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Autore: itsasiaJ    07/12/2010    2 recensioni
Dal matrimonio alla droga,dal Natale alle disavventure,ecco piccole one shot sui Jonas Brothers pronte a farvi piangere e sorridere :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nota Dell'Autrice:PARLI ORA,O TACCIA PER SEMPRE... quante volte questa frase,ripetuta nei film e nei libri,ci ha incuriosito,ci ha fatto sognare,ci ha fatto sperare.Beh,io ho cercato di trascrivere questi sogni nel miglior modo possibile,e con una buona dose di fantasia e il bellissimo singolo di Taylor Swift "Speak now" Eccomi qui a presentarvi Joseph,Chanti,e la loro storia...


Parli ora,o taccia per sempre.
Odiavo i matrimoni a priori. Non sopportavo l’idea di vestiti costosi e gonne importanti,scarpe strette e dal tacco vertiginoso di cui diventavi lentamente schiava,tempo perso sotto l’aria calda del Phon per sfoggiare un’acconciatura originale quel poco che basta per non sembrare inferiore. Spese folli,persone che incontri per la prima volta nel corso della tua esistenza e che fingono di trovarti simpatica per conversare tra la prima e la seconda portata,sorrisi biechi,ore che sembrano non passare mai. Ma partecipare a quel matrimonio aveva per me lo stesso effetto di comparire in lista per una condanna a morte,il medesimo dolore di una perdita cara e un alone amaro in bocca lasciato da una dose di veleno. Tutto sarebbe stato più facile se non mi fossi lasciata convincere a non partire per Pradesh,o forse tutto sarebbe stato davvero perfetto se colui che da li a poco avrebbe dovuto pronunciare un “Si,Lo voglio” non fosse l’unico ragazzo per cui farei follie dall’età di diciassette anni,quell’amore che ti esaspera e ti fa odiare tutto ciò che porta con se,fino a regalarti le uniche emozioni per cui vale la pena tentar di vivere.  Erano innumerevoli volte ormai che ruotavo attorno alla cattedrale tentando invano di placare un nervosismo consolidato dentro ogni organo vitale e intento a corroderlo,e ogni volta puntualmente qualcosa di nuovo risaltava fino a colpire il mio sguardo del tutto assente da quella mattina,quando piuttosto che alzarmi dal letto avrei preferito una pugnalata dritta al cuore. Sistemai con distrazione le pieghe del vestito rosa antico e mi domandavo perché avessi scelto un modello simile,così elegante e raffinato da non essere propriamente nel mio genere,forse solo la voglia di eliminare ogni problema dalle mie giornate e con essi il ricordo della celebrazione,riportai ancora le braccia sul petto,incrociandole,e chiusi gli occhi pregando Dio di allontanare quella sensazione di dolore che mi tormentava lo stomaco.
-Ehi Chanti-
Una mano calda si posò sulla mia schiena scoperta,riconobbi la sua voce allegra accarezzarmi l’orecchio e aprirmi le porte del piacere di ogni senso. Scappare non potevo,mi limitai a preparare quel piccolo discorso di piacere formato da bugie a ridosso di bugie che lui avrebbe voluto ascoltare da un’amica,sorrisi come fossi una di quelle marionette per bambini e mi voltai fingendomi sorpresa.
-Ehi Joseph- Con gli occhi mi soffermai sulla cravatta nera annodata con una perfezione quasi maniacale sotto il colletto della camicia bianca –Wow,che eleganza-
Era la frase più idiota da dire nel tono più idiota che potessi usare,con quel  timbro grave e riprovevole che non sapevo nemmeno potesse essere nelle mie corde,ma lui parve non accorgersene.
-Beh sai,sono lo sposo-
-Non sono abituata a vederti con giacca e cravatta-
Dissi passando due dita lungo le pieghe morbide della giacca scura,facendolo sorridere.
-Io non sono abituato a vederti così … - Soffermò la frase per indicare con una mano il mio vestito sinuoso ed elegante come forse non ne avevo mai indossati in vita mia,scollatura esagerata e decorazioni raffinate a volontà –Così elegante. Diavolo,sei stupenda,vuoi sposarmi?-
Scoppiò a ridere,e io cercai di seguirlo in quelle sonore risate nonostante avessi desiderato come una stupida anche solo per pochi secondi che non stesse scherzando,pronta ad illudermi che non avesse usato un minimo di vena ironica.
-No davvero- Continuò serio –Sei bellissima,e voglio ringraziarti per essere venuta-
Scostai lo sguardo quel poco che bastò per riprendermi dal ricordo dei suoi occhi dolci e dal taglio allungato,immersi come in una miscela di miele e cacao,poi tornai a fissarlo senza che Joe si rendesse conto di nulla.
