Autore: LoLLy_DeAdGirL
Titolo: The Clumsy
Doll
Personaggi/pairing:
Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
(SebastianXCiel)
Tema/i scelto/i:
Erotismo, Desiderio, Vanità
Genere: Drammatico, Erotico,
Introspettivo
Rating: Arancione
Avvertimenti: One-Shot, Yaoi, Lime, What If
Beta Reading: sì;
Beta reader: WindOfTheNight
Introduzione alla storia: In una
stanza appartata della villa appartenente al Conte di Phantomhive
si sta svolgendo un’esibizione inconsueta. Una Bambola Maldestra vestita con un
abito rosa carico di pizzi e crinoline osserva il suo riflesso allo specchio,
spiata inconsapevolmente da occhi insaziabili. Il desiderio del Demone che
scruta le spoglia mortali del suo altezzoso padrone è
troppo potente per essere ignorato.
Note dell'autore: Vorrei
innanzitutto precisare che la fan fiction è una What If e che Ciel ha diciotto anni. Infatti, la storia si
svolge come se la seconda serie dell’anime non si
fosse svolta, e tutta la “normale” routine della villa dei Phantomhive
fosse continuata fino, appunto, alla maggiore età del Conte.
Le frasi in inglese non appartengono a nessun testo di
canzone o poesia, ma sono state inventate da me. Esse si riferiscono ad una
specie di metafora parallela a ciò che sta avvenendo nel
camera da letto di Ciel, che viene appunto rappresentato come una bambola
maldestra, un giocattolo malizioso e ingannevole, capace di istigare attraverso
i suoi gesti calcolati la brama del suo Demone Sebastian, innescando un
turbinio di sensualità. Questa sensualità è anche caratterizzata dal colore
rosa delle frasi in inglese: il rosa è infatti il
colore della morbidezza, in un certo senso della purezza che fa parte di Ciel,
tuttavia anche della sua vanità. I piccoli dettagli di imperfezione, come il
suo corpo ossuto e fragile in apparenza, la giarrettiera che si slaccia, le
punture di zanzara o la torta Saint-Honoré
rancida servono per creare piccoli contrasti in un’ambientazione a prima vista immacolata,
rendendola per certi versi addirittura nauseante, troppo zuccherosa, irreale e
viziosa. La ripugnanza che ne scaturisce è in netto contrasto con il sensuale
appetito incontrastato di Sebastian.
L’ultimo “Yes, my Lord” è sia una risposta alla richiesta di Ciel che
all’ultima frase della metafora parallela.
The Clumsy Doll
The Clumsy Doll stole the life of a fake child.
[
Quella visione inconsueta è un' apoteosi
di grottesca bellezza.
Una semioscurità cristallina, esaltata da una pioggia di
schegge luminose, fa da cornice a
quello spettacolo meraviglioso, triste eppur sublime nello stesso istante.
Davanti allo specchio, quell’enorme specchio sempre così
vuoto ed ora così ricco, l’esile figura si osserva insoddisfatta. Un broncio
infantile tratteggia il suo volto latteo.
Colui che si è nascosto dietro la porta di quella camera
da letto, un po’ per caso, un po’ per voglia,
scruta il suo padrone in quella veste inconsueta, quasi comica, assaggiando
l’incapacità di provvedere a sé stesso come se fosse una prelibata pietanza.
Quella sua ingenuità celata, quell’espressione
indispettita riflessa sulla superficie vitrea sono i preziosi tesori che
rendono quell’Anima più che mai appetibile. E’ una purezza vera, quella del
Conte Ciel Phantomhive.
The Clumsy Doll looks
herself,
And she faces the fear for her grotesque appearance…
[
E fronteggia la paura per il suo grottesco aspetto…]
Sebastian Michaelis non può
fare altro che leccarsi avidamente le labbra, osservando i gesti impacciati del
suo padrone in quello stato di completa debolezza. E’ solo, inerme, faccia a
faccia con sé stesso, ma soprattutto inconsapevole del fatto che il suo
demoniaco maggiordomo sta valutando i suoi movimenti.
