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Autore: OttoNoveTre    02/12/2010    5 recensioni
[CHANGELING]
Si narra di una bambina, a dire il vero un pochino capricciosa, e della sua mamma che una sera le mise davanti un piatto di minestrone.
Il caso volle che la bimba, quella sera, non avesse alcuna intenzione di mangiarla, quella roba.
Avrebbe preferito (e che c'è di male?) pasticcio di carne, gelatina di ciliegie, crostini al burro e una torta al cioccolato con la glassa e i fiorellini di zucchero.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si narra di una bambina, a dire il vero un pochino capricciosa, e della sua mamma che una sera le mise davanti un piatto di minestrone.

Il caso volle che la bimba, quella sera, non avesse alcuna intenzione di mangiarla, quella roba.

Avrebbe preferito  (e che c’è di male?) pasticcio di carne, gelatina di ciliegie, crostini al burro e una torta al cioccolato con la glassa e i fiorellini di zucchero.

Così intervenne il babbo, perché i bravi bambini devono mangiare tutto quello che hanno davanti.

Nulla, la bambina è decisa: carne, gelatina, crostini e torta.

Come può finire una storia del genere, se non con un po’ di lacrime e bisticci e una sera chiusi in camera col pancino che brontola?

Ahimè, invece non tutto è così semplice.

 

Mirta, questo il nome della bambina, finì in effetti a letto senza cena, e si stava già infilando sotto le coperte, molto contenta che anche il suo coniglio, Gustavo, sentisse i morsi della fame proprio come lei.

Stava per addormentarsi, quando…

Tic-tic-tic-tic-tic-tic

Qualcosa batteva sul vetro della sua finestra.

Scostò la tenda, e dietro il vetro vide uno scoiattolino in livrea da cameriere. Girò in un lampo la maniglia, lo scoiattolo balzò sul pavimento e le fece un inchino.

- Madamigella Mirta, il signor Pancione mi manda a dirti che la cena è servita. Se vuoi seguirmi…-

E chi se lo fa ripetere?

Mirta si tirò su la camicina da notte e saltò giù dalla finestra dritta sull’erbetta tagliata di fresco, che le solleticò i piedi nudi.

Non le parve strano che, nel salto, la camicina le si fosse aperta a palloncino, così che planò dolcemente dalla camera al primo piano.

Corse con lo scoiattolo dentro il bosco, molto ma molto più in là di quando cercava funghi o foglie colorate.

Ad un tratto, lo scoiattolo si fermò di fronte ad un cespuglio.

- Attenta ai rametti nei capelli, chinati bene a gattoni e segui le Baccaramelle.-

Mirta si infilò sotto il cespuglio, tenendo Gustavo ben stretto. Il cunicolo verdolino, all’inizio poco più di un buco, si fece più spazioso. Le foglie non erano più verdi, ma arancione acceso, e cominciarono a spuntare qua e là bacche di tutti i colori, con la forma di piccole frecce e l’odore delle gelatine alla frutta.

- Più in là!-

- Vedi dove il sentiero si fa largo?-

- Occhio ai Vermotti Viscidotti!-

- Perché non provi a mangiarci? Siamo buonissime!-

Mirta prese timidamente una bacca: gelatina al lampone!

- Noi rosse siamo alla ciliegia, se vuoi.-

- Non ascoltarle, noi gialle al limone siamo molto meglio.-

Nel frattempo il sentiero si era fatto tanto alto da riuscire a stare in piedi. La bambina, con una manciata di Baccaramelle in una mano e il coniglio nell’altra,  arrivò sulla soglia di un vecchio cottage inglese.

Dalla serratura poteva già sentire un profumo buonissimo.

Bussò, e ad aprirle furono 10 scoiattoli in livrea.

- Madamigella Mirta è arrivata! Spalmate il burro, sformate il pasticcio! Più glassa sulla torta e succo di mela nel calice!-

La portarono in sala da pranzo, dove una tavola più alta di lei l’aspettava ricolma di ogni ben di Dio.

Gli scoiattoli le prepararono una sedia altissima, e di nuovo non si stupì quando con un saltello leggero riuscì ad appoggiare i piedi scalzi sul cuscino rosso.

Si accomodò, davanti ai suoi occhi il paradiso: scoiattoli stavano spalmando il burro più burroso del mondo su crostini di pare dorati alla perfezione. Altri scoiattoli le misero nel piatto una fetta gigante di pasticcio di carne. Al centro del tavolo, una torre di gelatina alla ciliegia alta almeno quanto lei tremolava in modo buffo. Appena davanti, una torta di cioccolato a cinque piani, ricoperta di glassa bianca, al latte e fondente, e decorata con gigli di zucchero.

- Mangia, tesoro, è tutto per te.-

Al lato opposto della stanza ancora più alto della torre di gelatina e ancora più largo del tavolone imbandito, c’era un vecchio signore che stava sgranocchiando una coscia di mucca come se fosse un’aletta di pollo. Anche la sua voce pareva…grossa, come se rimbombasse non solo nella stanza, ma anche nella sua testa.

- Posso davvero, signor Pancione?-

Il suo ospite aveva finito la coscia, ed ora si stava dedicando a mangiare budino con un mestolo da polenta.

