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Autore: Kimmy_90    07/12/2010    3 recensioni
Estratto da " 5. Accettazione ."
[ Rimase allibita ed estasiata ad ascoltare due labbra sottili e surreali lievemente posate sulle sue.
   Più per caso che per intenzione.
     Più per follia che per attrazione.
C'era una parte di lei con cui era in conflitto, eppure in amore. E questa parte di lei le si presentava come un ragazzo dalla pelle morbida e setosa, inventato da lei stessa anni prima.
Era una cosa malsana.
Lo sapeva.
     Era andata definitivamente fuori di testa.
]
Lei è una ragazza apparentemente calma e tranquilla.
Lui è un casinista.
Lei tende ad evitare i problemi, è remissiva, cerca il dialogo.
Lui è superbo e sprezzante.
Lei è moderatamente bassa, lui è alto; lei è acqua e sapone, lui si trucca pesantemente; lei beve, lui è astemio; lei non fuma, lui si fa le canne; lei ha gli occhi grigi, lui neri; lei segue i suoi ideali... bhe, lui anche.
Il problema, sostanzialmente, è che sono la stessa persona.
Genere: Sovrannaturale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8. Giù.




Com'era, Aria?
Anzi, com'eri?
Come sei sempre stata.
Ammettilo.

Sei una stronza, Aria.

Un'enorme stronza. Di un apocalittico inenarrabile.

Stupida ragazzina che passa il tempo libero a rotolarsi nei vittimismi. Prima perchè non c'è; poi perchè se n'è andato.
Ma non raccontarti palle, Aria.
Guardali.
Com'eri, Aria?
Prima, molto prima.
Sempre sbagliata.

    "Aria, smettila di insultarti. Cerchiamo di chiudere questa cosa."
    "Cerchiamo? Cosa centri, tu?"
    "Tutto."
    "No. Non è vero."

Sempre sbagliata, ma al contrario.
Sempre a fare la vittima, ma al contrario.
Perchè ti piace fare la vittima, Aria – non è vero?

    "Va bene, abbiamo capito. E adesso?"
    "E adesso cosa? Niente. Decido io."
    "E cosa decidi?"
    "Decido il modo in cui fare la vittima, dato che proprio non posso farne a meno."
    "Non puoi farne a meno?"
    "No. Ma posso evitare di fare male agli altri, almeno."
    "Ah. Sì, certo. Come no. Così almeno avrai la scusa di aver fatto del bene. Super-Aria in azione! Comodo – comodissimo. Una martire."
    "Taci, Hera."
    "Una fottutissima martire incapace di fare qualcosa che non sia subire – brava. Complimenti. Questo spiega decisamente una valanga di cose."

Guarda gli occhi di quella tipa, Aria. Ti odiano. Ti stanno vivisezionando. Che cosa divertente – eh, Aria?
Non era lei la stronza?
Non eri tu la buona disgraziata, la ex lasciata, la povera abbandonata?
Sola.
Chi è il buono, Aria?
Non eri tu, quella buona? Quella che tutti avevano fregato?
La vittima è buona per definizione, no?



Aria lo aveva intuito in un attimo.
Lo avea prima temuto, poi realizzato, infine ammesso ed ora confessato.
Tenendo lo sguardo basso e terrorizzato da quelle due persone che le parevano più ostili che mai.
Ma non erano ostili – lo sapeva, lo aveva capito, lo aveva visto.
Erano esattamente come dovevano essere, come sono due persone normali in una situazione del genere: uno confuso, stressato da una situazione che gli sta scomoda e da cui vorrebbe fuggire - ma non trova neanche lontanamente il coraggio -; l'altra semplicemente terrorizzata.
Terrorizzata perchè non serviva uno studio per vedere che il taglio definitivo al cordone che lo legava ad Aria Lucas lo aveva saputo dare solo grazie alla lontananza, e non in altro modo. Terrorizzata perchè una 'ex' che compare da chilometri e chilometri di distanza, in versione 'tranquilla ed amichevole', è cosa estremamente sospetta.
Ed essere così tanto terrorizzati da scattare su una difensiva del genere, talmente serrata da poter degenerare in un attacco da un momento all'altro, significava solo una cosa: tenere in modo estremo a quello che era l'oggetto della contesa, ovvero Lucas.
Aria si sentì rimpicciolire, minuscola.
No.
Non era Aria quella buona.

Aria si fece travolgere dal senso di colpa.



    "Aria, piantala." Hera la strattonò violentemente, costringendola a voltarsi verso di lui: in un solo istante, Aria si era fatta riccio, completamente chiuso e muto – se non per il continuo pensare che stava per farle saltare i neuroni.