Lo studia, analizzandone ogni posa esitante, ogni gemito
frustrato che fuoriesce da quelle labbra lucenti. Il suo padrone è talmente
buffo, eppure tanto invitante da stuzzicare il suo desiderio di divorarlo
all’istante…
Sa che deve resistere, resistere ad ogni costo.
She is perfectly imperfect,
Unaware of those
eyes that devour ceramics.
[E’ perfettamente imperfetta,
Ignara di quegli occhi che divorano la ceramica.]
Sebastian si morde un labbro, sorridendo alla vista di
quella Bambola Maldestra invischiata
in una coltre spessa di stoffe, pizzi e trini cadenti come stelle d’argento.
Un clack deciso irrompe nel silenzio. E’ la
prova tangibile di un lodevole tentativo di adornarsi di femminile vanità
sfociato in un fallimento.
Her awkwardness is a soft
request.
Her beauty is a gentle
torture.
[La sua goffaggine è una dolce richiesta.
La sua bellezza è una tortura gentile.]
Ciel Phantomhive sbuffa,
scrutando il suo stesso riflesso.
Porta lentamente davanti a sé una gamba sottile, le sue
mani insicure, avvolte in un paio di lunghi guanti di velluto nero, afferrano
con malagrazia esacerbante gli orli dei molteplici strati di gonne che indossa
per sollevarle e scoprire prima uno stivaletto femminile di lucente vernice, e
in seguito una calza bianca che avvolge languida una coscia pallida, affusolata
e dolcemente tornita.
Una piccola striscia di stoffa scura pende mollemente
dalle sottane rialzate, dispettoso
supporto per quella calza che scivola indomita fino ad un ginocchio ossuto,
facendosi beffe del suo nobile proprietario.
Quanto è piacevole vederlo armeggiare con quella cascata
massiccia color avorio e rosa antico! Le dita che tengono un merletto ricamato
della crinolina, ora cercano di
pinzare al reggicalze la parigina malfattrice…
Rotea su sé stesso, mugugna infastidito, sospira piegato
in quell’ammasso voluminoso, incapace di tenere la situazione sotto controllo
come è abituato da sempre.
A quel punto il maggiordomo nota un’ennesima deliziosa
sorpresa in quel ridicolo padrone sommerso nella sua caparbietà provocante: la
sua schiena, rivolta alla porta, si scopre deliziosamente a causa del corpetto
slacciato per inesperienza, regalandogli una visione eterea.
E’ purezza, è candore, è una pelle fragrante che sa di
falce di Luna e stelle del vespro, segnata dalle scapole e una fila di vertebre
spigolose che scendono fin sotto le reni, terminando poco sopra una fenditura
verticale appena visibile dall’orlo superiore di quegl’indumenti scandalosi.
Her porcelain body is an
erotic sanctuary.
Her prominent bones claim the one who will break them.
[Il suo corpo di porcellana è un santuario di erotismo.
Le sue ossa sporgenti reclamano colui che le spezzerà.]
E’ impossibile per un Demone resistere a cotanto erotismo
grazioso. Vorrebbe irrompere in quella stanza isolata, baciare, mordere
quell’impalpabile involucro cutaneo per sprigionarne il contenuto di sangue e
frattaglie, frantumare quella spina dorsale sporgente e straziare ogni fibra
carnosa di quella Bambola Maldestra
che è il suo padrone vestito da fanciulla licenziosa, eppure non può farlo… Non
è ancora il momento adatto per quel banchetto prelibato, è troppo presto. Il
contratto non è concluso, nonostante ormai da anni sia il suo fedele servitore…
L’attesa è una matrigna sadica ed invitante allo stesso tempo: prolunga i patimenti,
tuttavia aumenta le soddisfazioni, rende
le esperienze più dolci del miele.
Sebastian si appoggia alla porta, spingendola un poco.
