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Autore: Jane The Angel    05/12/2010    10 recensioni
Artù e Ginevra, una stanza, un amore. Un re non può amare una serva...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Il re ed io

Il re ed io

 

Dov’è adesso la tua saggezza, Ginevra?

Un bacio e scompare, relegata al fondo della tua coscienza. I suoi occhi azzurri mi guardano e mi sento spaventata, confusa. Poi mi bacia ancora e tutto scompare.

-Artù…- non sussurro il suo nome per fermarlo. Dio sa che dovrei farlo, ma come posso? Chi aprirebbe gli occhi, consapevole che facendolo interromperebbe un sogno perfetto?

Cerca di nuovo le mie labbra, ma le sfiora solo per un istante: i suoi occhi cercano i miei, desiderosi di un consenso che non sono in grado di negargli.

Mi stringe a sé e sento il suo petto contro il mio corpo, sostegno solido e sicuro: so che le mie gambe cederebbero se lui mi lasciasse. Posso sentire il suo cuore: batte veloce, velocissimo… o forse è il mio?

-Ginevra…- la sua voce è roca, il respiro caldo sui miei capelli: sono legati, ma lui li scioglie e inspira profondamente mentre ricadono sulle mie spalle.

Mi bacia il collo. Le sue labbra bruciano, accendono i miei sensi più nascosti. Non apro gli occhi: e se fosse un sogno? Non voglio svegliarmi, non posso rischiare…

Mi sento scivolare nel vuoto e atterro seduta su un materasso morbido, tra lenzuola fresche. Apro gli occhi non appena capisco di non essere più stretta al suo corpo.

Ti prego, fa che non sia solo un sogno.

Sospiro di sollievo: Artù è davanti a me, in piedi. Si inginocchia, le mani sulle mie gambe, ma subito stringe le dita in due pugni serrati e un’ombra attraversa il suo bel volto

-Non dovremmo.-

La sua frase è una pugnalata al petto, ma so che ha ragione… eppure non mi importa.

-Lo so.- mormoro, ma i miei occhi parlano e lui capisce ciò che desidero davvero. Non ha bisogno di altro e con una spinta leggera mi fa scivolare distesa sul letto. Il desiderio che leggo nei suoi occhi riempie ogni mio pensiero mentre il materasso sprofonda sotto il peso dei nostri corpi. Le sue mani sono sul mio corpo, le mie dita tra i suoi capelli biondi. Occhi, labbra, mani… ogni cosa si confonde, ogni tocco è più intimo del precedente.

Dal fondo della mia mente la saggezza cerca di farsi sentire: Soffrirai, Ginevra

Ma è un suono lontano, una voce subito sopraffatta dai gemiti e dai sospiri di Artù che scivolano sulle mie labbra, sul mio corpo. È una sincronia perfetta, una melodia mai suonata, due corpi uniti in un unico, estatico istante.

Non riesco a respirare, a stento mi rendo conto di averne bisogno. È Artù: mi avvolge, mi completa, e non ho bisogno di altro.

Geme tra i miei capelli, io mi stringo a lui. Raggiungiamo le vette più alte, superiamo il sole, arriviamo alle isole più remote. Le lacrime mi scorrono lungo le guance, ma non è un pianto di tristezza: non sono mai stata così felice, non mi sono mai sentita così completa.

Artù mi bacia le lacrime e le labbra, mi stringe di più a sé.

Un re non può amare una serva… non può, eppure sento il suo fiato caldo sul mio collo mentre le parole gli sfuggono dalle labbra –Ti amo, Ginevra… sei l’unica che mai amerò.-

E io ci credo: ci credo, anche se la regione mi dice di non farlo. Le sagge grida dell’intelletto non possono nulla contro i dolci sussurri del mio cuore e io so che amo Artù: sono una serva, eppure ho donato il mio cuore al più grande dei re.

  
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