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Autore: Fuscella    25/11/2005    4 recensioni
...Benji imparerà ad amare sul serio...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sorpresa, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Credo che questa sia la fanfiction più bella che ho scritto. Leggetela e…commentate!!!

DUE VITE DIFFICILI…
Veronica osservava il cielo stellato, affacciata alla finestra della sua camera. La luna piena era splendente e si chiese se qualcun altro, in quel momento stesse guardando quello stesso cerchio luminoso e stupendo. Una lacrima scese dai suoi occhi. I genitori erano morti circa un anno fa e viveva con la nonna malata che si era presa cura di lei durante tutti quei mesi, cercando di non farle mancare nulla. Ma Veronica sapeva che la nonna non sarebbe vissuta in eterno, anzi le sue condizioni di salute erano pessime, glielo aveva detto il medico. “Signorina non c’è nulla da fare…” Erano state queste le parole, pronunciate durante un girono di pioggia, all’ospedale. E lei cosa avrebbe fatto senza la nonna? Avrebbe perso il suo punto di riferimento e sarebbe rimasta sola. Sedici anni e una vita difficile. Era questo, quello che aveva.


Benji stava osservando quella stessa luna, dal terrazzo di casa sua. Pensava ad Alejandra, la sua ex fidanzata che non aveva mai smesso di amare. Erano stati insieme per tre anni, poi, di punto in bianco, lei se ne era andata, senza una lettera, una spiegazione. Nulla. Poi la sua vita era andata tutta a rotoli: la morte del suo migliore amico, Karl Hains, i genitori che, ormai da molto tempo, erano andati via di casa. Solo Freddy era rimasto con lui, le persone che amava erano uscite pian piano dalla sua vita,lasciandolo solo. L’unica consolazione era il calcio, il suo amato calcio! Sospirò. * mi sento solo…*

“ADDIO, NONNA…”
“No,nonna, ti prego…non morire!!! Come farò senza di te?! Nonna…!” Veronica urlava in preda alle lacrime, mentre i medici portavano via la vecchia signora quasi in fin di vita su una barella. La nonna riusci’ a sorridere .“Io sarò sempre con te…qualunque cosa accada…e se ti senti sola…metti il mio ciondolo…”sussurrò. E poi scomparve dietro una porta. La ragazza, piangente, si sedette su una sedia, singhiozzando. La nonna stava morendo, ne era certa. Non c’era più nulla da fare, era rimasta sola al mondo. In quel momento arrivò un uomo che si avvicinò a lei. “Veronica…?” sussurrò. La ragazza alzò la testa e lo vide: suo padre! Ma no, suo padre era morto…eppure quell’uomo gli assomigliava cosi’ tanto…aveva qualcosa di familiare. Poi, ad un tratto, ricordò. “Zio…zio Freddy!!” gridò abbracciandolo. Freddy Marshall, l’allenatore di Benji, era lo zio paterno di Veronica. “Ho saputo da pochi giorni che mia madre stava male” disse lui tristemente “E non mi stupisco del fatto che tu non mi abbia contattato. Tua nonna è sempre stata ostile nei miei confronti…” Veronica lo guardò intenerita e si rifugiò di nuovo fra le sue braccia. In quel momento il medico usci’ dalla sala. “ Non c’è più nulla da fare …” disse “Se volete andare da lei…mi dispiace…” Freddy nascose il viso fra le mani e Veronica si asciugò gli occhi. La nonna non voleva che piangesse e sicuramente non avrebbe voluto vederla in quello stato. Si alzò dalla sedia ed entrò. La donna era coricata su un letto di corsia. Un sacco di tubicini le scendevano dal viso e faceva fatica a respirare. “Nonna…” disse lei, correndo verso la donna. Quest’ultima sorrise debolmente. “Piccola cara…” sussurrò “Non piangere…ricorda quello che ti ho detto: le lacrime rovinano il tuo viso da fata…” Veronica si sforzò di sorridere e cercò di trattenere le lacrime. “Su, Io sono con te, piccola, e ci sarò sempre. Ma tu ricorda vai avanti e sorridi. Non ti fare impressionare dal primo ostacolo e se cadi per terra, non strisciare, rialzati e cammina…sempre” Veronica annui’ ancora più angosciata. “Grazie nonna” sussurrò “Ma adesso…c’è una persona…qui…” Cosi’ dicendo fece entrare lo zio. “Freddy…” mormorò la nonna stupita “Figlio mio, vieni qua…!” L’uomo si avvicinò al letto della madre e le prese la mano. “Mamma…” iniziò, ma la donna lo interruppe “Figliolo caro, non parlare, ti prego. Ascoltami: prenditi cura di Veronica, portala via con te e non farle mancare nulla. Ricorda, figliolo, che ti ho sempre amato e ti amo ancora…Non dimenticatemi…” detto questo sprofondò nel suo eterno sonno, con il sorriso sulle labbra. “Nonnaaaaaaaa!!!” Veronica urlò e si abbracciò allo zio che piangeva dietro gli occhiali scuri.


