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Autore: Robigna88    10/12/2010    1 recensioni
«Sei molto saggia.» le disse.
«No..» sussurrò la ragazza alzandosi e sorridendo «Mi piace sperare.»
«E non credi che anche la speranza sia una triste condizione umana?»
«Forse!» esclamò lei «Ma mi aiuta ad alzarmi al mattino.»
Gli sorrise, poggiò il libro accanto a lui e si allontanò.
Si.. Cass invidiava gli umani.
Loro sapevano sperare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fight or surrender





Castiel prese posto su una panchina al parco.

Come suo solito, per schiarirsi le idee e per pensare.

Il parco era il suo posto preferito sulla Terra.

Orde di ragazzini giocavano urlando di gioia e ridendo di gusto e altri, più grandi, li osservavano ricordando quando anche loro erano bambini.

Forse..
Cass non aveva ricordi di un'infanzia. Lui era nato già grande.

Non sapeva cosa significasse ridere gioiosi sul verde di un prato, o piangere accorati per un ginocchio sbucciato..

Conosceva solo la lealtà e la devozione.

Lealtà verso un Padre che non aveva neppure mai visto, verso dei fratelli che lo ritenevano strano.

E devozione verso compiti a volte sgradevoli ma a cui obbediva senza fare domande.

Invidiava gli umani. Immensamente.

Anche se imperfetti, loro erano liberi e se il loro cuore batteva più forte di fronte a qualcosa come una donna, o un gesto particolare, loro non avevano paura delle loro sensazioni.

Lui ne aveva.

Sconveniente per un angelo del Signore provare libere emozioni. Solo quelle imposte dal «regolamento».

Solo quelle imposte dal cielo.

Che rabbia servire un padrone invisibile.

Che rabbia seguire gli ordini di chi non ti rispetta..

Sospirò e poggiò la schiena alla panchina.

Si guardò intorno e notò una ragazza leggere un libro.

Sembrava molto concentrata e appassionata e il suo sguardo perplesso gli sembrò segno di impegno e non di confusione.

Probabilmente era perplessa perchè si.. impegnava a capire cosa stava leggendo.

D'un tratto la vide ridere e il suo istinto lo spinse verso di lei.

Forse era più curiosità che istinto. Ma qualunque cosa fosse, lo indirizzava lì, a fianco di quella bella mora dagli occhi di velluto.

Si sedette accanto a lei e la guardò con fare perplesso.

«Cosa leggi?» le chiese.

La ragazza lo guardò per un attimo, chiuse il libro bloccando la pagina a cui era arrivata con un dito. e si schiarì la voce.

«Il mito di Sisifo.» rispose «L'hai mai letto?»

Cass scosse il capo. «No. Di che parla?»

«Sisifo, venne condannato dagli inferi ad un lavoro inutile. Ogni giorno, doveva spingere un grande masso fino in cima ad una montagna. E ogni giorno, ogni volta che arrivava in cima, il masso rotolava di nuovo giù a causa della forza di gravità. E così, Sisifo ricominciava, silenzioso e devoto, il suo lavoro.»

Castiel riflettè per un attimo.

Sisifo gli somigliava.

Entrambi leali a situazioni assurde...

Entrambi volenterosi e decisi a fare un lavoro che non.. serviva a nulla.

«Io lo capisco!» dichiarò «Sisifo intendo. Anche nel mio.. lavoro faccio cose assurde solo perchè devo, ma che poi alla fine si rivelano inutili.»

«Tutti lo fanno..» intervenne la ragazza «E' la triste condizione umana..»

Castiel annuì distrattamente e guardò davanti a sé.

«Quindi credi che si abbiano solo due possibili scelte nella vita?» chiese «Lottare nonostante l'assurdità o arrendersi?»

La ragazza sospirò e fece spallucce. «Io credo che ce ne sia una terza.»

«Quale?»

«Combattere con dignità, trasformando l'assurdità in un motivo di orgoglio.. per noi stessi almeno.»

Castiel piegò appena il capo e la guardò.

«Sei molto saggia.» le disse.

«No..» sussurrò la ragazza alzandosi e sorridendo «Mi piace sperare.»

«E non credi che anche la speranza sia una triste condizione umana?»

«Forse!» esclamò lei «Ma mi aiuta ad alzarmi al mattino.»

Gli sorrise, poggiò il libro accanto a lui e si allontanò.

Si.. Cass invidiava gli umani.

Loro sapevano sperare.




   
 
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