Questa crepita, scricchiola nel suo lento avanzare, rivelando all’inconsapevole
interprete della libidinosa esibizione di essere stato osservato nell’intimo
delle più indecenti pratiche. Si volta di scatto, quella Bambola Maldestra,
che con sguardo sbigottito e la bocca aperta in una O
di stupore, vede il suo Demone sorridere dallo stipite.
Sebastian ha un viso cordiale, piegato sul lato, tanto
che i capelli corvini gli solleticano una spalla. Il piacere che la visione gli
provoca fa vibrare le corde della suo cupidigia. Il
sentimento di bramosia che prova per lui non si è mai affievolito nemmeno per
un istante.
“Mi permettete di aiutarvi, Bocchan? Vedo che
siete in difficoltà con quel reggicalze… Posso agganciarvelo io.”
Il padrone indispettito ha le guance tinte di una porpora
leggera. Le sue mani strette a pugno non lasciano ricadere nessuna delle gonne
sulle proprie gambe. Una spallina ricoperta di pizzo opalescente cala sul suo
braccio trascinando con sé una parte del bustino, inadatto indumento per un
petto così scarno.
E’ un gesto di sfida quello di Ciel Phantomhive.
Rimane immobile, il volto affilato chiuso in un’espressione minacciosa e
sprezzante, come se non lo toccasse, come se non gli importasse. Dentro di sé
invece bolle furiosamente un grande tumulto. Una tempesta di vergogna e rancore
si condensa nei suoi visceri biliosi.
Avverte che il suo torace scoperto è divorato dagli occhi
del suo maggiordomo, che ne scruta beato ogni ansa. Intuisce che sta
assaggiando soddisfatto l’incavo delle clavicole, per poi passare allo sterno
sporgente, alle costole in rilievo separate da profondi solchi incavati
maledettamente allettanti, e quei piccoli capezzoli rosei, uno ben visibile e
l’altro semi-celato da una parte dell’abito, che si ergono morbidi come
ciliegie mature sulla pelle candida.
Joints creak.
That toy should break, fastened in a weak grip.
[Le giunture
scricchiolano.
Quel
giocattolo dovrebbe rompersi, stretto in una debole morsa.]
“Non mi serve il tuo aiuto. E poi non stavo facendo
niente…”
La sua forza nel mentire all’evidenza di un atto talmente
bizzarro per essere lecito è incredibilmente affascinante. Come prova a difendersi, il giovane Conte, usando l’indifferenza di
quell’unico occhio blu profondo! E’ patetico, e per questo commovente! Nega
l’evidenza, impudente come nessun altro… Come solo lui, solo il Conte Ciel Phantomhive, colto in flagranza di reato mentre tenta di
abbigliarsi spudoratamente da donna può permettersi.
E’ sublime, sensuale, saporito…
“Pensavo che non vi fosse piaciuto vestirvi come una
ragazza quella volta al ballo del Visconte Druitt… E’
stato molto tempo fa, ve lo ricordate?”
“Certo che me lo ricordo, ma questo non c’entra niente!”
“Evidentemente mi sbagliavo. Ci avete
preso gusto…”
“Non ti permettere, Sebastian!
Io… Cioè, io… Non è niente di che, tutto questo! Non… Non è divertente e non
c’è niente da guardare! Tornatene di sotto, lasciami in pace! E poi non dovevi
permetterti di spiarmi! Come hai osato? Come hai osato
guardarmi di nascosto?”
“Suvvia, Bocchan… Sono passato per
caso davanti alla vostra camera, e la porta non era perfettamente chiusa.
Ho visto la vostra ombra muoversi e la cosa mi ha incuriosito.
Invece di prendervela con me, dovreste avercela con voi stesso e la vostra
negligenza. Vi consiglio di chiudervi a chiave la prossima volta che avrete
voglia di agghindarvi in questo modo, come dire… Pittoresco. Potrei non essere io colui che…”
“Taci! Taci immediatamente! Non dire
più una parola! E’ un ordine!”
