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Autore: _ L a l a    01/12/2010    4 recensioni
Giulia, Giorgia, Holly e Silvia sono quattro ragazze dei giorni nostri che all'improvviso... PUFF! si ritrovano catapultate a Narnia, un regno magico dove le nostre quattro eroine dovranno dimostrare la loro abilità tra amore, amicizia, guerra, strane creature parlenti, tipi piuttosto scontrosi e avventure mirabolanti... riusciranno a tornare a casa sane e salve? per saperlo non dovete fare altro che leggere la mia storia
Genere: Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6.

Sono nello stesso identico punto di ieri, con la sola differenza che non sto fissando un cielo stellato al calduccio sotto una coperta e abbracciata a Edmund, ma Holly che si fa disarcionare dal cavallo tra le risate di Lucy mentre due centauri delimitano il perimetro in cui Peter e Miraz combatteranno. Nonostante la fitta boscaglia, s’iniziano a intravedere le truppe di Miraz che s’avvicinano.

Sospiro. Non dovrei essere in ansia,in fondo so già come finisce. Ma.. e se l’arrivo mio e delle ragazze avesse cambiato radicalmente la storia di Narnia? Cosa succederà questo pomeriggio?

Dondolo le gambe nel vuoto, furiosamente. Odio questi dubbi atroci.

Alzo lo sguardo, e rimango mezza accecata dalla luce del sole che mi colpisce in pieno viso, così mi porto una mano alla fronte, a mo’ di barriera.

Forse è il caso di andare a vedere un po’ come sono questi allenamenti.  Tanto che altro ho, da fare?

Mi alzo, lisciandomi la scomoda tenda blu che mi hanno rifilato come vestito e che, a parer mio, mi sta malissimo. Queste maniche a sbuffo, poi, sono insopportabili.

Insomma, ho sempre desiderato avere dei vestiti come questi, ma li trovo estremamente scomodi. Credo che quando tornerò a casa non riuscirò a mettere una gonna per lungo, lungo tempo.

Scendo le scale a due a due, canticchiando “Dolls*”, sebbene non c’entri assolutamente nulla con il contesto generale della faccenda. Semplicemente me la sono ritrovata nella testa poco dopo colazione, e non ne ha voluto sapere di uscirsene, per lasciare spazio a qualcosa di un po’ più allegro, come.. non so.. “She is the sushine” anche se non è propriamente allegrissima neanche quella.

Atterro con uno sbuffo di terra e polvere sul pavimento di fronte alla sala della Tavola di Pietra. Sbircio dentro, notandola stranamente vuota. Faccio un paio di passi in avanti, sporgendomi per vedere anche gli angoli più nascosti. Incredibile a dirsi ma è vuota sul serio. E dire che di solito c’è sempre qualcuno. Lancio un ultimo sguardo al basso rilievo di Aslan, chinando istintivamente la testa e sorridendo leggermente, mentre mi avvio trotterellando verso l’uscita.

Quando arrivò sull’uscio mi metto le mani sui fianchi, osservando con aria critica la gente che si sta allenando. Un pochino mi demoralizzo, visto che a malapena so tenere un arco in mano. Beh, nel mio mondo so tenere a malapena un arco in mano. Qui devo ammettere di avere una mira piuttosto buona, sebbene non paragonabile a quella di Susan.

A proposito di Susan, non era lei che allenava gli arcieri? Mi guardo intorno e, una volta individuata la più grande delle sorelle Pevensie, mi avvicino, osservando interessata fauni e centauri che continuano a tirare frecce.

Susan mi lancia uno sguardo sorpreso.

- Edmund ti lascia partecipare agli allenamenti? – fa, con tono incuriosito. Le lancio un’occhiataccia, maledicendo Edmund che per quel poco che parla fa solo danni. Credo che approssimativamente dovrebbe saperlo ormai tutto l’accampamento, grazie anche al prezioso aiuto di quelle che dovrebbero essere le mie migliori amiche.

- mica può decidere lui, cosa faccio io! – sbotto irritata – non è la mia balia! –

Ridacchia, lanciando poi una strana occhiata a Caspian, poco più in là, intento a misurare a grandi passi il campo di battaglia con Giorgia subito dietro.

 Noto solo ora che posso considerarmi la quasi cognata di Caspian. Dio, che emozione.

Sorrido, senza un motivo preciso.

- vuoi provare? – mi chiede intanto Susan, porgendomi un arco. Annuisco, afferrando l’arco, mentre la seguo verso un bersaglio libero.

- sai come si fa? – domanda con fare professionale, porgendomi poi una freccia.

Non so se ritenermi offesa o meno.

- si – è la risposta un po’ secca, e che la lascia con un sorrisino sorpreso.

