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Autore: Phobos_Quake 3    04/12/2010    1 recensioni
Kanaria è una principessa di tredici anni abilissima nel suonare il violino. Oltre ad incantare la gente, con le sue melodie, incanterà anche il principe Herynn che s'innamorerà di lei. La disgrazia, però, s'abbatterà sui due. Herynn sarà costretto a sposarsi con una principessa che non ama e lei, per vendetta e gelosia, ordinerà al suo mago di trasformarlo in un'oggetto e spedirlo in un'altra dimensione. Il mago eseguirà l'ordine e spetterà a Kanaria dirigersi in quella dimensione per salvare il suo amore.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kanaria, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Data di creazione: 02/12/2008
Nota: Un’altra AU, in stile fantasy, liberamente ispirata al mito di Orfeo. Proprio per l’ambientazione avevo ribattezzato Kanaria in Niria, ma ora ho deciso di lasciarle il nome suo.
Nota2: Le melodie che suona hanno titoli, tradotti in italiano, di canzoni realmente esistenti dove compare il suono del violino(non in tutte, ma quasi).
Nota3: La "Pioggia Rossa"(Red Rain) e "I Cancelli Del Delirio"(The Gates Of Delirium) sono titoli di due canzoni.
Nota4: Anche qui le citazioni di De André si sprecano.

Magiche Melodie

Era una notte senza luna e le stelle sembravano essere state disegnate dal pilota di un aereo di passaggio. Un re con capelli corti e folti baffi neri contemplava quel cielo assorto nei suoi pensieri.
“Sarà maschio? Sarà femmina?” pensava.
Dei chiari vagiti, provenienti dal piano di sotto, lo fecero tornare definitivamente alla realtà e corse giù a perdifiato tutto felice. La regina, sua moglie, aveva dato alla luce una bella bambina che chiamarono Kanaria. Con il passare del tempo, ben tredici anni, la piccola principessa diventava sempre più bella. Aveva lunghi capelli, raccolti in una treccia e ornati da un fermaglio giallo a forma di cuore, di una tonalità grigio-verde, due splendidi occhi che erano di un bel verde brillante e indossava un abito giallo oro. Ma oltre l’incredibile bellezza aveva un’altra grande dote: suonava il violino meglio di chiunque altro e chiunque ascoltava le sue melodie ne rimaneva incantato. Capitava spesso, infatti, che ogni volta che suonava nel giardino del castello tutta la gente si radunava davanti alle mura per ascoltarla o quando passeggiava per le vie della città, o sui prati, si aveva l’impressione che nascevano fiori dove camminava. Come quasi sempre salì su una collina dalla quale vedeva tutta la città, si sedette su una roccia e cominciò a suonare incantando tutti quanti. Quel giorno, però, fu un giorno speciale perché la sua melodia incantò anche un giovane che cavalcava poco lontano.
“Che… suono magnifico!”pensò dirigendosi in tutta fretta verso la fonte.
Era un ragazzo di quattordici anni, capelli corti neri con riflessi blu, meravigliosi occhi lilla e indossava un abito color celeste polvere. Si chiamava Herynn ed era un principe senza corona e senza scorta. Una volta raggiunto il suo obbiettivo non fece nulla per non rovinare quell’atmosfera magica. Kanaria era davanti a lui, di spalle, concentrata solo nel suonare. Quando finì, Herynn non poté fare altro che applaudire.
-Bravissima! Complimenti, davvero!- le disse.
Kanaria si voltò di scatto e, quando lo vide, si sentì piuttosto strana e arrossì.
-G-grazie!- gli disse timidamente.
Herynn scese da cavallo e le si avvicinò sedendosi accanto a lei.
-Mi chiamo Herynn, sono il principe del regno Argen. Molto lieto. Tu come ti chiami?- le chiese.
-Kanaria. Sono la principessa di questo regno.- rispose lei.
Il sesto senso di Herynn non mentiva. Sentiva che era senz’altro una principessa e questo lo fece sorridere.