The Clumsy Doll gets indignant with the one who sees her
Because a judgment about
her clumsiness could injure her,
And those wounds will be
too deep.
Her limbs wouldn't move any more.
[
Perché un giudizio sulla sua goffaggine potrebbe ferirla,
E quelle ferite sarebbero troppo profonde.
I suoi arti non si muoverebbero più.]
Le gote del giovane Conte sono ormai scarlatte di rabbia.
Le membra spigolose e mezze svestite tremano senza controllo, le sue dita sono
arpionate alla gonna come dieci piccoli uncini. Una goccia di sudore
impertinente cola lentamente dalla sua tempia destra sfiorando la cupa benda
nera che occulta il sigillo blasfemo che marchia l’iride sottostante.
When the ceramics will break, blood will gush out.
[Quando la ceramica si spezzerà, il sangue
sgorgherà a fiotti.]
E’ davvero delizioso. No, Sebastian non è passato davanti
a quella porta per caso, entrambi ne sono consapevoli. Lo ha percepito, ha
sentito il profumo soave della sua essenza più profonda esplodere in un
turbinio di mefistofelico appagamento.
Non può non trovare terribilmente attraente per la sua
natura infernale quel padrone impertinente. Potrebbe schiacciarlo come un
insetto qualsiasi, e invece si limita a sorridere degustando quella celestiale
visione carica di erotismo e di purezza… E’ una purezza che non attende altro,
se non di essere deflorata…
E’ un’Anima bianca che brama di essere divorata, prima o
poi.
He desires her.
He wants to lacerate her
and stuffs himself with her sizzled bones.
[Egli la desidera.
Vuole lacerarla e ingozzarsi con i suoi resti sfrigolanti.]
Trascorrono secondi interminabili, interrotti solo dal
ritmico respiro affannato del giovane Conte, prima che questi riprenda a
parlare, un’espressione ben diversa ad illuminargli il volto dall’impalpabile
avvenenza. Finito l’effetto adrenalinico dello stupore rabbioso, è tornato ad
essere sé stesso, l’orfano inflessibile che non prova alcuna paura. Sì, il
panico lo ha sfiorato in quegli attimi, ma subito si è riassopito.
In presenza di Sebastian, il timore semplicemente non può
esistere, così come la vergogna. Lui è dalla sua parte, pronto a mantenere
celata ogni sua oscura depravazione.
“Sebastian, ho cambiato idea.
Non fissarmi con quell’aria instupidita e aiutami con questa calza. La
giarrettiera non vuole saperne di agganciarsi come si deve.”
“Yes,
my Lord. Sedetevi sul letto,
sarà più facile.”
Sabastian sa
perfettamente che da in piedi o da seduto, non
cambierebbe nulla, il piacere personale, però, è una sensazione troppo potente,
l’unica che un Demone ha la capacità di provare davvero…
Desidera ardentemente vedere quel corpicino steso sulle
coperte, ora. Immagina che sarà una delle visioni più struggenti che il padrone
possa permettergli di osservare.
That graceless positions are full of
vanity.
Her insecure movements
betray the Seal of Arrogance.
[Quelle pose sgraziate sono ricolme di vanità.
I suoi movimenti insicuri tradiscono il Sigillo dell’Arroganza.]
Vedere il giovane Conte Ciel Phantomhive
semiseduto tra le cortine di quel baldacchino troppo grande, la testa
appoggiata ai cuscini morbidi bordati di ricami floreali, un abito da donna
indossato malamente e in modo licenzioso ad incorniciarne le membra tramite
sbuffi di seta rosa e bianca, è un’indescrivibile ebbrezza per il maggiordomo
demoniaco.
