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Autore: Mei91    04/12/2010    9 recensioni
Lei, una ragazza che odia tutto ciò che significa farsi bella.
Lei, una ragazza traumatizzata dalla vita e dall’ amore.
Lei, una ragazza chiusa in se stessa e che non parla con nessuno nemmeno con i genitori.
Lei, considerata persino dai genitori, agenti federali e della CIA, un maschiaccio senza femminilità.
Lei, una ragazza delusa dalla vita e con i suoi sogni infranti.
Lei, una ragazza che ama tantissimo gli sport: tennis, equitazione, e pattinaggio artistico.
Lei, che odia il teatro, tutti i suoi attoruncoli da quattro soldi, e soprattutto odia Recitare!
Lui, ragazzo sexy, affascinante e figo e all’apparenza arrogante, ma bellissimo da far paura.
Lui, infiltrato al l’ultimo anno di liceo, per aiutare il padre a scovare nuovi talenti per i prossimi provini dell’accademia.
Lui, studente universitario di medicina.
Lui, il tipico uomo affascinante, a parere di lei, tutto muscoli e niente cervello.
Lui, che dalla vita ha sofferto parecchio e che ancora soffre.
Lui, misterioso e pieno di segreti.
Lui, ragazzo traumatizzato dagli eventi della propria vita.
Lui, in bilico tra vita e morte.
Lui, che potrebbe essere amico di lei se non fosse per il fatto che è un attore.
Lei, sorvolerebbe su questo?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Lezioni Di Recitazione

 

 

 

 

PROLOGO

 

TEATRO O FOGNE?

  

Che rabbia! Solo perché ho fatto tardi ieri sera, mio padre è deciso a darmi una punizione esemplare. Diciamo che però me la merito. Mi diceva sempre che ero un disastro di ragazza, che mi comportavo da maschiaccio, che non mi prendevo mai cura di me stessa e che quando uscivo con quella banda di buona a nulla che mi ritrovavo come amici, mi mettevo sempre nei guai. Mia madre era sempre stata d’accordo con lui, con mio padre. Non avevo nessuno dalla mia parte, se non me stessa. I miei amici, erano solo un passatempo, qualcuno da usare e basta. Nessuno riusciva a capirmi e quella sera insieme ai miei presunti amici, mi ero cacciata in un pasticcio più grosso di me. Ero finita in centrale perché, quel cretino di Marcus aveva deciso di dare fuoco all’ auto del preside e anche se io mi volevo tirare indietro, bè non l’ ho fatto e adesso mi trovo nei guai. Con la legge per fortuna io non ho avuto problemi, ma Marcus si. Il problema e che mio padre mi è dovuto venire a prendere alla centrale di polizia e pagare una leggera cauzione semplicemente perché ho assecondato Marcus nella sua assurda iniziativa. Oltre alla cauzione che mio padre ha pagato, so che a casa mi aspetterà quella punizione di cui adesso non voglio proprio parlare.

Il tragitto dalla centrale a casa è terribile, mio padre non parla, ma ha uno sguardo che fa paura. Che dire, mi sento veramente una stupida nell’ assecondare quel cretino.

Arrivati a casa, come sempre mia madre sbraita e piange disperata dicendo che ormai sua figlia era una teppista e che era perduta. Tentai di andare in camera mia al piano di sopra, ma uno sguardo di mio padre mi fa bloccare e capire che lui con me non aveva finito. A quanto pare mi concedeva solo il tempo di calmare mia madre e poi sarebbe passato a me.

Intanto mi presento.

Mi chiamo Seyra Lowell  e frequento l’ ultimo anno di liceo. Ho bei voti a scuola, ma in fatto di amicizie sono negata. Odio tutto ciò che rende le ragazze della mia scuola delle oche che pensano solo a farsi belle e a pettinarsi, a passarsi lo smalto sulle unghia e cose del genere… tutte cose futili a mio avviso.

Mio padre mi vorrebbe un po come loro, ma io non sono cosi. Odio tutto ciò che è inutile. Adesso spero solo che mio padre si sia dimenticato di me e io tento di filarmela in camera mia. Ma come prevedibile, come si fanno a ingannare i genitori. Accidenti!

 

“Seyra!” mi chiama mio padre visto che si era accorto che io cercavo di filarmela. Ma che stupida sono stata. E’ impossibile ingannare mio padre, soprattutto se tuo padre è un agente dell’ Fbi e tua madre un’ agente della CIA. Che sfiga!

 

“Si, papà?” dico con fare innocente, facendo finta di non sapere quale sarà l’ argomento della conversazione.

 

“Mi devi un bel po’ di spiegazioni signorina. Io non intendo passare ancora un giorno in questa situazione. Voglio, anzi no, pretendo ed esigo che ti cerchi amicizie più sane e visto che non sei in grado di trovartele da sola, abbiamo già provveduto io e tua madre.” Concluse mio padre riuscendo ad avere tutta la mia attenzione e ho una strana sensazione. Presumo che le amicizie di cui parla mio padre sia…

 

“Seyra Lowell, tu frequenterai un corso di recitazione!” esordì mio padre non ammettendo repliche. E che cavolo tutto ma non quello. Recitare? Si va bene sono brava, ma non sopporto apparire in pubblico e ne quanto meno vestirmi con quegli orribili vestitini tutto pizzi e merletti, senza contare che, anche se sono brava a recitare, IO ODIO RECITARE! E’ un fatto, io non recito!

 

“No, papà, tutto ma non questo.” Tento sapendo che però è tutto inutile.

 

“Niente scuse Seyra, tu farei come dico io. Questa è stata l’ ultima delle tue bravate.”

 

“Oh, papà farò tutto, ma non recitare. Quella è una tortura per me.”

“Preferisci lavorare nelle fogne, perché l’alternativa è quella. O il corso di recitazione o nelle fogne a pulire.”

 

Fogne? La prospettiva non è allettante, ma meglio della recitazione. Non faccio in tempo ad accettare la seconda offerta che mio padre continua.

 

“Nelle fogne, a pulire i rifiuti, le feci e tutto ciò che c’è di più lurido sulla faccia della terra. Sarai sola li, anzi no, ci saranno topi e ratti a tenerti compagnia nelle ore di lavoro. Allora Seyra che scegli?” mio domanda mio padre furioso.

 

Fogne, non più una prospettiva allettante, ma orribile. E’ meschino questo da parte di mio padre. Sarò anche un maschiaccio, ma non al punto di infilarmi in luride fogne. Mi toccherà accettare i pizzi e i merletti e cosa ancora più orribile, un copione e delle battute e soprattutto stare con pomposi, egocentrici primi attori e ballerini. Oh, Dio sono finita all’ inferno!

 

“Il teatro!” sussurro lievemente.

 

“Prego, Seyra non ho sentito?” rincarando  la dose, si è mai vista una cosa del genere. Un padre che umilia la figlia! Bah, che sfiga colossale!

 

“Ho detto che scelgo il teatro!” urlai e mio padre ghigna. Si e mai visto un padre ghignare per le disgrazie dei figli?

 

No?

 

Be, il mio si! A quanto pare, mio padre, è l’ eccezione alla regola dei padri. Povera me!

STORIA CHE STO RIPOSTANDO OGNI CAPITOLO CORRETTO E MODIFICATO, SPERO VI PIACCIA A PRESTO MEI!

 

 

   
 
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