Nickname: Redeagle86
Fandom: Vampire
Knight
Tema: Caratterizzazione di un
personaggio
Raiting: Verde
Genere: One
shot
Warning:
Nessuno
Prima classificata al
contest "Under your
finger"
La
fine di Cenerentola
Mani pallide, sottili ed
affusolate, sistemarono delle invisibili pieghe sulla gonna del vaporoso abito
candido che indossava; era nervosa e ogni tanto gettava delle occhiate
preoccupate al salone gremito di gente.
Era la festa del suo sedicesimo compleanno, un evento importante: quella sera, infatti, avrebbe conosciuto il suo promesso sposo e, come ogni fanciulla, sognava che fosse un giovane bello, pieno di fascino, che la amasse per l'eternità proprio come succedeva nelle favole.
Con la differenza che il suo
sarebbe stato davvero un "per sempre", e non per modo di
dire.
Lo specchio di fronte a lei,
che rifletteva solo le mura e i mobili di quella stanza, pareva proprio lì a
ricordarle chi fosse: una vampira che avrebbe calpestato quella terra per i
secoli a venire, ma che per il momento era più in ansia per il proprio aspetto
per pensare a riflessioni filosofiche sull'eternità.
-Non essere agitata- disse
il fratello, notando i suoi occhi verdi voltarsi ancora verso gli
ospiti.
-Non ci riesco- ammise
esitante, attorcigliando una ciocca di capelli scuri attorno ad un
dito.
Il ragazzo scoppiò a ridere,
facendo comparire un'espressione offesa sul bel viso della sorella: le
sopracciglia perfettamente delineate si incurvarono minacciose verso il basso e
le labbra sottili si ridussero ad una linea stretta. Come osava prendersi gioco
di lei?
Si alzò dalla sedia,
avvicinandosi a lui con l'intenzione di fargliela pagare, ma la sua figura
minuta incuteva ben poco timore; l'unica cosa che ottenne fu un nuovo scoppio di
risate da parte di colui che voleva punire.
-Uffa, sei sempre il solito-
brontolò, incrociando le braccia al petto e dandogli le
spalle.
L'altro tentò di darsi un
contegno, soffocando le ultime tracce di ilarità: la conosceva bene e sapeva
che, quando decideva di tenere il muso, riusciva ad essere davvero
insopportabile. A suo parere, i genitori l'avevano viziata troppo, tramutandola
in una sorta di piccola bambola altera e capricciosa; lui però le voleva bene,
nonostante i numerosi difetti.
-Stavo scherzando, Charlie.
Non essere permalosa- provò a rabbonirla.
-Non chiamarmi in quel modo-
replicò.
-D'accordo. Scusami,
Charlotte- si corresse, concedendole pazientemente una
resa.
La fanciulla parve
riflettere su quelle parole, poi si girò, sorridendogli con
gioia.
Ma un rumore improvviso
ruppe la magia…
La
chiave gira pesantemente nella serratura di metallo e la porta cigola sui suoi
cardini con un suono sinistro; i sogni del passato svaniscono con la polvere
sollevata dai passi della persona appena entrata: il vestito scintillante si
rivela un abito stracciato che conserva ben poco dei lustri di un tempo; la sala
sontuosamente addobbata è solo una cella angusta; suo fratello è scomparso nel
nulla.
Di
fronte a lei ci sei tu, un Vampire Hunter, uno di quei maledetti cacciatori che
in quella notte terribile ha distrutto il suo mondo.
Ti
riserva uno sguardo traboccante d'odio e di disprezzo, specchiandosi in un lago
di ghiaccio che non viene minimamente scalfito da quelle
emozioni.
La
fissi: capelli arruffati, viso sporco, occhi che bramano il sangue. Eppure la
bellezza tipica dei vampiri nobili non è minimamente intaccata ed emerge
prepotente anche da quella sorta di Cenerentola malconcia.
Perché si ostinino a tenerla
in vita è un mistero, una domanda a cui non hai avuto risposta; non che provi un
qualche sentimento nei confronti di questa ragazza: per te non è altro che una
belva in forma umana, un parassita che infetta la terra su cui
cammina.
Ma
lei… lei ha qualcosa di diverso.
Lei
vive dei sogni che voi le avete strappato. Sogni da cui non uscirebbe nemmeno
per un istante.
Sogni da cui, ancora una
volta, l'hai risvegliata.
Lo
leggi nel suo sguardo, dove il disgusto nei tuoi confronti combatte con il
dolore per ciò che ha perso, per ciò che può vedere solo in quelle fantasie con
cui riempie le sue giornate.
E
qualcosa, qualcosa di nuovo, di insolito per te, si agita nel tuo cuore.
Qualcosa che ti spinge ad impugnare la tua pistola, la tua Bloody Rose e a
puntarla verso la prigioniera.
Charlotte ti guarda, ti
sfida, ma oltre la caparbietà e l'orgoglio, una sorta di gratitudine si muove
tra le mille sfumature delle sue iridi verdi.
Uno
sparo.
E
tutto è finito. Di lei non c'è più traccia.
Esci dalla cella: sai che
dovrai dare spiegazioni, forse dovrai anche pagare per quella disobbedienza, ma
non ti importa più di tanto. Porti la sigaretta alle labbra e la accendi con una
lentezza incredibile, quasi le tue riflessioni ti impedissero di compiere quel
gesto che hai fatto innumerevoli volte. Poi il fumo ti avvolge e in quella
nebbia di nicotina ti concedi un sorriso che raramente rischiara il tuo
viso.
-Proprio un bel lavoro,
Yagari- sussurri al nulla che ti circonda.
FINE