- allora prego – fa, allargando poi il braccio e indicando il bersaglio colorato.

Allora, vediamo di ricordare un po’ come si fa.

Quando Edmund mi ha portata al castello credo di aver sparato a caso, ma infondo avevo già imparato e non è stato difficile.

Però ci terrei a non fare la figura della scema che non sa tenere un arco nel modo giusto.

Tendo l’arco, portando le dita della mano a sfiorarmi una guancia e chiudo l’occhio sinistro, prendendo la mira. Lascio andare la freccia, che s’incastra poco lontano dal centro.

- brava. Non pensavo fossi capace – commenta piacevolmente stupita Susan, e per un attimo mi sento fiera di me stessa – però dovresti migliorare la mira. Cercare di prendere il centro – continua.

Sorride incoraggiante.

La guardo mezza pietrificata.

Non è che se non becco il centro non becco anche il soldato. E poi io ho tutti i miei propositi sul non uccidere da mantenere! Meglio, se non lo prendo in pieno!

Vedo che continua a sorridermi e, con un sospiro, mi decido a tendere nuovamente l’arco.

Dopo un paio di frecce lanciate nel fitto della foresta, un paio piuttosto lontane dal centro e una freccia quasi  al centro, riesco finalmente a prendere quell’odiosissimo cerchietto giallo.

- Brava! – si congratula Susan – visto che con un po’ d’impegno ci si riesce? Adesso, fai un altro paio di tiri e poi puoi andare –

Le lancio un’occhiata storta, mentre seguita a osservarmi sorridente.

- si può sapere perché non vai a sorvegliare anche gli altri arcieri? – borbotto contrariata, prendendo la mira.

- perché se Edmund sa che ti ho abbandonata ad allenarti da sola, con il rischio che poi ti fai uccidere, potrebbe arrabbiarsi molto. E non avendolo mai visto molto arrabbiato non so quanto possa essere pericoloso –

Tiro la freccia, che becca il centro per pura fortuna, e mi volto a guardarla.

- è impossibile che tu non l’abbia mai visto arrabbiato! – ribatto – è tuo fratello! –

- certo – concorda lei – ma è anche un tipo molto calmo. –

Sbuffo, ritrovandomi a darle ragione, per poi concentrarmi  sull’ultima freccia.

Faccio appena in tempo a tirarla, che sento Holly strillare.

Mi volto di scatto, vedendola poi gambe all’aria mentre il cavallo galoppa tranquillamente via.

- stupido cavallo! – urla, tirandosi a sedere tra le risate di Lucy.

- potrebbe offendersi, sai? – commento sarcastica io, avvicinandomi. Holly mi fulmina con lo sguardo.

- e perché mai? È un cavallo  -

- lo vedo anche io. Ma è un cavallo parlante  -

Ammutolisce di colpo, e non posso fare a meno di scoppiare a ridere.

Le porgo una mano.

- dai, andiamo a vedere come si usa .. chessò una spada –

Mi guarda storto, mentre afferra la mia mano tesa e si tira su.

- Lu, vieni con noi? – chiedo poi, mentre Lucy riesce finalmente a placare le risate.

Annuisce, e fa un cenno con la mano a Susan che riprende a seguire i suoi arcieri.

Lucy mi racconta ridendo tutte le cadute di Holly, mentre ci dirigiamo verso Peter, intento  in un combattimento contro un centauro.  Non appena riesce a disarmarlo si volta verso di noi, mentre l’altro se ne va con un lieve inchino.

- si? – domanda con il fiatone, mentre si scosta i capelli biondi appiccicati alla fronte.

- ci insegni ad usare la spada?  - cinguetta allegramente Holly, al che le tiro i capelli.

E, dovete sapere care fatine, che Holly è molto suscettibile quando si tratta dei suoi capelli. Fosse per lei passerebbe la sua giornata a pettinarseli.

- il piano era andare per gradi.  – le sibilo, mentre Peter corruccia la fronte, per poi scuotere la testa.

- no –

- daaai! Non veniamo in battaglia, è solo in caso di necessità! – lo prega Lucy, mentre Holly mi guarda male.

- non avevi detto che avevamo un piano! Potevi avvisarmi! –

- no, Lu, è pericoloso. E poi sono cose da maschi – risponde intanto Peter.

- ma era ovvio che ci fosse un piano! A malapena Caspian ci ha affidato dei coltelli! Secondo te cede subito nel tirar di scherma? – ribatto.

- questo è maschilismo! E se ne avessimo bisogno? –

- beh, non si sa mai che diventino improvvisamente più clementi! –

- vedrai che non ne avrete bisogno –

- si, certo, e ci credi anche? – sbotto io.

Mi guardano tutti e tre, con sguardo perplesso.