Quelle gambe semiaperte, quel petto ossuto e pallido che
sembra fatto di finissima porcellana, quelle ciglia lunghe sulle palpebre socchiuse
sono fonte di un desiderio vorace. La fame è talmente potente che è quasi
impossibile tenerla a bada. Ciel Phantomhive è
invitante…
“Quei guanti non si intonano molto con il vostro vestito, a mio avviso. Provate a toglierli, sempre che non consideriate
il mio consiglio un eccesso di presunzione nei confronti del mio unico signore.”
Con lentezza calcolata, in apparenza contrariato da
quella premura molesta, Ciel si sfila gli indumenti incriminati gettandoli sul
pavimento.
Le sue braccia finalmente libere sono gracili ed imberbi
come il resto del corpo. In più punti si notano piccoli ponfi scarlatti: ce ne
sono uno sul polso destro, vari sugli avambracci, tre molto grossi e visibili
in un bizzarro incolonnamento vicino all’incavo del gomito sinistro, dove
l’epidermide è più delicata. Qualche zanzara affamata si è deliziata del suo
sangue negli umidi pomeriggi estivi, attirata dalla fragranza squisita di
quella pelle morbida e sottile.
Sebastian giudica che sia meravigliosa quella pelle
coperta a tratti da drappeggi impalpabili a causa di un toccante pudore
involontario.
Oh, misleading puppet!
Oh, putrid masterpiece!
[Oh, marionetta ingannevole!
Oh, putrido capolavoro!]
Serra le palpebre,
Le mani che hanno sistemato quel piccolo imprevisto
accarezzano il risultato della loro opera. E’ così appetibile quel padrone
capriccioso, severo nello sguardo ma dilaniato nel cuore…
Ciel sospira, inarcando un poco la schiena scossa da
mille brividi gelati per quel tocco lieve seppure intenso.
“Mi trovi… Uhm… Come mi trovi,
Sebastian?”
Il viso del maggiordomo si alza con indolenza quanto basta per fissare quel volto curioso.
“Perdonate la mia mancanza di perspicacia, ma non capisco
cosa abbiate intenzione di chiedermi.”
“Non è complicato. Ti
sto chiedendo se mi consideri bello e seducente.”
Affettato e senza mezzi termini, come sempre è stato il
padrone… E’ incantevole.
“Uhm… Non saprei davvero dirlo in questo momento.”
“Bugiardo.”
“Fatemi guardare l’insieme da lontano.”
Sebastian si alza e si allontana indietro di tre passi al
fine di apprezzare al meglio il gustoso quadretto che ha davanti agli occhi.
The Clumsy Doll is the
languid Cupidity’s Princess.
[
Ciel si sente osservato nel più profondo della sua Anima
da quelle iridi cremisi. Un tocco di presunzione lo
stimola a distendersi meglio su quelle coperte morbide. La sua diventa una
posizione plastica, perfetta se solo avesse voluto farsi fare un ritratto erotico
da insabbiare in soffitta. Le sue gambe si rilassano piegate leggermente, il
suo volto si piega di lato nascondendosi per metà contro una delle due braccia
ancora appoggiate sopra la testa. Non ha nemmeno provato a tirare su il
corpetto scollacciato. Ha lasciato che il colletto merlettato rimanesse calato
a scoprire il petto glabro, quasi a mostrare senza contegno di essere veramente
un maschio, nonostante le gambe
scoperte fino a metà coscia immerse in una nuvola di pizzi per esibire la
giarrettiera, simbolo malizioso dei suoi depravati pensieri, proibiti a chiunque, tranne che al privilegiato servitore.
L’aria impudente di quel volto serio conferma al Demone
questa congettura. Si regge il volto con una mano in un tipico atteggiamento
meditabondo, quando in realtà i suoi pensieri sono chiari e netti al riguardo.
L’Anima di quel Conte capriccioso è meravigliosamente pura, e quelle spoglie
mortali non fanno altro che renderla ancora più succulenta, come una spezia orientale
aggiunta ad un piatto già delizioso per esaltarne di più il sapore.
“In effetti siete affascinante, Bocchan.”
“Solo affascinante? Mi
aspettavo qualcosa di più… Sono deluso.”