Perchè, piccola Aria, adesso che l'hai capito possiamo intenderci bene: i buoni non esistono. E tu, in particolar modo, sei la cosa più lontana che esista da una creatura 'buona'. Sei un essere subdolo che simula uno sfacciato buonismo nel tentativo di raccogliere consensi attorno a sé.
Perchè a te non piace essere odiata – vero, Aria?
Sei talmente concentrata nel non farti odiare che metti da parte qualsiasi tuo bisogno.
O per lo meno, sei convinta di farlo: è così che farai anche adesso, Aria? Simulerai buonismo totale?
Perchè il buono è la vittima – lo è sempre, e tu questo lo sai.
Perchè Lucas ha dovuto patire le pene dell'inferno per raggiungerti – mai fosse che tu facessi qualcosa, all'epoca: troppo rischioso, troppo rischioso perchè avrebbe potuto comportare pestare le uova nel paniere a qualcuno: e tu questo non lo vuoi, vero, Aria?
E figurarsi cercare di riprendersi ciò che ti apparteneva, una volta che è fuggito. Non lo hai fatto.
Ci hai mai pensato, Aria?
Hai mai pensato che sei venuta a fargli visita solo mesi e mesi dopo – cioè adesso?
Egoismo per egoismo.
Fintanto che era tutto lontano, e tu eri la vittima lasciata con il cerino in mano, era semplice fare la povera addolorata.
Certo.
E nonostante fossero tutti lì per te, non hai praticamente accettato le loro 'cure'
Perchè, Aria?
Forse perchè così ti sentivi ancora più vittima?

E la vittima è buona, per definizione.

    "Aria. Sono discorsi insensati – cristo, te lo avevo detto: niente autopsicanalisi."
Aria non rispose.

Ora come ora non hai scampo: sei tu la stronza.
Sei tu qualla che è comparsa dal nulla.
Sei tu quella che può rubare.
Ladra.
Ladra.
Ladra.

E lei ha sempre pensato così – lo sai, vero?

    "Ehi."
Aria levò lo sguardo all'ennesmi strattone di Hera.
    "Ti stai comportando come una deficente. E lo sai."
    "No."
    "Aria!"
    "Sono fatta così. Fine. Me ne vado in silenzio."
    "Rifletti su quello che è successo, cazzo!" e l'enne più unesimo strattone.

Tanto non ci riesci.
Perchè non vuoi farlo.

Ops.






Fu un lungo, lunghissimo silenzio. Fu troppo lungo, per tutti e tre.
Per Lucas perchè voleva fuggire – lontano, possibilmente, dall'una e dall'altra.
Per Aria perchè quel tempo aveva ospitato discorsi mentali che forse avrebbero richiesto mesi, nella realtà – ed ora, invece, le si ribaltavano addosso tutti assieme, senza tregua, senza fine, sino a schiacciarla.
Per Lavie – così si chiamava – perchè si divideva fra il portare Lucas il più possibile lontano dal pericolo che costituiva Aria e l'andare direttamente ad aggredire la ragazza, come il suo terrore in difensiva le suggeriva di fare.
E dato che Lucas pareva inamovibile e Aria priva di qualsiasi espressione, alla fine fu proprio lei, Lavie, a scattare.
"Lucas, andiamo via."
Alle orecchie di Aria giunse un sibilo serpentino.
Metà della sua testa le raccontava quando astio, quanto odio e quanta ira si celavano dietro quelle tre parole pronunciate in quel tono così tagliente. L'altra metà le raccontava quale paura, che lei stessa aveva provato, che qualsiasi persona in una situazione lontanamente simile prova, si nascondeva dietro quella barricata di insofferenza.



Così qui siamo, Aria. Sai perfettamente cosa sta accadendo.
E questo significa solo una cosa – che non c'entra niente con loro due, no: c'entra con te.
Perchè lo sai che c'entra Sempre e Solo con te.
Hai passato mesi senza progredire in alcun modo, Aria.
Sei peggiorata, anzi.
Sei tornata – eccoti, ai tuoi quindici anni. E non è che tu fossi migliorata, nel frattempo – lo sai, questo.
Era solo una parentesi.
Sei pessima.
Lo sei sempre stata.
E sempre lo sarai.
Vittimizzati quanto vuoi.

    "Adesso andiamo via." Hera cercò di farla allontanare, senza nessun risultato: Aria continuava ad arrovellarsi, facendo discorsi con se' stessa – Hera completamente in disparte: neanche fosse che ora le parti in cui si era divisa la sua personalità fossero tre. Hera levò lo sguardo al cielo, scuotendo prima il capo, poi storcendo le labbra: sarebbe finita male.
Molto male.

E più ci pensi e più ti vittimizzi, e più ti vittimizzi e più finisci nel circolo vizioso di odiare prima te stessa, poi gli altri, poi gli altri ancora, poi te stessa di nuovo – finchè non ti lasci sotterrare dal tuo finto altruismo, sotto li muri dei tuoi errori e delle tue pene: vittima, sotterrata, persa ed inutile: oh, certo, però buona.
In modo schifosamente falso ma – sì, secondo gli altri, buona.
Tu e la tua verità rimarrete sotto le macerie, Aria.
Pessima ed inutile donna.
Problema risolto.
Bel modo di vivere.