- che c’è? – faccio poi, alzando le spalle. – ho solo risposto ai quesiti di tutti –

Holly si lascia sfuggire un risolino.

- la risposta è comunque no. Non ce ne sarà bisogno.  – fa perentorio il biondo.

- Peter, se anche c’insegni non succede niente, perché Caspian non ci darà mai una spada. – cerco di convincerlo io, e Lucy annuisce convinta.

- e poi io e Lucy neanche ci saremo! – reincarna Holly.

- ehi! Io però si! – protesto.

- eh, cavoli tuoi –

- intanto ho già deciso che starò insieme agli arcieri! – dico io, vedendo l’espressione dubbiosa del biondo.

 - è solo per avere qualcosa da fare, Peter! – esclama a questo punto Lucy e, nello stesso istante in cui Peter sospira, sappiamo di aver vinto.

- va bene. Ma guai a voi se vi vedo maneggiare una spada oggi pomeriggio – ci minaccia, sventolandoci l’arma che tiene in mano davanti al viso e costringendoci a fare due passi indietro.

- certo –

- s..si –

- grazie!! –

L’unica a saltargli addosso senza alcun timore della spada è Lucy, che lo stritola in un abbraccio.

Si, in effetti credo che neanche una spada riuscirebbe a fermare Lucy, in questo caso. Quando vuole, quella ragazzina, sa essere implacabile.

Sorrido divertita.

- bene – dice Peter, una volta che è riuscito a togliersi Lucy di dosso, non senza una buona dose di moine e minacce – direi che possiamo iniziare dalle cose elementari –

Ci fa segno di raccogliere delle spade lasciate a terra e inizia la sua piccola lezione.

Un’ora dopo sono sudata fradicia, puzzolente come una capra, con ancora un’arma da provare ma piuttosto soddisfatta di aver imparato a tenere in mano una spada senza spezzarmi il polso o senza lasciarmela cadere su un piede.

Peter ci ha insegnato un po’ le mosse elementari, e le basi di un combattimento, ma non ha voluto approfondire, dicendo che tanto non ci sarebbe servito altro, in caso di necessità.

Mi duole dirlo ma il grado di simpatia verso di lui è incredibilmente levitato nel corso di una sola ora.

- noi andiamo a recuperare il cavallo. Tu? – domanda Lucy, messa un po’ meglio di me, al contrario di Holly che non ha fatto altro che inciampare nel vestito per tutta l’ora.

Io ho risolto la questione strappando i bordi quanto bastava per non rischiare di incastrarci dentro i piedi. E con questo mi vendico anche sulla maledetta tenda.

- andrò a cercare di convincere Edmund a insegnarmi come usare una balestra e poi cercherò Silvia, che sembra misteriosamente scomparsa. – decido io.

- non ho voglia di andare a cavallo – borbotta Holly mentre si dirigono verso il bosco dove, presumibilmente, è fuggito il cavallo e sento Lucy che ride.

Mentre cammino allegramente per il campo, asciugandomi il sudore, incontro Silvia.

- ah! Ti sarei venuta a cercare tra un po’! – commento ridendo.  Ride anche lei.

- sono stata a fare un giro nelle cucine, e poi ho seguito la lezione di un minotauro sull’ascia. – mi spiega.

- sull’ascia? – esclamo, arricciando il naso. L’ascia è forse l’unica arma che non mi è mai piaciuta un granché.

Annuisce.

- adesso andrò a fare tiro con l’arco. Voglio proprio vedere se le mie qualità sono migliorate rispetto a quando siamo andate in Francia! –  ride divertita, ricordando i disastrosi risultati ottenuti. Annuisco.

- vedrai che andrà sicuramente meglio – la rassicuro io. – ci sono già stata. E Susan sembra essere la più incline a farci lezione –

- perché? –

- beh, Peter non voleva, ma l’abbiamo convinto – sorrido, trionfante.

- e Edmund? – ci abbassiamo, evitando per un pelo una freccia e sentiamo qualcuno che grida di spostarsi.  Silvia gli risponde a tono, dicendo di migliorare la mira. Scoppio a ridere, decidendo che è il caso di sloggiare.

- ci sto andando – faccio io, salutandola con la mano e ricominciando a camminare per la mia strada.

- allora auguri! – ride lei, correndo verso Susan. – scommetto che non ci metterai molto, a convincerlo!  -

Scuoto la testa, ripromettendomi di strangolarla nel sonno stanotte, se sopravvive.

Cerco con lo sguardo la capigliatura corvina di Edmund, e mi avvicino saltellando innocentemente non appena l’adocchio.

- Ed! – lo chiamo sorridendo da un orecchio all’altro.

Alza lo sguardo dalla balestra che sta sistemando, mentre un minotauro e un paio di fauni continuano a tirare. Mi fissa, quasi chiedendosi che ci faccio qui. Poi sembra realizzare.

