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Autore: Beliar    01/12/2010    1 recensioni
Dopo anni, ancora.
Slash accennatissimo. Ambientata nel 2010, ispirata a un vero concerto.
È distrutto. Quasi cadesse a pezzi (in quel caso sarebbe meno dolorante).
Autrice: Beesp
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano secoli che tentavo di buttare giù qualcosa su Helena. Che fosse una nuova persona, o la Helena propriamente Helena.
Ispirato a questo video. Helena è LA canzone, per quanto mi riguarda.


(Sing it!) For Helena
[Prompt: #30 – “E se … ?”]



Ancora, dopo tutto quel tempo, Gerard si ostinava.
Frank, dal suo angolino di chitarrista con felpe e maglioni anche quando c’è un caldo incredibile, osserva il tutto. Tra l’esausto e il nervoso.
Osserva come Gerard enfatizzi sempre le stesse note, come Gerard abbia gli occhi lucidi e cosa la sua voce trasmetta.

Gerard e le sue mosse, la sua totale assenza più evidente che mai.
Ha sempre creduto che una parte di Gee, e non poco importante, fosse morta assieme a sua nonna.
Ci sono delle persone, nell’esistenza umana, in grado di modificare completamente qualsiasi aspetto della vita, indipendentemente dal ruolo ufficiale che dovrebbero indossare, dall’etichetta a loro imposta.
Per Gerard sua nonna era stata
la metà. Gli aveva insegnato quali erano le sue passioni e ciò che poi sarebbe diventato, aveva trascorso una gran parte del tempo del bambino che aveva cresciuto assieme a lui.
Affinché gli sforzi della donna fossero ricompensati – forse – lui le dedicò un album dei My Chemical Romance, e tutte le esibizioni di “Helena”.
È distrutto. Quasi cadesse a pezzi (in quel caso sarebbe meno dolorante).
Le iridi da bambino che rispuntano dai recessi più profondi della sua anima per domandare se potrebbe rincontrarsi con lei.
Perché, si chiede allora Frank, non viene esaudito quel desiderio se è così tanto indispensabile? Perché una fottutissima canzone è in grado di far male e i morti non possono uscire dalle loro tombe, almeno una volta all’anno, per lasciarsi spiegare com’è difficile senza di loro e se pure si cammina avanti – un passo indietro al giorno – una parte di sé è costantemente indietro a struggersi.
Ma lui deve cantarla comunque. Con la sua bocca storta e pure ora che ha i capelli rossi.
Lui la canta, indicando il cielo, gettando baci al vento, ringraziando chi ha permesso ai My Chemical Romance di essere dove sono.
Frank osserva, e suona nascondendosi il volto: non ha mai incontrato nessuno che fosse l’esatto opposto di un empatico.
Gerard, sul palco, è la scarica di felicità infelice più potente del mondo. E chiunque, intorno, si sente in dovere di morire assieme a lui.







E se … ?” e se la felicità non fosse altro che una sfumatura agrodolce della depressione?
Spero vi sia piaciuta – e che qualcuno abbia letto.

  
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