"Sti cazzo di paparazzi, che si fingono giornalisti. Non riesco nemmeno a parcheggiare!"

Siamo tornati da poco dall'Italia, eravamo felici. Ma il successo sta riuscendo a sopraffarci ancora una volta.

Non fai altro che guardare male i fotografi, urlagli contro.

"Vorrei prendere una dannata spranga e ucciderli, tutti!"; odio questo tuo lato, mi innervosisci.

Poi respiri, ti rassegni. Ti lasci fotografare, e attendi che tutti lascino spazio al tuo passaggio. Sospiri.

Mai in tre anni ti ho sentito sospirare così tanto, e pesantemente. Almeno mille volte al giorno mi guardi e tiri un fottutissimo sospiro.

 

"Non era questo che volevi nella vita, Jared?"

Mi guardi come fossi venuta da un altro universo, sorridi. 

"Non puoi capire come mi sento, B!"

"Lavoriamo tutti e due nel mondo dello spettacolo, certo che so come ti senti: lo stesso accade a me, ogni santissimo giorno! Da quando siamo inseme poi, non ne parliamo. Non posso uscire nemmeno dalla porta di casa che vengo assediata!"

Non voglio litigare, prendo la borsa dal divano e salgo in camera da letto. Mi distendo sotto il piumone e chiudo gli occhi. Piango.

Non ce la faccio più, a volte vorrei morire per non dover affrontare più nulla di tutto questo.

La vita da star è stressante, troppo, e al contrario delle credenze non porta ad avere nessuna felicità, nessuna.

Jared è l'unica eccezione. 

Lo sento salire le scale, i passi lenti e pesanti di chi non ne può più. 

Si distende su di me, mi avvolge e mi accarezza i capelli, mi prende per le spalle e mi gira verso il suo viso. Mi lascia un bacio sul naso freddo.

"Ti amo, B. Ti amo, e lo farò per sempre. Scusami..", non posso far altro che nascondere il mio viso nelle tue scapole e respirare il tuo odore pungente.

"Ti amo anche io."

 

Io e Jared siamo prossimi al matrimonio, ma tutto sta rischiando di saltare.

Siamo troppo stressati, e ci sfoghiamo sul nostro rapporto. Ogni giorno, non facciamo altro che scaricarci le colpe insultandoci, litigando e urlando, fino al momento il cui ci assaliamo a letto per martorizzarci.

Adora graffiarmi le natiche, mordermi in più punti, per rendere visibili i segni del suo passaggio a tutte le persone. Sono la sua preda preferita, il cibo prelibato di Jared Leto.

In compenso, io posso strattonargli e capelli e graffiarlo in pieno volto.

Godiamo a sanguinare, per poi medicarci a vicenda e passare tutto il resto del tempo a dirci di amarci.

Ma che amore è questo, infondo? E' tutto abitudinario.

Non lavoriamo nemmeno più; lui ha lasciato la band, con in porto un album incompleto da un anno. Ha deluso tutti gli Echelon, che mi credono causa del loro male.

In realtà non sanno che è colpa loro, se ora Jared è un anima in pena. E anche io, che ho abbandonato l'accademia per cui ho fatto milioni di sacrifici, da appena un anno della sua creazione.

Siamo due vagabondi, due cani randagi, leoni cresciuti in cattività.

Ci facciamo schifo a vicenda, perché mai ci saremmo sognati di finire in questo modo. Ci usiamo, non siamo altro che oggetti guidati da quel fottuto burattinaio chiamato Destino.

La settimana scorsa sembravamo tornati alla normalità, a Venezia. Ci siamo scoperti diversi. Lui mi ha scoperta diversa, da come appaio in realtà. Da tre giorni che Jared non riesce a colpirmi, colmando il vuoto che mi porto dentro. Dice che gli appaio debole ora, dice che ha capito che anche io sono una comune mortale.

Non fa altro che ripetermi "Ti amo, ti amerò per sempre".

E' strano, il mio Bart. Ma lo amo, che ci posso fare.

 

E se il signor Destino ha deciso di farci vivere in un inferno, così sia.

Fino alla fine dei tempi.