqua>>
<< Grazie quanto ti devo?>>
<
<
Mi giro ed esco. Facciamo sempre questo gioco, so
perfettamente quanto costa il panino ma adoro stuzzicarlo.
Sto percorrendo il viale che porta al parco,
faticando e non poco con queste stampelle. Ecco la mia panchina. Mi mancano
ancora pochi metri e finalmente potrò riposarmi.
<< Ciao>>
Qualcuno mi sta salutando, mi giro e vedo Yan seduto al solito posto.
<
<
<< Guarda che non c'è niente da ridere.
Spostarsi con queste cose è faticoso.>> Dimmi tu se uno che conosco da 1 gg, mi deve già sfottere.
Però devo ammetterlo, quando ride
è ancora più carino.
Gli do le spalle e mi avvio verso la panchina.
Butto lo zaino per terra e mi siedo. Finalmente
un po’ di riposo. Guardo il cielo, è limpidissimo di un azzurro intenso ogni
tanto passa qualche uccellino.
Sento strani rumori provenire dal mio stomaco,
segnale inconfondibile di richiesta di cibo.
Mi guardo in torno in ricerca dello zaino. Ma guarda dove l'ho lanciato! Sto per alzarmi quando vedo
un'ombra dietro di me che si muove. Faccio un salto per lo spavento.
<< Yan. Ma da quanto eri dietro di me?>>
<< Ti ho vista li
seduta con gli occhi rivolti verso l'alto. Ho pensato che non stessi bene. Poi
avvicinandomi ho capito che ti eri incantata a guardare il cielo.>>
Che figura da ebete che ho fatto.
<< Evangelin, scusa
per prima, non volevo ridere di te, è che eri tropo
buffa>>
<< Buffa?>>
<< Si viso rosso, capelli
scompigliati>>
<< Non ti preoccupare non mi offendo per
così poco>> E poi, il mio cervello si è scollegato, perchè
se no non sarei riuscita a dire ciò che ho detto.
<
Ma che cosa sto dicendo,
tanto non accetterà mai.
<< Scusa, lascia perdere cosa ho detto prima>>
<< Veramente ......
mi farebbe piacere>>
<< ........>> Cosa??
Ho sentito bene.
<< Eve, tutto
bene?>>
Eve? E da quando usa il mio
diminutivo?
<< Si scusa, ma non credevo accettassi,
comunque ne sono contenta>>
<< Vado a prendere la mia roba>> Non
ci credo, a uno come lui "fa piacere"
mangiare con me. Ha raccolto tutti i suoi libri e lo zaino e sta tornando qui.
<
<
<< Yan mi potresti passare lo zaino
per favore>>
Prende il mio zaino e fa per passarmelo. Lo afferro
ma Yan non lo lascia andare. Così cominciamo un tira e molla e poi guardandoci cominciamo a ridere.
<< Se qualcuno ci vedesse adesso. Chissà
cosa penserebbe nel vedere due che fanno un tira e
molla con uno zaino e ridono>>
<< Non so lui , ma
io penso che sei semplicemente bella quando ridi >>
Mi trovo completamente spiazzata, rimango li ha
bocca aperta e mollo la presa
<
Quanto
sono stupida mi sono fatta imbambolare da un
complimento.
Stupida,
stupida, stupida.
Abbasso
la testa in segno di sconfitta.
Yan mi passa lo zaino, lo
prendo e tiro fuori il mio pranzo mentre lui fa lo stesso.
Mangiamo in silenzio, bevo e poso la bottiglietta
per terra.
Con la coda nell'occhio vedo Yan
che sbadiglia.
<< Sonno?>>
<
Poi fa qualcosa che mi sorprende, mi blocco e mi
spavento. Si è coricato e ha appoggiato la testa sulle mie gambe.
<< Scusa, spero non
ti dispiaccia>>
Non riesco a risponde,
questo contatto risveglia in me brutte e belle sensazioni. Mi vengono in mente
vecchi ricordi, ricordi di qualcuno che mi faceva lo
stesso effetto che mi fa Yan.
Poi il mio sguardo cade sul suo viso, è così
dolce lì con gli occhi chiusi. Tenero. Una ciocca di capelli gli cade sugli
occhi. La mia mano si muove senza controllo e sposta quella ciocca sistemandola
dietro l'orecchio.
Poi Yan mi prende la
mano e la tiene stretta nella sua. Per una frazione di secondo vorrei andare
via, scappare, ma poi una sensazione di calore mi fa restare.
<
Allora se ne accorto.
<< Scusa per prima, volevo spiazzarti con
quella frase, ma comunque lo penso davvero che sei bella
quando ridi>>
<< Grazie>>
<
<< Si>> Allungo l'altra mano verso lo
zaino, prendo il lettore mp3 lo accendo e metto una cuffietta. La mia mano
destra è ancora li stretta nella sua, lui molla un po’
la presa, sa che non me ne andrò e comincia a giocherellare con le mie dita.
<< Cosa ascolti?>>
Non voglio dire nulla per rovinare questo
momento, prendo l'altra cuffietta e gliela passo. Si infila
l'auricolare, apre gli occhi, mi sorride e intreccia la sua mano con la mia.
Lo guardo e l'unica cosa che mi viene in mente è
"Bello".
<< Grazie>> Oh mamma l'ho detto
davvero!
Lui intanto mi sorride e ritorna a riposare sulle
mie gambe.
Sorrido, appoggio completamente
la schiena alla panchina e chiudo gli occhi. Sono completamente rilassata. La
canzone che sta passando è " Gli ostacoli del
cuore" direi perfetta in questo momento della mia vita.
E' inevitabile, in questi momenti in cui mi fermo
a pensare e riflettere, mi viene in mente lui. I suoi occhi, le sue labbra, il
sapore di quelle labbra che pensavo solo mie, il brivido che mi davano quelle carezze che credevo solo per me. Poi rivedo
quel bacio, quell’abbraccio dati ad un'altra e sento
gli occhi riempirsi di lacrime. Sento le lacrime scendere calde sulle mie
guance. Le porto via con il dorso della mano. Quante volte mi sono ripromessa
di non piangere più.... ma è inutile non ci riesco
ancora.
<<Eve>>
qualcuno mi ridesta dai miei brutti ricordi.
Mi volto verso chi mi ha chiamato, è Yan, i nostri occhi si guardano e si specchiano gli uni negli
altri.
<< Chi è?>>
<< Chi è chi?>> Non può averlo
capito.
<< Chi è che ti fa soffrire? Il tuo
ex>> Colpita e affondata.
<< Come lo sai?>>
<< Te lo leggo in quegli occhi arrossati,
che hanno appena pianto>>
<< Si chiama
Federico. Vorrei non parlarne>>
Yan si alza ora e li seduto vicino a me, sfiora con un dito la mia guancia e
porta via l'ultima lacrima che ho versato.
<< Non voglio mai più vederti piangere,
prometti>>
<< Non posso farlo, è una promessa che non
riesco a mantenere>>
Stringe forte i pugni, i suoi occhi sono così
scuri.
<< A cosa ti serve piangere, non servirà a farlo tornare da te>> sta quasi gridando.
<< Ma chi ti credi
di essere, non sai nulla di quello che ho passato. Non sai di cosa stai
parlando. Sei come tutti pronto solo a giudicare.
Vattene e lasciami in pace.>>
<< Io rimango, se vuoi vattene tu>>
Metto lo zaino in spalla, prendo le stampelle e
me ne vado. Sto di nuovo piangendo, ho la vista annebbiata ma non importa devo
andare via.
Uno ,
Due , Tre .... passi
Arrivo all'uscita del parco, mi fermo mi asciugo
il viso e prendo un bel respiro.
Mi avvio verso casa, mi specchio in una vetrina,
ho un aspetto orrendo.
Proseguo e mi ritrovo a casa. Entro, e decido di
farmi una bella doccia.
Sono qui sotto la doccia con l'acqua che mi scorre
addosso e porta via un po’ della mia tristezza.
Ci voleva proprio adesso sto meglio.
Sono solo le 3 del pomeriggio adesso che faccio?
Ecco il cellulare che suona di nuovo, guardo lo
schermo è Laura mia sorella.
