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Autore: WhiteSnowflake    02/12/2010    4 recensioni
Benvenute care future lettrici!
Questa è la mia prima storia. E' un racconto in stile televisivo... dovete leggerlo come se steste guardando un telefilm. La storia ruota attorno ad una ragazza, Dawn, che dalla vita ha tutto ma che è profondamente infelice per la solitudine che prova. Sarà proprio questa solitudine a darle la forza di credere in se stessa e di imparare a cavarsela da sola. In questa storia il suo passato doloroso a Los Angeles e il suo futuro torbido nella scintillante Las Vegas, la città del peccato, si fonderanno completamente, creando le premesse per la crescita interiore della nostra protagonista.
In mezzo a tante avventure, tanta solitudine e tanta forza, Dawn troverà mai spazio per l'amore?
"Ai posteri l'ardua sentenza".
Buona lettura!
Dedico questo mio primo tentativo alle mie grandi amiche Olivia (mia musa ispiratrice per la scrittura, la mitica Liven che già ben conoscete), Ambra e Sofia, le mie più grandi compagne di avventure, e la grande Megghie. Las Vegas sarà in particolare un ricordo condiviso con loro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I

Capitolo I


Che domenica mattina sarebbe senza un brunch a villa Danphort, sulle assolate colline di Bel Air?
Eleganti rampolli in giacca e cravatta e dame dell’alta società losangelina non aspettavano altro che un’occasione del genere per mettere in mostra le ultime creazioni di Versace e Stella McCartney, le nuovissime Jimmy Choo e le edizioni limitate delle borse di Chanel, per ritrovarsi a spettegolare e per scroccare un pranzo come si deve con i manicaretti che Charles Danphort faceva cucinare apposta per l’occasione da uno chef fatto venire dalla lontana Parigi.
Quella mattina, nessuno sarebbe mancato: non era un brunch qualunque, ma il brunch. Lo organizzava il padre di Wyatt per l’anniversario di nozze con la quarta moglie, Meredith, un’arrampicatrice sociale di ben poco gusto. Forse definirla una puttana d’alto bordo sarebbe più adeguato. Erano invitati tutti i membri dell’alta società a quel falso cerimoniale fatto di specchi e trionfi di caviale e champagne, compresi gli amici del figlio, la vera anima della festa.

