Lyra varcò quasi saltellando la porta della sala del Campione. Quest’ultimo si voltò verso il rumore di passi e soffocò un gemito. La ragazzina era di nuovo lì, il che significava solo una cosa: ennesima sconfitta in arrivo. Lance sospirò impercettibilmente e si accinse a dare il benvenuto alla sfidante.

“Sapevo che saresti tornata, Lyra. Qual buon vento?”

La ragazza sogghignò e si leccò le labbra, con fare vagamente sadico. “Mi servono soldi”

“Scopo onorevole, direi” – disse seccamente il ragazzo. “Quindi dai per scontato che mi batterai?”

Lyra fece spallucce e un’espressione pensierosa si dipinse sul suo visetto a forma di cuore. “Che differenza fa? Sia che io lo dia per scontato o meno, vinco lo stesso” – e sogghignò nuovamente.

Lance era seriamente tentato di mollare tutto e andarsene, lasciandole anche una discreta somma di yen. Ma staccò dalla cintura la pokéball contenente Dragonite e si apprestò a lanciarla. Dopotutto, c’era ancora il buon nome dell’Indigo Plateau da difendere.

Il suddetto buon nome iniziò a incrinarsi non appena sul visetto di Lyra comparve un’espressione seria, leggermente crudele. La sua maschera di battaglia. Lance la conosceva ormai bene, quella determinazione stampata sui lineamenti della ragazza, eppure non finiva mai di sorprendersi della facilità con cui essa sostituiva il sorrisetto presente fino a pochi secondi prima. Fatto sta che, quando Lyra aveva quell’espressione in volto, la ragazza abbandonava tutta l’allegria dei suoi tredici anni e si calava nella parte dell’Allenatrice esperta, pronta a tutto pur di vincere. Che, tradotto, per Lance coincideva con una sola parola: guai.

Infatti i guai si personificarono dapprima in un Articuno, che congelò le alucce del suo povero Dragonite, e poi in un Mewtwo, che ebbe un letterale colpo di fulmine con Gyarados. Nel senso che il drago volante fu abbattuto da una poderosa scarica elettrica. L’ultima sfera poké che fendette l’aria fu lanciata da un abbattuto Lance senza la minima traccia di entusiasmo. Persino il Pokémon che ne venne fuori, un Garchomp, aveva l’aria leggermente abbacchiata, come presagisse il destino che lo attendeva: una visita prolungata al Centro Pokémon in prognosi riservata. E, fosse stato per la povera creatura, anche un bel soggiorno in un beauty farm. Aveva sentito che alla Pensione di Flemminia facevano miracoli. Dopotutto, Lance aveva poco da lamentarsi, non era lui quello che subiva traumi fisici nelle lotte. Al massimo era il suo orgoglio ad uscirne un po’ ammaccato.

Comunque sia, un ennesimo Geloraggio mandò in pezzi le articolazioni di un Pokémon e la dignità di un uomo, il quale ritirò l’esausto Garchomp dal campo e fece per aprire il portafogli.

Dal canto suo, la vincitrice batteva le mani allegramente ad un soddisfatto Mewtwo, il quale annuiva silenziosamente, come ad auto congratularsi per i suoi enormi poteri. Lyra accettò con entusiasmo la vincita che le “offriva” il Domadraghi, e rimase in attesa. Lance stava per uscire dalla stanza, quando se ne accorse.

“Be', che c’è, non è abbastanza?” - sbottò.

Lyra sgranò innocente gli occhioni color cioccolato e si voltò verso una porta che si era aperta in fondo alla sala. Lance seguì il suo sguardo e afferrò il problema, ma rimase ostinatamente in silenzio. Lyra, sempre senza parlare, fece un eloquente cenno con il capo. Non potendo più ignorare la situazione, Lance spazientito fece un gesto di sarcastico invito verso la porta aperta e disse: “Conosci la strada.”

Lei sorrise allegra e replicò: “Sia mai, Lance, che tu non ti comporti da gentiluomo! Tuo nonno ne sarebbe veramente deluso, e pensa a cosa direbbe Sandra sulle buone maniere!”

“Probabilmente mi farebbe solo i complimenti”, pensò il ragazzo asciutto, ma rimase inchiodato dov’era.

“Oh andiamo, potrei persino lasciarmelo scappare, quando vado a trovare tuo nonno…” e senza aspettare la risposta a quella non troppo velata minaccia, Lyra lo afferrò per un gomito e lo trascinò con sé verso la Sala d’Onore.

Lance cercò di opporre resistenza, ma si rassegnò e si lasciò trascinare dalla saltellante Allenatrice.

“E poi” – proseguì lei – “mi ha sempre messo una soggezione terribile quel posto, così scuro sai… Mai pensato di dare una mano di intonaco alle pareti?”

Lance dubitava seriamente che esistesse qualcosa in grado di mettere in soggezione quella ragazza, ma tenne saggiamente la bocca chiusa. Per di più, prima avesse concluso quell’odiosa e inutile formalità, prima avrebbe potuto portare i suoi Pokémon a curarsi. E magari avrebbe convinto il padrone della Pensione di Flemminia a rinchiudere anche lui assieme ai suoi bistrattati draghi.

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Demenziale, no? Solo io mentre straccio Lance mi posso fare certi filmini mentali. Eppure quando l'ho buttata giù la prima volta, mi ha fatto pure ridere. Comunque, parliamo di cose serie:
- Ho messo "yen" perchè è la moneta giapponese, in realtà non ho idea di che soldi circolino nel mondo dei Pokèmon.
- Tredici anni è un'età fittizia. Mi rifiuto di attribuire la canonica età di 10 anni ad una persona che si gira due regioni e fa il cul- ehm, rovina i piani di un'organizzazione criminale. Ma a tredici si è già più ribelli, no? No.
- Perdonatemi il Lance molto OOC, mi serviva una cavia da trasformare in un pagliaccio.
- Non c'è nessun accenno, nemmeno velato, ad alcun pairing che non sia Lance/vacanza ristoratrice.
Amen.