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Autore: Kuruccha    09/12/2010    6 recensioni
Perchè certe cose Toph non le vuole proprio fare. Soprattutto se coinvolgono degli abiti lunghi e dei baldi e ricchi giovanotti.
[Toph centric, post finale :D]
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aang, Katara, Toph
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Wow, Toph, certo che qui sono tutti parecchio seri, eh...
I ragazzi si guardarono intorno, smarriti in mezzo a tutta quella gente sconosciuta. Uomini in vesti eleganti, donne agghindate di tutto punto, alcune fino a sfiorare la comicità per l'esagerazione che ostentavano. Ragazzi che, esattamente come doveva essere, cercavano di conquistare donzelle della loro età, che fingevano timidezza nascondendosi dietro a variopinti ventagli, o affogando il naso in fumanti tazze di tè. Niente di diverso da quello che Toph si aspettava, a dir la verità.
- Oh, beh, è sempre così, ci farete presto l'abitudine, tranquilli - cercò di calmarli lei, sentendo addirittura attraverso il suo dominio come i loro battiti stessero gradualmente accelerando, per non parlare del nervosismo che era già palese grazie alle loro voci tremanti e ai dialoghi monotematici. - Ricordate sempre: la regola d'oro è sorridere in modo sciocco anche alle stupidate più assurde. Fatelo, e sarete a posto - spiegò, accompagnando il tutto con un sorriso che non ebbe certo l'effetto di tranquillizzarli.
- E' che... Quando avevi detto "festa", io pensavo ad una festa normale - arrabattò Katara, torcendosi le mani. - Non certo ad un party mega esclusivo con gente dell'alta società - concluse, rassettandosi la gonna, che a suo parere faceva delle strane pieghe nella parte finale, dove toccava il pavimento.
- Oh, scusami tanto, zuccherino... Pronto?! Sei stata tu a voler venire! - sibilò lei, con tono minaccioso. - Io avevo specificato fin da principio che era una cosa organizzata dalla mia famiglia, quindi potevi benissimo immaginartelo, no? E poi io non volevo nemmeno partecipare, sei stata tu a dire che avrei dovuto per riallacciare i rapporti con la mia famiglia e bla bla bla - disse.
- Scusa tanto se non mi andava di lasciare che Aang venisse da solo - le sibilò di rimando, le mani già sui fianchi, con fare minaccioso. - Chissà queste ragazzine cresciute nella bambagia come l'avrebbero assalito! - giustificò, gesticolando.
- Oh, certo, povero piccolo Avatar, come potrebbe fare a salvarsi dalle ricche ereditiere! - sbottò, sollevando le sopracciglia.
Aang, da parte sua, preferì non intromettersi. Benchè in effetti sapesse difendersi da solo senza problemi, trovava molto carina l'idea che Katara si facesse delle simili paranoie.
- ... E poi non è affatto vero che ti ho costretta a partecipare! Ti ho solo detto che secondo me sarebbe stato molto meglio se tu fossi almeno intervenuta!
Il dialogo, fortunatamente, fu interrotto da una signora molto elegante che si stava avvicinando a loro con decisione.
- Toph! Sei venuta davvero! - gridò, con un sorriso a trentadue denti e un'espressione quasi commossa, come fosse già pronta a tirare fuori un fazzolettino e ad asciugarsi mari di lacrime che presto avrebbero fatto la loro comparsa. - Caro! Vieni a salutare nostra figlia!
- Oh, FIGLIOLA! Come sono felice di rivederti! - disse cerimoniosamente, abbracciandola, mentre gli occhi di tutti i presenti erano ormai inevitabilmente puntati su di loro. - Abbiamo dato questa festa proprio per te! Vieni! Devo presentarti a tutta la società qui presente! - continuò.
- Buonasera, signor Bei Fong, signora - disse Aang, inchinandosi rispettosamente.
- Buonasera a voi, Avatar Aang - rispose brevemente l'uomo, di rimando, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, e posandone invece uno davvero poco benevolo su Katara. - Ora, se volete scusarci, vorrei passare un po' di tempo con il mio tesorino - concluse, avviandosi verso la folla, con la figlia sottobraccio.
Aang non trovò la cosa particolarmente scortese, ma Katara ebbe i nervi a fior di pelle per almeno le tre ore seguenti. Ore che Toph passò a inchinarsi, salutare, sorridere scioccamente a chiunque le rivolgesse la parola - niente di diverso da ciò che aveva pensato in anticipo, effettivamente; I due compagni, invece, furono relegati in un angolo e circondati da ricche ragazzine - esattamente come Katara aveva previsto. Il gruppo fu così diviso, e non ci fu modo per i tre di dialogare nuovamente per almeno le due ore successive.