<< Ciao, come
va?>>
<< Io bene, senti ho bisogno che mi fai un
favore>>
<< Mi sembrava strano che mi chiamassi solo
per sapere se ero viva o morta, comunque che ti
serve?>>
<< Mamma è da un po’ che non si fa sentire,
che non chiama papà. Cosa è successo?>>
<< E' successo che si sta riprendendo, non
piange più tutte le notti. L'altro giorno mi ha detto che anche se all'inizio
ne ha dubitato adesso è convinta che andarsene sia
stato un bene, almeno per lei.>>
<< Quindi non
torneranno mai più insieme?>>
<< Laura, sinceramente non credo e spero
proprio di no, non mi va di vederla di nuovo in quello stato>>
<< Eve, lui sa di
aver sbagliato, sa che non doveva scaricare tutto su di lei e poi fare ciò che
ha fatto>>
<< Laura lui ha già ammesso di aver
sbagliato tante di quelle volte in passato che ho perso il conto, le sue scuse
non sono più credibili. Mi hai chiamato perchè ti
serviva un favore qual è?>>
<< Ho ordinato una cosa e l'ho fatta
arrivare li da te, la puoi ritirare poi quando passo
da voi me la porto via.>>
<< Lo faccio ma non capisco perchè non potevi fartela spedire li
a casa>>
<< Non volevo che papà la vedesse, lo sai
che sta sempre li a controllare ogni euro che
spendo>>
<< Ok, quando passi a trovarci?>>
<< Spero il mese prossimo>>
<< Va bene, sta sera tieni il cellulare
accesso che ti faccio chiamare da mamma. Se provi solo a parlarle di papà o
ancora peggio a passarglielo giuro che vengo li e ti
strangolo con le mie mani, chiaro!!!>>
<< Ok >>
<< Ciao, a dopo>>
Quando mia sorella capirà che mio padre non
cambierà mai, che lui continuerà a pensare di avere sempre ragione, che la sua
parola è legge per tutto il resto del mondo, forse riuscirà a capire perchè la mamma è venuta a stare qui con me.
Ho deciso oggi cucino io la cena e il dolce.
Mi ci sono volute quasi 2
ore ma è tutto pronto.
Mi stendo sul divano, accendo
<< Eve, sei in
casa?>>
<< Si mamma sono
qui sul divano>>
<
<< Allora mamma come mai siamo
così di buon umore oggi?>>
<< Mi sono successe due cose bellissime
oggi. Sono arrivata in ufficio e Jhon mi ha detto che
alle undici dovevo andare da lui. Ho pensato di aver fatto qualche cavolata. Se
il capo della tua agenzia alle otto del mattino ti dice che ti deve vedere e
non ti da il tempo di toglierti la giacca; non è buon
segno. Comunque la mattinata comincia e naturalmente alle nove e mezza arriva l'arpia, che non mi degna di uno sguardo e
saluta tutti tranne me. Non so che mi è preso ma sono saltata su e gliene ho dette quattro, sul fatto che l'educazione sua madre gliela
aveva insegnata, che è una persona adulta e il comportamento che sta tenendo è
da bambina dell'asilo, anzi forse nemmeno i bambini all'asilo fanno cosi. Tutti
gli altri sono stati zitti non c'era una mosca che volava. Mi sono riseduta e
ho continuato a fare il mio lavoro, nemmeno 2 minuti
dopo ho ricevuto e-mail da tutti che mi dicevano che avevo fatto bene. Arrivano
le undici e vado in ufficio da John. Eve non ti immagini mai più che cosa voleva dirmi, ci credi sono qui
da 6 mesi sono l'ultima arrivata non parlo perfettamente la lingua, me la cavo
ma non è come se la parlassi da sempre. Lui mi fa sedere e mi dice che è molto
contento del lavoro che svolgo, che è piacevolmente sorpreso che una persona
della mia età sia stata in grado di adattarsi così in fretta e svolga un ottimo
lavoro come quello che sto facendo. Perché poi mi dice... “normalmente
una persona che ha quasi 45 anni vuole migliorare ma non fa mai grandi
stravolgimenti nella sua vita come quello di cambiare paese, trovarsi a
imparare una lingua nuova e tutto il resto”. Quando ha finito questa premessa ho ricominciato a respirare. Qui arriva il bello, e
mi dice " avrei da farti una proposta di lavoro, ho bisogno di una assistente che quando io non ci sono mi sappia sostituire
e mandare avanti tutto e che quando sono qui mi aiuti a smaltire il lavoro. Per cui ho pensato a te. Cosa ne dici?”>>
<< Mamma ma è bellissimo, e tu cosa gli hai
risposto?>>
<< Gli ho risposto che ci avrei pensato, e
che domani gli darò una risposta>>
<< Allora?>>
<< Eve penso
proprio che accetterò, mi ha detto che ci sarà un aumento di stipendio,
di grado e che sarebbe molto contento se accettassi. Che quando ha pensato a
me, e a chiesto ai miei colleghi cosa ne pensavano
tutti gli hanno parlato molto bene e che secondo loro ero la persona più
adatta. Però volevo sapere anche il tuo parere prima di rispondere>>
<< Mamma, io sono felicissima per te. Per
me dovresti accettare>>
Mi guarda mi sorride e mi abbraccia, sono
contenta che le cose le stiano andando bene, se lo merita.
<< Ok allora domani gli dirò di si. Intanto vado a preparare la cena>>
<< Non c'è ne
bisogno già fatto>>
Mi guarda si avvicina mi mette una mano sulla
fronte.
<< Eve stai bene. La febbre non ce l'hai!>>
<< Solo perché ho preparato la cena fai tutta questa scena, mica è la prima volta>>
<< No, ma è molto
raro>>
<
<< Si, ok
l'infermiera va a prendere bende e pomata intanto tu siediti>> e ride.
Ritorno sul divano, faccio un'orecchia alla
pagina a cui sono arrivata del libro e aspetto che
arrivi.
Mi ha fasciato il ginocchio e adesso siamo
entrambe in cucina a far scaldare quello che ho preparato. Ci sediamo
accendiamo
Durante la cena mi racconta di nuovo tutto quello
che le è successo oggi e ogni tanto mi dice " ma questo te l'ho avevo
detto" e io "si mamma".
Finita la cena si offre
di sprepare.
<< Sta sera ci
vediamo il nostro film preferito>>
<< Ok mamma ma quale, ce ne sono talmente
tanti>>
<< Will Hanting -
Genio ribelle>>
<< Certo, tu finisci li
che io intanto preparo qui tutto>>
Cerco il dvd, mando avanti tutte le pubblicità.
Prendo i popcorn e il succo. e mi posiziono sul
divano.
<< Mamma ci sei,
guarda che io qui sono pronta>>
<< Si, si arrivo!!!>>
<< Dai Eve parti>> Premo play, e il film inizia. Per me e
mia madre guardare un film è un rito, ci deve essere silenzio assoluto, i
popcorn, e non si fanno commenti fino alla fine.
Finito il film, ci alziamo e andiamo a dormire.
…
…
E' mattino guardo l'ora, sono le dieci, fuori sembra una bella giornata. Mi
alzo, mi lavo, mi cambio, ma oggi non ho voglia di andare al parco.
Chissà forse per quello che è successo ieri con Yan.
Vado in cucina e sul tavolo trovo un biglietto.
"Eve, sta sera per festeggiare ti porto a cena e
poi un gelato da Roby quindi fatti trovare in tiro per le sette"
Che simpatica che è mia madre in tiro, certo che
se non avessi questa fasciatura ne avrei di cose carine da mettermi. Poi riprendo a guardare il biglietto e leggo PS. " Oggi vai a
comprarti qualcosa. Offro io! i soldi sono
nella teiera in sala." Grande mamma, mi ci vuole
proprio un po’ di shopping. Forse potrei chiedere a Roby di accompagnarmi a
fare spese, magari si fa sostituire da Simon.
Vado in sala, prendo i
soldi. Prendo la borsa metto dentro cellulare portafoglio soldi e chiavi di
casa, prendo le stampelle ed esco.
Sono arrivata davanti al locale di Roby e gli
faccio segno di uscire.
<< Eve ciao, come mai non entri?>>
<<
Roby non è che per caso oggi ti andrebbe di
accompagnarmi a fare shopping. Ti prego.>>
Lui ci pensa un po’. Poi prende il cellulare
dalla tasca e si allontana. Quando torna. Mi guarda.
<< Ok, va bene dobbiamo solo aspettare
dieci minuti che arrivi Simon. Quando gli ho telefonato
stava ancora dormendo.>>
<< Grazie sei il
migliore>>
Entriamo nel bar e mi siedo su uno degli sgabelli
al bancone, c'è un profumino di croissant che mi fa ricordare che non ho
nemmeno fatto colazione. Ne prendo uno al cioccolato e
gli do un morso enorme. Lo mangio ad una velocità
spaventosa, ne avevo proprio bisogno.
Dopo cinque minuti, sento la porta del bar
sbattere e vedo una chioma rossa che entra, è Simon.
