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Autore: ignorance    02/12/2010    5 recensioni
« L’acqua lava via il sangue »
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Commenti dell'autrice: Non mi convince °A°" Nonostante tutto ho deciso di postarla, sebbene non mi piaccia come sia venuta e la trovi banale. È corta, ma ormai è un classico :D Ai posteri l'ardua sentenza.
Credits: I personaggi -ahimè- non mi appartengono.

***

Piove. Così tanto che sembra che qualche dio balordo si sia adirato e abbia mandato un diluvio universale.
Efestione si appoggia al balcone, contemplando assorto la devastazione di Babilonia ricoperta dai goccioloni di pioggia che, inclementi, hanno allagato le strade e talvolta anche le case, rendendo tutto come un grande fiume in piena. Abbandona la testa contro il petto, domandandosi perché mai i giorni di pioggia lo rendano così triste. In fondo, va tutto bene. O, forse, il convincimento che tutto vada bene non regge più.
Sospira, lasciando che un sorrisetto amaro gli stiracchi le labbra.
« Generale » si volta, lentamente, rispondendo al suo grado detto in maniera così leggera e sorridente da fargli sollevare gli angoli della bocca.
Alessandro lo raggiunge, posando una spalla contro la sua, e contempla le gocce che ricoprono i tetti delle case come una cappa avvolgente, mentre un ricciolo biondo scende a solleticare la guancia di Efestione.
« Ho sempre odiato la pioggia » commenta questi in un sussurro, rivolgendo una smorfia antipatica al cielo plumbeo, come se potesse vederlo; alla mancata risposta, riprende a fissare un punto indefinito del cielo e inclina la testa fino a toccare quella del Re, che sorride.
« Non ho mai capito la fonte di questa tua ostinata guerra contro la pioggia, effettivamente » si decide a rispondere Alessandro, divertito « La pioggia, la neve, la grandine. Da che ricordo li hai sempre odiati tutti, fin da bambino »
Efestione quasi ridacchia al ricordo del suo broncio stizzoso quando Alessandro lo costringeva ad alzarsi dal letto con la pioggia che picchiettava sui vetri, e gli indicava dalla finestra il percorso delle gocce, sfiorandogli le mani di tanto in tanto con la scusa di fargli capire meglio.
« Senza pioggia nemmeno le più forti piante resisterebbero » recita Alessandro, un po’ pomposo e un po’ ridanciano. Alza lo sguardo, mormorando: « La pioggia trattiene gli uomini dal fare insensatezze »
Efestione lancia uno sguardo adirato alle nuvole, raggruppate in un unico mostro grigio, e ghigna, sardonico.
« Se gli uomini non vanno dai mali, i mali andranno da loro » recita, categorico, stringendo le braccia al petto. Poi lancia uno sguardo ardente al Re da sotto le ciglia e soggiunge, corrugando la fronte: « Ma non sono certo io che devo dirlo a te, my Alexander »
Alessandro sembra risentito, ma non lo dà troppo a vedere. Alza le sopracciglia e gli carezza la guancia con l’indice, timidamente.
« L’acqua lava via il sangue » soffia, incerto. Dondola la testa avanti e indietro, poi si sporge dal balcone e allarga le braccia, tendendo le dita verso il cielo.
Le gocce gli scorrono sulla faccia, bagnandogli le ciglia e imperlandole di piccoli diamanti astratti, rincorrendosi sul profilo del suo naso e colando dalla punta, inumidendo i capelli e scurendoli fino a farli diventare neri.
Efestione lo guarda tirare fuori la lingua per berne e storce il naso.
« Se il grande Re dell’Asia prendesse il raffreddore, come farebbe il nostro povero popolo? » esclama ridendo.
Alessandro lo ignora orgogliosamente e gli fa un cenno, come invitandolo ad unirsi a lui.
« Oh no, non mi unirò alla combriccola dei pazzi furiosi che godono delle proprie sofferenze » commenta Efestione acido, negando con il capo « Grazie, ne farò a meno » ripete « E giusto per tua informazione, sei veramente ridicolo »
Il Re scoppia a ridere. Ritorna al riparo e tira fuori la lingua, leccandogli un angolo della bocca.
« Siamo caduti in basso » protesta il generale, intenerito « Cerchi addirittura di corrompermi? »
« Non c'è nulla di male » bercia Alessandro, il naso arricciato « Visto che tu non sembri volermi resistere a lungo »
Efestione ringhia, asciugandosi la guancia con la mano come cercando di strapparsi la pelle, e lancia uno sguardo bieco al cielo.
Sgrana gli occhi, poiché così com'erano venute, la pioggia e le nuvole sono scomparse. Babilonia è salva.
« Nooo! Ed io che speravo durasse ancora un po'! » esclama il Re dell'Asia, imbronciandosi.
« TU! » ruggisce Efestione, adirato « Sei o non sei il dannatissimo Re dell'Asia?! »


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No, hey, ho veramente bisogno di un parere. È una sorta di Fluff-Demenziale ed, essendo un esperimento, aveva bisogno di essere collaudata. Vipregovipregoviprego, rendetemi una donna felice çAç
   
 
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