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Autore: giraffetta    11/12/2010    6 recensioni
"Ci baciammo di nuovo e fu ancora più bello.
Avevo capito che poteva ancora amare, anche dopo Stefan.
Potevo amare Damon come avevo amato Stefan, anzi di più, perché sapevo che Damon mi amava completamente e incondizionatamente."
Esperimento sulla coppia Damon/Elena!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve!

Non so come mi sia uscita un'idea del genere, ma ho voluto sperimentare una storia delena! Spero di non aver scritto una schifezza, ma se è così mi scuso!=)

Grazie a chi leggerà e a chi vorrà lasciare una recensione!

Baci, Giraffetta

 

                    Me lo sentivo

 

“È una festa, Elena, una semplice festa in maschera!” sbottò per la quindicesima volta Caroline.

Avevo sempre partecipato all’annuale ballo in maschera organizzato dalla signora Lockwood per aprire le feste natalizie,ma stavolta era diverso.

Sbuffai annoiata e continuai a guardare fuori dalla finestra.

“Non mi va.” mi decisi a rispondere.

Caroline si avvicinò fino a sfiorarmi una spalla con la mano.

“Elena, anche se non stai più con Stefan, non puoi chiuderti per sempre nella tua camera. Devi reagire.”

Mi voltai a guardarla e sospirai.

Erano tre mesi che io e Stefan ci eravamo lasciati. O meglio tre mesi che Stefan mi aveva lasciato.

Avevo passato tutto quel tempo cercando di uscire il meno possibile, evitando così di incontrarlo e cercando di dimenticarlo. Non volevo correre il rischio di stare male di nuovo anche soltanto rivedendolo.

“Elena?”

La voce di Caroline mi riscosse dai miei pensieri.

“Ho detto che non mi va.” sbuffai esasperata.

Notai la delusione negli occhi della vampira, ma non dissi niente.

“Come vuoi.” mormorò.

Si diresse verso il mio letto e aprì una grossa scatola azzurra che non avevo notato prima.

“Se cambi idea, qui c’è qualcosa che puoi indossare.” mi spiegò, indicando la scatola.

Annuii distrattamente e tornai a guardare fuori.

Caroline se ne andò senza aggiungere altro.

Non so quanto tempo passai rannicchiata vicino alla finestra, aspettando chissà cosa, cercando di non pensare.

D’istinto mi voltai verso il letto.

La scatola troneggiava sulle coperte e sembrava invitarmi a dare almeno uno sguardo.

La guardai indecisa per alcuni istanti, poi mi alzai e la raggiunsi.

Sollevai la carta bianca e presi il vestito.

Era un vestito antico, rosso e oro, con enormi maniche a sbuffo e un corpetto ricamato.

Guardai nella scatola: c’erano anche delle scarpe e una maschera rossa.

Indugiai con lo sguardo sul vestito, accarezzando il pesante velluto e osservando i lacci del corpetto.

Lo poggiai sul petto e mi guardai allo specchio.

In fondo, quel colore mi donava, perchè non indossarlo e andare a curiosare alla festa? Sarei rimasta solo pochi minuti e magari non avrei nemmeno visto Stefan. E poi avevo una maschera. Se mi preparavo bene potevo anche non essere riconosciuta!

Passai un’ora cercando di truccarmi e pettinarmi diversamente dal solito così da non essere notata e alla fine fui soddisfatta del risultato.

Dopo aver indossato la maschera ero irriconoscibile e avrei potuto essere chiunque.

Scesi le scale e mi avviai verso la macchina.

Prima di salire ebbi un attimo di ripensamento. Guardai il mio volto riflesso nel vetro e con decisione aprii la portiera della macchina.

Quella sera volevo solo divertirmi un po’! Era da tempo che non lo facevo.

Arrivai a festa già iniziata. C’era una moltitudine di persone mascherate e mentre entravo in casa non riuscii a riconoscere nessuno di familiare.