<< Ciao, a tutti>>
<< Ciao, tutto bene?>>
<< Si, ho fatto
tutto di corsa, Roby mi ha chiamato che stavo ancora dormendo e mi dice: "
Devi venire subito al bar a sostituirmi che devo fare una cosa
importantissima." Dal tono della voce ho pensato che fosse successo
qualcosa di grave. >>
Se sapesse che la cosa importantissima che Roby
deve fare è accompagnarmi a fare shopping penso che ci rimarrebbe malissimo. Io
comunque non dico niente.
<< Ciao Simon, sei
già arrivato?>>
<<
Si ho fatto prima che potevo. Ma cos'è la cosa
importantissima che devi fare?>>
<< Accompagnare Eve a fare spese>>
Simon mi guarda e io
faccio un cenno di assenso con
<<
Capisco, anche io preferirei andare a fare shopping
con Eve piuttosto che stare qua.>> Non ci posso
credere, Simon è tranquillo.
<< Ok noi usciamo, ci vediamo dopo. Eve aspettami qui che vado a prendere la macchina .>>
<< Ok>>
Roby esce dal locale, rimaniamo solo io e Simon.
<< Sai pensavo ti arrabbiassi >>. Lui sospira.
<< Avrei voluto, ma so anche quanto Roby
tenga a te e arrabbiarmi non sarebbe servito a niente. Ormai ho capito che lui
per te ci sarà sempre, non importa che cosa stia facendo o con chi sia. Mi
rendo anche conto che sto diventando come lui. >>
<< Non so cosa
dire>>
<< Diciamo che mi porterai un pensierino
dallo shopping visto che io dovrò stare qua da
solo>>
<< Ok
aggiudicato>>
<< Ora è meglio che vai, Roby è in macchina
che ti aspetta.>>
Saluto Simon ed esco.
<< Ok possiamo
andare>>
<< Ti porto nel nuovo
E parte, con il suo maggiolone nero vecchio
stile. Mi piace questa macchina. Roby accende la radio e mette un cd di musica
italiana.
Dopo circa dieci minuti siamo arrivati. Mi aiuta
a scendere.
Il nuovo
Il pavimento è in marmo rosa, con una guida in
moquette per terra.
Cominciamo il giro, ad
ogni negozio provo qualcosa ma non riesco a trovare nulla che mi piaccia
veramente. Siamo quasi alla fine del giro e io non
sono riuscita a comprarmi nulla per me, in compenso ho trovato il capellino per
Simon. Quando lo vedrà farà i salti di gioia, cerca
questo cappellino da una vita. Roby si è comprato un giubbotto, una t-shirts e un paio di jeans consumati bellissimi. Quando
gli ha provati, gli stavano così bene che si è girato
tutto il negozio ad ammirarlo.
<< Eve, ma come è possibile che non sei riuscita a trovare nulla. Fare
shopping con te è un vero mistero. Una volta rischi di portarti a casa tutto
ciò che vedi, un'altra giri cento negozi e
niente.>>
<< Lo sai che quando cerco qualcosa di
preciso poi non trovo nulla. Forza ci manca solo più un negozio.>>
<< ok. Poi andiamo a mangiare qualcosa perché
ho una fame>>
<< Ok, ho capito
faro infrettissima>>
Entriamo, e vedo tantissime cose carine, come
delle gonne corte al ginocchio. Peccato, devo trovare qualcosa di abbastanza
lungo da coprire questa fasciatura. Poi lo vedo un bellissimo gonnellone bianco con un motivo floreale sull'orlo formato
da piccoli fiori rossi. Lo prendo, guardo Roby gli chiedo cosa ne pensa e lui
mi dice "perfetto".
Decido di provarlo, mentre mi dirigo verso il camerino
vedo una bellissima maglietta a maniche corte rossa con le maniche a sbuffo e
lo scollo a V. La prendo entro nel camerino e con un po’ di fatica provo il
tutto.
<< Sei bellissima,
direi che è perfetto>>
<< Si , anche a me
piace ma non l'avrai solo detto perché sei stufo di girovagare>>
<< No, giuro sei
bellissima>>
<< Ok, signorina lo prendo>>
Pago i vestiti. Pensavo di spendere di più, mamma
sarà contenta ho perfino risparmiato.
Usciamo dal
<< Allora dove mi
porti a mangiare?>>
<< Cosa ne dici di andare a mangiare la
pasta da Lilly>>
<< Si,evviva.>>
È uno dei pochi posti in cui si può mangiare un piatto di vera cucina italiana.
<< Allora prossima
meta Lilly>>
Ci mettiamo in marcia e dopo 5
minuti siamo arrivati, parcheggiamo
direttamente nel cortile dietro il ristorante. Da quando siamo diventati amici
di Lilly ci ha detto che
potevamo farlo.
Entriamo. Quando mi vede
mi fa un bellissimo sorriso e mi fa segno di venire avanti. Poi vede che non
sono sola, vede che c'è Roby con me e le sue guance
diventano leggermente rosse. Guardo Roby e lo vedo con lo sguardo basso, direi
imbarazzato anche lui, le fa un lieve gesto con la mano.
Mi sa che questi due non me la contano giusta.
<< Ciao Eve, ciao Roby. Come va?
Seguitemi, vi faccio accomodare>>
<< Grazie Lilly>>
Roby non dice nulla, non le rivolge la parola,
non la guarda nemmeno negli occhi. Sono troppo curiosa devo sapere.
<< Lilly posso
venire con te in cucina, così assaggio i sughi di oggi?>> Lilly mi guarda come se stessi dicendo una cavolata, le
faccio l'occhiolino senza farmi vedere.
<< Si vieni
pure>>
Prendo le stampelle e la seguo in cucina.
<< Allora sputa il rospo che cosa è
successo tra te e Roby? Fino a due settimane fa sembravate ottimi amici, adesso
vi salutate solo e diventate entrambi rossi come due pomodori.>>
<< Nulla.....>>
e abbassa di nuovo lo sguardo.
<< Nulla, ma ti vedi, prima eri una ragazza
con una serie di spasimanti che le correva dietro lunga un kilometro, ma non ti
è mai importato nulla; li fronteggiavi a testa alta e nessuno è mai riuscito a
farti perdere il controllo. Hai respinto più pretendenti tu che tutto il genere
femminile di questa città. E adesso quando vedi Roberto, dico Roberto un
ragazzo che conosci da un anno non riesci a sostenere il suo sguardo. Non che
lui ci riesca. Qui c'è qualcosa che non quadra.>>
<< Ti racconto tutto ma devi promettermi
che poi mi aiuterai.>>
<< Ok>>
<< Avevamo organizzato di andare a provare
quel nuovo pub che ha aperto, e dovevamo andarci il sabato sera in cui ti sei
fatta male. Ricordi. Poi tu mi hai chiamato e mi hai detto che eri all'ospedale.
Quando hai attaccato ho raccontato tutto a Roby, e lui
non ci ha pensato due volte e mi dice “andiamo in ospedale”. Li
per li non ci ho fatto caso ma mi ha dato un po’ di fastidio, il fatto che
mandasse a farsi friggere tutti i nostri programmi solo perché tu eri in
ospedale con un ginocchio fasciato. Non che non mi sia preoccupata per te, ma
non eri in fin di vita. Comunque siamo venuti in ospedale abbiamo visto che
stavi bene, poi uscendo gli dico" Eve per te
viene prima di tutto vero", >>
<< E cosa ti ha
risposto?>>
<< Si, ma non c'è
solo lei. Ho pensato che avesse trovato una ragazza e il peso che avevo sul
petto è diventato ancora più grande. Gli ho chiesto chi fosse e lui si ferma mi
guarda negli occhi e mi dice "TU">>
<< Cosa? Scusa ho sentito bene?>>
<< Io sono rimasta senza parole, poi lo guardo,
i nostri occhi si incontrano e diventiamo entrambi
rossi. Poi dice "Andiamo" mi prende la mano e mi trascina via. Siamo
andati in giro tutta la sera, e non ha mai lasciato la mia mano, ero al settimo
cielo, con il cuore che batteva a mille. Non mi era mai capitato con nessun
uomo di sentirmi così, nessuno dei miei ex mi ha fatto sentire così e pensa che
mi aveva presa solo per mano. Siamo arrivati al pub e
indovina chi c'era>>
<< Chi? Non dirmi Stefan?>>
Stefan è l'ex di Lilly, è un ragazzo decisamente
bello, fisico palestrato, ma asciutto, occhi neri come il carbone, capelli
scuri abbronzato un sorriso fantastico. E' uno dei più bei ragazzi che abbia
mai visto, però ha un grosso difetto, sa di essere bello ed è un grande
egoista. Quando uscivano insieme lui non voleva che Lilly frequentasse o uscisse con altre persone.