- Che seccatura! Non ne posso davvero più! Facciamo finire questo tormento! - sibilò Toph, saltellando da un piede all'altro nel tentativo di ottenere un po' di sollievo, già migliorato dal fatto che si fosse di nascosto tolta le scarpe a cui aveva già in anticipo rimosso la suola. - Ragazzi, ho un piano di fuga - continuò.
- Ma non possiamo scappare! - rispose Aang, riluttante.
- Sì che possiamo, non dirmi che badi all'opinione che i miei genitori potrebbero farsi di me, spero. O di te, perchè tanto la tua non potrebbe comunque peggiorare, nelle loro teste - giustificó.
Aang strabuzzò tanto d'occhi.
- Sì, avevo notato di non aver fatto loro una gran bella impressione, anche se non mi spiego perchè. Non che siano stati scortesi, ma... - disse, spostando velocemente gli occhi a destra e sinistra e torcendosi le mani, vizio che aveva preso da qualcuno in quegli anni.
- Oh, beh, tranquillo, non avresti potuto farci niente in ogni caso. La tua fama è segnata dal momento in cui mi hai rapita in tenera età dalla loro amorevole tutela, per poi riaccompagnarmi a casa un anno dopo senza nemmeno chiedere la mia mano - spiegò, cacciando fuori la lingua con un'espressione schifata sul viso.
- COSAAA? - esclamò il ragazzo, all'unisono con Katara.
- Beh, questo spiega l'occhiataccia di prima, in effetti - rabbrividì.
- Beh, ragazzi, io ve l'avevo detto che niente in società conta più di un buon matrimonio con un uomo ricco e famoso - giustificò Toph. - E a loro parere i miei quattordici anni sono un'ottima età per essere promessa a qualcuno, o almeno per mia madre lo è stata, dopotutto. Ed è per questo che non volevo venire, ed è sempre per questo che ora ce ne andremo. A quanti ragazzi pensate che io mi sia già inchinata stasera? Non sopporterò un'altro mellifluo dialogo pieni di secondi fini, questo è certo - concluse. - Quindi, state qui buoni e interagite solo quando vedrete che sarà necessario, e credetemi, sarà un'uscita in grande stile! - sorrise, con sguardo perfido, voltando loro le spalle e camminando con passo svelto verso la sala grande.

- Mi concede l'onore di questo ballo, signorina? - le domandò uno dei ragazzi, che dal modo di fare sfacciato e spavaldo, doveva essere o molto bello, o molto ricco, o entrambe le cose: tutte le migliori caratteristiche per avere successo con i futuri suoceri.
- Oh, ma certo che vuole, non è vero, cara? - rispose suo padre per lei.
- Padre, non sono sicura di potercela fare, la mia cecità non mi permette di capire molto bene come ci si muove, in queste danze scatenate - giustificò, riluttante.
- Oh, ma non deve preoccuparsi, signorina; nei balli lenti è compito dell'uomo condurre, quindi non ci sarà nessun problema - continuò, con un tono ascendente che sottintendeva un sorriso a trentadue denti. Le dava sui nervi già in partenza.
- Se la mette così, non posso far altro che accettare l'invito! - rispose lei finalmente, con un tono apparentemente gentile ma con un sorriso davvero macabro stampato in viso. Il povero malcapitato non potè far altro che pensare che fosse per via degli occhi, ciechi e perciò inespressivi. Toph gli tese la mano, e lui la afferrò per accompagnarla verso la pista da ballo.

- ...Ed è stato così che mio padre è riuscito a diventare ricco sfruttando l'inettitudine della nazione del fuoco, in tempi di guerra - ciarlò il ragazzo, continuando a vantarsi delle grandi quantità di denaro che potevano permettersi di spendere ogni mese, e di come le avrebbe usate per conquistare la regina del suo cuore. Posto ancora vacante, a sentire dai suoi discorsi. Forse non era ancora apparso nella sua vita qualcuno di sufficientemente ricco, prima di incontrare lei. Aveva ben poca stima dell'incredibile arrivismo della persona con cui stava ancora ballando, rafforzando così l'opinione che si era inizialmente fatta di lui.
- Certo, la vostra arguzia non è seconda a niente e nessuno, signore - gli rispose, facendo finta di accusare i primi segni di stanchezza. - Ora però, se non le dispiace, vorrei riposarmi per alcuni minuti - spiegò, cercando di essere lasciata in pace.
- Ma certamente, non c'è problema - la assecondò con tono mellifluo. - Perchè non andiamo un attimo a riposarci là sul terrazzo? - propose.
- Oh, beh, se proprio insiste... - rispose Toph, roteando gli occhi all'insù.
- Dopo di lei, prego - la invitò, con fare cavalleresco, e senza pensare che tutto ciò era tutt'altro che cortese, essendo che lei - solo teoricamente, ovviamente - non avrebbe potuto vedere dove andare.