-Sei mio amico,e non poteva essere altrimenti-
-Ma so anche quanto tenevi a partire per l’India a rivedere i tuoi genitori-
-I miei genitori aspetteranno,e l’india aspetterà- Esordii decisa,nonostante la partenza per visitare i miei genitori rimasti a Pradesh non fosse altro che un pretesto per allontanarmi dal Los Angeles e dal clima di pace e serenità che regnava quel pomeriggio –Tu sei mio amico,e non potevo non esserci in un giorno così importante per te-
Sorrisi,evitando di aggiungere che sarei voluta essere lì quel giorno in altre vesti,magari bianche e con un’importante gonna in tulle,non di certo costretta dentro un vestito rosa a fare una parte secondaria come quella di qualsiasi altro invitato. Lo vidi sinceramente grato.
-Sai che io e Sasha avevamo pensato di venire in India per trascorrere il viaggio di nozze?-
Sbarrai gli occhi,forse presa alla sprovvista.
-In India?E’ una scelta un po’ azzardata,ma rimane comunque un paese che merita,tralasciando che è casa mia-
Continuai senza celare l’orgoglio per quella che era la mia patria e la mia vera casa. Joe impiegò alcuni secondi a rispecchiarsi nei miei occhi azzurri,caldi e scintillanti come le profondità di un oceano cristallino e leggermente più chiari di quelli di mia madre,nativa del Canada,poi sorrise. Tirai un sospiro di sollievo quando capii che non aveva intuito ciò che dentro mi stava devastando.
-Poi abbiamo optato per le Maldive,ma l’India rimarrà comunque un posto da visitare- Esclamò con un tono leggermente diverso,quasi dispiaciuto –E magari perché no,Pradesh-
-Main Thiik hoon, aur aap-
Dissi con una punta di superiorità alzando le sopracciglia. Joseph mi osservò stizzito.
-Potresti tradurre per me povero ignorante che non parlo indiano?-
Feci cenno di si con la testa,scoppiando a ridere.
-Ho appena detto che mi farebbe molto,molto piacere-
Conclusi con un tipico gesto della mia cultura,unendo le mani come in una preghiera e piegando in avanti il busto. Joe fece lo stesso,seguendo più o meno i miei movimenti solo con qualche vena goffa in superficie.
-Ci sono?-
-Dobbiamo lavorarci Joseph,ricordamelo-
-Guarda che ci conto eh?-
Quasi urlò mentre si allontanava dalla mia figura a poco a poco per entrare in chiesa a farsi spazio tra i presenti,pronto a prendere posizione sull’altare tra agitazione e felicità generale,tipico dei matrimoni. Alzai gli occhi al cielo,avrei voluto urlare ma il mio superego mi impartiva il più assoluto silenzio quasi fosse un ordine e il vento sembrava sussurrarmi di non emettere il più piccolo gemito. Raccolsi coraggio come forse mai in tutta la mia vita,prendendone brandelli da ogni dove era possibile,poi mi avviai in chiesa tra fotografi,familiari e fiori bianchi dal profumo pungente e acre ma stranamente piacevole. Il posto riservatomi era accanto ad un’anziana donna con un buffo capello verde smeraldo a coprire la capigliatura grigiastra,mi rivolse uno sguardo curioso e avrei scommesso che si stesse domandando di quale nazionalità fossi. Sorrisi sfacciata,tornai a fissare quello che per me era il tutto e il niente,l’unica ragione della mia vita e allo stesso tempo la cosa più futile che potessi avere,mi salutò con una strana espressione che non riuscii a decifrare e il suono dell’organo diede inizio alla mia disperazione più totale. Guizzai involontariamente gli occhi chiari verso Sasha Collins,perfetta con i suoi boccoli dorati e i tratti di una fata,laureata con il massimo dei voti e gentile come fosse la protagonista di qualche fiaba per bambini. Non capivo perché ancora mi stupissi della decisione di Joseph,chiunque avrebbe preferito una come lei tra tutte le scelte possibili. E avanzò nel suo vestito regale dal color avorio fino all’altare,prese la mano che io avrei voluto stringere,guardò quegli occhi in cui avrei desiderato annegare e stava per sposare l’uomo che io dovevo amare. Il groppo giù per la gola aumentava ad ogni secondo che trascorreva inesorabile,stavo osservando impotente l’unico amore della mia vita inciampare senza poter più rialzarsi,o forse ero io che dipingevo ormai tutta la sua vita con Sasha un tremendo sbaglio,consapevole di ciò che sarebbe diventata la mia esistenza sapendolo tra le braccia di un’altra donna. Portai lo sguardo a terra,afflitta,sulle scarpe lucide.
-Se c’è qualcuno che si oppone a questa unione- Esordì il sacerdote magro e asciutto dal naso appuntito –Parli ora,o taccia per sempre-
Era il momento,il momento di parlare,il momento di chiarire le cose tra me e il resto del mondo. E allora perché il silenzio non lasciava spazio alla mia voce e i piedi erano piantati a terra come fossi un albero con radici profonde?Non avevo più certezze,erano sparite tutte le mie ragioni,perse forse in qualche sotterfugio del destino. Feci un respiro profondo.
-Io … -
Mi arrestai,consapevole di non aver più argomenti plausibili per continuare un discorso dettato dalla gelosia,o forse dall’invidia,o da qualsiasi altro sentimento negativo che trovava spazio nel mio cuore in quell’istante. Feci un passo in avanti,la signora alla mia sinistra mi lanciò uno sguardo di ammonimento a cui non badai,ora tutti gli occhi erano puntati su di me.