Il giorno dopo ci fu il funerale. Veronica si commosse nel vedere tutte quelle persone che erano venute a salutare per l’ultima volta la nonna. Ringraziò tutti e si mise in testa alla folla di gente, vicino allo zio e vestita di nero. Il sole splendeva alto nel cielo e Veronica pensò al fatto che la nonna amava le giornate serene, perché lei era una persona ottimista, che riusciva a trovare uno spiraglio di luce anche quando fuori era tutto buio. E pure lei era cosi’, ottimista e fiduciosa come la nonna, anche se spesso non sembrava. Ma adesso bisognava andare avanti, senza voltarsi; Veronica sorrise fra le lacrime stringendo il suo ciondolo.

L’INCONTRO
“Hai preso tutto, cara?” le disse Freddy. Erano passate due settimane da quel giorno e Veronica stava partendo per andare in Giappone, dove abitava lo zio. Aveva trovato un buon lavoro: era diventato allenatore personale di un portiere molto giovane, ma anche molto bravo, un certo Benji Price, che viveva in una villa fantastica. “Ha diciotto anni” disse Freddy, appena salirono sull’aereo “Ormai è come se fosse mio figlio” Ci volle molto tempo prima di arrivare a destinazione. Veronica si addormentò e fece uno strano sogno, dove c’era la nonna che le diceva che presto sarebbe accaduto qualcosa, avrebbe incontrato qualcuno di speciale, che le avrebbe cambiato la vita. Si svegliò di soprassalto, quando l’aereo atterrò bruscamente . “Siamo arrivati” le disse. La ragazza segui’ lo zio nella enorme limousine che li aspettava fuori dall’aeroporto.