-Sei davvero brava. Nessuno suona come te. Te lo ha insegnato qualcuno?- le chiese.
-No. Mi hanno regalato questo violino quando avevo cinque anni, lo presi in mano e cominciai a suonarlo da sola. Da subito lo sapevo suonare meglio di un esperto.- le disse trattenendo una risata.
A Herynn piacque molto il suo sorriso.
-Ora devo andare.- gli disse.
-Ci… ci rivedremo?- le chiese lui con un leggero imbarazzo.
-Perché no? Non mi dispiace affatto.- gli disse sorridendo.
-Perfetto.- disse lui.
Così, per alcuni mesi, i due si incontravano sulla collina. Ogni giorno lei suonava una melodia nuova apposta per lui. Ma questa felicità non durò molto. Un giorno il padre di Herynn gli disse:
-Figliolo, abbiamo trovato finalmente, dopo lunghe ricerche, la tua futura sposa.-
-Mh? E chi è?- gli chiese con sorpresa.
Il re non disse niente e fece entrare una ragazza di diciassette anni con lunghi capelli corvini, gli occhi blu notte e indossava un abito dello stesso colore.
-Lei è la principessa Jeris del regno di Redork.-
Herynn, educatamente, la salutò, ma subito chiese al padre:
-Padre, potrei parlarle in privato?-
-Certamente.- gli disse ed invitò la principessa ad uscire.
Anche se era uscita, però, rimase ad origliare.
-Padre io… il mio cuore appartiene ad un'altra. Come si è permesso di decidere chi devo sposare senza neanche consultarmi?- gli disse Herynn.
La principessa Jeris, sentendo quelle parole fu colta da gelosia e rabbia.
-Non lo sapevo. Posso sapere chi è, se è lecito ovviamente?- gli chiese.
-La principessa Kanaria del regno Rashat.- gli rispose il figlio.
-Ho capito. Se è lei, che ami, così sia. Riferirò alla principessa Jeris la tua decisione.- gli disse.
Detto ciò fece rientrare la principessa e gli comunicò la notizia.
-Non c’è problema per me.- disse celando la sua offesa.
Mentre si dirigeva alla sua carrozza pensò:
“Se io non posso averti, principe Herynn, non ti avrà nessun’altra!”
Tornata al suo paese ordinò al suo più potente mago di utilizzare un incantesimo per punirlo del suo rifiuto.
-Trasformalo in quello che vuoi, ma poi lo devi teletrasportare in un luogo irraggiungibile mi sono spiegata? Voglio che la principessa Kanaria soffra come non abbia mai sofferto in vita sua!- disse al mago.
-Ho capito. Sarà fatto, mia signora!- disse lui.
Herynn e Kanaria si rincontrarono il giorno dopo senza, però, sapere che la disgrazia si stava abbattendo su di loro. Il mago, senza farsi vedere, lanciò una piccola sfera gialla contro Herynn il quale, una volta colpito, si trasformò in una perla bianca piuttosto grande rispetto alle perle normali, si sollevò lentamente da terra, in cielo apparve una specie di buco nero che risucchiò la perla e scomparve chissà dove. Kanaria assistette alla scena senza muovere un muscolo dallo shock. Solo dopo pochi minuti realizzò cos’era successo e cominciò a piangere disperatamente. Per molti giorni fu inconsolabile, aveva smesso di suonare e non le importava più nulla.
Avrebbe voluto morire. La gente, non sentendola più suonare, si chiedeva:
-Come mai la principessa non suona più?-
Ed altri rispondevano:
-Perché ha perso l’amore. La perla più rara. Ed ora ha un dolore.-
Una perla. Guarda caso era proprio in quella che il suo primo, e unico amore, era stato trasformato. Una notte, Kanaria fece uno strano sogno: sognava la sua nonna paterna che le diceva:
-Vuoi salvare il tuo amore? Vai dal mago Duum nella montagna Loot. Ti aiuterà in questa impresa donandoti una cosa speciale.-
Così, il giorno dopo, Kanaria prese il suo violino, per scacciare i cattivi pensieri con la musica, e si diresse verso il luogo indicatole nel sogno. Dopo aver scalato la montagna con le sue sole forze raggiunse una caverna.