-Ha qualcosa da dire a tutti noi,signorina?-
Deglutii rumorosamente fino a percepire la bocca secca e arsa,passai la lingua tra le labbra cercando di inumidirle per bene e rimasi interdetta a captare quella scossa elettrica che lo sguardo di Joe mi procurava al solo sfioramento. Non capii cosa stesse cercando di dirmi.
-Io voglio … -
Ripetei ancora,e nuovamente non riuscii ad andare avanti. Forse avevo perso,ero sconfitta. Potevo farcela contro me stessa,ma non potevo cavarmela contro Dio.
-Io voglio congratularmi con gli sposi-
Spudoratamente cercai di rimediare alla situazione di disagio venutasi a creare lì dentro,sistemai la frangia sulla fronte e sorrisi affabilmente verso ogni singolo ospite. Il sacerdote sbuffò.
-E non poteva farlo dopo la cerimonia,di grazia?-
Non aveva tutti i torti.
-Ha ragione,chiedo scu .. –
-Stia tranquilla. Ora si sieda e possiamo concludere-
Pochi secondi dopo lo schioccare del bacio segnò la mezzanotte per Cenerentola. Fine della favola,fine del ballo,fine del sogno di una vita diversa accanto al principe,avevo terminato di riporre ogni speranza nel domani. Eravamo ormai due mondi totalmente opposti. E al ricevimento continuavo a sentirmi come una goccia d’acqua sporca tra milioni di altre gocce scintillanti,quasi fossi sbagliata e irrimediabilmente l’antagonista della situazione. Continuavo a crogiolarmi con il bicchiere dello Champagne in mano,gli invitati che mi sorpassavano quasi fossi un mobile,non riuscii a trattenere una lacrima che portava con se tutto il dolore della più grande perdita che potessi subire. Alcune volte perdere un amore è più doloroso che perdere la tua stessa vita,perché troppo spesso è la tua vita che ruota attorno a quell’amore,inesorabilmente.
-Vuoi ballare?-
Sovrappensiero non mi ero accorta della musica che si stava diffondendo per il giardino. Alzai gli occhi dalle mie scarpe,sorrisi. Sotto i raggi del tramonto Joseph era ancora più bello.
-Dici a me?-
Mi guardai intorno spaesata alla ricerca di qualcuno a cui avesse potuto rivolgere quell’invito,ma nei dintorni mi trovavo solo io su quella sedia bianca e il nulla.
-Si Chanti,tu-
Mi lasciai trasportare dalla sua mano intrecciata alla mia morbosamente,fino a quando le sue mani sui miei fianchi mi fecero avvampare in un modo quasi ingenuo e le mie guancie si colorarono di un bordò scuro al contatto con il suo fiato caldo dietro l’orecchio. Entrai in estasi quando poggiò la mano sulla mia schiena.
-Che volevi fare?-
Finsi di non capire a cosa si riferisse scrollando le spalle.
-Non so di cosa parli-
-Sacerdote,parli ora o taccia per sempre,tu che ti alzi,quasi mille persone che ti fissano,fine della storia. Ti dice nulla?-
Mi lasciai cullare da ogni sua parola quasi fosse un gioco,un piccolo spostamento della sua mano sulla schiena mi fece trasalire.
-Nulla che meriti di attenzione-
-Non ti sei alzata per congratularti- Continuò nascondendo lo sguardo –Ti sei alzata perché non volevi che mi sposassi-
-E ho rovinato tutto- Intervenni pacata premendo la fronte sulla sua spalla,forte –Mi dispiace. Mi hai guardata in quel modo per farmi tacere,ora lo so-
Scoppiò a ridere,i suoi movimenti rimbombavano nella cassa toracica procurandomi prurito.
-Ti ho guardata in quel modo perché volevo che parlassi,Chanti-
Pregai di aver udito male. Pregavo che non avesse detto nulla di ciò che avevo appena sentito “Ti ho guardata perché volevo che fossi tu a parlare” ripetè ancora una volta,cingendomi le spalle.
-Stai dicendo che se ti avessi chiesto di non sposarti,tu non l’avresti fatto?-
-Sto dicendo che se mi avessi detto fin da subito che mi amavi,le cose sarebbero diverse ora-
Forse aveva ragione. Forse aveva sempre avuto ragione,o forse non l’aveva nessuno dei due. Mi posò una mano sulla guancia,disegnandovi sopra dei piccoli cerchi con il pollice,si guardò intorno attento e mi sfiorò le labbra,come due adolescenti alla prima cotta.
-Ti amo Joe. Da sei lunghissimi anni sei stata l’unica persona più importante della mia vita-
Mi strinse a se con una tale forza da lasciarmi senza fiato,lasciando spazio a scosse di piacere pronte ad invadermi il corpo.
-Se avessi parlato prima,ora le cose sarebbero diverse-
Continuava a ripetere incessantemente.




  
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