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Autore: So_So_    06/12/2010    1 recensioni
Incuriosita, tentai di spostarmi un po’ a sinistra (senza dare nell’occhio) per vedere chi occupasse il letto accanto a quello del nonno; vi era seduto un ragazzo che sembrava avesse solo qualche anno in più di me. Aveva la testa bassa ma si notavano dei bei capelli neri che la luce donava di riflessi luminosi. Una maglia nera, semplice conteneva le larghe spalle e la schiena che doveva essere stretta in un busto. In quel momento, proprio quando stavo per spostare gli occhi, alzò la testa verso di me.
Fu orribile!
Non avevo mai visto e mai vidi in futuro uno sguardo come il suo: mi prese al petto come una pugnalata.
Era impenetrabile, ma si notava un misto di terrore, tristezza, disperazione e odio che metteva paura. Mi voltai subito per sfuggire al fuoco ed insieme al ghiaccio di quello sguardo disperato ed istintivamente mi aggrappai al braccio di mio fratello e gli appoggiai la testa sulla spalla.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Ciao a tutti...questa storia è molto bella, ve lo assicuro...forse il primo capitolo è leggermente noioso ma serve da introduzione...vi prego commentate, così so valutare quanto interessa...magari prima leggete il secondo capitolo che è sicuramente più bello: più avanti l'argomento "cavallo" sarà meno presente!!! Grazie a tutti...

Ero lì, seduta su un soffice strato di truciolo chiaro, circondata da quattro pareti di legno. Non era ancora primavera, tuttavia il box illuminato dalla forte luce del sole di Marzo, era tiepido e confortevole. Fui distratta dai pensieri che mi passavano per la mente, dai grandi occhi di Vladimir, che mi osservava con aria buffa. Gli accarezzai il bel muso nero e lui in risposta, soffiò piano dalle narici vellutate. Nonostante la sua statura imponente, non mi metteva timore sedermi vicino a lui, anzi, mi dava sicurezza. Con un altro soffio, fece volare un mulinello di polvere; Poi mi mise il muso in grembo e si fece coccolare. Dalla mezza porta del box, socchiusa, filtrava un raggio di sole in obliquo, la polvere danzava nel cono di luce; i granelli che vorticavano sparirono, e la fessura si oscurò; poi la porta si aprì e si affacciò il viso della mia migliore amica. Eleonor mi fece un grande sorriso e indicò Vladimir che era disteso pacifico con la desta sulle mie gambe.

-Quel cavallo ti adora!

-Non più di quanto io adori lui.

-Forse, ma è una cosa assolutamente fantastica vedere il rapporto che vi lega.

-Già, non sono sicura di meritarmelo!

-Ma stai scherzando? L’hai praticamente salvato e gli hai dato tantissimo! Non se lo dimenticherà mai!

In effetti appena l’avevo visto, era diventato l’obbiettivo della mia vita e anche un’occasione d’oro. Vladimir aveva avuto la sfortuna di nascere in una scuderia di persone il cui cervello aveva la grandezza di un’oliva. L’avevo visto per la prima volta ad un’asta, con la mia istruttrice, Christin. Da lontano sembrava un vecchio cavallo da soma, scarno e mezzo morto di fame, ma i suoi occhi avevano subito attirato la mia attenzione. Non erano gli occhi dolci, tristi e spenti di un cavallo in quelle condizioni, ma piuttosto di un fantastico cavallo di razza pregiata, orgoglioso e nel fiore degli anni, solo troppo malmesso per essere riconosciuto.

Avevo chiesto subito a Max, il veterinario che accompagnava me e Christin, di dargli un’occhiata; ne era venuto fuori che era un focoso purosangue olandese, di quattro anni, con naturali attitudini per il salto ad ostacoli. Max aveva detto che probabilmente i suoi padroni non avevano avuto il cervello per capire le sue doti e sfruttarle, ma l’avevano maltrattato al punto da renderlo irriconoscibile.