<< Si hai proprio
indovinato, c'era Stefan. Come il suo solito si è
avvicinato e mi ha salutato e baciato sulla guancia. Non ci crederai ma ho
visto gli occhi di Roberto andare a fuoco. Dentro di me ero contenta, mi è
piaciuto vederlo geloso, poi mi sono girata verso Stefan
e l’ho visto li con il suo solito ghigno. E dopo quello che mi aveva fatto passare non mi andava di vederlo
li, divertito da quella situazione così l’ho salutato e poi mi sono rivolta
verso Roberto gli ho preso la mano e mi sono diretta verso un tavolo. Roby all'inizio
sembrava sorpreso dalla mia reazione, ma poi mi ha sorriso. Non ho potuto
vedere la faccia di Stefan ma immagino che gli stesse rodendo il fegato. Io e Roby
ci siamo presi da bere e abbiamo chiacchierato del più e del meno, poi siamo
usciti e mi ha ripreso per mano era così bello. Mi sentivo una quindicenne al
suo primo amore. Mi ha riaccompagnato a casa e quanto siamo arrivati è stato li impalato davanti a me senza fare niente. Poi si è
avvicinato mi ha sfiorato il viso con la mano, mi ha alzato il mento e mi ha
posato il più dolce bacio che io abbia mai ricevuto sulle labbra. E' stato
fantastico. Mi ha abbracciato
e mi ha stretto a lui. Eve stavo così bene li tra le sue braccia. Poi mi ha salutato e
se ne è andato.>>
<< Lilly e poi cosa è successo?>>
<< Niente, non si è più fatto sentire,
nulla ne un messaggio, niente.>>
<< Come mai?
>>
<< Eve non lo so.
E' per questo che mi serve il tuo aiuto, ti prego
aiutami.>>
<< Ok Lilly,
scoprirò che cosa gli è preso. Ti vedo molto presa da Roby, però ricordati una
cosa lui è diverso dai tuoi ex. Non devi farlo soffrire perché poi te la dovrai
vedere anche con me. Chiaro?>>
<< Eve sei sempre
così protettiva con i tuoi amici?>>
<< No, ma tu sai quanto tengo a Roberto,
quanto lui mi abbia aiutato quando sono arrivata qua, è come un fratello maggiore
per me. Sei mica gelosa di me?>>
<< Be’ in realtà un po’ si>> . Abbassa lo sguardo, vedo un velo di tristezza nei suoi
occhi.
<< Lilly dai non
ti preoccupare, adesso vado di là e mi faccio dire tutto. Sta sera ti chiamo e
ti racconto.>>
<< Grazie>>
Non ho
Torno al tavolo e mi siedo. Poi arriva un
cameriere e ordiniamo il pranzo.
<< Roby, io e te
non ci nascondiamo niente vero?>>
Roby rimane un po’ sorpreso dalla mia domanda e
torna a tormentare il tovagliolo.
<< No Perché?>>
<< Perché mi stai mentendo? >>
<< Ti ha detto tutto vero>>
<< Non ce n'è stato bisogno, bastava
guardarvi quando vi siete incontrati prima>>
<<Eve, non volevo
nasconderti niente ma non lo so nemmeno io perchè non
te l'ho raccontato>>
Lo guardo e gli sorrido.<<
Bè...puoi sempre dirmi tutto adesso>> Mi guarda
e comincia a raccontarmi tutto.
<< E' da un po’ di tempo che quando la
vedevo, quando ti sentivo parlare di lei mi sentivo
strano. Io non sono uno che si innamora facilmente e
non capivo che cosa mi stesse succedendo. Poi il giorno che ti sei fatta male, siamo venuti in ospedale per vedere come stavi e uscendo lei
mi ha detto " Eve per te viene prima di tutto
vero". Se mi avessi fatto questo domanda un paio
di mesi fa ti avrei risposto senza esitazione di si. Ma
in quel momento la risposta nella mia testa è stata no, perché mi siete venute
in mente entrambi.>>
<< Roby, poi che cosa è successo dai non
farmi morire di curiosità>> Certo che mento bene.
<< Le ho detto che c'era anche lei, l’ho presa per mano e lo portata al nuovo pub in cui dovevamo
andare. Non so come sono riuscito a farlo, io in genere sono molto timido>>
<< Si lo so appari sempre molto aperto,
molto espansivo ma alla fine non racconti mai nulla di
te stesso, il contatto con un'altra persona ti spiazza sempre>>
<< Si infatti, ma
tenere quella mano nella mia è stato qualcosa più forte di me. Siamo entrati
nel pub e indovina… c'era quello stronzo del suo ex, Stefan.
E cosa fa arriva, la saluta e la bacia come se fossero amici molto intimi. Ho
sentito tutti i muscoli della schiena entrare in tensione, rabbia salire dallo stomaco
fino a darmi alla testa. A quel punto ho davvero pensato di fare qualche cavolata,
ma lei si è girata verso di me mi ha sorriso e riprendendomi per mano mi ha
portato fino a un tavolo. La rabbia come venuta al solo tocco delle sue mani se
n'è andata, mi sono seduto li a parlare con lei tutta
la sera e poi>>
<< E poi
cosa?>>
<< Poi l’ho riaccompagnata a casa, sono
arrivato li davanti alla porta e mi sono perso nei
suoi occhi l'ho baciata. L'ho abbracciata. Le ho dato
la buona notte.>>
<< E poi?>>
<< E poi, nulla!!
Sono tornato a casa e ho rivisto tutta la nostra serata. Ho rivisto Stefan. Lei è sempre uscita con ragazzi molto diversi da
me, probabilmente quella serata è stata un caso>>
<< Roby ma che
ragazza pensi sia Lilly?>>
<< Lei è bellissima, ho visto tutti quei
ragazzi che le ronzano in torno.>>
<< Roby, non è come pensi. Lei è una
ragazza molto riservata, ha avuto dei ragazzi si molto belli ma anche molto
importanti per lei.>> Mi guarda negli occhi
stupito. Si prende la testa tra le mani.
<< …Sono proprio un
cretino>>
<< Roby, senti per una volta fa cosa ti
dico e non te ne pentirai>>
<< Cosa devo fare?>>
<< Vai da lei e baciala>>
<< Cosa? Ma sei
impazzita? E se poi lei non vuole più saperne di me?>>
<< Allora adesso tu ti alzi da quella
sedia, vai da lei e
Roby mi guarda stranito, ma poi si alza e va verso
Finisco il mio dolce. E ripenso a oggi. Lilly e Roby che si piacciono. Non ci posso ancora credere,
chissà cosa dirà Simon quando glielo racconto.
Dopo circa un quarto d'ora, vedo tornare Roberto
con un sorriso a 360 gradi e dalla cucina spunta Lilly
che mi fa segno con la mano che è tutto ok.
E' felice. Anzi lo sono entrambi.
<< Allora hai fatto
bene a fidarti di me?>>
<< Si, ho fatto
benissimo>>
<< Ok senti se vuoi resta qui con lei io prendo un taxi e torno a casa.>>
<< No. Io e lei ci vediamo domani>>
Prendo le stampelle vado da Lilly
a salutarla.
<< Eve, sono felice,
mi ha raccontato tutto. Sei stata grande!! Sei la
migliore!>>
<< Anche io sono felice
per voi due. Ora devo andare grazie per il pranzo>>
Mi giro ed esco. Vado verso la macchina e Roby mi
apre
<< Eve che farai
adesso? E' presto per prepararsi per uscire con tua madre.>>
<< Si, andrò a
fare due passi qui in giro. Tu mi sa che devi tornare al bar, inoltre hai altre
cose a cui pensare>> e gli faccio la linguaccia.
<< Eve mi sento bene>>
<< E si vede, ci vediamo
sta sera. Passiamo a prendere un gelato>>
<< Ok a
dopo>>
Esco di casa e vado un
po’ a zonzo. Mi perdo nei miei pensieri, e mi viene in mente Yan e cosa è successo ieri. Chissà se mi saluterà ancora
quando lo rivedrò. Dopo circa un'oretta torno a casa e decido di leggere
l'e-mail.
Accendo il portatile che è in camera mia, oltre
alla solita pubblicità c'è una e-mail dei mia sorella.
Chissà cosa vorrà.
"Eve, ieri non mi hai più fatto chiamare da mamma. Ho aspettato fino a tardi.
Possibile che quando mi prometti una cosa e poi non riesci mai a mantenerla."
