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Autore: Kyo_Neko fan    28/12/2003    6 recensioni
Questa volta vorrei provare a essere portavoce di Yuki...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dammi una ragione. 

Dammi solo una ragione per cui io non ti dovrei amare. 
E dammi una ragione per cui io debba amarti in modo così vero.
Ricordo ancora quel giorno, il primo giorno in cui iniziai a frequentare le superiori, e per la prima volta fecero l'appello. 
Al nome "Toru Honda" non ebbi nessuna reazione. Era un nome come un altro. 
E anche tu mi sembravi una come tutte le altre. 
Eri una ragazza semplice, i capelli discretamente lunghi e castani, sorridente. 
Non ci eravamo mai parlati. 
Sapevamo semplicemente entrambi della presenza dell'altro.
Adesso... adesso è tutto diverso. 
Nell'udire il tuo nome mi sento invadere da un calore nuovo, improvviso, e il mio cuore sembra impazzito. 
Da quando tu sei entrata nella mia vita, con il tuo sorriso, la tua gentilezza e la tua innata dolcezza io sono cambiato. 
La gente che mi circonda a scuola so che è vuota e superficiale. 
Sì, io come aspetto piaccio, certo, ho un viso particolare che piace molto e riscontra successo, ma... ma che altro? 
Nessuno si era mai chiesto che cosa potesse esserci dentro il mio sorriso, spento. Ceravo di avvicinare gli altri con un'apparente gentilezza, e tutto ciò che ottenevo era un'altrettanto apparente partecipazione. 
Tutto era apparente, era un mondo fragile e sottile, come un'illusione, come un'effimera bolla di sapone. 
Non c'era nulla di vero, nulla di profondo. Era effimera anche la gioia che provavo, perché sul momento certo, era anche gratificante, ma qualche attimo dopo...
La mia consapevolezza, la mia stessa razionalità protestava. 
Poi... sei arrivata tu, nella mia vita. 
Una mattina come tutte le altre, per caso sei arrivata, e dal fare la strada insieme al mattino siamo giunti a vivere insieme. 
Insieme, come la famiglia che non ho mai potuto avere. 
Che nessuno di noi ha mai potuto avere. 
Il mio orgoglio, la mio carattere timido ed introverso, il mio voluto silenzio. Tutto questo mi impediva di cedere all'evidenza. 
E tutto l'affetto che io provavo, tutta la sconfinata ammirazione che io sentivo nei tuoi confronti, e quel brivido di calore che provo quando i nostri occhi si incrociano... 
Non poteva essere che amore. Un amore puro, che mi ha catturato, che mi ha reso suo servo. 
Potere formulare le parole che il mio cuore si è rifiutato di concepire, potere dare libera voce ai miei sentimenti, timidi, fragili. 
Tu non hai fatto che vedere il mio vero io, e regalargli un sorriso. Tu per prima, senza che io te ne parlassi, hai saputo intuire le mie incertezze, le mie insicurezze, le mie paure, e le hai raddolcite, e mi hai raddolcito.
Tu non desideravi che essere amica di me, mia, di Yuki Soma, non della sua immagine. Con incredibile spontaneità mi hai pregato di rimanere tuo amico anche dopo una tua possibile perdita di memoria. E lo hai detto senza malizia, senza doppi fini. 
Il mio animo covava rancore, anche se nessuno mai è riuscito a capirlo. E tu questo rancore l' hai azzerato. 
Mi hai conquistato per il tuo sorriso. 
Tutto di te è semplice. La tua preziosa semplicità mi ha inebriato, come un soave profumo. 
Le tue parole erano dirette, semplici ed efficaci, e provenivano dal cuore. Erano calde, e infinitamente tenere. Tu hai scoperto il lato tenero di me, che credevo del tutto assopito.
Immaginare persone come te, credevo fosse solo frutto della mia fantasia più fervida, eppure tutto quello che desideravo era aggrapparmi ad essa, per la crudeltà della realtà.
Un me stesso. 
Un posto dove tutti ridessero. 
Una persona cara. 
