Dolce affanno
Cerbero divora
un corpo già
da Saturno dilaniato
le alte fiamme del
peccato ardon
nel core mio spento
dal gelido dolore.
Odo lontano
rumori di catene e flagelli
forse l’inferno mi attende?
Non della morte
o della vita stessa
Né della gloria
o del peccato
Non della gioia
o della mestizia
Né della beltà
o della malagrazia
l’animo mio si preoccupa.
Insonne mi desto
e non ti vedo,
la tua assenza è il
mio dolce affanno
Note autrice…
Salve a tutte/i do qualche piccola spiegazione Saturno è il Dio del tempo, per dolce affanno mi riferisco al dolore provocato dall’amore e la perifrasi vuole essere in opposizione al tono cupo della poesia e a ciò che l’assenza della persona amata comporta.
Come sempre il linguaggio è semplice e scorrevole e la punteggiatura quasi assente e in alcuni casi uso la maiuscola senza il punto semplicemente per non spezzare il climax, il testo vuole essere compreso facilmente e magari trasmettere un po’ d’emozione, solo l’espressione dolce affanno è un richiamo letterario, stilnovista precisamente, mi sembrava giusto precisarlo.
Ringrazio chi legge e chi commenta sperando possa piacervi.