La
shot è ambientata alla fine dell’episodio 4x09. Non ci sono grandi
spoiler: i riferimenti alla puntata ci sono, ma hanno un
“significato” diverso e ho inventato tutta la scena. So
che il fandom Jenny-Nate non è molto vasto, quindi non mi aspetto molte
recensioni. Spero comunque di riceverne qualcuna: penso che una storia possa
essere piacevole al di là di tutto. Mi sono appassionata alla ship da
poco ed è la prima volta che scrivo su questa coppia, quindi non esitate
a farmi sapere il vostro parere, mi farebbe felice.
stolen
kisses
Un vita sottile,
fasciata di veli azzurri pieni di perline. Era a questo che stava pensando Nate
Archibald, mentre la birra gli scorreva giù per la gola come se fosse
acqua. Appoggiato contro al muro rugoso, guardava i cerchi della pioggia allargarsi
nelle pozzanghere. Si allentò la cravatta per respirare meglio, la testa
vuota gli pesava sul collo. Gli sembrava che il corpo di Serena si fosse
assottigliato di colpo, non la ricordava così esile. Amarla si era
rivelata la cosa più difficile che aveva fatto nella sua vita.
Amare Blair era
stato così immediato: lei pretendeva
di essere amata. Poi era arrivato Chuck: lui era stato capace di amarla senza
che Blair glielo chiedesse. Con Serena non era mai abbastanza, nessuno era al
sicuro: lei sapeva che tutti
l’avrebbero desiderata incondizionatamente. Rivolgeva a chiunque il suo sorriso
radioso, ma non certo per farsi amare, perché tutti già
l’amavano. Gli sembrava che si fosse sempre presa gioco di lui, fin da
quando erano bambini. E oggi aveva preferito Dan, il ragazzo di Brooklyn.
Poi vide
avvicinarsi un mantello nero. Nel buio non riusciva a capire chi fosse: una
mano pallida e ingioiellata lasciò scivolare via il cappuccio largo,
mentre una cascata di capelli platino si scioglievano sulle spalle.
“Jenny…” sussultò Nate sorpreso.
“Ciao Nate” rispose lei appoggiandosi
al muro accanto a lui.
“Hey, pensavo fossi ad Hudson” disse Nate, guardandosi in giro.
“Mi piacciono le feste in maschera”
spiegò Jenny con un sorrisetto, facendo spallucce.
“Non ti ho vista” continuò
Nate vago, facendo un altro lungo sorso di birra.
Jenny non disse
nulla, rimase accanto a lui in silenzio.
“Serena…” cominciò a
delirare Nate senza accorgersene, ripensando a come era arrivata verso di lui,
in quello svolazzare di veli azzurri. “… Serena mi ha baciato…” continuò, sentendo il
bisogno di raccontare quella storia assurda a qualcuno. “Poi ha baciato tuo fratello… o forse ha baciato prima lui
e poi me…” continuò a straparlare, sempre più
confuso, sotto l’effetto dell’alcol. Parlare con Jenny era sempre
stato così facile:“Poi ha
negato tutto…” tagliò corto, con voce roca “… dice di non avermi baciato, di aver
baciato solo Dan”.
Jenny lo
guardava visibilmente a disagio. “Andiamo,
che motivo avrei per mentire? Non me lo sono inventato, ok?” disse
Nate alzando il tono di voce, sempre più convinto. “Lei mi ha baciato…” ripeté brandendo la bottiglia di birra, mentre
il liquido dorato oscillava da una parte all’altra “… non mi aveva mai baciato così…
è stato, è stato…” si fermò.
L’alcool gli annebbiava il cervello, non trovava le parole per raccontare
di quel bacio. Probabilmente l’ultimo che sarebbe mai riuscito a darle.
Gli occhi chiari gli bruciavano e si sentiva così triste.
“E’ stato come…?” lo
incalzò Jenny con una certa ansia nel volerlo sapere.
“E’ stato…”
ricominciò Nate facendo un altro sorso “… il più bel bacio che ci siamo mai dati” concluse,
guardandola negli occhi con le iridi dilatate: “Jenny, credimi se ti dico che Serena voleva davvero baciarmi.
L’ho sentito.” cercò di persuaderla.
Jenny
deglutì rumorosamente, poi con le dita tremanti cominciò a
slacciarsi il mantello nero che le copriva il vestito. Nate la guardò
confuso: Jenny indossava lo stesso abito di Serena. Rimase a bocca aperta, incapace
di dire nulla.
“Mi dispiace Nate, non hai baciato lei…
hai baciato me” rivelò Jenny, insicura, mordendosi il labbro
inferiore.