“Sarà qui…” pensò.
All’interno vi erano molte fiaccole accese. Dopo un po’ si ritrovò davanti un trono di pietra e, nella parete dietro ad esso, vi era una piccola nicchia con un piccolo forziere di legno.
-Chi sei?- disse una voce.
-Ah! Io… io sono la principessa Kanaria.- disse lei sorpresa.
Il mago Duum si mostrò. Era un uomo anziano con lunghi capelli e lunga barba bianchi ed indossava una tunica dello stesso colore.
-Cosa vuoi?- le chiese.
Kanaria iniziò a raccontargli tutto, compreso il sogno che aveva fatto, per spiegargli il motivo della sua visita.
-Capisco. Quindi vorresti cercare di andare in quella dimensione per salvare il tuo principe?- le chiese alla fine del racconto.
-Sì!- disse lei decisa.
Duum non disse nulla, andò dietro al trono e prese il piccolo forziere nella nicchia.
-Molti maghi possono viaggiare nelle altre dimensioni grazie alla loro magia, ma chi non è un mago può usufruire di magici oggetti. Io stesso ho avuto un esperienza simile alla tua in gioventù, prima di diventare un abile mago ero solo un apprendista, fu così che creai per il mio scopo un oggetto che mi avrebbe aiutato ad aprire i portali dimensionali.- le disse e aprì lo scrigno.
Dentro c’era un violino dalle corde argentate e anche il fascio dell’archetto, anziché essere di crini come tutti gli altri, era argentato.
-Questo violino non è come tutti gli altri. Le sue melodie sono in grado d’incantare chiunque e di aprire i portali dimensionali nascosti per il mondo.-
Kanaria guardò incantata il violino davanti a sé e fece per prenderlo, ma Duum richiuse subito il forziere.
-Perché?- gli chiese Kanaria.
-Ti ho forse detto che puoi prenderlo?- le rispose.
-Ma…- disse lei.
-Pensi di prenderlo così facilmente? Devi superare una prova, prima.- le disse. Lei rimase zitta alcuni secondi poi chiese:
-Quale?-
-Dimostrami che ne sei degna suonandomi qualcosa con il tuo violino. Se riuscirai a suonarmi qualcosa che mi faccia provare brividi o lacrime di grande emozione sarà tuo.-
Kanaria pensò bene a cosa suonare. Aveva in testa molte melodie che le sarebbero state utili allo scopo, ma ne doveva scegliere una sola e bene. Alla fine si decise, si sistemò lo strumento tra la spalla sinistra ed il mento e cominciò a suonare una melodia di una dolcezza infinita. Duum rimase folgorato e per l’emozione gli scivolarono le lacrime dagli occhi.
-E’… bellissima! Ha un titolo?- le chiese una volta conclusa.
-Ho pensato d’intitolarla “Santuario”, ma non mi chieda il perché.- gli disse lei.
-Hai superato la prova. Ora non ti resta che andare all’isola Girogos.- le disse.
-L’isola Girogos? E perché?- gli chiese.
-Lì c’è un portale e non è un isola troppo lontana da qui.- le rispose.
-E come ci arrivo?- gli chiese.
-Vieni con me.- le disse.
Usciti dalla caverna, Duum fece un fischio e dopo poco arrivò un cigno nero gigante.
-Sarà il mio amico Naws a portartici.- le disse con un sorriso.
-Ma dovrai suonargli qualcosa migliore della mia!- aggiunse.
-Lei… se posso chiederlo… quale gli suonava?- gli chiese.
-Una melodia che ho intitolato semplicemente: “Volare con il cigno nero.”- le rispose.
-Come lo trovo il portale?- gli chiese prima di salire su Naws.
-Trova un arco di pietra e suona il violino, ma devi concentrarti bene. Devi pensare solamente all’oggetto che vuoi ritrovare altrimenti sbaglierai destinazione.- le rispose.
