1. Hi, my names Jared Leto.

 

Non dimenticherò mai quel momento sul red Carpet.

L'uomo in giacca e papillon, con un'aria tranquilla e desolata, i lunghi capelli bioni e quei grandissimi occhi azzurri che mi osservavano curiosi, mentre lo fotografavo per la rivista con cui stavo lavorando.

Sentivo sempre gli stessi occhi addosso mente continuavo a lavorare incessantemente. 

Il suo primo album era uscito da qualche mese, e Jared già era un idolo. Insieme al fratello Shannon aveva una band, i Thirty Seconds to Mars, e quello in cui lo conobbi era il giorno del dbutto del loro primo video. 

Dopo una serie d'interviste, entrò lui bella stanza, pronto a rispondere alle mie domande, e fu così che mi invitl per un caffè, lo stesso pomeriggio. Dovetti correre per arrivare puntuale in Central Park, ma lui non c'era. Non avevo neanche un recapito per rintracciarlo, sapevo solo il suo nome, il suo lavoro, e la sua età. Così andai a prendere due caffè e ritornai ad aspettarlo, Arrivò dopo venti minuti, i capelli sfatti e le gote arrossate: aveva corso, per me. 

Sì, sono sempre stata paranoica, da quando c'è lui. 

Come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se mi conoscesse da sempre, mi appoggiò un bacio sul naso, lasciandomi di sale. 

"Scusami il ritardo, Lynn" e mi sorrise.

Da quel momento in poi il tempo si fermò: riuscivo a perdermi nell'abisso delle sue iridi ghiacciate, mentre mi parlava della sua vita; avvertii una fitta al cuore, uno squarcio profondo, un colpo di fulmine. E così successe anche a lui, dal momento che mi prese il viso e mi baciò. In termine di mezzora eravamo nudi sotto le stesse lenzuola, ed io completamente inebriata nel suo profumo.

 

Jared mi ha sempre ricordato la mia amata Tokio, dal primo tocco, al primo assaggio, dal primo scambio d'amore, in quell'hotel di New York.

 

Era dicembre, e lui doveva partire per Los Angeles dalla famiglia, dopo di che lo aspettava il primo tour: era entusiasta, gli occhi brillavano mentre mi raccontava. Ed io pendevo dalle sue labbra.

Passammo due settimane ad amarci, quando dovette partire mi strinse forte a se per tutta la notte. 

"Lynn, non so cosa accadrà, ma ci allontaneremo, forse per sempre. Ti amo."

La sua voce risuona ancora nella mia testa, a distanza di quattro mesi.

Il mio cuore era svuotato, ma in compenso portavo in grembo il suo amore, dallo stesso tempo della sua partenza.

 

Ci sentiamo poco, mi faccio cercare sempre io.

Non so ancora se dirgli che diventerà padre o tenere nascosto tutto a tutti; solo la mia migliore amica sa la realtà.

Non ci penso, cerco di non pensarci e mi faccio sommergere dal lavoro. 

Oggi, ad esempio, è uno di quei giorni in cui Lui mi manca più del solito: ho incisi in testa i suoi due occhi grigi, a tratti fosforescenti, il suo odore e la consistenza di ogni suo singolo capello.

Il tour è finito da cinque giorni e non mi ha ancora chiamata.

 

Sono nel bel mezzo di un photoshoot nel mio studio quando suonano al campanello.

"Signorina Kenshy? Sono Jared.", mi cedono le gambe ma apro.

Mi sorride, e quando fa per abbracciarmi lo blocco e lo faccio accomodare. "Sto lavorando, attendimi qui." e torno sul set, il cuore che scalpita e la voglia di averlo tutto per me.