Pare frustrata,
She’s false, false, false!
She isn’t a doll, she’s only a delicious sinner!
[E’ falsa, falsa, falsa!
Non è una bambola, è solo una deliziosa peccatrice!]
“Sono solo un po’ sorpreso. Non pensavo che tra i vostri
numerosi peccati vi fosse anche la vanità. Riuscite sempre a
strabiliarmi.”
“Peccati? La mia Anima è forse
diventata impura?”
Il giovane padrone si alza di colpo sedendosi sulle
proprie ginocchia, un espressione corrucciata
disegnata sul viso, punto sul vivo da quell’affermazione acre.
Non ha mai avuto paura di nulla, da quando ha stipulato
quel patto, nulla, se non una piccola eventualità, un’irrisoria evenienza
davvero poco probabile, un’ignobile prospettiva: l’abbandono di colui che da
contratto gli ha giurato una cieca, demoniaca fedeltà, unico elemento stabile
come uno scoglio nella sua breve vita tumultuosa.
I suoi dubbi vengono immediatamente sbaragliati: il suo
servitore si riavvicina, si inginocchia davanti a lui e gli
accarezza una guancia vellutata. Nota un’altra piccola puntura di
zanzara, un rilievo circolare arrossato dalla prurigine sulla linea affilata
della mandibola sinistra.
Le mani di Sebastian sono sempre state troppo fredde al
di sotto di quei guanti immacolati.
“Mi avete frainteso, Bocchan. La
vostra Anima è ancora pura, non dovete dubitare. E’ proprio questo che vi rende
speciale: siete immacolato nel vostro intimo, nonostante i sentimenti di
vendetta che vi attanagliano i visceri, o la vostra proverbiale crudezza,
oppure, fatemi pensare… I vostri peccati di gola.”
Con un cenno del capo Sebastian indica un oggetto rimasto
sul comodino ignorato fino a quel momento. Si tratta di un piattino di
porcellana pregiata su cui si erge una triste fettina di torta Saint-Honoré consumata quasi del tutto.
Quando il maggiordomo gliel’ha consegnata nello studiolo adiacente quella
camera da letto era grande il triplo, alta nella sua
dolcifica fierezza, e una gran quantità di panna fuoriusciva dai suoi fianchi
rigonfi. Ora, quell’avanzo vecchio di ore sembra un relitto abbandonato coperto
a tratti da residui giallastri di panna disciolta.
“Sei il mio maggiordomo, è tuo dovere preparami delle
pietanze commestibili, cosa che fai abbastanza egregiamente… Quindi, non vedo
perché dovrei impormi di non mangiare ciò che tu stesso mi prepari.”
“Sono ovviamente d’accordo con voi, ma, ecco, vi siete
mai osservato, mentre mangiate? Se volete perdonare questo mio comportamento,
io vi ho analizzato a lungo tutti i giorni… Sembrate sempre disgustato, sbocconcellate
qua e là i miei manicaretti con l’aria di chi si sforza giusto per regalarmi un
piacere morale… Eppure in realtà, siete famelico, e divorate tutto ciò che vi
preparo senza esitazione, con le vostre rapide forchettate voraci. E’ una cosa
che vi caratterizza, e che trovo molto interessante. E dire che questo non si
direbbe, guardando il vostro fisico…”
Ciel volta lentamente il capo verso la sua destra.
Sotto lo sguardo incuriosito e nello stesso tempo
divertito di Sebastian allunga pigramente una mano che giunge a sfiorare il
dolce sul comodino accanto all’alcova. Lo tocca appena, sporcandosi un poco le
dita, quanto basta per poterla assaggiare. Le falangi
impiastrate accarezzano pian piano le labbra, e successivamente penetrano fra di essere, permettendo alla lingua rosea del nobile
Conte di assaporare con espressione di sfida quella crema stantia.
Chi arriverebbe mai a tanto per pura provocazione?
Sebastian quasi lo venera per questa
sua capacità di superare i limiti consentiti.