Arrivarono a casa di Benji dopo circa un quarto d’ora dopo. Appena entrati li accolse una donna anziana che indossava un’uniforme da cameriera. “Salve, Ester” disse Freddy “Di a Benji di venire giù, per favore” Cinque minuti dopo apparve una ragazzo stupendo, il più bello che Veronica avesse visto in tutta la sua vita. Aveva un corpo muscoloso, da portiere; i capelli erano neri e folti, ma quello che la colpi’ furono i suoi occhi scuri stupendi, ma un po’ tristi e malinconici. Anche Benji rimase folgorato dalla ragazza: capelli biondi, lunghi fino alla schiena, occhi di un azzurro intenso che esprimevano una sensazione di calore e di dolcezza, una sensazione che Benji aveva provato solo poche volte; per completare un corpo perfetto, con qualche rotondità sui fianchi e con un seno candido, in parte visibile dalla scollatura della maglietta. “Bene, Benji” disse Freddy, abbracciandolo “Questa è Veronica,mia nipote” Il ragazzo guardò il suo allenatore con il suo solito sguardo un po’ distaccato. “Mi dispiace per tua madre” mormorò e poi si rivolse a Veronica. “Piacere, io sono Benji” La sua voce era glaciale, ma anche tanto triste. Lei sorrise e gli porse la mano. “Piacere…” sussurrò, imbarazzata. Quegli occhi l’avevano letteralmente rapita e non riusciva a distogliere lo sguardo. Quel ragazzo era cosi’ bello…ma quella faccia cosi’triste…Si osservarono per un attimo e poi Freddy, distogliendoli dalle loro riflessioni, disse: “Benji, perché non mostri a Veronica la sua camera?” Il ragazzo annui’ e fece cenno a Veronica di seguirlo sopra. “Questa sarà la tua stanza, d’ora in poi” borbottò “Se non ti piace, puoi anche cambiarla…” “No, grazie,è perfetta” “Ti lascio sola…” Dopo che il ragazzo fu uscito Veronica incominciò ad aprire le valige. Non riusciva a smettere di pensarlo, davanti agli occhi oscillava la sua immagine sfocata, lontana…che non la lasciava in pace neppure un minuto. Si sedette sul letto; non poteva andare avanti cosi’, non poteva pensare continuamente ad una persona che conosceva da pochi minuti. Fortunatamente la cameriera bussò. “Posso entrare, signorina?” chiese. “Ma certo” rispose lei “E non mi chiami signorina! Preferisco Veronica!” esclamò ridendo. “Va bene, Veronica. La cena è pronta” A quel punto fu assalita dal panico: doveva scendere per forza nella sala grande? Non voleva rivedere i suoi occhi, avrebbe preferito rimanere per sempre in camera sua, a costo di morire di fame. Ma il suo stomaco non era d’accordo. Cosi’ si convinse e scese sotto. Freddy e Benji erano già seduti. Il ragazzo stava mangiando un piatto di pasta con aria distratta, leggendo un giornale. Appena vide Veronica senti’ un guizzo al cuore, ma rimase impassibile. Lui non provava emozioni per niente e per nessuno, non aveva sentimenti, come dicevano alcune persone, ma sapeva che non era cosi’. “Bene” disse alla ragazza “Desidero che tu in questa casa non ti senta un ospite. In fondo ci dovrai restare per tutta la vita, quindi fa come se fosse tutto tuo” Veronica annui’ e si tuffò sul piatto di spaghetti, dimenticando Benji per qualche minuto. Quando la cena fini’ ognuno andò nelle rispettive stanze. Veronica si distese sul letto e guardò il soffitto. * Com’è triste questo posto! * pensò * Tanto grande e tanto desolato! Ma dove sono i genitori di Benji?* Sospirò e, rigirandosi a lungo, si addormentò.


In quello stesso istante Benji stava osservando una fotografia. Una ragazza sorrideva verso l’obiettivo. I capelli castani le incorniciavano il viso rotondo e gli splendidi occhi verdi erano birichini ma allo stesso tempo maliziosi. Il ragazzo sospirò. Alejandra. Ma perché se ne era andata? Lui non le aveva fatto mancare nulla, l’aveva amata con tutto sé stesso, l’aveva amata più della sua stessa vita! Guardò nello “scatolone delle foto” e trovò una fotografia di un’altra persona che ormai non c’era più: Karl . Anche lui lo aveva lasciato solo, con le sue angosce, con le sue paure, con i suoi fantasmi. Ricordava il giorno in cui Alejandra lo aveva lasciato: Karl era stato fantastico e lo aveva consolato come meglio poteva. Poi, due settimane dopo, la telefonata. “Signor Price?” “Si?” “Le devo comunicare che il suo amico Karl Hains Sheneider ha fatto un incidente stradale ed è morto sul colpo. Mi dispiace!” Gli era caduto il telefono dalle mani. E in quel momento il suo cuore non aveva retto più. Si era messo a urlare, a piangere e Freddy lo aveva abbracciato. Il giorno del funerale era stato tremendo. Erano presenti tutti i suoi amici tedeschi e i compagni di squadra, che avevano fatto il possibile per consolarlo. Due lacrime rigarono il suo viso. Benji non aveva mai pianto in pubblico, nemmeno al funerale. Non ci poteva fare niente, era fatto cosi’.