-Ho capito, grazie!- disse lei e salì su Naws.
-Sei pronto?- gli chiese accarezzandogli la testa.
Dopodiché iniziò a suonare. Non appena le corde furono accarezzate dall’archetto iniziarono a brillare intensamente di una luce argentea. La melodia fece alzare in volo l’elegante animale e Duum la osservò sorridente allontanarsi. La cosa buffa era che la melodia prescelta, chiamata “Il linguaggio segreto degli uccelli”, attirava tutti gli uccelli che seguivano Naws e Kanaria, ma lei era troppo impegnata per accorgersene. Dopo una mezz’ora, Kanaria atterrò sull’isola e, quando smise di suonare, tutti gli uccelli, escluso Naws, tornarono in loro e volarono via. L’isola Girogos, un tempo, era un isola abitata, ma ora era completamente deserta. L’unica cosa che era rimasta erano solo delle rovine. Kanaria iniziò a cercare l’arco e dopo una decina di minuti lo trovò.
“Eccolo qua. Ora, però, che cosa dovrei suonare? Duum non m’ha detto niente e io sono stata una stupida a non pensarci a chiederglielo!” pensò.
Dopo aver riflettuto a lungo si decise d’improvvisare qualcosa come molto spesso faceva. Mentre suonava pensava intensamente alla perla bianca e quasi subito l’interno dell’arco cominciò ad illuminarsi. Continuando a suonare vi entrò senza indugi. Si ritrovò davanti un deserto sconfinato di sabbia nera come la pece e il cielo era rosso sangue con nuvole dello stesso colore dalla forma di teschi.
“Che orribile posto.” pensò.
Quando smise di suonare, il portale di luce dietro di lei sparì. Dopo aver fatto un sospiro cominciò ad incamminarsi. Non fece neanche dieci passi che subito avvertì un battito d’ali venire da sopra di lei. Erano quattro lupi dal folto pelo nero, occhi rossi senza pupille, ali da pipistrello e una lingua biforcuta che si gettarono in picchiata contro Kanaria. Lei, però, con molto sangue freddo, suonò una melodia che li fece ammansire ed addormentare. La melodia che suonò loro si chiamava “La vita è una lunga canzone” e decise di usarla per tutto il suo viaggio insieme ad un’altra chiamata “Durante il giorno”. Camminò e suonò per un tempo infinito, incontrando mostri orribili e indescrivibili che rimanevano incantati dalla sua musica e quindi non l’attaccavano. Ad ogni mostro ammansito pensò di chiedere: -Avete visto per caso una perla bianca da queste parti?-
E i mostri gli rispondevano di no scuotendo la testa. Questo non la fece di certo arrendere e continuò la sua ricerca. Ad un tratto s’alzò una fitta nebbia. Proseguire era impossibile, data la scarsa visibilità, perciò pensò di riposarsi qualche minuto. Il tempo passò, ma la nebbia sembrava non voler diradarsi.
“Proviamo!” pensò.
Si risistemò il violino sulla spalla sinistra ed il mento e suonò una nuova melodia chiamata “Filo d’argento”. La nebbia, così come era venuta, scomparve. Kanaria si sorprese di trovarsi in una foresta piena di alberi coperti di rovi e foglie di vetro. Sopra un ramo vi era un grosso ragno dalla pelle scarlatta incantato dal suono del violino.