“Dawn, aspettami!” urlò una bellissima ragazza appena scesa da una limousine nera, accompagnando il grido con il forte tacchettìo dell’ultimo modello di Loboutin in vernice rossa. “Finalmente sei tornata dalle vacanze!” le gettò le braccia al collo.
“Che bello vederti! Come stai? Ne sono successe di cose in questi tre mesi, eh? Ne ho sentite anche in Europa…” le rispose Dawn guardando nella sua pochette alla disperata ricerca del botticino mignon di Chanel n°5 che immancabilmente portava con sé. “Davvero ti sei lasciata con Graham?” le chiese tra il dispiaciuto e il per niente sorpreso.
“Sì, non ne voglio più sapere di lui” rispose non credendoci minimamente, anche perché sarebbe stato più corretto dire che forse lui non ne avrebbe più voluto sapere niente di lei.
“Su, non dire così”
“Oh guarda, Dawn! L’arrampicatrice ci sta chiamando dentro, siamo in ritardo!” disse cogliendo al volo l’occasione per sviare il discorso dalla sua rottura con Graham.
Dawn Von Thyssen era la ragazza più ambita di tutta la L.A. “per bene”: attrice esordiente, bellissima, sempre impeccabile agli occhi dell’alta società, con le giuste amicizie, ma, soprattutto, con un fondo fiduciario grande quanto quello di tutti i ragazzi presenti nella sala da ballo di villa Danphort quel giorno, fatta eccezione per Wyatt, ovviamente. Dopo tre mesi di viaggio in giro per la vecchia Europa, tra lo charme francese, la mondanità londinese e la cucina italiana, era finalmente rientrata in California, e faceva qui il suo debutto ufficiale in società da maggiorenne a tutti gli effetti (aveva compiuto ventun’anni durante il soggiorno nella splendida Londra). Fece il suo ingresso trionfale nella sala con un meraviglioso miniabito in seta grigio firmato Armani, probabilmente acquistato durante la visita nella modaiola Milano, accanto alla sua migliore amica, Cassandra Parker Phillips, e tutti, ma proprio tutti, si voltarono a guardarle. Anche Cassandra era una promettente rampolla dell’alta società: anch’essa attrice (lei e Dawn si erano conosciute sul set di uno spot pubblicitario quando erano piccole), figlia di un magnate del petrolio sempre fuori città e di un’arredatrice d’interni a tempo perso, studentessa in legge alla UCLA con ottimi voti e fidanzata del figlio dell’ambasciatore inglese nel Golden State. Le due ragazze erano davvero una coppia esplosiva… che rischiava di far saltare in aria tutta Bel Air, così mondana ma, paradossalmente, così tanto più tranquilla della caotica L.A.
“Dawn cara, che piacere rivederti!” le disse il padre di Wyatt venendole incontro. “E’ stato piacevole il tuo soggiorno europeo? Wyatt ti ha detto che abbiamo acquistato degli alberghi in Europa?” Charles Danphort era il socio in affari del padre di Cassandra nell’industria petrolchimica. Erano riusciti dal nulla a mettere su un impero multimiliardario. Ora sembrava essersi interessato anche ad altri ambiti del mondo degli affari.
“No, non ho ancora avuto modo di parlargli” rispose Dawn educatamente.
“E tu, Cassandra, come stai? Avremo l’onore di ricevere tuo padre oggi per i festeggiamenti?” le chiese voltandosi verso di lei.
“Non credo: è alle Maldive o da qualche parte laggiù a prendere il sole e a ubriacarsi di margaritas” rispose distrattamente quasi come se neanche si fosse accorta che le stesse parlando.
“E’ un vero peccato. Porgigli i miei più cari saluti e digli che si è perso una gran bella festa” e si allontanò dalle ragazze.
Nel frattempo, mentre si addentravano sempre di più nella grande sala del ricevimento, venne verso di loro anche Wyatt, immancabilmente impeccabile nel suo completo bianco: “Che piacere rivederti, Dawn” Disse con voce lasciva che lasciava trasparire quanto poco interesse provasse per la cosa. “Spero che questa volta avremo l’onore di vedere la nuova te…” lasciò in sospeso la frase e le sussurrò all’orecchio “ …So tutto dell’Europa…” Come riusciva a mettere a disagio le persone Wyatt Danphort, non ci riusciva proprio nessun altro. Era il ragazzo più falso e viziato che Los Angeles avesse mai visto. Era stato ammesso alla USC solo grazie alle conoscenze del padre, e aveva deciso poi di abbandonare gli studi per iniziare ad amministrare una parte dell’azienda di famiglia. Certo una cosa era da dire: era davvero un ragazzo bellissimo, forse era anche per questo che gli veniva perdonato tutto… nessuno riusciva mai a dirgli di no.
“Che bello rivedere anche te, Wyatt” rispose Dawn con non poco sarcasmo, e si allontanò per cercare Cassandra che nel frattempo si era appartata in un angolo con Graham, e non a parlare.
