Anime & Manga > Death Note
Ricorda la storia  |      
Autore: beat    02/12/2010    3 recensioni
Sapeva bene di non poter fare molto da solo. Lo sapeva bene.
Ma se a sostenerlo c'erano i suoi compagni, allora era certo di riuscire a battere anche il più scaltro assassino del mondo.

{Seconda classificata al terzo e conclusivo girone del Tears Arena Contest, indetto da Red Diablo}
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Near
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

******************************************************************************************

Autore: beat
Titolo: Dust
Genere: Generale, Introspettivo, Drammatico
Rating: Verde
Personaggi: Near (fisicamente presente); Elle, Mello, Matt (ricordati)
Uso beta reading: No
Immagine scelta: Death Note n°3
Avvertimenti: AU, One-shot
Introduzione: Sapeva bene di non poter fare molto da solo. Lo sapeva bene.
Ma se a sostenerlo c'erano i suoi compagni, allora era certo di riuscire a battere anche il più scaltro assassino del mondo.
Note dell'Autore: La storia potrebbe essere benissimo ambientata nell'arco temporale dell'opera originale, ma vista l'immagine che mi è capitata ho preferito optare per una AU. Tuttavia, poiché che le AU non sono il mio forte (preferisco sempre mantenere l'impostazione originale che gli autori dei manga creano) ho cercato di mantenere quanto più possibile l'aderenza con Death Note per quanto riguarda la dinamica degli eventi narrati.
Ho scelto una AU perché l'abbigliamento dei ragazzi nell'immagine era molto caratteristico e mi ha suggerito un'ambientazione che poteva essere quella di una Chicago degli anni '30. Che però non è nominata, né la città né la data. Ho cercato tuttavia di costruire l'ambientazione più che altro con i dettagli: le automobili che hanno ancora il motore a scoppio, il fatto che in ufficio hanno gli schedari e non i computer, o Matt che – per forza di cose – non può avere i videogame e quindi si limita a giocare in continuazione con una moneta.
I quattro ragazzi lavorano assieme in un'agenzia investigativa, e stanno ovviamente indagando sul caso Kira (qui chiamato “Killer” visto in contesto americano e per l'ovvio fatto che Kira è la traslitterazione giapponese di killer).
La mia storia prende l'avvio dalle battute finali del caso.