Io da tempo pensavo di acquistare un cavallo, dato che in quel periodo possedevo un pony Welsh, di nome Nikel, che mi permetteva di partecipare solo alle gare di salto ad ostacoli di basso livello. Mi dispiaceva moltissimo lasciare Nikel: per anni mi aveva accompagnata dappertutto, avevamo imparato insieme a fare moltissime cose, e mi aveva regalato moltissimi premi e soddisfazioni, insieme a momenti di incredibile tenerezza e felicità; tuttavia avvertivo la voglia di passare di categoria, di lanciarmi più in alto, sfortunatamente la statura di Nikel, non me lo permetteva. Già da tempo mi ero rassegnata a non avanzare nel mondo del salto ad ostacoli, pur di rimanere col mio pony; ma appena avevo visto gli occhi di Vladimir, mi ero ricordata della prima frase che avevo urlato subito dopo il mio primo salto, all’età di otto anni: “Mai più senza salto ad ostacoli, mai più!”. A quel punto mi sono subito resa conto che Nikel, con l’avanzare degli anni, non avrebbe potuto più fare nemmeno le piccole gare, e per di più io cominciavo a crescere un po’ troppo per lui. La mia istruttrice aveva più volte cercato di persuadermi della mia naturale dote per i cavalli, che sarebbe stata sprecata se avessi continuato a montare solo Nikel.

Aveva fatto arrivare parecchi cavalli da farmi provare, nella speranza che trovassi quello giusto per me. Molti commercianti famosi, avevano mostrato i loro campioni, ma a me tutti quei cavalli messi assieme non avevano fatto nemmeno la metà dell’effetto che mi aveva fatto Vladimir.

Ho subito chiesto a Max, se veramente aveva attitudine per il salto ad ostacoli, e lui mi ha risposto che rimesso in forma, sarebbe stato fantastico.

Quando è venuto il turno di Vladimir ad essere messo all’asta, nessuno aveva offerto molto, così ho chiamato mio padre, e gli ho spiegato la situazione, precisando che se non mi fosse piaciuto, avremo potuto rivenderlo ad un prezzo ben più alto, anche se non credevo possibile che quel cavallo non mi piacesse. Ottenni il permesso di fare un’offerta: con solo mille euro il cavallo fu aggiudicato a me!

L’ho portato a casa con il trailer di Christine; una volta al maneggio, gli ho fatto una bella doccia, e l’ho messo nel paddok di Nikel. Era piuttosto scontroso e non gli piaceva essere toccato, ma dopo un mese di amorevoli cure, compagnia, e tante coccole, si è completamente rimesso: ho provato a montarlo, ed era proprio magnifico, come me lo immaginavo. Era diventato il cavallo più bello che avessi mai visto: il suo mantello nero, risplendeva di luce, il corpo muscoloso e potente era slanciato e agile, le gambe lunghe ed eleganti, il muso dolce e altero era ornato da una lista lattea che correva fino al naso e lo tingeva di rosa; il suo sguardo penetrante era tenero e orgoglioso, il suo temperamento focoso, lo rendeva impavido e affrontava qualsiasi tipo di difficoltà con impeto!

Da allora è sempre rimasto con me…è il mio cavallo!

Abbiamo trovato un accordo con il proprietario del maneggio: Ho ceduto Nikel in regalo alla scuola di equitazione, a patto che non venga mai venduto senza il mio consenso e che lo montino solo persone esperte, competenti e di cui mi fido.

Da allora sono passati parecchi mesi, e Nikel trascorre giorni felici con i ragazzi della scuderia, senza più lo stress di gare continue, ma solo qualche concorsino una volta al mese; lo vado a trovare spesso, e lui mi lecca le mani e mi coccola, come per rassicurarmi che non ho fatto la scelta sbagliata a cederlo alla scuola: avrei dovuto capire prima che a Nikel mancava qualcosa, non era il tipo di pony serio, gli piaceva divertirsi e prendersela comoda; Vladimir, invece, come me, adora le sfide e estremità: gli piace divertirsi in altri modi!

Poco dopo anche Eleonor ha convinto i suoi a comprarle un cavallo (prima montava con la scuola), e ora è la felice padrona di Silver: un cavallo grigio di otto anni.

 

In quel momento Eleonor mi sorrise di nuovo.

-Vieni!...Chris mi ha chiesto di mandarti da lei.

Mi alzai e seguii Eleonor verso il campo aperto. Chris stava facendo lezione ad un gruppo di bambini, la gran parte dei quali, era alle prime armi; vicino a lei, c’era Sarah che assisteva alla lezione e che con la sua voce melliflua stava parlando a Chris:

-Chris, ma perché disturbarla?...ci sono qui io, sono in grado di montare un pony capriccioso!