-Ragno scarlatto, hai per caso visto una perla bianca da queste parti?-
Il ragno scosse la testa e a Kanaria non restò che uscire da lì. Una volta lasciatasi la foresta alle spalle raggiunse una caverna dalla forma strana. Sembrava una grossa bocca zannuta con una roccia rosata che ricordava molto una lingua. Vi entrò senza paura e subito s’accorse che l’interno era molto strano. Davanti a lei c’era un lungo corridoio, che sembrava non finire mai, con molte colonne ai suoi lati. Dietro ogni colonna vi erano uomini con la testa di formica pronti ad attaccare chi si avvicinava. Kanaria non fece in tempo a fare un passo che subito due mostri uscirono allo scoperto per attaccarla. Fu piuttosto rapida ad incantarli con il violino. La melodia prescelta, stavolta, si chiamava “Cuore ribelle”. S’incamminò suonando così che tutte le creature rimanevano dove stavano. Camminò per un tempo lunghissimo rendendosi conto che il corridoio non finiva mai. Alla fine s’avvicinò ad una colonna dove c’erano due mostri appostati, sempre incantati dalla musica, e chiese loro:
-Avete per caso visto una perla bianca da queste parti?-
-No. Nessuno di noi l’ha vista o l’ha presa. Ne siamo sicuri perché non ci sono segreti tra noi.- i due risposero:
-Ho capito. Come si esce da qui?- chiese allora Kanaria.
-E’ impossibile uscire da qui. E’ un corridoio senza fine.- le risposero.
“No! Non può essere!”pensò Kanaria.
Volle quindi tentare un esperimento. Smise di suonare “Cuore ribelle” e si mise a suonare “Ragioni per aspettare”, la melodia che aveva usato per aprire il portale dimensionale. Mentre suonava pensava intensamente ad un’uscita che la riportasse nel deserto di sabbia nera. Magicamente le comparve davanti un grande portone che si spalancò da solo. Ella non dovette far altro che varcarlo e subito le si richiuse dietro. Quando si voltò, dietro di lei non c’era più nulla a parte la sabbia nera del deserto. Riprese ad incamminarsi, ma fu felice di non incontrare nessun mostro stavolta e quindi non dover suonare per forza di cose. Il cammino continuò finché non vide in lontananza della pioggia rossa. Quando fu abbastanza vicina a quell’unica zona dove pioveva ininterrottamente pensò subito se era pioggia innocua o no. Non volendo correre rischi rimise il violino in spalla, suonò, la pioggia smise di cadere e passò tranquillamente. Superata la pioggia rossa si ritrovò davanti a un grosso cancello di ferro. Lo sfiorò appena e si aprì così lo varcò. Non vide niente all’inizio, a causa di un’altra fitta nebbia, ma si diradò dopo pochi minuti e notò di essere nel giardino del suo castello.
“Non è possibile! Come faccio ad essere qui?” pensò.
Ad’un tratto comparvero la regina e il re.
-Dove sei stata figliola?- le chiesero.
-Io…- disse Kanaria senza sapere che dire.
-Lo sai che eravamo molto preoccupati?- aggiunsero i due sovrani.
-Io non dovrei essere qui. Devo salvare Herynn!- disse Kanaria.
-Herynn? E chi è? Ti senti bene figlia mia?- le chiese la madre.
-Tu non sei mia madre! La mia vera madre sa benissimo chi è Herynn!- gridò lei dopodiché iniziò a risuonare “Durante il giorno” con il violino. Tutto intorno a lei si dissolse in un istante.
-Quindi era un’ illusione!- disse fra sé.
Lei non lo sapeva, ma il cancello che aveva varcato era uno dei nove “Cancelli Del Delirio” o “Delle Illusioni”. Dopo poco tempo raggiunse il secondo cancello.
-Un altro…- disse sbuffando.
Aprì e varcò anche quello. Si ritrovò in uno splendido giardino fiorito. Era un posto tanto incantevole da farle dimenticare l’orribile deserto nero, di Herynn e tante altre cose. Cominciò ad accarezzare i fiori, ma all’improvviso questi si trasformarono in fiori mostruosi dotati di zanne che tentarono d’aggredirla. Destatasi dal torpore in cui era caduta evitò facilmente l’attacco e tornò a suonare. Anche questa illusione scomparve e poté continuare il viaggio. Al terzo cancello disse:
-Eh, no! Adesso basta!-
Risuonò “Ragioni per aspettare” pensando intensamente, questa volta, al suo vero obbiettivo: la perla bianca. Il portale si aprì e Kanaria vi entrò. Si ritrovò davanti ad un oceano oscuro.