******************************************************************************************

Dust


Photobucket



L'ufficio era terribilmente silenzioso.
I telefoni non squillavano più, e non c'era nessuno a scrivere appunti frettolosi sui block notes.
Non c'era più nessuno ad aprire di continuo gli schedari, imprecando con quello in basso a sinistra, a cui occorreva assestare un bel calcio per farlo chiudere a dovere.
Non c'era più nessuno.
L'ufficio era talmente silenzioso da soffocare perfino il rumore della città fuori dalle finestre. Due piani più in basso, per le strade, la vita era frenetica come sempre. I motori delle vetture scoppiettavano con allegro baccano e le chiacchiere da strada si levavano fino a quell'ufficio spogliato di tutti i suoi abituali occupanti. Si sentiva perfino l'acuta voce dello strillone del quartiere, che reclamizzava i titoli del giornale che stava vendendo.
La vita continuava con il suo ritmo instancabile.
Ma dentro quell'ufficio il tempo sembrava essersi fermato. L'aria, ferma e un poco stantia, avvolgeva quelle quattro scrivanie vuote e silenziose. C'era persino un leggero strato di polvere, sebbene la donna delle pulizie fosse passata non più di un'ora prima.
Le pareti, tappezzate di articoli di giornale incorniciati, sembravano più grigie del solito. Quegli stessi pezzi di quotidiani erano come improvvisamente ingialliti.
Near era seduto alla sua scrivania, quella posta nell'angolo più lontano dalle finestre. Vedeva tutto l'ufficio da lì. Non osava alzarsi per avvicinarsi alle altre scrivanie.
Si passò distrattamente una mano tra i capelli, artigliò una ciocca candida e prese ad arrotolarsela attorno alle dita nervose. Aveva piegato le gambe al petto, in un naturale istinto di protezione. L'ufficio era così desolatamente vuoto da apparire ben più grande di quanto in realtà non fosse. E vacuo, totalmente privo di vita.
Erano stati in quattro a dividere quell'ufficio. Per anni avevano convissuto, una convivenza forzata, troppo spesso fragile e intricata. Ma, nonostante tutto, erano sempre rimasti assieme, avviluppati uno all'altro da stima reciproca, rivalità malcelata e un'indomita ammirazione per il loro leader.
Near lasciò che lo sguardo scivolasse lungo la scrivania centrale, che campeggiava in mezzo alla stanza, proprio davanti alla grande finestra dalle tende perennemente tirate. Vi regnava il caos sopra, appunti e fogli sparsi in totale disordine per tutta la superficie del mobile. Come fermacarte, qualche zuccheriera e una scatola di biscotti.
Se chiudeva gli occhi, Near poteva ancora sentire il sommesso rumore metallico di un cucchiaino che batteva ritmicamente contro una tazza, nell'atto apparentemente distratto di mescolare del caffè bollente. Addirittura poteva sentire più che chiaramente lo scricchiolio sommesso della sedia che dondolava, avanti e indietro, in magistrale equilibrio sulle sole gambe posteriori. Poteva quasi sentire perfino gli ingranaggi di quel cervello portentoso girare senza sosta.
Near, a occhi chiusi, per un attimo si perse in quel dolce rimembrare.
Ma quando risollevò le palpebre ogni rumore svanì nel vuoto. Non sentiva più nulla, se non la vita al di fuori di quella stanza e il battito lento del cuore nel suo petto.
Quella stanza era irrimediabilmente vuota e silenziosa.
Non avrebbe più sentito gli schiocchi secchi di una tavoletta di cioccolato spezzata con i denti. Non avrebbe più sentito il fermo tintinnare di una moneta lanciata in aria e ripresa al volo con magistrale destrezza.
Non avrebbe sentito più nulla di tutto questo, perché loro erano morti e non sarebbe mai potuti tornare.
Quel Killer, l'efferato criminale che da troppo tempo infestava le prime pagine di tutti i quotidiani della città, era riuscito a mettere nel sacco tutti loro.
Matt.
Mello.
Perfino il geniale Elle.
Uno dopo l'altro era riuscito a sopprimere tutti quelli che erano avevano deciso di dargli strenuamente la caccia.
E lui era rimasto senza nessuno, in un ufficio troppo grande per poterlo riempire da solo.
Rimase seduto ancora a lungo, meditando quietamente.
Alla fine si alzò. Lentamente si rimise in piedi, le gambe perfettamente distese come non gli capitava da tempo. Era riflessivo, lui, preferiva adoperare il cervello piuttosto che i muscoli. Lasciava le faccende pratiche a chi era più capace e volenteroso di lui. Non erano rare le volte in cui lui ed Elle rimanevano in ufficio mentre Matt e Mello erano in giro per la città, a investigare sul campo, totalmente a loro agio nel girare per i vicoli meno raccomandabili della città o nell'avere una quarantacinque nella fondina sotto la giacca.
Near si concesse un mezzo sorriso nel ricordare l'energica sventatezza dei due ragazzi.
Ma in quel momento non poteva permettersi il lusso di stare seduto a pensare. Aveva avuto fin troppo tempo per farlo. Ora era il momento di agire. Anche se era rimasto solo lui di quella rinomata agenzia investigativa, non era una buona motivazione per interrompere il suo lavoro.
Prese la giacca nera dall'appendiabiti e la indossò, stirando le invisibili pieghe della stoffa. Fece lo stesso anche con il cappello, calcandoselo poi ben bene in testa, in modo da celare quanto più possibili i capelli nivei. Si avviò, a passo lento, verso la porta.
Ma quando afferrò la maniglia si bloccò un attimo.
Un infinitesimale attimo in cui fu tentato di voltarsi indietro.
Ma resistette a quell'impulso, anche se il corpo non ne voleva sapere di avanzare.
Sapeva bene che cosa avrebbe visto una volta giratosi: una stanza vuota.
E non era questo quello che Near voleva vedere.
 Piuttosto che stare a rimirare all'infinito il nulla che si lasciava dietro, preferiva chiudere un attimo gli occhi e immaginare con tutte le sue forze cosa davvero c'era alle sue spalle.
Tre ragazzi che in un modo o nell'altro lo avevano sempre affiancato, e che anche in quel momento erano alle sue spalle a sostenerlo.
Immaginò di sentire il tintinnio sommesso del rosario al polso di Mello, mentre il ragazzo si sistemava il cappello per mettersi in una delle sue vanesie pose da gangster mancato.
Immaginò di vedere il suo riflesso negli occhiali scuri di Matt, mentre con un sorriso schietto si allentava il nodo della cravatta, perennemente sfatto.
Immaginò Elle, svagato come suo solito, un sorriso indecifrabile e gli occhi persi in qualcosa che solo lui poteva vedere. Che fosse un'intuizione su di un intricato caso o l'apprezzamento per il nuovo dolce che la pasticceria dirimpetto aveva messo in vetrina, a loro non era concesso saperlo.
Li vide tutti, mezzo passo dietro di lui.
Poteva sentire i loro spiriti aleggiare vigorosi alle sue spalle.
Near passò le dita sulla tesa del cappello.
Sapeva bene di non poter fare molto da solo. Lo sapeva bene.
Ma se a sostenerlo c'erano i suoi compagni, allora era certo di riuscire a battere anche il più scaltro assassino del mondo.
Sorrise Near.
Un sorriso appena accennato, strabiliante nella sua ingenua fermezza. Un sorriso che di solito spiazzava chiunque.
Sorrise perché non era solo e non avrebbe permesso a Killer di sconfiggere i quattro più grandi detective esistenti. Per nulla al mondo poteva permettere una tale eresia.
Sorrise Near, e uscì dall'ufficio.
Si richiuse la porta alle spalle, celando in quel sacro silenzio i ricordi di tanti anni passati assieme.






******************************************************************************************

Angolo dell'Autrice:

Questa storia si è classificata seconda al terzo e conclusivo girone del Tears Arena Contest
 indetto da Red Diablo.
Dopo più di un anno il contest è finalmente finito, e io sono molto orgogliosa del secondo posto, dietro alla Rota e per soli 0,2 punti! XD

Comnque sia, sono molto davvero soddisfatta di questa storia. Io e le AU non andiamo d'accordo. Io e Near non andiamo per niente d'accordo! Quindi è stata una vera soddisfazione ricevere un giudizio così positivo per questa storia! =D eheheh!


Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche.

Grazie a chi vorrà recensire e a quanti leggeranno e basta!

Beat


   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: beat