Mi venne da ridere irrefrenabilmente: Sarah non perdeva mai occasione per cercare di mettersi in mostra e probabilmente stava cercando di convincere Chris a farle montare un pony dispettoso, e mostrare a tutti la sua bravura!

-No Sarah, lei ha fatto un accordo con Luke, lei ed io ci siamo messe d’accordo sulle persone che lo possono montare e in ogni caso prima di dartelo dovrei chiederle il permesso visto che non mi ha mai detto niente su di te!

In realtà Chris sapeva benissimo che io non avrei mai sopportato che Sarah toccasse il mio ex pony! Sarah si girò dall’altra parte e fece l’aria risentita.

-Chris, avevi bisogno di me?

-Si…sembra che abbiamo qualche problema con Nikel!

In quel momento si sentì un suono di clacson e un grido: mi girai e vidi una bambina evidentemente molto inesperta, a terra, poco più lontano c’era Penny, una piccola pony baia, dall’aria molto spaventata. La bambina si era messa a piangere.

Corsi nel campo a prendere Penny, mentre Chris soccorreva la bambina; la mia istruttrice provò in moltissimi modi a convincerla a risalire sul pony, ma lei era troppo spaventata.

-Marta, sei sicura che non vuoi riprovare?...Penny si è solo spaventata per il clacson!

Ma Marta scuoteva energicamente la testa e tirava su col naso!

Chris si volse verso di me e mi fece segno di andare da lei, io feci cenno a Jake, un mio grande amico, di prendere Penny.

-Per favore la puoi portare nel suo box e toglierle la sella?

-Si certo!...qualsiasi cosa per te, Cathy!

Dalla prima media Jake continuava a chiedermi di uscire, faceva il gentiluomo eccetera eccetera eccetera, ma per me non era altro che un buon amico! Mi avvicinai a Chris che era inginocchiata accanto a Marta.

-Cathy, prima volevo dirti che Nikel ha dato qualche problema a Sophie, oggi è un po’ agitato: lo puoi montare un po’ tu che sai come trattarlo, per vedere se si calma?

-Può montarlo Eleonor, mi fido quasi più di lei che di me!...io accompagno Marta a sciacquarsi il viso!

-Grazie, l’avrei fatto io, ma non posso lasciare la lezione.

Sorrisi a Marta che piano, piano, stava smettendo di singhiozzare, la presi per mano e mi avviai agli spogliatoi; con la coda dell’occhio vidi Eleonor che infilava il piede nella staffa per salire su Nikel.

Per esperienza sapevo che quando si cade da cavallo, se non si supera subito la paura, non la si supera più, di conseguenza sapevo esattamente cosa dovevo fare con Marta.

La portai alla fontanella e le feci sciacquare il viso; quando si fu calmata completamente, la portai con me nella scuderia dei cavalli privati: pochi bambini ci entravano, perché bisognava essere accompagnati da un adulto o da un proprietario.

-Quanti anni hai Marta?

-Sette e mezzo, tu?

-Io ne ho quindici!

-E come ti chiami?

-Mi chiamo Cathy!...da quanto tempo fai le lezioni di equitazione?

-Da due settimane, e tu?

-Io da otto anni!...Ma ti piace montare a cavallo?

-Si, però ho paura!...i cavalli sono tanto grandi!

-Hai voluto tu fare equitazione? O te lo hanno proposto i tuoi genitori?

-Io volevo, ma tanto so che non diventerò mai brava!

-Scherzi?...sei già bravissima!

-Non è vero! Sono anche caduta, non so fare niente!

-Sai, ti racconto una cosa: quando non avevo ancora il mio pony personale, anche io montavo Penny! Una volta, sono caduta da Penny, mentre era ferma. Solo perché ha tossito e ha abbassato la testa! Eppure non era perché non sapevo fare niente, ma perché mi ha colta di sorpresa!

-Adesso hai il tuo pony personale?

Marta sembrava seriamente stupita.

-Non più! Il mio pony era Nikel, ora ho un cavallo grande, che si chiama Vladimir!

-Davvero?...me lo faresti vedere?

-Certo, con molto piacere!