- no –

- sempre molto cordiale, vedo – lo rimbecco io, fingendomi offesa.

- Giulia .. no - ripete nuovamente, ma io sono una che non demorde facilmente. Ci sono volte che stresso così tanto la  gente che quella fa ciò che dico pur di non sentirmi più.

- daiii! –

- no. mi sembra che ne abbiamo già parlato –

- non sei mia madre! – protesto a questo punto io. Alza lo sguardo, con tutta calma.

- hai ragione. Però è comunque no. –

Batto i piedi per terra come una bambina, irritata, quando lui torna di nuovo a controllare l’arma che ha tra le mani.

- dai! Susan e Peter mi hanno già fatto lezione! Che ti costa? –

- Susan e Peter  cosa? -  domanda a questo punto, alzando di scatto la testa verso di me.  Sorrido vittoriosa.

- hai sentito benissimo –

Boccheggia per due minuti buoni, prima di chiudere di scatto la bocca.

- non sono tua madre e non sono Peter e Susan. Quindi no –

Torna a guardare la sua balestra, per poi iniziare a strattonare la corda in diverse direzioni, quasi con rabbia.

Non credo che quella balestra potrà essere utilizzata questo pomeriggio, dopo tutti gli strattoni che ha preso.  Forse, più che ripararla, la sta distruggendo.

Lo guardo avvilita. E un po’ triste per la sorte della povera arma.

Edmund non alza neanche più lo sguardo su di me.

Non è possibile! Faccio davvero così schifo a persuadere la gente?

Incrocio le braccia al petto, tentando di farmi venire in mente qualcosa per convincerlo.

Ah-ah! Idea fulminante, degna di Da Vinci! Di Newton! E di tutti gli altri scienziati messi assieme!

Il sorriso che è apparso sul mio viso dev’essere poco rassicurante e la lampadina che è sicuramente apparsa sopra la mia testa potrebbe illuminare a giorno l’intera sala della Tavola di Aslan.

- vorrà dire che andrò a fare il corso di ascia – butto lì con noncuranza e lui smette di colpo di tirare la corda della balestra.

Ah, ogni tanto mi stupisco del mio talento. Ma infondo l’ho sempre saputo di essere un genio incompreso.

- a.. ascia? – balbetta, sicuro di aver sentito male.

Annuisco decisa.

- si. Silvia c’è già stata, ha detto che è interessante – commento, fingendomi pensierosa. Sorrido innocentemente, mentre mi guarda a occhi sgranati come a dire “non lo faresti mai..”.

Mai dare nulla per scontato, quando si tratta di me. Quanto mi sento soddisfatta.

- bene. Ciao-ciao! – mi volto, facendo per andare.

- va bene! Giuly, va bene! Ma non osare toccare un’ascia! – mi ferma lui e sorrido trionfante, mentre gli do ancora le spalle. Mi volto, cercando di celare la soddisfazione.

- sicuro? –

Mi guarda malissimo, forse perché ho un sorriso idiota sul volto che proprio non sono riuscita a nascondere.

Cioè, quando mi ricapiterà di averla vinta?

- puoi anche smetterla di recitare, lo so che lo fai apposta. – ribatte, voltandosi e incrociando le braccia.

Scoppio a ridere, vedendo la sua faccia offesa.

- eddai, Ed, non fare l’offeso! – gli dico, avvicinandomi.

- non sto facendo l’offeso! – protesta lui.

- oh, si, invece. – lo punzecchio, sventolandogli l’indice della mano destra davanti al naso.

- guarda che posso ancora rifiutarmi di farti lezione! – mi minaccia, quasi divertito, afferrandomi la mano.

- e io posso ancora decidere di andare a imparare a maneggiare un’ascia. –

Sbuffa sconfitto, lasciando la presa sulla mia mano.

Mi porge una balestra, mentre lui recupera quella che stava riparando – più probabilmente distruggendo- prima.

- allora. Devi .. –

Circa mezz’ora dopo, in seguito a diversi tentativi falliti e a diverse frecce disperse nel bosco, mi abbandono sull’erba accanto a Edmund, seduto a gambe incrociate, intento ad osservare gli altri balestrieri.

- faccio schifo, con la balestra – borbotto contrariata, sdraiandomi sulla pancia e cogliendo un fiore.

- meglio così. – ribatte lui, piuttosto soddisfatto di questa mia incapacità.

Lo guardo male.

- tanto sono brava con l’arco – ribatto, e non certo per amor di precisione. Figuriamoci. Io e la precisione veniamo da due universi completamente diversi e distanti anni luce.  – e poi, chissà, magari potrei rivelarmi un talento nell’ascia –

A questo punto scoppia a ridere.