STRAP!
Benchè il rumore fosse stato abbastanza sonoro, grazie alla musica e al chiacchericcio diffuso nessuno sembrò notarlo.
Tranne lei, ovviamente. "Bene", pensò. "Ci siamo quasi. Solo un altro piccolo sforzo..."
Il secondo strap fu ben più deciso. O sarebbe più corretto dire che risuonò come un'eco profonda per tutta la stanza gremita di gente, con conseguente caduta dell'intero strascico del ricco vestito di Toph, con tanto di sottoveste, lasciandola quindi letteralmente in mutande.
Ovviamente lei continuò a camminare come niente fosse, benchè l'intera folla stesse ora fissando le sue chiappe e mormorando, tra un generale divertimento che presto si trasformò in disappunto.
- Figliola, FERMA! - gridò il padre, cercando di raggiungerla sgomitando tutti i presenti.
- Padre, dove siete? - domandò lei, con tono melodrammatico, portando una mano alla fronte, voltandosi e pestando quel poco di gonna che era ancora attaccata al corpetto.
- Tesoro, non fare un passo di più! Aspettami lì dove sei! - urlò a sua volta la madre, anche lei imbottigliata.
Ovviamente, Aang e Katara avevano assistito all'intera scena, e sarebbero intervenuti nell'esatto momento in cui la gonna si era staccata, se non avessero visto quanto Toph si stava divertendo nel recitare la parte della povera ereditiera contro cui il destino aveva deciso di accanirsi durante il gran ballo di debutto.
- Scusate, cosa sta succedendo? - continuò lei, sempre più addolorata nei modi di fare. - Sapete, essendo cieca non mi è permesso capire qual è stato il mio errore. Sareste così gentili da spiegarmelo? - continuò, facendo finta di asciugarsi una lacrima con un fazzoletto spuntato da chissà dove. - Oh, me sventurata! Cosa non darei per avere un paio di occhi che funzionino come si deve! - concluse, affondando l'intero viso nel fazzoletto.
Finamente il padre riuscì a raggiungerla, mentre lei, con fare scenico, aveva voltato le spalle a tutti i presenti per nascondere il viso rigato di lacrime, espondendo così una volta per tutte sia sedere che mutandine all'ilarità generale per almeno cinque minuti.

- Ti prego, descrivimi ancora una volta la sua faccia mentre gli dicevo che dalla vergogna non avrei mai più voluto trovare marito, nè partecipare a nessun ballo, e che probabilmente per espiare il gran torto che avevo fatto al buon nome della mia famiglia l'unica soluzione possibile sarebbe stata diventare monaca - chiese, ridendo a crepapelle e tenendosi la pancia dolente. - Non posso credere che la mia recita sia riuscita così bene! - continuò, rotolandosi sulla sella di Appa e mostrando ancora una volta le mutande ai due ragazzi presenti.
- No, ti prego, dimmi che non volevi realmente mostrare le tue grazie a tutti e che avevi un piano di fuga alternativo - disse Katara, che considerava moralmente inaccettabile tutto ciò che aveva fatto la sua amica.
- Ma certo che no, tutta farina del mio sacco, bella! Il dominio della terra può essere utile per far inciampare chiunque, anche un equilibrista! - ghignò. - Ma dico, avete sentito com'era disperata mia madre quando sono fuggita correndo dalla sala grande singhiozzando che non mi avrebbero visto per un po'? - continuò.
Il suo periodo ribelle era ufficialmente appena cominciato.


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9/12/2010
Ok, il mio primo tentativo di maneggiare Toph. XD
La vicenda si svolge almeno due o tre anni dopo la fine degli eventi dell'anime (anche se non ricordo esattamente quanti anni Toph avesse durante la storia ufficiale), e vede l'inizio della vera e propria età ribelle della povera ragazza XD In effetti, io immagino alcuni anni di pace tra lei e la famiglia, e un riaprirsi delle ostilità nel momento in cui potrebbero aver tentato di convincerla a far qualcosa che andava oltre la sua volontà.
Il fatto che Toph sia un po' più grande serviva a giustificare la festa in sè e il comportamento leggermente più adulto e meno ironico che volevo usare. XD
Alcune idee sono partite da "Fidanzato aristocratico cercasi" di Talpy, presente sempre in questa sezione, e dal film di Cenerentola. XDDD
Scritta per la community clicheclash su LJ con il prompt #7 del secondo piano, "Diamoci un taglio" :D Vorrei tanto mettere dei link ma l'iPad sembra odiare l'html quasi quanto il flash :(
Vi prego, commentateeee XD VI PREGOOOO

   
 
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