Sempre tenendo per mano Marta, mi avviai al box di Vladimir: era affacciato alla porta e quando ci vide, drizzò le orecchie e soffiò in segno di saluto. Aprii piano la porta ed entrai con Marta dietro di me.

-Lui è Vladimir III, puoi fargli una carezza: è molto buono!

Marta era titubante ma piano piano allungò la mano e la posò sul naso rosa di Vlam (Vlam è il suo soprannome).

-E’ caldo! …Hai un cavallo bellissimo!

-Grazie Marta! Hai sentito, Vlam, quanti complimenti che ti fanno!...Marta? Hai già visto tutti i pony della scuderia?

-No, però mi piacerebbe molto!

L’accompagnai in giro per le scuderie della scuola (sapevo bene cosa stavo facendo e speravo accadesse ciò che mi aspettavo): ad ogni pony, Marta esclamava “Che bello!” oppure “Lui è simpatico” e via così; finalmente successe. Si fermò davanti ad un box senza dire niente: guardava dalla mezza porta senza aprire bocca; poi si girò verso di me.

-Come si chiama lui?

-Si chiama Kinder!

Eravamo davanti ad un pony baio, con una bella lista bianca e le quattro lunghe gambe bianche, dall’aria furbetta. Marta era estasiata.

-Posso entrare?

-Si certo, fai pure!

Tutt’ad un tratto mi venne un’idea.

-Aspettami qui!

La lasciai con Kinder e corsi da Chris che nel frattempo aveva finito la lezione, le chiesi quello che volevo sapere e poi tornai da Marta. Era ovvio che aveva avuto il “colpo di fulmine”: quando vai a vedere una scuderia di cavalli, c’è sempre un cavallo (per quanto brutto o bello, magro o grasso, grande o piccolo) che attira di più la tua attenzione, e al quale ti affezioni all’istante, anche senza conoscerlo! Speravo che con Marta succedesse proprio questo, che fosse attirata da un pony al punto da superare la prima paura dei cavalli; a quanto pare Kinder aveva conquistato il suo cuore! Infatti, a Chris avevo chiesto il permesso di farglielo montare.

-Ti piacerebbe montarlo?

Rimase perplessa per un attimo.

-E’ buono?

-Si…è buonissimo!

-Allora va bene, ci provo!

Lo pulimmo insieme, le insegnai come muoversi attorno ai cavalli, come provvedere a Kinder, le feci scegliere il sottosella che le piaceva di più, lo sellammo e notai che era sempre più sciolta e pratica: sembrava avesse molta più esperienza di quella che aveva in realtà.

Quando Kinder fu pronto, la accompagnai nel tondino piccolo, perché il campo era troppo grande per montare da soli, avendo così poca esperienza. La aiutai a salire e le regolai le staffe: in sella aveva una bellissima posizione eretta, teneva i talloni e le mani basse, con il giusto contatto con la bocca di Kinder.

-Parti al passo e resta vicino alla staccionata, senza venire al centro cammina intorno a me!

Con un leggero colpo al costato di Kinder, si avvicinò alla staccionata e cominciò a camminare tranquillamente attorno a me.

-Ora proviamo a fare un esercizio: lascia le redini e stenditi all’indietro sulla sua groppa!

-Ma se lascio le redini dopo non va dove voglio io!

Sapevo che Kinder avrebbe comunque continuato a girare in tondo, ma per rassicurarla mi avvicinai.

-Allora lo tengo io per le redini, tu distenditi e chiudi gli occhi!

Marta aveva assoluto bisogno di acquistare fiducia in se stessa e nel pony, così dopo averlo tenuto per un po’ lo lasciai e tornai al centro del tondino, assicurandomi che continuasse a camminare.

-Bravissima, ora riprendi le redini e facciamo un’altra cosa!

Marta aprì gli occhi e rimase stupita.

-Non l’hai tenuto?

-No, però non è successo niente, ti ha ascoltata!

Sembrava felicissima ed entusiasta di fare altri esercizi.

-Ora fermati e girati sulla sella in modo da guardare indietro e montare al contrario!

Anche se un po’ preoccupata fece quello che le avevo detto, e in men che non si dica, si ritrovò a passeggiare seduta al contrario, poi in piedi sulle staffe, senza staffe, distesa sulla sella, fece il giro del mondo e si divertì tantissimo!