MA TU COSA CI FAI QUI!!??
L’indomani mattina Veronica si alzò presto. Con i pantaloncini corti del pigiama, scese a fare colazione, ma, con sua grande sorpresa, Benji era già li’, intento a spalmare la marmellata su una fetta di pane. “Non ti facevo cosi’ mattiniero!” gli disse, sorridendo. Lui la guardò: era davvero carina, ma ormai non era più in grado di guardare una ragazza come una volta aveva guardato Alejandra. Quel suo sguardo, pieno di dolcezza e di amore nei confronti della sua ex, era scomparso per sempre.”Di solito mi alzo sempre allo stesso orario” rispose “Ma oggi mi sono alzato un po’ prima” Le porse una fetta di pane imburrato “Tieni, mangia” le disse “io fra poco vado all’allenamento, se vuoi puoi venire” Veronica sorrise. “Corro a prepararmi!!” gridò, euforica, salendo le scale.


Arrivarono al campo con dieci minuti di anticipo. Non era ancora arrivato nessuno, ma Veronica notò un ragazzo che stava tirando un pallone in porta.”E quello chi è?” chiese. “Lui è Holly Atton” rispose Benji “E’ un mio caro amico e compagno di squadra ed è sempre puntuale.” Holly Atton!? No, non poteva essere lui. Ormai si erano lasciati, anche se lei lo amava ancora, ed era sicura di non rivederlo mai più! Ma probabilmente era solo una coincidenza. Segui’ Benji in silenzio. “Ehi, Holly!” gridò il portiere “Sempre mattiniero! Questa è Veronica, la nipote di Freddy e d’ora in poi vivrà qua, a casa mia!” Holly porse la mano alla ragazza che si stava avvicinando timidamente, ma la ritrasse di colpo. “Veronica….?” sussurrò spiazzato. Lei lo guardò meravigliata. “Oli…Oliver?” biascicò. Benji osservava la scena senza capirci un tubo. “Non capisco, vi conoscete già?” chiese. Non ottenne alcuna risposta dai due che continuavano a guardarsi sbalorditi. “Oliver!” Veronica si buttò fra le sue braccia e incominciò a piangere di gioia. Il ragazzo l’aveva stretta a sé con tutta la forza che poteva. “Amore mio!” urlò. Benji, a braccia conserte, si godeva lo spettacolo. “Si conoscono?” pensò “E perché lui l’ha chiamata in quel modo?”. Nel frattempo i due si erano staccati, ma continuavano a guardarsi e a sorridere. “Io…io e lei siamo stati insieme…” disse Holly al portiere, disorientato “Ed io…io non ti ho mai dimenticato Veronica!” La ragazza lo abbracciò ancora più forte. “Oh, Holly…” mormorò. Benji si allontanò dal campo lasciandoli soli. “Non ti ho mai dimenticato in tutti questi anni, Holly!” esclamò lei “Poi quando ti sei trasferito in Giappone stavo quasi morendo senza di te…” “E tu, invece, come mai da queste parti?” Veronica gli raccontò tutta la storia e lui ascoltò in silenzio. “Adesso, però, ci siamo ritrovati” le disse “ E non ti perderò un’altra volta!” Benji, nel frattempo, osservava l’amico. Pensava ad Alejandra, naturalmente, a quanto erano stati felici insieme. * Almeno lui ha ritrovato l’amore della sua vita!* pensò * Mentre il mio angelo…chissà dov’è!* I due, intanto, si erano avvicinati a Benji. “Erano quasi tre anni che non ci vedevamo” disse la ragazza, a mò di spiegazione “Siamo stati insieme per molto tempo e poi lui si è trasferito in Giappone…” In quel momento arrivarono anche gli altri ragazzi e Holly e Benji presentarono Veronica a tutti. Alla fine degli allenamenti, il portiere si avvicinò alla ragazza. “Vieni a casa o rimani con Holly?” le disse. “Rimango un po’ con lui. Ci vediamo a cena!” Ecco: era stato completamente liquidato. Non che gli importasse di rimanere con Veronica, ma almeno quel pomeriggio sperava nella sua compagnia, visto che si sentiva un po’ solo. Ma, pazienza, capiterà un’altra volta.