All’istante, un alone di disgusto immediato si rivela
però sul volto del Conte, sostituendo la superbia di un gesto tanto ardito.
“E’ disgustosa… E pensare che quando me
l’hai portata era buonissima…”
Si pulisce le dita macchiate di panna rancida sulle
lenzuola profumate grazie a piccoli movimenti rapidi.
Sebastian vorrebbe scoppiare a ridere divertito di fronte
a quella scena, giusto appena prima di divorarlo con i suoi baci feroci e
strappare la sua carne dalle ossa e dai tendini.
Si limita a sorridere, divertito.
It’s
so delicious, when it’s repugnant…
[E’ così squisito, quando è ripugnante…]
La mano guantata discende dal volto al collo, e poi
lentamente fin sul petto. Il rilievo dello sterno è fautore di un potente
focolaio di desiderio.
Ciel può giurare di aver visto le sue iridi diventare più
cremisi per un secondo.
“Vedo nei tuoi occhi la voglia che hai di
me… Perché non mi assaggi mai? Ti do’ il
permesso di farlo.”
“Sapete bene che non posso. Una
volta dato il primo morso non riuscirei più a fermarmi, e vi divorerei,
brandello dopo brandello, finché il vostro corpo non si trasformerebbe in un
guscio vuoto.”
Ciel si posa un dito sulle labbra lucide osservando per poco la tendina cerulea che pende distrattamente dal
baldacchino.
“Allora annusami. Come
io posso odorare il profumo di una torta di tua preparazione pregustandone in
anticipo la delizia, tu puoi farlo con la mia Anima.”
“Perché mi chiedete tutto questo?”
“Non farmi domande idiote, lo sai che non le sopporto. Voglio
che tu mi compiaccia ancora, ancora e ancora, come hai sempre fatto. Ti sto
solo ordinando di continuare, tanto tutto questo non lascerà alcuna cicatrice
sulla mia purezza, l’hai detto tu stesso… Quindi, concediti un poco di me,
soddisfa la mia vanità… E prima che tu lo chieda, questo è un ordine,
Sebastian.”
“Yes, my Lord.”
Lentamente, il Conte d Phantomhive
si distende nuovamente, dispiegando le
gambe per posizionarle piegate di fronte al maggiordomo. Il suo è un leggero
tonfo tra i cuscini di piume.
Sebastian resta inginocchiato davanti a quelle cosce
divaricate.
Una sua mano ne afferra una, scoprendola da un coacervo
di pizzi.
Una gota troppo gelida per essere umana si appoggia alla
pelle tenera e fragrante, appena al di sopra del bordo delle calze.
The Clumsy Doll hides badly
between thighs
The obscene delights,
That make weak the brave
and strong the coward.
[
Le oscene delizie,
Che rendono debole il temerario e forte il vigliacco.]
She commits every sin,
But she doesn’t lose her
innocent gracelessness.
Demons crave her for her
purity.
[Commette ogni peccato,
ma non perde la sua innocente malagrazia.
I Demoni la bramano per la sua purezza.]
Da quell’interno coscia vellutato
si diffonde un aroma squisito. Non c’è sicuramente Demone che resisterebbe. E’
il profumo di quell’Anima pura, unica nel suo genere, lacerata ma mai macchiata
dalle colpe più turpi.
Sebastian non può non premere il volto contro il corpo
che è involucro di tanta prelibatezza. Morde un lembo di pelle, stringendola
tra i denti con delicatezza, ma facendo scaturire comunque un piccolo gemito
strozzato dalla bocca del suo padrone. Potrebbe strappare via quelle giovani
carni, se solo serrasse la mandibola con un po’ più di forza…
La mano fino a quel momento disimpegnata sfiora l’inguine
bollente.