-Quand’è la tua prossima lezione, Marta?

-Giovedì, ma non so se voglio venire.

-Ti prometto che non la farai insieme agli altri, monterai Kinder, qui con me e faremo una lezione come oggi!

-Davvero?

-Si, davvero!...magari monterò anche io insieme a te!

-Allora vengo di sicuro, ma devo dire alla mamma che voglio ancora venire a fare le lezioni!

-Le avevi già detto che non le volevi più fare?

-Si, gliel’ho detto stamattina, lei mi ha risposto che facevo ancora quella di oggi e poi potevo smettere; ora, però, voglio continuare!

-Allora, quando arriva, andiamo a dirlo alla tua mamma!

Uscimmo dal tondino e Marta era ancora in sella: stavamo ridendo e chiacchierando allegramente e ringraziando Kinder, quando mi accorsi che una signora che non avevo mai visto, ci osservava con aria stupita, e un signore vicino a lei stava parlando con Chris; ad un certo punto Marta agitò in aria una mano gridando:

-Ciao mamma!...Ciao papà!

-Ciao tesoro!

La madre rispose con un filo di voce, ma il padre non si voltò (probabilmente non aveva sentito il saluto)

-Non importa, lo saluto dopo, è un po’ sordo.

Disse Marta, quasi in risposta ai miei pensieri.

Andammo a togliere la sella e la testiera a Kinder e poi feci sciacquare a Marta le sue gambe con l’acqua fresca. Gli misi addosso la sua coperta da lavoro leggera, e mentre si asciugava e raffreddava i muscoli dopo il lavoro, diedi in mano la corda a Marta in modo che lo facesse passeggiare nel cortile. Io andai a riporre le attrezzature per la pulizia e la sella nella grande selleria della scuola, lì incontrai Eleonor che metteva a posto le cose di Nikel.

-Com’è andata con Nikel?

-Bene, molto bene! Era solo un po’ gasato ma dopo due giri di galoppo a razzo si è tranquillizzato

-Sono felice che ora abbia il tempo e l’energia di fare queste cose! Almeno lui si diverte!

-Sophie si è divertita un po’ meno!

-Già, ma giustamente Chris non può far galoppare a razzo la gente, mentre è in corso una lezione!

-E a te con la bambina?

Io indicai il cortile dove Marta stava passeggiando con Kinder, facendogli mille carezze.

-Come hai fatto, Cathy?

-Ricordi il “colpo di fulmine”?...Beh, funziona sempre!

-Sei grande!

-L’ho sempre detto!

Mi girai e vidi che a fare quell’ultimo commento era stato Jake; come era ovvio, si baciò la punta delle dita e soffiò il bacio nella mia direzione, io feci finta di acchiapparlo al volo e lui sorrise! Jake era sempre così tenero, ma era sempre e SOLO un mio amico.

-Beh ragazzi, io devo andare! Domani ho compito di matematica, devo studiare tantissimo!

-Ok Ele, ci vediamo lunedì!

-Perché? Non vieni domani pomeriggio?

-No, non posso, devo andare a trovare mio nonno che è in ospedale!

-Ah si, giusto, salutamelo tanto!

-Ok…Ciao!

-Ciao a tutti!

-Accidenti Cathy, proprio domani che volevo invitarti ad uscire!

-Oh, Jake, ma è tremendo…

Lo dissi imitando un tono drammatico, poi continuai:

-Ma seriamente, pensi sul serio che siccome è la quarantesima volta che me lo chiedi, risponderò di si?

-No, non lo penso, ma tentar non nuoce!

-Forse a te no, ma al mio sistema nevoso, un pochino si!

Scherzavamo sempre a quel modo, lui non mi aveva nemmeno mai chiesto seriamente di uscire con lui, lo faceva scherzando, lasciando inteso, che sapeva benissimo che alla fine non saremo mai usciti; Jake faceva tanto il sentimentale, sembrava esprimere i suoi sentimenti senza riserbo e in realtà tutto quello che mostrava era ironico o falso; probabilmente nessuno aveva mai visto il vero Jake!

-Caaaathy???

Chris mi stava chiamando, così soffiai un bacio ironico a Jake e corsi fuori dalla selleria: mi piazzai davanti a Chris, che era ancora con i genitori di Marta.