“Davvero di buon gusto ragazzi” fece loro notare. “Almeno andate in una camera, e non fate finta per piacere di esservi lasciati per l’ennesima volta, perché non ci crede nessuno” non era da Dawn fare un commento del genere, e Cassandra ci rimase molto male. “Vieni, andiamo a prendere qualcosa da bere, sto morendo di sete” e la trascinò via per un braccio.
Nella strada verso l’open bar, Dawn non riuscì a resistere dal rimproverare con cattiveria l’amica: “Sono stata zitta perché non volevo mettere le carte in tavola in questa occasione, ma mi strappi proprio le parole di bocca. Senti, almeno non prendermi in giro. Almeno non prenderlo in giro, per piacere. So benissimo anch’io perché vi siete lasciati: credi che le voci non arrivino in Europa? O quanto meno, dopo quello che hai fatto, credi che la voce non sarebbe arrivata a me?” le chiese retoricamente alzando sempre di più la voce.
“Non è come credi, sul serio Dawn!” cercò di difendersi.
“Oh smettila! È mio fratello, credi davvero che non lo sarei venuta a sapere?” altra domanda retorica. “Con mio fratello? Con tutti i ragazzi che ci sono, proprio con mio fratello? Lo sai che Maximillian è il migliore amico di Graham! E sapevi anche che Graham, buono com’è, ti avrebbe perdonata! Tu ora sei tornata alla tua bella vita come se niente fosse, ma Maximillian… beh, adesso è in Europa anche lui, aveva bisogno di andarsene un po’ da qui” la risposta di Cassandra non tardò ad arrivare. Era distinta ed elegante, ma sapeva tirare fuori gli artigli all’occorrenza.
“Proprio tu, Dawn Von Thyssen, la ragazza più chiacchierata di mezzo mondo, che ha fatto tutto tranne che la santa negli ultimi tre mesi, mi viene a rimproverare? Pensi davvero che non si sarebbe venuto a sapere? Sai quanto ho dovuto faticare per insabbiare tutto? Ringrazia il cielo che sono la ragazza del figlio dell’ambasciatore Lloyd Matthews, e, invece di biasimarmi, ringrazia che sono tua amica e che Graham mi abbia perdonata, altrimenti a quest’ora non saresti qui!” iniziò a gridare in mezzo alla folla. Wyatt, che aveva ascoltato tutto da dietro il bancone del bar mentre si preparava uno bicchiere di Scotch, fece segno alle ragazze di avvicinarsi, e loro, a malavoglia, lo ascoltarono.
“Noi quattro sappiamo tutto di quello che è successo. Intendo io, te, Graham ovviamente, e la piccola principessa qui” fece un cenno col capo verso Cassandra. “Ma cosa ti è saltato in mente? Io almeno lo faccio senza farmi scoprire” si vantò come se ce ne fosse motivo. “A proposito, cara la mia nuova Dawn… mi piace come sei diventata. Quest’aria da ragazza maledetta ti rende molto più sexy. Fammi sapere se vuoi divertirti, sarei un’ottima compagnia” e se ne andò portando con sé lo Scotch in una mano e il braccio di una cameriera nell’altra.
Anche Graham le aveva raggiunte, e non evitò certo di rendersi partecipe al discorso, dato che lo interessava direttamente. “Dawn, cosa cazzo ti è venuto in mente? Ti rendi conto che se si dovesse venire a sapere mio padre perderebbe la carica?” Era furioso, ma la sua voce lasciava trapelare non poca preoccupazione… per il padre e per lei.
“Io…” Dawn Von Thyssen non era in grado di chiedere scusa a nessuno, e tanto meno di ringraziare, figurarsi di dover dare giustificazioni. Non disse nient’altro, fece un cenno col capo per salutare e se ne andò dalla festa, lasciando Graham e Cassandra ai loro peggiori timori.

E se si fosse scoperto? L’ambasciatore Lloyd Matthews avrebbe perso il lavoro, Graham il fondo fiduciario, e Cassandra sarebbe stata complice di un’azione internazionale illegale. Cosa sarebbe capitato a Wyatt? A Wyatt Danphort, l’unico ragazzo quanto a denaro e potere che potesse tenere testa alla bella Von Thyssen, non sarebbe potuto succedere proprio nulla: avrebbe sicuramente pagato perché il suo nome non venisse mai fuori.


Nota personale:
spero vi sia piaciuto questo primo assaggio!!!
Molte di voi avranno notato somiglianze probabilmente con Gossip Girl, la serie televisiva scritta da Josh Schwartz sulla base dei romanzi di Cecily von Ziegesar... effettivamente all'inizio può sembrare. Il mio adorato Wyatt ricalca infatti molto Chuck Bass, lo ammetto. Ne sono innamorata e ho cercato di personalizzarlo il più che sono riuscita, ma devo ammettere che si somigliano molto. I personaggi in generale comunque, per quanto possano sembrare simili, hanno background, relazioni e personalità completamente differenti da quelli del telefilm. Pazientate ancora un po', presto mi capirete meglio!
Alla prossima! :)
   
 
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