Holly e Veronica girarono tutta la città, visitarono tutti i negozi e poi, esausti, si sedettero su una panchina al parco. “Sono contento di averti qui, con me!” le disse lui “Non sai quanto mi sei mancata!” Lei sorrise e lo baciò. “Erano anni che non lo facevo…” mormorò, staccandosi “E le tue labbra, Holly, sono ancora come quelle di una volta…” Rimasero li’ tutto il pomeriggio, scambiandosi teneri baci e dimenticandosi del mondo che li circondava.


Benji era disteso sul suo letto, a pensare. Pensare molto lo rendeva nervoso e Freddy glielo diceva sempre, ma lui non poteva farci nulla se aveva molte cose che gli passavano per la testa! * Alcune persone mi accusano di essere un asociale, ma io non ho bisogno di amici, non mi capisce nessuno, mi stanno tutti sulle palle. Odio tutto! Odio le forze sconosciute che mi hanno portato via Karl, odio il giorno in cui la mia Alejandra se ne andata, odio il giorno in cui i miei mi hanno messo al mondo. Odio me stesso…*


Circa due ore dopo Veronica era tornata a casa. Sali’ al piano di sopra e si diresse verso la camera di Benji. “Posso entrare?” chiese, bussando. “Si” rispose lui, distaccato come sempre. Lei apri’ la porta e lò trovo disteso sul letto. Aveva gli occhi leggermente arrossati, come se avesse pianto. “Credevo di essere in ritardo per la cena” disse lei, con un sorriso “Ma, a quanto pare, zio Freddy non è ancora arrivato…” Benji fece finta di non sentirla e si girò dall’altro lato. “Cosa vuoi?” chiese con un tono un po’ brusco “Perché sei venuta in camera mia?” “Volevo solo sapere cosa facevi…” “Non sono affari tuoi, quello che faccio, va bene?” “Volevo essere gentile con te…ci conosciamo da poco e ci tengo a farti una buona impressione, dato che dobbiamo convivere” Il ragazzo nascose la testa sotto il cuscino. “Adesso sono un po’ stanco” continuò “Ci vediamo a cena”. Veronica usci’ dalla camera. Perché era cosi’ scontroso con tutti? Lo era stato al campo con i suoi amici e lo era anche con lei, dopo solo ventiquattro ore che si conoscevano. * Benji è proprio strano…*


“Allora, cara, hai conosciuto gli amici di Benji?” chiese Freddy alla nipote a tavola “Sono molto simpatici e anche ottimi calciatori” “Si, zio” ripose Veronica “Ed ho anche rivisto, dopo quasi tre anni, il mio ex fidanzato, Oliver Atton.” La cena prosegui’ in silenzio, con qualche rara domanda di Freddy. * Non parla nemmeno con lo zio” pensò Veronica “Sta sempre zitto…* Benji, infatti, mangiava in silenzio, con gli occhi bassi, guardando solo il suo piatto. Quella ragazzina gli lanciava occhiate indagatrici che per lui erano tutt’altro che belle. Cosi’ si alzò da tavola e si diresse verso la sua stanza. “Oggi non ho molta fame, Freddy” disse “Vado sopra…”


Era passato un mese da quando si era trasferita in Giappone. Lei e Benji andavano molto più d’accordo, rispetto a prima, ma lui era sempre cosi’ distante…comunque Veronica aveva Holly e non si sentiva mai sola in sua compagnia. Affacciata alla finestra della sua camera, guardava la luna, proprio come aveva fatto due giorni prima che morisse la nonna. Adesso, però, si sentiva più serena, sapeva che la nonna era sempre con lei e non l’avrebbe mai lasciata sola. Guardò il ciondolo che lei le aveva affidato prima di morire: dentro c’era una foto di sua figlia, ossia la madre di Veronica. Le mancavano terribilmente tutte e due, ma lei faceva di tutto per non pensarci, perché doveva andare avanti, vivere la sua vita al massimo, fino alla fine, come le aveva detto sua nonna e come le avrebbe raccomandato sua madre, se fosse stata ancora viva.