Le rispondo subito, "Ciao, hai ragione scusa ma ieri mamma ha avuto una promozione sul
lavoro e mi sono dimenticata di dirglielo. Chiamala tu
vedrai che ti risponde. Ancora scusa"
Poi leggo una mail di Fabio mi ha scritto pochi
minuti fa
- Eve dove sei, non
rispondi al telefono ho bisogno di parlarti per lavoro. Non so cosa fare-
Prendo il telefono, ho lasciato il silenzioso. Lo
chiamo immediatamente.
"Fabio che c'è? cosa
è successo?"
" Eve ma dov'eri?
Ho ricevuto una mail e non so come fare."
" ok dai manda, tanto ho un po’ di tempo. È uno dei soliti file impossibili che manda il capo"
"si"
"ok dai che quando ho finito ti
richiamo"
Dopo circa 5 minuti mi
arriva uno di quei file che solo a vederli ti viene la voglia di buttarlo via.
Poi leggo la mail che mi ha scritto Fabio, in realtà non c'è scritto niente se
non un :-*”
Bè ho
qualche ora per poterci lavorare e arrivare a tirare fuori ciò che gli serve.
Dopo circa due ore finalmente ho finito e lo reinvio modificato a Fabio “ecco il file, mi devi due ore
di vacanza, :-)).". Sono le sei è ora di prepararsi, dopo circa mezzora
esco dal bagno pronta, truccata e pettinata per uscire.
<< Eve sei pronta?>>
<< Mamma quando sei arrivata?>>
<< Circa 20 minuti
fa, sono andata anche io a fare shopping a comprarmi qualcosa.>> E fa un
giro su se stessa come se fosse una fotomodella. indossa
un pantalone blu scuro, una camicetta estiva bianca e una giacca del colore dei
pantaloni.
<< E si vede>>
<< Allora andiamo?>>
<< Ok ma dove mi vuoi portare>>
Prende la borsa e apre la porta di casa
<< Intanto usciamo
e poi vedrai. Sorpresa!>>
Salgo in macchina, sistemo le stampelle, mia madre sale al posto di guida e mette in moto.
Ci dirigiamo verso il centro, chissà dove mi
vuole portare.
Poi arriviamo al parcheggio del
Yoching club, uno dei club più esclusivi e
belli della zona.
<< Allora cosa ne
dici>>
<< Mamma ma come hai fatto, per poter mangiare qui, bisogna prenotare almeno con un mese
di anticipo.>>
<< Oppure bisogna conoscere le persone
giuste>>
<< Mamma che cosa
stai dicendo?>>
<< Oggi ho dato la risposta a John, e mi ha
chiesto con chi mi sono dovuta consigliare? Gli ho risposto “con mia figlia” e
poi mi ha chiesto cosa ne pensavi della proposta che mi ha fatto. Gli ho detto
che eri contenta, e lui mi dice “allora sta sera festeggerete?” gli ho detto
che volevo portarti a cena se riuscivo a prenotare da qualche parte. Prende il
telefono e chiama una certa Roxanne e le dice di
riservare per questa sera un tavolo per due. Poi mi guarda e mi dice, “sta sera
tu e tua figlia sarete mie ospiti al Yoching club.” Gli rispondo che non doveva, e gli chiedo
come ha fatto. Lui mi dice “ be’ se non riesco ha
trovare un tavolo nel mio club, è un bel problema”.
<< Mamma il tuo capo mi sta sempre più
simpatico>>
<< E devi ancora
vederlo!>>
<< Mamma certi
discorsi da te non vorrei sentirli. Abbi pietà di tua figlia>>
Mi guarda e mi fa una smorfia, poi ride. Ci
dirigiamo verso l’entrata e un ragazzo ci viene ad aprire la porta.
Poi un signore, che penso sia il metre, ci viene in contro.
<< Abbiamo una
prenotazione>>
<< Si prego seguitemi>> Non mi è
sfuggita l’occhiata, anzi la radiografia che ci ha
fatto, e posso solo immaginare il perché.
Ci sediamo al tavolo, e dopo circa un paio di
minuti arriva uno splendido mazzo di rose rosa.
Il cameriere lo porge a mia madre, che prende e
legge il biglietto.
<< Mamma chi è che
ti ha mandato le rose>>
<<
Non c’è scritto. Il biglietto dice “ spero che ti piacciano”>>
<< Be’ io una ideina su chi ti può aver mandato le rose ce
l’avrei.>>
Mi guarda stupita. Possibile che non ci sia
arrivata.
<< Chi?>>
<< Il tuo capo>>
<< Figurati se Jonh
farebbe una cosa del genere>>
<< Mamma e da quand’è che da “il mio capo”
è diventato “John”>>
<< Eve, è inutile
che fai certe allusioni. Cambiamo discorso che è
meglio>>
<< Si che è meglio>>
<
<< Non saprei,
magari pesce>>
<< Dai ok, lo
prendo anche io>>
Arriva il cameriere e mia madre ordina per
entrambe.
Durante la cena parliamo di noi, di me quando ero
piccola. La serata passa in un baleno, tra vecchi e nuovi ricordi.
Usciamo dal club e andiamo da Roby. Appena ci
vede , sfoggia un sorriso a 360.
<
<< L’amore mamma l’amore>>.
<< Buona sera, cosa
vi posso offrire?>>
<< Due gelati alla
crema>>
<< Ok >>
<< Mamma mi dai le chiavi della macchina
che devo andare
a prendere una cosa>>
Prendo le chiavi e vado verso la macchina, prendo
il regalo per Simon e rientro nel bar.
Mi avvicino al banco, Simon è circondato da un
gruppetto di ragazzine che se lo stanno mangiando con gli occhi.
<< Simon>> mi metto
a chiamare a voce alta. Una delle ragazzine si gira e riguarda con una faccia
quasi schifata.
A guardarla bene, ha più trucco lei sul viso di
quanto ne abbia mai messo io in vita mia.
La ragazzina continua a fissarmi e poi mi dice
<< Chi ti
credi di essere, ma ti sei vista>>
Sto
per risponderle male quando arriva Simon e abbracciandomi mi porta via.
<< Eve ma che
fai?>>
<< Eve? ma tu hai sentito cosa mi ha detto. Comunque la prossima
volta per poterti parlare prenderò un
appuntamento>>
<< Adesso non esageriamo, è solo che avevo
tutte quelle ragazzine in torno e….>>
<< E ….. non ci
hai capito più nulla. Ma da quand’è che hai un fans
club?>> E mi metto a sorridere. In fondo c’era
da aspettarselo che avesse così successo con le
ragazze, è un tipo particolare con la sua chioma rossa, fisico asciutto occhi
verde smeraldo con striature dorate. Un sorriso che ti scioglie.
<< Prima erano un paio di ragazze poi sta
sera si sono presentate in gruppo. Comunque per cosa mi hai cercato?>>
Lo guardo come se non sapessi di cosa stesse
parlando poi..
<< A si quasi mi scordavo,
eccoti il souvenir del mio shopping di oggi>> e gli passo la borsina con il suo regalo
<< Grazie Eve, ma
io scherzavo>>
<< Dai apri>>
Apre la borsa e tira fuori il cappellino poi lo
guarda, e mi salta al collo.
<< Grazie è bellissimo,
è proprio quello che volevo>>
<< ok ma ora basta che fra un po’ vado per
terra e mi sfascio anche l’altro ginocchio>>
Si stacca da me mi guarda e poi prendendomi per
la vita mi fa girare come una trottola.
<< Sei la migliore>>
<< Ok, ok>>
mi posa a terra e riprendo le stampelle che mi sono cadute.
Mi giro per tornare da mia madre e dietro di me
ci sono le ragazzine che stravedono per Simon. Le guardo e un sorriso beffardo
mi si è dipinto sulla faccia.
<< Eve ma dove
sei finita?>>
<< Sono andata a salutare Simon>>
Intanto sul tavolo sono già arrivati i nostri
gelati, e mi butto sul mio. Buonissimo.
Finiamo il nostro gelato parlando del più e del
meno, e poi salutiamo tutti e ritorniamo a casa.
Sono nel mio letto e ripenso a oggi a cosa ho
fatto e sono felice è stata una bella serata.
--------------------------oooooooooooooo----------------
Vengo svegliata dal suono del
mio telefonino, mi alzo e frugo in borsa.
<< Pronto>>
<< Eve sono
mamma, volevo solo dirti che mi ha chiamato Laura e tra una settimana viene da
noi, per sempre>>
<< Mamma cosa stai dicendo, per sempre??>>
<< Si le hanno proposto il trasferimento e
dopo averci riflettuto a deciso di venire da noi.>>
<< Mamma, io lo
sentita due giorni fa e non mi ha detto niente. È successo qualcosa con papà
vero?>>
<< Non lo so, forse si>>
<< Mamma domanda? ma
dove la mettiamo?>>
<< Per il momento in camera con me, e poi
vediamo>>
<< ok allora poi ne parliamo
bene sta sera.>>
<< ok ora vado che
John mi sta chiamando>>
<< Ok vai da John>>.