- Tutto ciò che vuoi.-

Senza farsi pregare ancora, Mirta prese una forchettata del pasticcio, che le si sciolse in bocca. Sentiva che non sarebbe mai stata sazia dei crostini al burro; davanti al bicchiere colmo di gelatina di ciliegie giurò che non ne aveva mai assaggiata di così dolce; e dopo la terza fetta di torta al cioccolato non si era ancora stancata di vedere come i gigli si sciogliessero poco a poco, appassendo sulla punta della lingua.

- Ti è piaciuto tutto?-

- Molto, moltissimo, signor Pancione!-

- Bene. Anche a Gustavo è piaciuta la cena?-

Mirta lo rassicurò: il coniglio aveva l’aria molto soddisfatta.

- Ottimo, davvero ottimo! Ora cara, inventami altro cibo.-

- Cosa?-

L’omone proruppe in una risata che pareva arrivare dalle viscere della terra.

- Cibo! Inventa altro cibo, devo mangiare, e anche i miei prossimi ospiti dovranno mangiare!-

Mirta ora era molto confusa, e anche un pochino impaurita.

- Posso chiedere delle ricette alla mamma, ma per farlo devo andare a casa. Posso andare a casa, signore?-

La sedia di Mirta sussultò: il signor pancione si era alzato in piedi. Sul tavolo gli scoiattoli, in fila per nove, la guardavano con i loro occhietti neri.

- CUCINA!-

Lo spostamento d’aria causato dall’urlo ribaltò la sedia, e Mirta ruzzolò sul tappeto. Sentì un dolore acuto alla caviglia, e vide che la stava mordendo uno scoiattolo. Ad un “via!”, fu sollevata da centinaia di zampine, e scaraventata giù dalle scale, in una immensa cucina.

Si fermò contro le gambe di qualcuno.

- Sguattera in arrivo! Sezione: dolci.-

Vide con la coda dell’occhio un braccio lungo e magrissimo che scriveva il suo nome su un elenco. Il braccio apparteneva allo stesso essere contro cui aveva sbattuto: era un uomo magrissimo con almeno dieci braccia, una mescolava un sugo, una tagliava verdure, un’altra portava alla bocca un mestolo di brodo.

- Non mi hai sentito? Va’ a fare i cupcake! Domani abbiamo l’ordinazione per la principessa Rugiada, vuole tremila cupcake alla violetta.-

Un braccio sollevò Mirta e la lasciò cadere di fronte ad una pila immensa di cupcake, aumentata ogni minuto che passava da un andirivieni di scoiattoli.

Un altro braccio le ficcò in mano un’enorme sac-a-poche, e non poté far altro che iniziare a spruzzare la crema alla violetta sulle tortine.

Dopo la principessa Rugiada, venne il ricevimento di nozze del Castoro, e dopo ancora la nascita della contessina Lametta…

Mirta scoprì presto che in cucina non c’era mai tempo per mangiare. Quanto avrebbe voluto il minestrone della mamma!

Gustavo perdeva i baffi uno ad uno, al posto di un occhio ora aveva un tappo da birra.

Lei si fece secca secca, tanto secca che riusciva a passare dalle inferriate della finestra, ma ogni volta un lungo braccio nero la riportava davanti al tavolo dei dolci.

Finché un giorno capitò la richiesta di messer Pulviscolo per quattrocento barilotti di cioccolato al rum della Vecchia Quercia.

Era diventata brava, Mirta, a inventare cibo. Tanto brava che i suoi barilotti al rum della Vecchia Quercia conciliavano molto prima e molto meglio ottimi pisolini.

Si addormentò il cuoco Dieci Braccia dopo l’assaggio, e il signor Pancione che aveva fatto il bis, e messer Pulviscolo dritto col naso nel piatto.

Mirta passò dalle sbarre della cucina, corse a perdifiato verso la siepe arancione, ignorò le baccaramelle e il loro profumino di frutta, uscì dal buco e percorse il bosco, finalmente fino al suo giardino, alla sua casa.

Guarda caso, era in tempo per la cena: da una finestra socchiusa giunse l’odore del minestrone più buono del mondo.

Arrivò alla porta, e stava per dare il primo colpo quando sentì la voce della mamma.

- Mirta, a tavola!-

E dalle scale scese una bambina uguale a lei, con in mano un coniglio di pezza uguale a
Gustavo.

Si sedette a tavola con i suoi genitori, e senza fiatare mangiò il minestrone fino all’ultimo cucchiaio.

I suoi genitori erano molto contenti: finalmente una bambina che non fa i capricci!

Mirta strinse il Gustavo più malconcio contro il suo petto, e si allontanò di nuovo sul sentiero.





NDA: storia del personaggio che giocherò nella sessione di un nuovo GDR che si chiama Changeling e parla di fate, ma non quelle carine e simpatiche, quelle cattive e dispettose e incomprensibili, che rapiscono i bambini e li sostituiscono con delle copie.
E' venuta fuori una roba mista tra Alice, Hansel e Gretel e le storielle edificanti che raccontano i genitori per essere ubbiditi (bambini, mangiate il minestrone!)
Bene, dopo il post vado a mangiare, che con tutto sto parlar di cibo mi è venuta fame ^^
Grazie a chiunque leggerà!
   
 
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