E questo esiste davvero. 
Tu esisti.
E solo per questo io dovrei dire grazie.
Per le poche volte in cui le tue labbra hanno pronunciato il mio vero nome, io avrei dovuto ringraziarti. 
La mia gioia, la mia emozione... 
Così grandi, così intense.
Come il mio imbarazzo.
Se solo io potessi avere il coraggio di pronunciare il tuo con tanta dolcezza.
Se solo le parole mi uscissero dalla bocca con incredibile facilità e scioltezza. Se solo io potessi dirti tutto e subito, se solo... solo...
Se solo io non fossi quello che sono. Se fossi una persona aperta, libera, comune. Uguale ad un migliaio di altre. Potessi essere anonimo, sconosciuto e normale, io avanzerei, lento e sicuro, e le mie labbra si schiuderebbero in un vero "ti amo".
Ma la maledizione attanaglia anche il mio stesso affetto. 
E non è maledizione il fatto in sé di trasformarsi in topo, non è maledizione non poterti abbracciare senza cambiare di aspetto. È maledetto il mio passato, il vincolo invisibile che mi allaccia ad un tunnel oscuro e non mi lascia correre fuori, all'aria, al sole, dove ci sei tu. Una camera oscura, scene crudeli, parole scritte con il sangue... ricordi che turbinano come il vento d'autunno nella mia mente, confusi, persi, dolorosi come un marchio eterno. Io, come un insetto prigioniero, sono ancora intrappolato in una tela tessuta da un ragno diabolico, e per quando io mi agiti, per quanto io mi stia cercando di liberare da essa non faccio che rimanerne sempre più coinvolto.
Quante volte la mia mano ha stretto una sbarra di ferro dura, fredda, al posto di un'altra mano per trarne conforto?
Dammi un motivo per il quale io non possa essere libero e vivere con te per sempre. Dammi una ragione per la quale io debba sopportare la vicinanza di un mio rivale che so già che nutre per te lo stesso affetto che nutro io. 
Spesso io sono detto "il principe". Non so per quale motivo debba essere così... alcune volte l'ho trovato inutile, altre divertente... non saprei come definirlo. 
Se tu potessi davvero essere la mia principessa... 
Se io e te, come in una favola ci prendessimo per mano e andassimo chissà dove, e tornassimo chissà quando... non sarebbe una favola anche il solo concepire tale idea? Provare ad assaporare queste parole è così dolce, è un senso di calore che ti penetra nel profondo dell'animo e ti dona serenità... 
Non credevo possibile trovare conforto per le ferite che mi hanno inflitto. Un'utopia del genere mi sembrava solamente una fervida fantasia. 
E per l'ennesima volta mi sono dovuto ricredere.
Ciò che tu hai fatto per me non ha prezzo. È incalcolabile. È quanto di più prezioso mi abbiano mai concesso. 
Un amore che ti ho dimostrato ad attimi, frammentario ma così continuo nella sua interiorità. Il nostro rapporto fatto di fuggevoli attimi, di sguardi che io cerco di intensificare ogni giorno che passa. 
Mi piacerebbe così tanto potere toccare e poi riprendere quei momenti dove io e te, per qualche minuto, siamo rimasti soli, a parlare. Rivederli, ancora, in prima persona, per poi magari sfiorarne la loro liscia superficie con un dito, e provare ancora quell'universo di sensazioni e di profonde emozioni.
È talmente abituale poterti vedere ogni mattina, con quel tuo sorriso che rischiara ogni oscurità, che ancora non ho osato immaginare a come potrebbe essere la nostra vita senza di te. Non lo voglio pensare. Solo ad immaginarlo mi troverei davanti all'oblio più cupo.
E forse è per questo che continuo a considerare la tua presenza come il più bel dono che mi sia mai stato concesso, senza mai metterlo in secondo piano, senza mai renderlo scontato.
Oh, Honda. Non voglio essere l'unico a provare questa gioia sconfinata. 
Dammi una ragione. 
Dammi una ragione per cui io debba desiderarti così, e lo debba fare...
In silenzio.

  
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