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Autore: valecullen_thedevil93    02/12/2010    5 recensioni
Angel e Devil sono in guerra da 5 secoli. Nessuno sa da cosa abbia avuto origine la guerra, Raf sa solo che troppi elementi non tornano,a cominciare dal fatto che i devil stanno per essere sconfitti nonostante siano piu' abili degli angel. E quando lei e la sua amica Uriè decideranno di indagare, faranno un incontro che cambiera' il loro modo di vedere le cose... da quell'incontro Raf e Sulfus usciranno incredibilmente legati, tanto che, molti anni più tardi, quando la verità verrà svelata, quando arriverà il momento per la nostra protagonista di prendere una decisione, non avrà dubbi, nonostante tutto, su chi scegliere. In un mondo dove non esistono i terreni e il VETO e dove niente è ciò che sembra, una angel e un devil troveranno la forza di spezzare il giro di violenze che stanno piegando i loro popoli, creando un sentimento puro e incondizionato; un potente amore tra due persone diverse e al contempo uguali. Potrà il loro amore porre fine a una guerra che dura da secoli?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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SAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAALVE!!! COME PROMESSO, ECCO A VOI IL TITOLO DELLA MIA NUOVISSIMA STORIA!!! VI AVVERTO IL PROLOGO PARTE DAL CENTRO DELLA STORIA... NELLA PRIMA PARTE DESCRIVERO' I MOMENTI CHE PORTERANNO A QUELLA SITUAZIONE, NELLA SECONDA LE SUE CONSEGUENZE... IL PROLOGO E' MOLTO TRISTE MA RICORDATE CHE NIENTE E' COME SEMBRA ^^ A VOI IL PRIMO CHAPPY E PER FAVORE DITEMI CHE NE PENSATE!!!

Prologo:
Le lacrime scorrevano prepotenti lungo le mie guance. Cercavo di trattenere i singhiozzi che mi perforavano il petto ma, per quanto mi sforzassi, non ci riuscivo. Stavo per perdere una delle persone più importanti della mia vita e non avevo potuto fare niente per impedirlo. Ero troppo debole perfino per riuscire ad alzarmi dal letto, figurarsi balzare in piedi e combattere per difenderla.
Sul mio petto intanto, un piccolo frugoletto si dimenava piangendo, cercando di attirare la mia attenzione. Abbassai lo sguardo, con una mano gli accarezzai dolcemente i capelli biondi come i miei e me lo attaccai al seno. Sapevo che, appena venuti al mondo, i neonati reclamavano la loro prima poppata. Si attaccò con voracità e iniziò a succhiare.
Sospirai e voltai di nuovo la testa verso la porta della mia camera, aspettando la notizia che mi avrebbe distrutto la vita. Speravo con tutto me stessa che qualcuno avesse pietà di lei e me la riportasse. Dopotutto era solo una neonata; la sua unica colpa era quella di essere diversa, anche se io avrei detto speciale. Era mia figlia, e la consapevolezza che non l’avrei rivista mai più mi lacerava l’anima. Avevo avuto a malapena il tempo di tenerla in braccio, poi me l’avevano portata via per ucciderla. Ucciderla! Una parola che mi scatenava fitte insopportabili al cuore. Come potevano essere così crudeli? Come potevano anche solo concepire di separare una madre da sua figlia per sempre? Quello che stavano commettendo era un atto di crudeltà gratuita, che non avrebbe avuto ragione di esistere.
Ero riuscita a salvare il suo fratellino perché nessuno mi aveva mai visitata e si era accorto che aspettavo due gemelli. Dopo che tutti erano usciti, portandosi via la mia bambina, ero riuscita a partorire il secondo piccolo senza urlare, così nessuno si era accorto di niente. Se fossi riuscita a non far notare la sua presenza, almeno lui avrei potuto proteggerlo dalla follia che ormai aveva contagiato gli angel. Uriè, la mia migliore amica, mi aveva aiutata, perché era l’unica che sapeva come stavano veramente le cose.
All’improvviso sentii delle grida di giubilio e mi pietrificai. Le lacrime presero a scorrere più veloci di prima e il dolore stava diventando insopportabile.
Dopo un po’ Uriè entrò di corsa in camera, spaventatissima, «presto Raf, copri il piccolo con la coperta, sta arrivando tuo padre! E speriamo che non scoppi a piangere», mi disse.
Io mi affrettai a obbedire; posai il piccolo sul lato che non si vedeva entrando dalla porta e mi ricoprii fino alle ascelle con lenzuolo e coperta, in modo che non si vedessero rigonfiamenti.
Uriè si sedette al mio fianco, rivolta verso la porta, e mi prese la mano; vedevo anche nei suoi occhi il dolore che la decisione presa dai miei genitori le dava.
Mio padre entrò all’improvviso in stanza con sguardo gelido. Sapevo che mi odiava per quello che avevo fatto, ed era un miracolo che non mi avesse uccisa non appena aveva scoperto la verità. Io tremai di fronte ai suoi occhi, «l’abominio è stato eliminato. Spero che questo ti serva da lezione e che ti faccia imparare dai tuoi errori», mi disse gelandomi, incurante delle lacrime che sempre più copiose scendevano dai miei occhi.
Se ne andò senza dire altro, richiudendo la porta. E io urlai; urlai come non avevo mai fatto in vita mia, riversando in quelle urla tutta la rabbia e il dolore immenso che sentivo in quel momento. Il piccolo ricominciò a piangere, così lo presi in braccio e lo strinsi a me piangendo a dirotto e singhiozzando senza freni. Uriè, in lacrime come me, mi avvolse in un abbraccio protettivo, facendomi capire che non ero l’unica che soffriva in quel momento. Tenni stretto a me il mio bambino, promettendo a me stessa che avrei fatto di tutto per proteggerlo; la consapevolezza che mia figlia era morta, strappata a me da esseri immondi, e che non l’avrei rivista mai più, si faceva strada in me e mi corrodeva l’anima.

SPERO CHE QUESTA STORIA VI INTRIGHI PERCHE' IO MI STO DIVERTENDO MOLTISSIMO A SCRIVERE IL PRIMO CHAPPY ^^ ALLA PROSSIMA^^
   
 
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