-Cathy, questi sono i signori Sawyer!

-Buonasera, io sono Cathy!

Dissi, stringendo la mano ai genitori di Marta.

-Mi hanno chiesto di parlare con te, vogliono parlare di Marta!

-E’ un tesoro di bambina...anche molto portata per l’equitazione, direi!

-Cathy, sembra che tu abbia fatto un miracolo!

Guardai Chris con aria interrogativa, ma lei mi rispose con un sorriso misterioso e mi lasciò sola con i signori Sawyer.

-La tua istruttrice ha ragione!...quanto ci hai messo a farla parlare?

-A farla parlare?...non capisco…le ho chiesto quanti anni aveva e lei mi ha risposto che…

-Ti ha risposto?...ti ha risposto subito?

-Si e mi ha chiesto quanti ne ho io!

-Incredibile!...Davvero incredibile!

-Mi scusi signora, ma continuo a non capire!

-Vieni Cathy, sediamoci che ti raccontiamo tutto dal principio.

Ci sedemmo su tre sedie all’ombra del melo e il signor Sawyer prese la parola.

-Vedi Cathy, Marta da due anni non rivolge la parola a nessuno, tranne a noi e a pochi conoscenti, non parla molto nemmeno con noi, ma con gli estranei non apre nemmeno bocca: mi meraviglia molto che abbia subito avviato un discorso con una persona che non aveva mai visto!

-Non ne avevo idea, non pensavo che avesse questo problema!

-Sembra che ormai il problema si sia in parte risolto, quanti anni hai?

-Quindici.

-Sei molto giovane, ma sembri molto matura per la tua età; mi domando solo perché Marta abbia scelto proprio te per aprirsi!

-Ma certo, il “colpo di fulmine”!

-Come dici?

Mi accorsi di avere detto a voce alta, quello che doveva essere solo un pensiero e mi affrettai a dire:

-Niente, mi scusi; in ogni caso non ne ho idea nemmeno io.

-Comunque volevamo ringraziarti molto!

-Di niente, comunque penso che Marta voglia dirvi che non ha più intenzione di lasciare l’equitazione.

-Tu pensi che sia una cosa positiva?...perchè tutte le volte che torna a casa dopo la lezione è molto tesa e spaventata!

-Penso che una volta era così, d’ora in poi non lo sarà più!

-E come sarà possibile?

-Innanzitutto perché ha trovato il pezzo mancante: il cavallo giusto; vede i bambini che vengono a montare qui e sono alle prime armi, non sono ancora in grado di capire qual è il genere di cavallo di cui hanno bisogno, per questo ci vuole più esperienza: i bambini come Marta o quelli con problemi comportamentali, i disabili o addirittura quelli con problemi più gravi, sono dotati di una particolare sensibilità; riescono a percepire il legame con un cavallo, e quando è molto forte, insieme fanno cose spettacolari! Penso che Marta abbia “sentito” Kinder, e che siano sulla stessa frequenza: si capiscono perfettamente.

-Come sai tante cose?

-Aiuto gli insegnanti del corso di ippoterapia per questi ragazzi, ed è una cosa veramente fantastica!

Per questo sostengo che a Marta farebbe molto bene continuare a montare; prima non conoscevamo il suo problema e l’abbiamo trattata come tutti i bambini, tralasciando la sua dote; non si sentiva a proprio agio con Penny, la pony più buona della scuderia, e lo ha dimostrato. Penso che ora nessuno la separerà da Kinder; naturalmente non sarebbe giusto per lei, frequentare lezioni con ragazzi come quelli che seguo io, perché si sentirebbe inferiore e diversa, ma potrebbe continuare a montare come oggi, se lei è d’accordo. Piano piano riusciremo ad inserirla nel gruppo delle lezioni di Christine!

-Fantastico, davvero fantastico! Ho subito notato com’era raggiante oggi.

-Se venite a vederla da vicino, sono sicura che la troverete molto cambiata. Solo voi che la conoscete bene siete in grado di notare il passo che ha fatto, ma vi posso assicurare che i cavalli fanno miracoli!

I genitori di Marta si dimostrarono molto stupiti e molto felici; quando se ne andarono, Marta mi abbracciò e mi salutò felice e mi promise che sarebbe tornata giovedì. 

  
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