“Dimmelo, Sebastian… Dimmi quanto mi desideri… Voglio che
tu me lo ripeta… Ripetilo
ancora, te lo ordino…”
“Voi siete la cosa che desidero di più al
mondo. Verrei a cercarvi ovunque, all’Inferno o in Paradiso,
nell’angolo più remoto della sfera del Cielo, pur di potervi avere. State certo
che vi divorerò e che sarete mio… La vostra Anima mi apparterrà al di fuori del
vostro corpo mortale, che marcirà… Questa è la catena che porto al collo, Bocchan… Il
vostro nome è inciso sopra di essa, e non potrò mai tradirvi, qualsiasi cosa
accada, perché straordinaria sarà la ricompensa che avrò da voi…”
I brividi scorrono sulla cute del padrone per quelle
parole soffiate tra le sue gambe. Sebastian è bravo a dire ciò che vuole
sentire, e il piacere diventa ancora più grande quando, come in quel momento,
sa perfettamente che tutto è verità e
non solo una bugia adulatrice.
Quel piacere
immenso al solo contatto di quelle mani guantate con la sua intimità
immacolata… Lo sta solo sfiorando, eppure il suo cuore sta esplodendo di pena e
felicità assieme. E’ forse questa la soddisfazione?
Sarà una sensazione simile quella che proverà Sebastian nel momento in cui il
loro contratto sarà concluso davvero? Sarà sicuramente qualcosa di simile…
Her
favorite Demon will kill her.
Her death will be
celebrated with an erotic martyrdom.
[Il suo Demone prediletto la ucciderà.
La sua morte sarà celebrata con un erotico martirio.]
Sebastian si rialza in piedi, ricoprendo galante le
grazie del suo padrone con la moltitudine di gonnelle. Ansima profondamente, lo sguardo assente e la
bocca dischiusa in un mormorio di disapprovazione, posizionato ancora a gambe
aperte in una postura che qualunque aristocratico definirebbe a dir poco oscena.
“Perché… Perché hai smesso?”
“Perché ne rimarrei deluso…”
“Deluso?”
“Sarei deluso, perché tutto finirebbe
troppo presto. Il piacere va prolungato, Bocchan, e io in
questo sono un vero esperto. E poi, il solo vedervi in questa condizione di
incantevole sensualità è già abbastanza per oggi. Non vorrete
rovinare tutto proprio ora?”
Il Conte tace. Con un rapido gesto di stizza si gratta un
ponfo sul polso.
No, non si può rovinare tutto. La posta in gioco è troppo
grande, la linea di confine non va oltrepassata. Gli è concesso solo di
aspettare, vendicarsi, e solo infine concedersi interamente. Per ora si deve
limitare a resistere alla sua stessa divorante superbia… Eppure, perché non
sfiorarla, annusarla ancora e ancora, fino al giungere a quel giorno tanto
atteso?
Dolls are only charming
toys.
They haven’t sex, they
haven’t a true life.
[Le bambole sono solo giocattoli affascinanti.
Non hanno un sesso, non hanno una vita vera.]
“Puoi andare, Sebastian.”
Un profondo inchino del maggiordomo viene ignorato dallo
sguardo del suo unico occhio scoperto, intento a studiare il soppalco della sua
alcova.
“Domani, alla stessa ora di oggi, entra
in questa camera. Porta una spazzola, e magari anche della cipria. Dovremmo
averne ancora qui nella villa… Vai a controllare, e se non ne trovi domani
mattina andrai a comprarne un barattolo.”
“Sarà fatto, Bocchan.”
“Ah, Sebastian… Ovviamente nessuno verrà a
sapere di questa faccenda. Nessuno, sono stato chiaro?”
Un sorriso salace si allarga sul viso perfetto del
maggiordomo demoniaco.
Il licenzioso segreto della Bambola Maldestra non potrebbe essere più al sicuro.
The Clumsy Doll stole the life of a fake child.
She gives that Soul to her
favorite Demon,
And his desire will tear
her in pieces.
[
Regalerà quell’Anima al suo Demone prediletto,
E il suo desiderio la farà a pezzi.]
“Yes,
my Lord.”