-  Giulia, non credo tu abbia la forza necessaria per tenere in mano un’ascia. – commenta, fra le risate.

Abbozzo ad un sorriso, rigirandomi il fiore tra le dita. Ha una strana sfumatura violacea. E un profumo dolciastro.

Sbadiglio.

Mi metto seduta, continuando a rigirarmi il fiore tra le mani.

Edmund si sporge verso di me.

- cos’è? –

Gli lancio un’occhiata perplessa.

- secondo te? È un fiore.

Mi fulmina con lo sguardo.

- lo so –

- e allora perché l’hai chiesto? –

Sbuffa, incrociando le braccia al petto. Sorrido, alzando lo sguardo verso il cielo. Chissà che ore sono.  Sarà meglio che vado in camera a darmi una lavata e a cambiarmi prima di andare a pranzo.

Certo, non che serva a molto, visto che prevedo di ridurmi in uno stato ben peggiore di questo, oggi pomeriggio. Però è tanto per non fare la solita figuraccia.

In più mi faccio schifo da sola, e non riuscirei a sopportare di andare in giro conciata così ancora per molto.

- to’ – faccio, sventolando il fiore a due centimetri dal naso di Edmund – te lo regalo –

Lo afferra con sguardo dubbioso, mentre mi alzo, cercando di spazzolarmi il vestito per farlo sembrare decente.

- dove vai? – mi chiede, alzando lo sguardo dal fiore.

- in camera a sistemarmi. Non posso andare in giro così! –

Ride, scuotendo la testa.

- ci vediamo a pranzo, allora –

Annuisco, avviandomi verso l’entrata della casa di Aslan.

 

- Holly, non farti ammazzare, ok? –

Lei sorride tesa e annuisce, seduta sul cavallo che la hanno dato.

Dopo questa mattina ha miracolosamente imparato a non farsi disarcionare.

Lucy e Susan, in groppa a Destriero, stanno salutando Caspian poco più in là.

Le sorrido di rimando.

-andrà tutto bene – la rassicura Giorgia, passando il peso da un piede all’altro. Silvia annuisce.-

- mi raccomando anche a voi – mormora poi, e per un attimo non sembra più la Holly che conosco io ma una persona diversa, più.. matura.  

- andiamo! – grida in quel momento Susan, e faccio appena in tempo a fare un ultimo cenno di saluto anche alle sorelle Pevensie che sono già fuori.

Caspian ci lancia uno sguardo. Poi sorride forzato.

- andiamo –

Annuiamo e, mentre lui  s’incammina lo seguiamo.

- Giulia – Giorgia mi afferra per un braccio e mi voltò a guardarla incuriosita.

Ha una faccia così seria che quasi mi fa paura.

- che succede.. se moriamo qui? –

Scuoto la testa.

- è forse l’unica cosa che non so: nessuno di loro è mai morto qui a Narnia. Presumo, però, che se quando muori nell’altro mondo vieni qui, allora se muori qui ti trovi nell’altro mondo. Ma è solo supposizione –

Silvia sospira impercettibilmente.

Caspian si è improvvisamente fermato. Sta guardando la foresta dove sono appena scompare Susan, Lucy e Holly.

- Caspian? – chiedo, confusa. Lui si volta di scatto.

- Giorgia, se non torno in tempo sai cosa devi fare – poi inizia a correre verso le stalle. Giorgia annuisce al vuoto, praticamente.

- che devi fare, Gio? – domanda Silvia, perplessa. Inutile chiedere che cosa sta andando a fare Caspian, visto che è fin troppo prevedibile.

- surprise! – ride lei.

 

Bene, Giu. Non guardare di sotto, non centrare un alleato, non uccidere nessuno, non cercare Edmund con lo sguardo, non guardare verso la foresta in attesa che Holly ritorni, non ..

Interrompo il mio elenco mentale non appena Briscola s’arrampica di fianco a me.

Siamo più a destra, rispetto a dov’ero io sta notte, e di fianco a noi ci sono tutti gli arcieri dell’esercito narniano.

- pronta? – mi domanda il nano, lanciando uno sguardo al “ring” dove Peter e Miraz combatteranno.

Oh, Signore, ti prego: fa che quello che ho fatto sta notte sia solo un incubo. Non ti chiedo di uscirne indenne, mi va bene anche se mi rompo tutte due le braccia e le gambe –giuro – ,  solo non far morire Peter. Per favore, per favore, per favore, per favore.. lo so che non è il massimo della modestia, però sa essere simpatico quando vuole, e mi ha insegnato ad usare la spada, e poi è il fratello di Ed, di Susan e di Lucy .. ed è Re Supremo! Cioè, vuoi lasciare i narniani senza Re Supremo? Per favore, Miraz  è proprio scontroso, Peter merita decisamente di più.. giuro che d’ora in poi non dirò più che è antipatico o cose simili.. diventerò la sua migliore amica se necessario, ma ti prego fallo vincere… infondo che ti costa? È lui, il buono, no?

