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Autore: Simphony    25/11/2010    4 recensioni
[Star Trek: Il Futuro ha Inizio] [Storia classificata VII al "One Side Love" indetto da amimy sul forum di EFP] L'amore è come un cancro. Ti logora dentro, ti porta alla morte. Ma non riesci a sconfiggerlo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Cancro
Autore:
Simphony
Citazione:
L'amore che poté morire non era amore.
Fandom:
Star Trek: Il futuro ha inizio
Personaggi:
J.T. Kirk; Spock
Avvertimenti:
Slash
Genere:
Drammatico
Breve introduzione:
L'amore è come un cancro. Ti logora dentro, ti porta alla morte. Ma non riesci a sconfiggerlo.
N.d.A(facoltativo):
Adoro questa coppia, ho letto tutto ciò che è stato scritto e finalmente ne ho avuto l'occasione. Ma adesso che ho iniziato ho tutto il tempo per migliorare! X°D Quindi non vi libererete mai più di me! *risata malefica*


*°*

Cancro

*°*



Come il suo ufficiale non riuscisse a capire, rimaneva un mistero. Anni e anni di evoluzione per arrivare a quella che alcuni potevano considerare la razza perfetta, e il suo cervello si fermava per una stupida questione di sentimenti.


Non c'era niente da fare. Gli umani e i vulcaniani erano esseri completamente incompatibili.


Il giovane capitano Kirk era seduto, nella penombra e nel silenzio, sulla sua sedia di comando e fissava dallo schermo il pianeta che avrebbe accolto i superstiti del defunto pianeta Vulcano.


L'ufficiale scientifico era sceso da qualche ora sul pianeta. Dopo una discussione piuttosto accesa.

Cioè. Kirk aveva perso la ragione, mentre Spock era rimasto impassibile. Quindi non si poteva definire una vera e propria discussione.

Più vedeva il volto senza espressione di Spock, più la rabbia saliva, lo stomaco si attorcigliava, le lacrime spingevano per uscire.


Volevo solo stare con lui. Tranquillamente. Senza troppi pensieri, troppi problemi.

Ci avevano provato. Per lo meno, Kirk ci si era gettato anima e corpo, come era solito fare per qualunque cosa.
Spock aveva cercato di fa rigirare un rapporto di sentimenti in un'equazione di logica, uccidendo così ciò per cui Kirk stava lavorando.


Non era stato facile per lui. Per niente facile. Ammettere di amare un uomo. Di essere attratto da un uomo. Di voler fare sesso con un uomo.
Lo aveva buttato a terra. Aveva letto libri, era andato ad incontri cercando di rimanere nel perfetto anonimato e aveva cercato di fare chiarezza dentro sé stesso.


Alla fine, seppur ancora con difficoltà, era riuscito a instaurare qualcosa con Spock. Le rapide occhiate che si scambiavano, i fugaci baci in ascensore, le veloci nottate nella sua o nell'altra stanza erano riuscite a far sperare a Kirk che le cose potessero evolversi.


Ma i comportamenti di Spock rimanevano distanti, distaccati, come se stesse dissezionando una rana morta durante la lezione di biologia.

Kirk non voleva fare la parte della rana solo per soddisfare un bisogno morboso di conoscenza della razza umana.

Non sarebbe stata la sua cavia, mentre la sera prendeva appunti e ci studiava su per poter stilare qualche azzardata ipotesi o raggiungere fantasiose teorie.


Non riusciva più a tirare avanti. I suoi nervi avevano raggiunti il limite, la sua pazienza era ormai agli sgoccioli e il suo amore...

Il suo amore invece era potente, fuoriusciva come petrolio da un pozzo. Non c'era una valvola o una chiave per poterlo fermare. E per quanto ci provasse, per quanto cercasse di smettere di essere ossessionato da lui, non ci riusciva.


E maledetta filosofia vulcaniana, per una sola dannata volta avrebbe voluto riuscire ad impacchettare i suoi sentimenti e chiuderli in una scatola della soffitta.


Così tutto era finito. Gli aveva parlato, prima che lui ritenesse estremamente impellente scendere sul nuovo Vulcano per presiedere ad una importantissima riunione del Consiglio.


Aveva cercato di vedere se c'era qualcosa che si poteva recuperare. Se era solo questione di tempo, se c'era una piccola speranza di poter continuare quella relaziona masochista che gli faceva solo del male.

Ma nulla. Spock lo aveva guardato, impassibile. Kirk sentiva che i suoi sentimenti stavano andando in frantumi, come se un vandalo avesse appena lanciato una pietra contro uno specchio. Aveva perso la ragione probabilmente. Gli occhi offuscati dalle lacrime, le urla di dolore più silenziose di quelle che pensava.


Era tutto finito.

E quello lo stava uccidendo. Non poteva continuare in quel modo. Non poteva continuare a guardarlo e a soffrire.


Eppure, troncando la relazione non si era sentito meglio come credeva. Aveva pensato che avrebbe ripreso a dormire. Aveva pensato che forse le cose potessero cambiare. Che al mattino, appena sveglio, il macigno che sentiva sul petto potesse scomparire, lasciandolo finalmente libero di respirare e di vivere la sua vita.


Invece no. Tutto era esattamente come prima.

Ciò che provava per Spock era come un cancro. Ti entrava dentro, ti logorava dall'interno, ti portava alla morte.

Pensava che asportandolo, potesse guarire.


Invece no. Il cancro lo avrebbe portato veramente alla morte.


Eppure non riusciva a dimenticarlo. Guardava il pianeta come se potesse avere Spock davanti a lui, come se potesse guardarlo ancora negli occhi e cercare di ricucire quel lembo di speranza che lo teneva ancora vivo.


L'amore che potè morire, non era amore forse.

Forse lo era. Forse non lo avrebbe mai dimenticato. Forse sarebbe rimasto sempre nel suo cuore, come una cicatrice indelebile, come un tarlo lo avrebbe consumato dall'interno, senza lasciargli via di scampo.


Ma forse era meglio così.

Preferiva rimanere fermo al comando, a sperare di poter rimettere a posto le cose, piuttosto che vedere con i propri occhi come tutto gli era finito come sabbia fra le dita.


Fine

   
 
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