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Autore: angels on the moon    09/12/2010    4 recensioni
Spoiler 2x10
- Grazie, Damon -.
Era un grazie sincero, di quelli che vanno agli amici, quando senti che ci sono, per te.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rinascita


Era una bella mattinata fresca, il cielo chiaro e speranzoso, gli uccellini cantavano.
Nel silenzioso pensionato dei Salvatore, non c'era nessuno, oltre Damon: Stefan era intrappolato nella cripta con Katherine e Rose, dopo aver visto Elijah vivo, era scappata senza più tornare.
Damon era stranamente fiducioso quel mattino, si era svegliato di buon ora e si sentiva un po' diverso, nuovo: guardando l'alba serena, avvertiva in sé una rinascita, una speranza.
Così, uscì dall'abitazione con un sorriso ottimista sulle labbra, come non ne aveva più da tempo; stava andando a casa Gilbert, ma prima di raggiungere la meta era deciso a fare una tranquilla passeggiata per Mystic Falls: voleva capire e sistemare i tanti insoliti pensieri che aveva.

Stavano succedendo un sacco di cose, negli ultimi tempi. Aveva a che fare con tanti nemici e condizioni scomode; Elijah, Klaus ed altri famosi cattivi vampiri cercavano Elena, in città erano arrivati nuovi nemici licantropi, streghe, Katherine e la pietra lunare. In più doveva pensare ai suo sentimenti in subbuglio. Ma il meglio era suo fratello costretto nella cripta con la malvagia vampira. Damon era solo, con qualcuno da salvare e una strega semi-competente.

Erano tutte brutte situazioni, ma aveva quel pensiero bastardo che l'ultima non lo fosse poi così tanto...
Da una parte sapeva di aver bisogno delle forze di Stefan per fronteggiare tutte le altre circostanze, ma dall'altra si vedeva da solo con Elena e con qualche ostacolo in meno.

Era una dannata riflessione da scacciare, non voleva illudersi troppo, perché lei amava ancora il fratello e perché non voleva essere egoista; ma non ci poteva far niente, quel giorno era speranzoso.

Aveva promesso a Stefan che avrebbe tenuto al sicuro Elena e che non l'avrebbe fatta avvicinare alla cripta. Era deciso a mantenere la promessa. Ma sapeva, che con o senza promessa, l'avrebbe comunque protetta.
Ed eccola, quella carina casetta bianca e quel portico che gli ricordavano tante cose. Era lì che aveva ammesso per la prima volta di tenere ad Elena, anche se alla persona sbagliata, ed era lì che l'aveva fatto per la seconda volta, ma con la ragazza giusta.
Mise su il suo sorriso migliore, non interamente falso, e bussò. Nessuno rispose, riprovò. Niente. Entrò e si chiuse la porta alle spalle.
– C'è nessuno?! Elena?! - Ascoltava, non c'erano né Jenna e né Jeremy, ma sentiva forte la presenza della ragazza al piano di sopra, in camera sua.
Salì velocemente, bussò gentilmente e aprì piano piano la porta. Elena era rannicchiata, con le braccia si teneva le gambe; qualche fazzoletto usato sparso sul comodino: piangeva.
Lei alzò gli occhi, non disse nulla, non lo mandò via, e torno a chiuderli abbassando la testa.
Il vampiro rimase un po' immobile, sorpreso. Non sapeva perché la ragazza piangesse, non ne aveva idea. Forse per Stefan, forse per Jeremy, per la paura di Klaus, per lui o per un incubo. Forse per tutto quanto. Ma dopo aver connesso qualche pensiero non c'erano dubbi, Elena aveva bisogno di essere consolata, di un amico, e lui c'era.

Attraversò lento la stanza e si avvicino al letto; mentre si sedeva vicino a lei, le accarezzò i capelli. Poi l'abbracciò.

- Ehi, non ti preoccupare, ci sono qui io... - le disse, dolce.
Le mise una mano sotto il mento, le alzo il viso. Si guardarono negli occhi, carichi di tensione e sofferenza; lui che voleva rassicurarla si trovò un po' tradito dai suoi occhi di ghiaccio leggermente umidi: non riusciva a vederla così.

Le diede un bacio sulla fronte, protettivo; poi si persero in un abbraccio, lei si abbandonò sul petto del vampiro. Questo non disse altre parole, non ne aveva e forse non ne servivano. Quelle che aveva pronunciato sembravano già abbastanza inutili e anonime.
 

Rimasero così per molti minuti, mentre Elena calmava il suo pianto; non c'era bisogno di tante parole, l'abbraccio dell'amicizia contava molto di più.
Lei sussurrò solamente: - Grazie, Damon -.
Era un grazie sincero, di quelli che vanno agli amici, quando senti che ci sono, per te.

Era un grazie che Damon si era meritato e, anche se non lo avrebbe ammesso, aveva bisogno di sentirsi dire per capire se finalmente stava facendo qualcosa di buono.
Aveva ragione quella mattina: era un giorno nuovo, di rinascita, com'era rinato l'amico di Elena, e di speranza, per sognare qualcosa in più.
Era lì, con la ragazza che amava, e sentiva che non avrebbe voluto lasciarla mai.

Chissà, forse avrebbe potuto lasciare il suo fratellino dove stava ancora un po'...


 

è la mia terza one-shot, ancora su Damon. Ho seguito il consiglio di qualcuno e ho provato a scrivere qualcosa di nuovo, ma è la prima volta, avrei bisogno di qualche vostro consiglio per migliorare. Sono riuscita finalmente a scrivere qualche pensiero felice di Damon, anche se il risultato finale non mi sembra poi troppo buono. Insomma, mi è uscita una schifezza...
Scrivetemi cosa ne pensate, mi servirà. Vi ringrazio, anche solo se leggete.
Saluti,

Noemi.

  
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