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Autore: Sashy    02/12/2010    4 recensioni
Lo stritolò una strana sensazione allo stomaco. Perché cazzo l’Homo era così felice e lui no?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia prima fic Kurtofsky. Ho provato a rispettare il carattere del personaggio di Dave il più possibile. Spero vi piaccia °w°
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Why so Happy?

Non c’era bisogno che me lo ricordassi, Puckerman –pensò–, lo so benissimo.
Lo sapeva benissimo che Kurt se n’era andato per colpa sua, che ha cambiato scuola pagando un sacco di soldi pur di non affrontarlo. E ora se n’era andato alla Dalton, a cinguettare col suo nuovo ragazzo.
Lo stritolò una strana sensazione allo stomaco. Perché cazzo l’Homo era così felice e lui no?

Si rese conto della sua attrazione per Kurt poco dopo che lui entrò nella squadra da football. Era un periodo molto calmo per fatina, perché li aveva fatti vincere –a passi di danza, facendo passare tutti per una fottuta squadra gay danzante, ma li aveva fatti vincere–.
Diventò sempre più difficile nascondere l’attrazione, non solo agli altri, ma anche a se stesso. Insomma, che cazzo! Attratto da un finocchio! Che cazzo gli prendeva?
È solo un periodo –pensava– mi ha contagiato con i passi di All The Single Ladies, ma passerà. Guarirò.
Ma i giorni passavano, fino a diventare settimane, mesi, e la cotta, quella no che non passava. Iniziò a provare invidia. Invidia perché quel finocchio si vestiva da strano, si atteggiava, si esprimeva con estrema forza e facilità; lui invece doveva stare attento ogni secondo a non sembrare gay con i suoi compagni, a fare l’idiota, a fingere di voler prendere a cazzotti il Glee e lui –e a volte lo ha dovuto davvero picchiare– , a non essere minimamente interessato a chiedergli che rapporto avesse con Finn, a inventare scuse per restare nello spogliatoio a vederlo farsi la doccia –se la faceva sempre dopo gli altri, perché altrimenti lo insultavano pesantemente–.
Così iniziò a voler essere –e ad essere– violento. Gli fece passare i quarti d’ora più brutti della sua vita, spingendolo, facendogli cadere i libri, e rispondendo sempre male ad ogni sua parola di difesa. Non era giusto che Kurt fosse se stesso e lui no.
Dopo averlo baciato capì che non gli sarebbe passata. Poi conobbe quel tipo della Dalton, e iniziò a capire la gelosia, ma quello fu l’ultimo dei suoi problemi –Non poteva fare coming out, non poteva essere scoperto, e quei due gli stavano parlando a scuola–.
Sentì un bisogno fisico di stare addosso a Kurt, di torturarlo, di minacciarlo, pur di attirare la sua attenzione senza passare per infatuato.
Ma finì con l’espulsione. Perché? Perché Kurt era, è, forte. Aveva paura, ma, come ogni episodio che gli era capitato, alla fine fece quel che voleva per restare così com’era. A lui andava sempre tutto bene, poteva fare quel che amava sopportando ogni difficoltà, vincendo, sempre.
Appena seppe che si era salvato dall’espulsione, il primo impulso che ebbe fu quello di andare da lui e picchiarlo a sangue. Magari così gli avrebbe detto come faceva ad essere sempre se stesso, a non fregarsene degli altri. Ma Kurt non l’avrebbe più visto, né lui, né la sua furia. Si era trasferito.

“Io dico di dargli una punizione esemplare.”
“E io dico che hai ragione.”

E fu così che rinchiusero Puck nel bagno. Avevano fatto bene.
Puckerman era cambiato, anche lui faceva quello che voleva fregandosene della reputazione.
Rovesciò il gabinetto con più vigore quando si ricordò che Puck cercava nuovi componenti del Glee perché Kurt se n’era andato. Pensandoci, lui non se la cavava male a cantare…no, ecco che forze maggiori glielo impedirono di nuovo.
Invece, Kurt, Kurt Hummel, pur di fare quello che amava di più, ha lottato contro di lui e contro di tutti, era arrivato a soluzioni estreme. Però ora starà contando felice, magari davanti agli studenti dell’altra scuola, applaudito.
Lo stritolò una strana sensazione allo stomaco. Perché cazzo l’Homo era così felice e lui no?
  
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