“Il colore nero va per la maggiore qui.” pensò con un leggero sorriso.
Poi pensò che, se si trovava qui, allora la perla era sicuramente in fondo all’oceano. Senza pensarci due volte, cominciò a suonare più intensamente che mai, la melodia scelta fu “Cuore ribelle”, e le acque dell’oceano si divisero in due mostrandole la via. Camminò per circa mezz’ora finché non si trovò davanti alla perla bianca. Fu molto felice, ma c’era un problema: non poteva smettere di suonare per prenderla altrimenti sarebbe stata travolta dalle acque. Dovette spingerla con il piede fino a che non sarebbe tornata a riva. Una volta arrivata smise di suonare e l’oceano si riunì. Kanaria, con le lacrime agli occhi, si inginocchiò, prese la perla e cominciò ad accarezzarla con dolcezza, la stessa dolcezza con cui accarezza le corde del violino.
-Ora ti ritrasformerò.- disse alla perla.
La mise a terra e cominciò ad improvvisare una melodia che aveva deciso di chiamare “Presto” proprio perché presto il suo amore sarebbe tornato. Mentre la melodia procedeva, alla perla si formò una piccola crepa finché non si aprì in due, comparve una nuvola di fumo e, quando sparì, Herynn era tornato normale. -Herynn- disse Kanaria con le lacrime agli occhi.
- Kanaria! Cos’è successo? Dove siamo?- le chiese lui disorientato.
Lei non disse nulla e gli si buttò addosso abbracciandolo forte e piangendo allo stesso modo. Herynn le accarezzò dolcemente i capelli e l’abbracciò a sua volta. Qualunque cosa fosse successa si sentiva contento e in debito con lei.
-Grazie!- le disse con un sorriso e senza smettere di accarezzarla.
Rimasero ancora un po’ abbracciati e in silenzio, poi lui le mise una mano sul viso e la baciò. Kanaria, con gli occhi chiusi, non era più in quella brutta dimensione, ma in un giardino fiorito e sempre illuminato dal sole. Finito il magico momento disse:
-Torniamo a casa.-
Herynn annuì ed insieme, prima mano nella mano poi lei decise di suonare per non far avvicinare i mostri, s’incamminarono. Dopo aver camminato per alcuni minuti, che a loro sembravano infiniti, Kanaria sbuffò ed improvvisò una melodia molto allegra e ballabile. Un portale dimensionale si aprì davanti a loro mostrandogli il castello di Kanaria.
-Come ci sei riuscita?- chiese Herynn sorpreso.
-Ho pensato intensamente a casa mia. Credo che chiamerò questa melodia “Ritorno a casa”.- gli disse sorridendo e continuando a suonare all’impazzata.
All’improvviso Kanaria spalancò gli occhi e cominciò a perder sangue dalla bocca. Un orribile mostro sbucato da sotto la sabbia, dall’aspetto di un grosso verme con due braccia e mani con artigli, le aveva perforato il petto. Herynn, vedendola, cercò di aiutarla, ma lei, vedendo che il portale si stava per richiudere, con le poche forze che aveva gli diede una fortissima spinta e lo fece tornare nel mondo reale. Appena cadde a terra si rialzò subito, ma non poté fare più nulla tranne che vedere il volto sorridente e soddisfatto di Kanaria, il suo violino ormai spezzato dalle unghie del mostro che cadeva a terra ed il portale che inesorabilmente si richiudeva. Tutto finì in un attimo. Finì con una vita stroncata ed un violino spezzato. Herynn rimase immobile, con lo sguardo fisso nel vuoto, per molto tempo e alla fine cadde in ginocchio a piangere. Proprio come accadde a Kanaria, anche lui fu inconsolabile per giorni e giorni. Così abbandonò l’eredità al trono, visse prima come mendicante, poi come eremita su un’altra isola deserta. Questa era la storia di Kanaria che volò in cielo su una stella e, come tutte le più belle cose, visse solo un giorno come le rose.
   
 
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