Mi rimetto sotto le coperte e ripenso a cosa mi
ha detto mia madre. Penso proprio che sia successo qualcosa con mio padre, perché
già tre mesi fa a Laura è stato proposto il trasferimento
ma non ha accettato ed era molto convita della sua scelta. Si vedrà.
Mi alzo ed esco di casa,
vado di nuovo al parco, spero con tutto il mio cuore di non incontrare nessuno
e di stare tranquilla.
È mattina presto, il parco è quasi deserto,
l’aria è fresca, si sente l’odore dell’erba bagnata. Mi siedo sulla mia
panchina, si direi che ormai è mia.
Apro il libro e mi avventuro in questa storia
d’amore strana, difficile. Dopo un po’ guardo l’orologio e mi accorgo che sono già passate un paio d’ore, questo libro mi ha preso
tantissimo non vedo l’ora di finirlo.
<< Buon giorno>>
Mi giro e rivedo gli occhi di quel ragazzo che mi
ha fatto battere il cuore e scendere le lacrime nella stessa giornata.
<< ‘giorno>>
La mia risposta è fredda, distaccata.
<< Voglio solo dirti una cosa. E poi se vuoi me ne vado.>>
<< Dimmi>>. Si siede alla mia destra.
<< L’altro giorno, sono stato bene con te,
proprio qui seduto su questa panchina. Poi ho visto le tue lacrime e non ci ho
più visto. Dopo che te ne sei andata ho ripensato a
cosa è successo, a come ho reagito.>> C’è un minuto interminabile di
silenzio. Continuo a guardarlo dritto negli occhi in segno di sfida.
<< Io non sono lo Yan che hai conosciuto, non mi sono mai comportato
così>>
<< Così come? Lo Yan gentile che ride e si preoccupa per te? O quello che ti
giudica e sa solo battere i pugni?>>
<< Così istintivo, non mi apro mai così con
qualcuno che ho appena conosciuto. Domanda : Sei così
simpatica solo con me oggi o con tutti?>>
<< Solo con te>>
<< Grazie>> Abbassa lo sguardo, quasi
sconsolato.
Poi comincia a farmi il solletico e non posso fare a meno di ridere.
<< Ti prego basta non ce la faccio
più>>
<< Smetto solo a patto che tu mi dia
un’altra possibilità>> e smette di farmi il solletico.
<< Ci devo pensare>> Ricomincia di nuovo..
<< Ok ma mi devi dire perché?>>
<< Perché cosa?>>
<< Perché vuoi una seconda possibilità da
una persona che conosci da un giorno. Capirei la tua richiesta se fatta ad una persona che conosci da tanto. Si incontrano
tante persone nella vita e non con tutte il primo incontro va bene.>>
<< Hai ragione, infatti
questa è la prima volta che faccio una richiesta simile a qualcuno. Non chiedo
una seconda possibilità nemmeno a chi conosco da anni.>>
<< Capisco>> Strano tipo.
<
<< Modesto, umile>> Egocentrico,
penso questo ma non glielo dico devo stare calma.
<< Poi le vedi che cominciano a fare le
oche, per farsi notare. Con i ragazzi succede lo
stesso, mi vedono sempre circondato da belle ragazze. E tutti cercano di
piacermi>>
<< Compiacerti>>
<< Si, compiacermi.
Cosa ne pensi?>>
<< Vuoi la verità, o vuoi che ti
compiaccia?>> quando voglio so essere davvero
acida. Non ce la faccio proprio a non dire ciò che penso.
<< La verità>>
<< L’hai voluta tu
ricorda>>
<< Ok>> e mi sorride
<<
Direi egocentrico, egoista, poco umile, estroverso all’apparenza e introverso
realmente. Ti piace apparire, ma in realtà la tua immagine non sa di niente, è
vuota. Per parere personale anche se visto per poco, preferisco lo Yan che ho visto l’altro giorno. Capace di
sorprendere>>
<< Be’ direi un
quadro quasi perfetto>>
<< Quasi? Allora dimmi che cosa
manca>> Io non sbaglio mai.
<< E’ cambiato qualcosa nell’ultima
settimana>>
<< Cosa?>>
<< Tu >>
<< Io?>> Che c’entro io?
<< Si ho
conosciuto te e non so come, ma con te sono stato me stesso dal primo momento
non ho mai finto>>
<<……>> Finto???
<< Sono venuto qui
circa una settimana fa in cerca di un posto tranquillo e da quando sono
arrivato ti ho vista li a leggere quel libro. Normalmente una ragazza quando mi
vede come ti dicevo si vuole far notare in tutti i modi. Tu niente, mi hai incuriosito. Poi quel giorno ti vedo
passarmi davanti e stavi quasi per cadere. Non so come ma sono riuscito ad
arrivare in tempo per fermarti. >>
<< Perché mi racconti tutto questo?>>
<< Perché non voglio avere segreti con
te.>>
<< Yan, non mi
conosci, non sai che persona io sia, non ho fatto nulla di eccezionale>>
mi guarda con due occhi da cucciolo.
A vederlo così non sembra lo stesso ragazzo che
vedevo sotto quella quercia, bello sfrontato, pieno di se.
<< Ti do una seconda possibilità >> .
Poi mi sporgo verso di lui e lo abbraccio. Dopo
poco risponde al mio abbraccio e mi stringe forte.
<< Cosa mi stai facendo?>>
<< Io nulla, per lo meno volontariamente>>
<< Eve, ho una
richiesta da farti, subito>>
<< Cominciamo bene…..
ok dai spara?>> Forse ho sbagliato a giudicarlo
<< Posso stendermi di nuovo qui su questa
panchina come l’altra volta>>
<< Ok>>. Non faccio in tempo a dargli
la mia risposta che è già li steso con la testa
appoggiata alle mie gambe.
Chiudo gli occhi e penso ai giorni passati,
intensi, confusi, belli e sorprendenti.
Dopo un po’ sento il suono di un cellulare, ma
non è il mio.
<< Yan, hai il
telefono che suona>>
Prende il telefono e guarda chi è.
<< Oh no, Betty, no. Eve
ti prego rispondi tu, dille che ha sbagliato numero. Poi ti spiego>>
<< Ok dai qua >>. Queste cose
capitano solo a me.
E “ Pronto, chi è” “Io
sono Betty, dov’è Yan?” “ Yan? io
non conosco nessuno Yan, devi aver sbagliato numero”
“Adesso si fa anche negare al telefono?” “ Guarda che io non so di cosa tu stia
parlando, qui non c’è Yan” e scoppia a piangere “
Scusa è che volevo parlare con lui, mi manca così tanto, lo so non mi
innamorerò mai più di nessuno” “ Guarda io non so chi sia Yan
e che cosa sia successo, ma di sicuro ti innamorerai di nuovo e quando meno te
l’ho aspetti. L’amore sorprende sempre. Ora però ti devo
salutare” “Ciao ”.
<< Allora io ti ho coperto, ma adesso tu mi
spieghi>>
<<Io e Betty siamo
usciti insieme un mese fa, all’inizio mi è sembrata carina simpatica non come
le altre. Poi con il passare del tempo, è diventata possessiva, ossessiva. E
l’ho lasciata. Da allora non mi da tregua>>
<< Ok, adesso però tocca a me riposare>>
Yan mi guarda come se stessi
parlando arabo
<< Adesso tocca a me sdraiarmi un
po’>>
Mi guarda, sorride e mi fa sdraiare con la testa
appoggiata alle sue gambe. Devo ammettere che si sta davvero bene.
Comincia ad accarezzarmi i cappelli, chiudo gli
occhi.
La cosa che ricordo dopo è un bacio sulla
guancia.
Mi devo essere appisolata.
<< Ben svegliata>>
<< Scusa, non mi sono resa conto di essermi
addormentata>>
<< Non hai fame?>>
<< Un po’ si.
>>
<< Ti va di andare
a mangiare qualcosa?>>
<< Magari vado a prendere due panini al
chiosco e ce li mangiamo qui. Si sta così bene oggi>>. Mi alzo.
<< No, basta panini. Facciamo così vado a
prendere qualcosa da mangiare e torno. Tu non ti muovere>>
<< Ok ma dove vai?>>
<< Vedrai>>
Ormai è passato un quarto d’ora, spero che Yan arrivi ho una fame.