È la prima volta – e anche l’ultima credo – in vita mia in cui mi ritrovo a fare il tifo per Peter.

Neanche al cinema facevo il tifo per lui, visto che sapevo già come finiva.

Ma qui.. qui è tutto diverso. È come se non conoscessi realmente la storia. Come se fossi un personaggio qualunque.

- credo – rispondo sospiro, tesa.

Lui annuisce.

Mi  sporgo a guardare di sotto proprio mentre Silvia alza lo sguardo dal masso su cui è seduta.

Mi sorride incoraggiante, brandendo la sua balestra.

Con mio estremo disappunto ho dovuto ammettere che è molto brava e Edmund, con estremo disappunto pure lui, le ha consentito di entrare a far parte dei balestrieri.

Non appena sento delle urla mi sporgo a guardare l’entrata, e vedo Edmund, Peter, uno orso e un centauro fare la loro gloriosa entrata in scena.

Faccio un cenno con la mano a Edmund, che mi lancia un’occhiata inceneritrice. Con tutta probabilità mi sta proibendo di morire, e credo che eseguirò l’ordine più che volentieri.

Gli sorrido.

Si, lo so che sono una rompiscatole, Signore, ma ti dispiacerebbe non far morire anche Ed? sai, ci rimarrei piuttosto male, visto che – oltre a essere il mio personaggio preferito per eccellenza – è anche il mio ragazzo. Ci terrei a riaverlo indietro intero, grazie, possibilmente non morto e … beh, non vegeto. Che poi, che vuol dire “vegeto”?

Anche Miraz si avvicina allo spiazzo che è stato riservato al combattimento e mi sento impallidire.

Senti, facciamo così: tu mi tieni in vita la maggior parte di gente possibile e giuro che non nasconderò mai più a mia mamma i brutti voti e che non mi lamenterò la mattina per andare a scuola. Mi sembra un compromesso accettabile, non trovi? Non posso prometterti che diventerò suora, perché dubito che sia la mia vocazione, e poi, come lo spiego a Edmund?

Le urla di battaglia risuonano da tutte e due le parti, quando Peter e Miraz entrano nel terreno circoscritto e si fronteggiano.

Smetto di pregare perché mi rendo conto che ora sta tutto a Peter, e spero vivamente che i fatti proseguano come nel film. Ma anche il libro va bene, sul serio. L’importante è che vinca lui.

Deglutisco.

Per favore, per favore, per favore..

Iniziano a combattere, e riesco a malapena a seguirli con gli occhi, tanto sono veloci.

Sobbalzo ogni qual volta Peter viene colpito e esulto ogni volta che Peter colpisce. Dio, che ansia tremenda.

- Pausa! – Peter e Miraz tornano ognuno ai rispettivi lati e io non riesco a trattenermi: salto giù dal masso e corro fino a loro, inciampando nel vestito rosso.

Silvia è subito dietro di me.

- come va? – domando ansiosa mentre Edmund controlla il braccio del fratello.

- lo vedi da te – è il sussurro di Peter, con il fiatone.

- fa tanto male? – chiede Silvia preoccupata, e Peter emette un grugnito per nulla rassicurante.

Credo che lo prenderò per un “si, fa abbastanza male”

Il centauro dietro di noi si fa avanti.

- credo sia il caso che voi torniate ai vostri posti, Ladies. –

- col cavolo! – sbotta Silvia, e prende ad elencare al povero centauro che non siamo inutili, che dobbiamo combattere anche noi e aggiunge che io sono la ragazza di Re Edmund, quindi è più che giusto che io sia qui.

- può darsi, Lady, ma lei non è la fidanzata di nessuno, se non sbaglio.  – le fa notare lui, e io mi metto una mano sulla bocca per non ridere, quando Silvia inizia a inveire in un modo piuttosto colorito, alternando le imprecazioni a qualche frase come “ma io sono la sua migliore amica!” o “non è giusto! Cioè, per stare qui devo per forza avere un fidanzato Re?”

Faccio finta di ascoltarla, mentre Peter e Edmund si parlano.

La pausa è finita e Peter e Miraz tornano a combattere.

- promettimi che dopo te ne torni su – sussurra Edmund. Annuisco.

Vorrei tanto fare una battuta, ma non riesco a pensare a nulla di minimamente divertente.

E forse è meglio così, perché rischierei di peggiorare la situazione e Edmund mi sembra già abbastanza teso di suo.

Sospiro, e gli stringo la mano.