"Dai, cazzo – Lucas, che fai?" saltò nuovamente l'altra, che si faceva isterica. E, non dotata di particolare autocontrollo, scattò voltandosi verso Aria: "Cosa cazzo sei venuta a fare qui, puttana? Vattene."




E intanto quella ragazza, a buona ragione, ti insulta.
Perchè ha paura.
E dato che ha paura, non puoi risponderle.
Perchè sai che non sei tu la buona.
Sei tu la stronza, oggi. E' lei la buona.
Lei
ha ragione. Tu hai torto.
Non riesci a vederla in modo diverso, vero?
Sai agire da stronza, Aria?
No.
Restatene qui ad implodere, Aria.
Non sarà buonismo a farti saltare, ma solo la miriade di contraddizioni che ti sei costruita addosso.
    "Aria."





Aria, alle parole dell'altra, respirò tanto a fondo da non avere più spazio nei polmoni: respirò incredula, sgomenta, e più inspirava più pareva che anzichè l'aria inglobasse il colpo, l'insulto, le parole ed il loro tono, l'espressione del viso di chi la stava aggredendo.
Respirò e, incapace di espirare, trattenne il fiato mentre le si contraevano gli addominali: un calore fastidiossimo in volto la costrinse ad abbassare lo sguardo, per non far notare ch'era prima sbiancata e poi divenuta d'un rosso troppo prossimo al violaceo. Fissava il marciapiede, ma non fissava niente.
Ops.
Aria.
Ops.
E più rimaneva lì a non fissare ninete, più 'niente' vedeva.
E tutto quel calore alla fine divenne un fischio alle orecchie, che si faceva sempre più acuto ed elevato.
Sino alla nausea.

Lavie e Lucas – due L, che carini – videro Aria così, capo chino e gli occhi sbarrati, talmente persa da riuscire, per un minimo istante l'una e per molto più tempo e con molta più apprensione l'altro, a preoccuparsi.
Aria non diede loro il tempo di focalizzare la cosa, rialzando lo sguardo sui due: e mentre lo faceva levava il volto, e nel levarlo levò il mento più in alto di quanto non fosse necessario per fissarli negli occhi. No, levò il mento di modo da poterli scrutare da ben altra angolazione, molto più distorta: e sembrò erigersi, quasi gonfiare il petto mentre si riprendeva.
Tacque scrutandoli a lungo, il volto fattosi serio: sinchè non si dipinse un vaghissimo sorriso, giusto appena accennato, ma sufficiente da farsi intendere in tutti i suoi significati.
"Che carina, la bimba." fece, poi sbuffando. "Quante te ne sei portate a letto, da farle avere una reazione del genere alla sola presenza  della tua ex – quella ufficiale, per lo meno?"
Lucas tacque, osservando Aria attonito.
Aria sorrise, osservando la ragazza prima tremare, poi afferrare con violenza il braccio di Lucas e trascinarlo via.








_______________________________

NDA


Dio, 'sta ragazza l'ho fatta troppo complessata. ._.'
Mi sa che ho esagerato.

Dunque, nel capitolo precedente in molti mi hanno scritto come se nell'ultimo pezzo fosse stata Aria a fare l'acida e Lavie la tranquilla. Bene, io veramente intendevo il contrario xD ho riguardato l'impostazione della frase ed in effetti era ambiguissima. Bene, l'ho cambiata: Aria era quella 'scialla' e Lavie quella che malcelava l'astio.

Risposte alle recensions :D [si, so che esiste il tastino rispondi, ma in fondo al capitolo è più carino secondo me, salvo emergenze ^^]


@Miroku
intanto grazie per la valanga di recensioni on the road, sono molto carine xD devo dire che con le tue riflessioni hai quasi più incasinato me che te <.<' ma non è colpa tua, specifico! xD
Felice abbia gradito la scena di Hera che canta, erano secoli che la volevo fare xD fra l'altro si è scelto una canzone ambiguissima... *lol*.
Bon, spero che il seguito sia gradito. :D



@moet et chandon
ciao, grazie per la lettura e la recensione xD  Anche Tu mi hai fatto una superconfusione in testa con le teorie, mentre voi cercate di immaginare dove voglio andare a parare io, io con le recensioni finisco a cercare di immaginare dove voi vi immaginate io vada a parare xD bel trip, eh xD soprattutto per capire se si capisce la narrazione o se è talmente contorta che ognuno segue un suo filo logico... <.<'
grazie ancora :D al prossimo capitolo :)


@gintama_ e just_love_me
grazie :3












   
 
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