Detto fatto, eccolo che arriva con una borsa e
una coperta in mano.
<< Ma dove sei
andato>>
Non mi risponde stende la coperta nel prato sotto
la quercia, posa la borsa, che immagino contenga il nostro pranzo e poi viene
verso di me.
<< Su in piedi>>
Lo guardo stranita, mi alzo. E mi prende in
braccio.
<< Cosa stai
facendo guarda che riesco a camminare>>
<< Non voglio che rischi di nuovo di
cadere>>
Mi fa scendere sulla
coperta e mi aiuta a sedermi.
<< Adesso chiudi gli occhi>>
Seguo le istruzioni e chiudo gli occhi.
<< Apri la bocca> e mi
da qualcosa di dolce, con un sapore inconfondibile.
<< Ma queste sono
fragole>>
<< Indovinato>>
<< Posso aprire gli occhi>>
<< Non ancora, apri ancora la bocca>>
Adesso mi ha dato qualcosa di freddo, leggermente
acido.
<< Gelato allo yogurt>>
<< Indovinato. Ora puoi aprire gli
occhi>>
Davanti mi ritrovo un sacchetto pieno di fragole
e una vaschetta immensa di gelato allo yogurt.
<< Hai avuto una bellissima idea. >>
<< Ora mangiamo prima che il gelato si
sciolga>>
Mangiamo , ridiamo e
parliamo per quasi un’ora.
<< Questa è l’ultima>>
e gli mostro l’ultima fragola rimasta nel sacchetto
<< Dai mangiala è tua>>
<< No, ce la dividiamo,
forza dagli un morso>>
Gli porgo la fragola e lui se la mangia tutta.
<< Ma come io sono stata così gentile da
voler dividere con te l’ultima fragola e tu te la sei mangiata tutta>>
Mi do uno slancio con le gambe e gli piombo
addosso tirandogli piccoli pugni sul petto.
<< Ok, ok ora basta!!!>>
Quando mi fermo
scoppiamo entrambi a ridere, e poi lui si tira su e mi da una mano a sedermi.
Mi ritrovo così seduta appoggiata al suo petto.
<< Però sei stato
egoista>>
Yan tira fuori ancora una
fragola e me la porge.
<< E questa da dove salta fuori>>
<< L’avevo nascosta >>
<< Dai questa
volta la mangiamo davvero, a metà. Il primo morso lo do io>>
<< No dai Eve, io mi sono già mangiato l’altra>>
Ho già morsicato la mia fragola e gli porgo la
sua metà.
<<
Davvero buona, grazie>> e mi stampa una bacio
sulla guancia. Se continua così mi prenderà un
infarto.
<< Figurati>> Siamo li seduti, in silenzio con il sole che ci riscalda. Una pace
infinita.
<< E adesso che si fa>>
<< Ci riposiamo un po’ e poi ti
riaccompagno a casa>>
<< Si mamma.>>
Cerco di spostarmi in modo che possa stare più comodo.
<< Dove vai? Resta qui>> Mi ferma
posandomi una mano su braccio.
<<
Non scappo, ma come puoi riposarti in questa posizione>>
Con un braccio mi circonda le spalle
<< Mai stato meglio in vita mia>> ok
tra un po’ svengo.
<< Eve posso farti una domanda personale?>> Chissà cosa
vuole?
<< Chiedi pure>>
<< Perché piangevi l’altro giorno?>> Ci
penso un attimo e poi decido di rispondergli, in fondo non c’è nulla di male.
<< Circa 1 anno
fa, vivevo in Italia e avevo un ragazzo con cui stavo da molto tempo. Ultimamente
il nostro legame si era un po’ allentato perché non riuscivamo più a vederci a
causa del mio e del suo lavoro. Pensavo che fosse solo il momento, capita a
tutti. Poi un giorno ero in giro a fare delle commissioni e lo vedo per strada
mentre abbraccia e bacia un’altra ragazza. Quando la ragazza si volta, vedo che
non solo il mio tipo mi sta tradendo ma lo sta facendo
con la mia migliore amica. A quel punto mi vedono e sembra che abbiano appena visto un fantasma.
Mi hanno dato entrambi le spiegazioni più
fantasiose e assurde che si possano sentire. Ero completamente a pezzi, non ce
la facevo più a stare li nella stessa città, col
rischio di incontrarli insieme.
Dopo circa un mese mi è stato proposto di
trasferirmi qui, e ho accettato. La mia famiglia non voleva ma poi hanno capito
che era la cosa migliore.>>
<< Capisco, ma non sa cosa si è
perso>> Di cosa sta parlando.
<< Non capisco>>
<< In fondo lo devo ringraziare se lui non
ti avesse tradito io non ti avrei mai più
incontrata>>
<< Se vuoi vederla in questo modo>>
<< Adesso toccano a me le domande
personali>>
<< Ok spara>>
<< Che tu sia un bel ragazzo non lo mette
in dubbio nessuno, come hai detto tu ci sono molte
ragazze che ti ronzano intorno, ma quante ne hai collezionate? Soprattutto di
quante ti sei veramente innamorato?>> Sono la curiosità fatta persona.
<< Alla prima ti potrei dire molte, e non
so dirti il numero. Alla seconda domanda la risposta è
mai.>>
<< Non ci credo, cosa dovrà mai avere una
ragazza per farti innamorare>> Del tipo bello e impossibile.
<< Non lo so, dovrebbe essere simpatica
curiosa, testarda, carina>> Per un attimo ho pensato potessi essere io.
Sono matta, uno così che se ne fa di una come me.
Perlomeno mi sono fatta un nuovo amico.
<< Ok appena la incontro te la
presento>> Mi guarda sorpreso << Perché?>>
<< Direi che siamo amici, quindi se questo
ti rende felice perché non dovrei farlo?>>
<< Quindi per rendermi felice faresti
tutto?>>
<< Dipende dalla richiesta. Ne hai già
una?>> Ragazzo strano davvero.
<< Ci devo pensare>> Rimaniamo in
silenzio per un po’, io appoggiata al suo petto mi sento cullare dal suo
respiro. Ormai il sole sta calando e il cielo si è fatto tutto rosso.
<< E meglio se ti riaccompagno a
casa>>
<< Non c’è problema ci posso andare da
sola>>
<< No, ti accompagno e non si
discute>> Prima mi fa una faccia tutta seria, poi mi sorride.
Prendo le mie cose e ci incamminiamo parlando
della giornata trascorsa.
Siamo arrivati davanti a casa mia.
<< Eve mi dai il
tuo numero così ti posso chiamare>> <
Gli do il numero e prendo il telefono per
segnarmi il suo. Apro il telefono e vedo un messaggio di Fabio “ smack ti voglio bene”
<< Eve che hai? È
successo qualcosa?>>
<< No è solo che
ho ricevuto un messaggio da Fabio un po’strano. Lo chiamo solo un attimo per capire>>
Il telefono comincia a suonare finche Fabio mi risponde.
“Ciao, ho letto solo ora il messaggio, mi sono
persa qualcosa?”
“ Volevo ringraziarti per il file che mi hai
fatto, mi hai salvato”. “ Per così poco”
“ Poi volevo dirti che si mi manchi, qui in
ufficio è un mortorio senza di te, non vedo l’ora che torni” “ Anche tu mi
manchi ci vediamo tra un po’. Ora devo andare ciao”
“ciao”
<< Scusa per
E’ cambiato qualcosa, sembra arrabbiato. <<
Ciao>>
Entro in casa e penso alla strana reazione di Yan, non capisco cosa può averlo fatto cambiare così tanto.
Mi cambio, sistemo le mie cose e non riesco a
smettere di pensare a Yan.
Ho deciso, gli scrivo un sms.
“ Ciao, quando te ne sei andato
mi sei sembrato arrabbiato. Sbaglio?”
Dopo circa 5 minuti non
ricevo risposta al mex e decido di lasciare perdere
ci riproverò domani.
Torna a casa mia madre, che mi racconta di mia
sorella, del fatto che questa mattina l’ha chiamata e le ha detto che verrà
anche lei su per sempre. Quando chiedo a mia madre che cosa è successo per farle
prendere questa decisione, mi dice che la nonna le ha raccontato che ieri Laura
è andata a dormire da lei perché papà le ha fatto una delle sue solite scenate,
ma con toni molto peggiori del solito e dopo averle detto “ questa è casa mia,
se le mie regole non ti piacciono quella è la porta”.
Lei non ci ha pensato su due volte ha preso le sue cose e se né andata.