E lui ricambia la stretta, mentre Silvia smette improvvisamente di sbraitare, per guardare con il fiato sospeso Peter e Miraz che si affrontano a colpi di spada, così forti che il suono quasi mi rimbomba nelle orecchie.

E salto per aria, quando Caspian e Susan appaiono improvvisamente dietro di me.

Edmund lancia un’occhiata alla sorella, che annuisce.

C’è un’altra pausa.

- grazie – sussurra Peter, lanciando uno sguardo riconoscente a Caspian, per poi sorridere a Susan.

- beh, tu eri occupato –

- Peter – fa Edmund, girandolo verso l’esercito – sorridi –

Peter fa come gli è stato detto, alzando la spada, e i narniani lanciano urla di guerra.

Silvia mi si avvicina.

- Giu – sussurra – fin’ora come sta andando? –

- come nel film – rispondo in un sibilo. – speriamo che continui così. –

- se no? – mi chiede, guardandosi intorno per evitare che qualcuno ci senta.

Ne abbiamo discusso sta mattina, poco prima di pranzo: loro non devono sapere che sappiamo come va a finire la storia, perché potrebbe rivelasi fatale. O, per lo meno, in quasi tutti i libri fantasy è così.

Secondo me, se noi dicessimo loro cosa fare, la storia cambierebbe del tutto e non vorrei rischiare di perdere l’ ”happy ending”.

Un po’ mi dispiace non poterlo dire a Ed. Forse gli eviterei tutta questa tensione, e tutta quest’ansia. Però preferisco che si preoccupi, piuttosto che rischiare di farlo morire.

- altrimenti ci inventeremo qualcosa. Non ho la minima intenzione di perdere questa guerra – rispondo battagliera, e Silvia annuisce.

- è meglio che andiate in là – sta dicendo Peter – non credo che i Telmarini manterranno la promessa –

Annuisco, non appena vedo Edmund che mi lancia uno sguardo d’avvertimento.

- buona fortuna, allora. – dico, sorridendo a Peter.

Oh, diamine, devo proprio essere senza speranza per sorridergli!

Lui annuisce di rimando. Poi Susan lo abbraccia e emette un verso di dolore.

- oh. – fa lei, staccandosi di colpo – scusa. –

- non fa niente. State attenti –

Annuiamo tutti quanti con aria grave; poi, io e Susan c’incamminiamo verso la postazione degli arcieri, Silvia torna sul masso di fianco ad un fauno e Caspian s’avvia velocemente all’interno della Casa di Aslan.

Speriamo che vada tutto per il verso giusto. Oh, Signore ti prego: fa’ che vada tutto per il verso giusto.

 

- porca di quella miseria! C’è mancato un soffio – è l’imprecazione di Giorgia, quando la radice la appoggia sana e salva a terra.

- fammi prendere un altro colpo così e giuro che non saranno i soldati di Telmar ad ucciderti! – sbraita Silvia, preoccupata e sollevata allo stesso tempo.

Ci siamo ritrovate qui per puro caso, dopo che hanno bloccato l’entrata alla Casa di Aslan, abbattuto la postazione degli arcieri e che Caspian e Giorgia sono sbucati fuori da sotto terra.

La situazione non stava volgendo a nostro favore, fino ad una manciata di minuti fa, ma sono fortunatamente arrivati gli alberi e questo vuol dire due cose: le cose stanno andando per il verso giusto, e Holly e Lucy sono vive e sono riuscite a trovare Aslan.

Mi guardo intorno ansiosa, ignorando il braccio sinistro che pulsa dolorosamente dopo la caduta che ho fatto.

Non uccidere è stato un po’ difficile, ho finito le frecce e ho un’incredibile voglia di vomitare anche l’anima.

Mi volto, e guardo Giorgia coperta di terra da capo a piedi e Silvia, che ha un graffio sopra l’occhio sinistro e la gamba destra completamente coperta di sangue. Non ho voglia di chiedere cos’è successo, voglio solo finirla il prima possibile.

- grazie – sussurra Giorgia girandosi verso l’albero con un lieve inchino del capo.

L’esercito di Telmar si sta ritirando verso il fiume, impotente di fronte alle piante .

Seguiamo con tutta calma i narniani che corrono all’inseguimento del nemico e mi chiedo dove trovino ancora tutta quella forza.  Credo che non guarderò mai più un film di guerra sotto lo stesso punto di vista.

I telmarini si sono fermati di fronte al Ponte di Beruna.

- Holly! – strilla Giorgia, saltellando, non appena vede Holly in piedi dietro Lucy e Aslan.

Aslan. Oddio, è proprio come nel film, solo più.. splendente? E decisamente più grande e maestoso.

Va bene. Credo che segnerò questo giorno sul calendario.