Il vestito
azzurro cominciò a bagnarsi di pioggerella fine, tingendosi di un
celeste cupo. Nate si portò la mano alla fronte e si massaggiò
una tempia. Evidentemente doveva esserci stato un altro scambio, come anni
prima, quando addirittura aveva confessato – a quella che credeva fosse
Serena – i suoi sentimenti. Un discorso lineare provato cento volte,
sussurrato a una massa di soffici boccoli dorati. Nate non poteva credere di
aver fatto l’errore di baciare Jenny e non Serena.
“No… Non di nuovo!” si
lasciò sfuggire deluso e incredulo “Perché Jenny, perché?” domandò quasi arrabbiato.
Lei lo
guardò solo per un attimo “Non
è evidente?” domandò retoricamente sviando lo guardo
altrove.
Nate la
guardò tradito: in quel momento nulla gli sembrava evidente, solo il
fatto che non aveva baciato Serena e che avrebbe di nuovo sofferto, lei aveva
scelto Dan davvero. Jenny era stata bandita da Manhattan: non doveva essere a quella festa, non con
quel vestito. Quel bacio non era stata Serena a darglielo, quella vita sottile
non era la sua, avrebbe dovuto capirlo: non era Serena.
Jenny era sempre
stata una bambina per lui: aveva sempre cercato di proteggerla, di starle accanto
senza toccarla… come se fosse stato suo fratello, come se fosse stato
Dan, ma era così difficile! Tutte le volte non riusciva a non lasciarsi
coinvolgere: ricordava ancora quando l’aveva baciata al Palace, senza
pensare che quel bacio innocente sarebbe finito su Gossip Girl e avrebbe fatto
andare Dan su tutte le furie.
La guardò
lungamente, ripensando a quando avevano giocato al gioco dell’Assassino, il giorno del suo compleanno.
Quel giorno felice in cui Serena aveva voluto organizzargli una sorpresa:
“Sei morto” gli aveva
detto Jenny, rubandogli un bacio a fior di labbra e la foto che aveva appesa al
collo. Nate era morto davvero, perché quel tocco innocente l’aveva
sconvolto. Oggi invece stava morendo lentamente di nuovo.: Serena lo stava uccidendo.
Jenny, intanto, si stava riallacciando il mantello a
testa bassa. Colpevole.
A Nate non sembrava
più così innocente. Chuck aveva cercato di convincerlo che Jenny
era cresciuta, inutilmente… finché non glielo aveva dimostrato, trascinandola
nella sua spirale autodistruttiva, come se fosse una ragazza qualunque. Ma
Jenny non lo era. Era speciale, meritava qualcuno che fosse lì la
“mattina dopo”. E Nate
glielo aveva anche detto, un attimo prima di prendersi un pugno in pieno viso
da Damien: un colpo che l’aveva fatto cadere rovinosamente a terra.
“Mi dispiace di aver rovinato la tua serata” si scusò
Jenny con un po’ di rabbia nella voce e gli occhi sbarrati, ma pieni di lacrime.
Nate
sospirò profondamente, non riusciva ad avercela con lei. Non poteva fare
a meno di pensare che, quella sera all’Empire, Jenny era andata a cercare
lui e invece si era trovata davanti Chuck… La testa gli girava: se solo
avesse smesso prima di illudersi, se solo avesse smesso prima di rincorrere
Serena. Se solo avesse protetto Jenny: era una delle poche cose che gli veniva
facile, come giocare a lacrosse. Si sentiva al suo posto accanto a lei. Gli
occhi azzurri tondi Jenny - contornate da ciglia lunghe - sembravano quelli
delle bambole di porcellana di Blair: quante volte li aveva visti tristi, come
in quel momento? Bagnati dalla rabbia e dalla delusione. Gli piaceva poter
credere che, se le fosse stato accanto, quegli occhi avrebbero riso di nuovo.
Poi, mentre
cercava di non perdere l’equilibrio - stando ben appoggiato con la
schiena contro il muro - gli sembrò di vedere Jenny fare un incerto
passo indietro. Ma non aveva la forza per parlare ancora, così
allungò semplicemente il braccio e di nuovo la prese per la vita
sottile. Non desiderava altro che stare bene, come si era sentito alla festa,
in quell’attimo in cui credeva di aver riavuto indietro Serena.
Senza
accorgersene cominciò a baciarla e, mentre Jenny rispondeva
perfettamente al suo bacio, pensò che Serena poteva essere dimenticata,
infondo non era mai stata lei: era sempre stata Jenny. Erano i suoi baci che
amava ricevere, che aveva cercato sempre, senza alcun pensiero.
“Mi hai baciata ancora…”
constatò Jenny con un sussurro, in quel breve attimo in cui si
separarono per riprendere fiato.
“Lo so” rispose Nate.
***