<< Adesso si ritrova veramente solo, spero
che cominci a capire i suoi errori>>
Lei sospira << Ne dubito>>
Mangiamo cena e parliamo di Laura di come
potremmo sistemare la casa temporaneamente per poterla
ospitare. E arriviamo alla soluzione che per un po’ ci arrangeremo e che poi ci
trasferiremo in una casa più grande.
Finita la cena vado in
camera mia a riflettere sulla giornata di oggi.
Poi sento un bip, mi è
arrivato un sms, chissà chi è.
Apro e leggo: Roby “ oggi sono uscito con Lilly, siamo stati bene insieme. Eve
ma possibile che senta così tanto la sua mancanza
quando non è con me?”
“ Roby l’amore quando ci prende, ci travolge non
puoi fare altro che cercare di stargli dietro. Si è possibile
che lei ti manchi. Domani passo al bar ti devo
raccontare un sacco di cose”
“ Ok a domani.”
Ho ricevuto un nuovo messaggio sarà Roby che mi da la buona notte. Apro ma non è Roby è Yan “non sbagli”
“ posso sapere che cosa ti ho fatto? Cinque minuti prima tutto ok, dopo incazzato. Mi sono persa
qualcosa nel mentre” - “ si la telefonata con Fabio” -
“ Fabio? cosa c’entra Fabio?”
“ ti ha scritto ‘ti voglio bene smack’ ti sei dimenticata di dirmi che hai un ragazzo?”
“ Primo non mi sono dimenticata di dirti nulla,
secondo adesso ti chiamo così parliamo”
Mando il messaggio e dopo un paio di minuti lo
chiamo.
“ Yan si può sapere
cos’hai?”
“ Ho passato con te una delle più belle giornate
della mia vita, più ti conoscevo oggi più mi piacevi” colpita.
“ parliamo già al passato” Sono messa bene.
“ Poi ti accompagno a
casa, e chiami uno gli dici che anche lui ti manca, che vi rivedrete tra un po’. Non ciò
più visto”. Adesso mi incazzo sul serio.
“ Primo io non sono la tua milionesima spasimante
o ochetta che ti gira intorno, secondo se sei stato abituato ad
essere al centro del mondo, beh ti do il buon giorno il mondo non gira intorno
a te; se un amico non che collega mi scrive che mi vuole bene ed è una cosa che
non fa mai, la prima cosa che faccio è chiamarlo, sono troppo curiosa. Terzo io e te se vorrai siamo ancora amici, ma abituati perché io
ho molti amici uomini”
“ Hai ragione nessuna avrebbe
fatto ciò che hai fatto con me oggi. E questa cosa mi ha dato
fastidio” Al ragazzo serve una ridimensionata.
“Nessuna a quanto mi hai detto tu
è mai riuscita a passare una giornata stupenda come quella che io ho passato
con te oggi” Colpito . Forse adesso si calma.
“ No nessuna, sei
riuscita a farmi sentire il re del mondo e uno qualsiasi nella stessa giornata”
“ Yan cosa devo fare
con te?” Mai cose facili.
“Voglio rivederti ancora, trascorrere del tempo
con te, sentirmi di nuovo bene come oggi. So che sei l’unica che può farlo,
devo solo abituarmi al fatto che tu sei diversa”
E “ Ok va bene, ora vado
a dormire.
Buona notte” Ma i pazzi tutti da me devono venire.
“ No aspetta esci di
casa un minuto”- “ Cosa?”
“ Ti ho detto che volevo rivederti, sono qui
fuori da casa tua” - “ Ma tu sei pazzo….. ok arrivo”
Mi metto una maglietta e un paio di pantaloni
della tuta e scendo.
Apro la porta e lo vedo li. Sale le scale, si
ferma davanti a me e mi fissa dritto negli occhi.
Non so che fare non riesco a staccare gli occhi dai
suoi, mi ci perderei; potessi. Poi mi accarezza una guancia si avvicina sempre
di più a me e mi bacia.
Non lo respingo, lascio le stampelle e mi
aggrappo a lui. Mi tiene stretta fra le sue braccia. Poi ci sciogliamo da quel
bacio.
<< Eve scusa, non
ho resistito è da quando ti ho conosciuto che desideravo farlo >>
Ci sediamo sugli scalini davanti a casa mia.
<< Oggi quando mi hai descritto come doveva
essere la tua ragazza ideale, ho sperato con tutto il cuore di rientrare in
quei canoni, ma poi ho pensato che io per uno come te potessi essere solo una
buona amica>>
<< Io ho provato a pensare a noi come
amici, ma quando hai ricevuto quella telefonata, mi è venuta una rabbia a
sentire che ti mancava e che gli volevi bene. Lì ho capito che nel giro di
pochi giorni avevo perso la testa per te>>
<< Yan, tu sai la
mia storia sentimentale, puoi immaginare quanto abbia sofferto, e mi hai visto
piangere per quella storia. Non so se sono pronta per ricominciare, ho troppa
paura di soffrire di nuovo >> Mi alza il viso, e sono di nuovo persa in
quegli occhi.
Mi prende la mano e la porta sul suo petto. Sento
il suo cuore battere all’impazzata, sembra voglia uscirgli dal petto.
<< Non ha mai battuto così forte per
nessuno. Oggi ti ho detto una bugia quando mi hai
chiesto se sono mai stato innamorato>> Perchè
mi deve dire questo adesso, non mi basta sapere che un milione di ragazze in
questa città non vedono l’ora di poter stare con lui. E
io che potrei ho troppa paura di soffrire.
<< Mi sono innamorato, di una persona che
mi ha colpito subito, speciale, unica, una persona che il sono
poterla sfiorare mi ha fatto toccare il cielo con un dito>>
Poi si avvicina di nuovo e mi bacia con passione.
<< Mi sono innamorato di te>>
Sono li accoccolata
sulla sua spalla, chissà cosa si aspetta da me.
<< E adesso…>> Mi sfiora il viso. <<
Ti ho detto ciò che provo. Tu?>>
<< Ho paura di dovermi svegliare da questo
sogno>>
Poi alzo la testa, lo guardo e questa volta sono
io a baciarlo ad annullare le distanze fra di noi.
Ci stacchiamo da quel bacio e ci guardiamo dritti
negli occhi.
Chissà se avrò fatto bene a lasciarmi andare,
chissà se diventerò una delle tante con cui è stato?
Lo scoprirò solo vivendo a pieno lui.
Mi aiuta ad alzarmi e mi bacia di nuovo.
<< Ora devo andare anche
se non vorrei, ci vediamo domani mattina ok?>>
<< Ok domani alla solita panchina, ma ci
vedremo nel pomeriggio perché prima devo passare da Roby>> Yan ha di nuovo un’espressione indecifrabile, meglio
correre subito ai ripari.
<< Prima che ti arrabbi
sappi che Roby è la persona più cara che ho, è come un fratello per me, e io
sono come una sorella per lui. Giusto un paio di giorni fa si è messo con una
mia amica. E adesso non vede l’ora di parlarmene. >>
<< Scusa non volevo reagire così, in genere
non sono una persona gelosa. Ma con te tutti gli schemi vanno a farsi friggere,
non riesco ad essere lo Yan
che tutti conoscono>>
Sorrido. << Meno male, ne sono veramente felice>>
Figurati cosa me ne faccio di uno pieno di se.
<< Come meno male?>> << Io uno come lo Yan che tutti
conoscono non l’avrei nemmeno considerato, bello si ma finito quello il resto
non mi piace. Preferisco l’originale.>>
<< Tu sei unica. A
domani>> << Posso farti ancora una domanda?>> La solita
insicura.
<< Sentiamo>>
<< Perché io? sono
solo una grande rompiscatole. Di ragazze che ti girano in torno
più carine e interessanti di me ci saranno di sicuro?>>
Yan mi guarda, si avvicina e
mi posa un dito sulle labbra.
<< Basta dire stupidaggini, la risposta ai
tuoi dubbi è una sola. Mi sono pazzamente innamorato di te>>.
Poi si gira e fa per andarsene.
<< Yan>>
non voglio che vada via così
Si volta e torna da me
<< Si>> e mi guarda con quegli occhi a cui non puoi dire di no.
Non so casa dirgli, non trovo le parole. Lo bacio
cercando di trasmettergli tutto ciò che sento.
<< Ti voglio bene a domani>>
Mi giro e rientro in casa, penso di avere un
sorriso a 32 denti perché mia madre mi guarda
stranita.
<< Eve che hai?>>
<< Mi sono innamorata>>
<< Davvero? Sono
contenta era ora che uscissi dal tuo guscio>>
<< Mamma è semplicemente fantastico!!>>
Vado a dormire e continuo a pensare a lui, a cosa
è successo in questa giornata speciale.
Che ne dite? Mi merito un piccolo commento?