Aslan ruggisce e in pochi istanti – istanti così veloci, che se non avessi visto il film non saprei dire con sicurezza cos’è successo – il fiume inghiotte gli ultimi generali di Telmar.

È finita.

 

Olè! * esulti di gioia tipo mondiale *

Ho finalmente concluso questo capitolo!

Ok, ho tagliato gran parte della battaglia perché .. beh, perché non sono capace di descrivere una battaglia. C’ho provato, ma usciva un obrobrio, quindi zac!, saltiamo subito al pezzo successivo.

Di questo capitolo mi piace solo la parte degli allenamenti, forse perché c’è ancora un clima piuttosto leggero. La seconda parte è uno schifo, ma dovevo per forza scrivere qualcosa e quindi ..

Tutto sommato poteva venire peggio – credo –

Passo ai ringraziamenti di chi ha recensito lo scorso capitolo (si, so che ora c’è la funzione per rispondere alle recensioni, ma a me piace metterle a fondo capitolo e quindi farò così forever and ever ù.ù):

Eve_Cla84: Ave, Dear! Lo sai che anche io, quando sono andata all’Acquario di Genova, ho comprato un peluche a forma di delfino? O,o l’ho chiamata Mora ^^ felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, e spero di non averti deluso troppo con questo :D

Lola_Elric: grazie mille per i complimenti, cara :) si, Ed è puccio quando è imbarazzato *W* spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo :D

 AlexJimenez: Caraaaa *.* devo darti ragione, e giuro che non me n’ero accorta: ho dei dilemmi adolescenziali sui pigiami XD spero che questo capitolo ti sia piaciuto :)

Lils_: Daarling :D anch’io voglio l’Edmund-tascabileee *.* dopo tanta attesa spero di non aver deluso le tue aspettative con questo capitolo ^^

 

Ringrazio anche chi ha recensito la mia Le Ciel:

 

AlexJimenez: Cara, sono veramente felice che ti sia piaciuta *.* io il nomignolo “Eddie” non so se mi piace o no.. diciamo che quando guardo “la Strega, il Leone e l’Armadio” strepito: “Eddie! Eddie! Eddie!” mentre quando guardo “Il Principe Caspian” continuo con: “Ed! Ed! Ed! Ed” . sarà che chiamare “Eddie” Edmund mi sembra un po’ riduttivo, quando lo si vede nel secondo film xD

Lils_: eh, darling, anch’io non posso credere di aver scritto una shot su Peter (oddio, ma che ho fattoooo? O.O Ed, perdonamiiiii ç___ç ) in compenso mi fa veramente piacere che ti sia piaciuta :D e sono anche felice di essere la “tua droga (in senso buono, ovviamente XD)” e spero solo di non diventare un anestetico XD

lovely_: Grazie mille dei complimenti, dear :) sono felice che ti sia piaciuta, soprattutto perché sei una fan di Peter. Vuol dire che non sono un caso così disperato e che Peter ha ancora la speranza di non vedersi storpiato ogni qual volta scrivo di lui XD devo dirti che si, in effetti l’idea originale era di fare una shot su Polly, per la P. ma ho cambiato idea, giusto sta mattina. (mi è venuto un’incredibile colpo d’ispirazione e visto che con quella su Polly non avevo idee ho scritto ben volentieri la prossima shot. Non so quando la posto, perché l’ho scritta a mano durante supplenza e non ho la minima voglia di ricopiarla a computer.) In qualsiasi caso entro due giorni dovrei aggiornare ^^) in qualsiasi caso, se vuoi, te la conto come risposta giusta perché avevo detto che avrei scritto su di lei ^^’

ringrazio anche chiunque l’abbia inserita tra i Preferiti/ricordate/seguite.

Thank you all <3

Poooi.. an, si. Non appena finirò “L’Alfabeto di Narnia” – cioè tra un po’, ma neanche così lontano nel tempo, visto che sono già alla P e mancano… circa 9 lettere (togliendo la P) - non ho la minima intenzione di lasciarvi in pace e quindi ho già pronta un’altra raccolta – più o meno comica – che si chiama “P.D.A  (Progettando Disgrazie Altrui)

Per questa mia nuova, splendida (XD) idea ringraziate la mia amica, che quando non ha niente da fare urla: “Giulia! Scrivi immediatamente! “ .

 “le Ciel”, per esempio, è stata creata perché lei voleva che scrivessi qualcosa e mi son detta: scriviamo su Narnia! *w*

Non so perché ve l’ho detto, forse per prepararvi psicologicamente. XD

Detto ciò, mi dileguo e vado a studiare tedesco, prima di prendere un bel 4 nella verifica di domani :D

Adiòs!

_ L a l a

   
 
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