IL BACIO
Nella stanza accanto anche Benji osservava la luna. Pensava ad una ragazza, ma non era Alejandra, questa volta. Pensava a Veronica e al suo rapporto con lei in quest’ultimo periodo. Le cose erano migliorate e lui aveva trovato in lei un’amica simpatica e affidabile, ma soprattutto ottimista. *Anche troppo* pensava *L’essere fiduciosi non porta a nulla…* Era questo il suo modo di vedere la vita…ma non lo aveva mai confidato a Veronica, perché era sicuro che non lo avrebbe capito. Si alzò dal suo letto e usci’ dalla stanza. “Avanti!” Benji entrò. “Come mai qui?” gli chiese lei sorridendo. * Non smette mai di sorridere…* pensò lui *Eppure anche lei ha avuto tanti problemi in passato: i genitori, la nonna…* Si sedette sul suo letto. “Mi sentivo solo stasera!” disse. La ragazza si sedette vicino a lui e gli prese una mano. “Se vuoi parlare ci sono qua io! Avanti!” Benji alzò lo sguardo e incontrò i suoi dolcissimi occhi azzurri, da principessa. Oddio, com’era bella, come avrebbe voluto baciarla! “Veronica?” “Si?” Si avvicinò alla sua bocca per sfiorarla lievemente. Ma poi si distaccò e si alzò di colpo. “Perché lo hai fatto, Benji?” gli chiese lei, sbigottita. “No, non posso farlo, non è giusto nei confronti di Alejandra!” sbraitò. “Benji, calmati, chi è Alejandra?”. Ma il ragazzo era già fuggito nella sua stanza.


Non parlarono più dell’accaduto. Si diressero silenziosamente verso il campo, dove Holly stava tirando qualche palla in porta. “Ciao, Benji!” lo salutò allegramente. Poi si avvicinò a Veronica e gli diede un piccolo bacio sulle labbra. A quel contatto la ragazza sussultò: quello era il bacio che le avrebbe dovuto dare Benji la sera precedente. Ma perché non l’aveva fatto? E chi era Alejandra? Si distolse dalle sue riflessioni e sorrise debolmente ad Holly, che le stava mostrando un tiro particolare, messo a punto da pochi giorni Alla fine degli allenamenti i due fidanzatini andarono in città a prendere qualcosa da mangiare. Holly continuava a parlare degli affari suoi, ma Veronica non lo ascoltava: pensava a Benji. Forse si stava innamorando di lui, anche se le sembrava impossibile: lei aveva lo aveva sempre reputato un “ragazzo poco sociale”, incapace di amare. E invece non era cosi’. Come aveva potuto pensare cose del genere su di lui? Ogni persona ha una cuore e dei sentimenti, anche se spesso alcuni non lo dimostrano, tipo Benji. “Veronica, mi stai ascoltando?” chiese Holly seccato. Lei si risvegliò dalla sua trance. “Oh, si scusa!” rispose. Il ragazzo la guardò sottecchi. “Stavi pensando a lui, vero?” domandò amareggiato. Allora lo aveva capito! Aveva capito che Veronica non faceva altro che pensare a Benji! “Mi dispiace…” gli disse. Il ragazzo la guardò deluso “Holly, io ti ho sempre voluto bene, e perfino amato, ma adesso il mio cuore appartiene ad un’altra persona. Scusami” Si alzò dalla sedia del bar e , correndo, si diresse verso casa.

  
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