Mi avvicinai distrattamente al tavolo delle bevande e mi versai un drink, cominciando a girare per la sala.

Immediatamente incrociai gli occhi di Bonnie. Era vestita da folletto e stava parlando con Jeremy, vestito come un moschettiere.

Gli passai affianco senza che mi riconoscessero, e sorrisi tra me e me. Il travestimento funzionava!

Continuai a girellare per la sala, mentre in sottofondo si sentivano delle musiche lente.

Alcune coppie ballavano al centro del salone. Individuai Alaric e Jenna, che mi sembrava un po’ troppo su di giri e aveva un’orrenda maschera gialla sul viso.

Più lontano scorsi Caroline, con un enorme vestito azzurro, insieme a Matt e Tyler. Fortunatamente erano troppo presi dalla conversazione per notarmi e passai alla sala successiva.

Cercai di scrutare ogni volto, ma non vidi Stefan. Forse non era venuto. Mi ero preoccupata per niente. Eppure, avrei voluto vederlo,anche solo un istante.

Sospirai. Era meglio rimanere a casa a guardare un film strappa lacrime alla TV.

Decisi di fare un ultimo giro, prima di andare via.

All’improvviso, mi si parò davanti un ragazzo tutto vestito di nero, con un lungo mantello e una maschera anch’essa nera a coprire metà del suo volto.

Dagli occhi azzurri riconobbi che era Damon, ma lui non sembrava avermi riconosciuta.

“Balli?” mi chiese, porgendomi la mano.

Avrei voluto rispondere di no, ma lui fu più veloce e, presa la mia mano, mi trascinò al centro della pista.

“Mi sembra di non averti ancora detto di si!” dissi, cercando di camuffare lamia voce.

Mi guardò divertito.

“Troppo tardi. E poi sapevo già che fremevi dalla voglia di ballare con me, cherì!”

Lo guardai infastidita, ma continuai a ballare con lui.

“Allora, sei nuova di queste parti? Non ti ho mai vista in giro.”

Fantastico, non mi aveva riconosciuto.

Annuii col capo.

“E posso sapere il tuo nome?” sorrise.

“Ed io posso sapere il tuo?” lo provocai.

“Damon.”

“Mary.” risposi semplicemente.

“Mary. Nome un po’ insulso per una ragazza così carina come te.”

“Damon. Nome troppo raffinato per un ragazzo così arrogante come te.” risposi a tono.

“Arrogante io?” roteò gli occhi, cercando di fare una faccia stranita.

“E anche maleducato. Mi hai costretto a ballare con te.”

“Eppure, vedo che continui a ballare con me. Di la verità, ti piaccio.”

Inarcò un sopracciglio e increspò le labbra in un sorriso ironico, avvicinandosi al mio volto.

Cercai di lanciargli un’occhiata penetrante e mi scansai di botto.

Rimase sorpreso, ma non disse nulla.

Mi allontanai velocemente da lui. Mi aveva già innervosito abbastanza.

Uscii sull’ampia terrazza che dava sul giardino in cerca d’aria fresca.

Poco dopo, avvertii una presenza alle mie spalle e mi girai di scatto.

Damon era davanti a me con due bicchieri in mano.

Me ne porse uno e si appoggiò al davanzale accanto a me.

Restammo in silenzio per un po’, sorseggiando i nostri drink.

Alla fine, sbuffò.

“È vero, a volte sono arrogante. E anche maleducato. Ma io sono così. Prendere o lasciare.” confessò.

“Allora lascio.” lo stuzzicai.

Mi lanciò un’occhiata penetrante, e poi scoppiò a ridere.

Rimanemmo a guardarci negli occhi, quando all’improvviso si tolse di scatto la maschera.

Lo fissai stranita.

“Volevo che guardassi il mio volto.” spiegò.

Abbassai gli occhi, imbarazzata.

“Sono così brutto? Eppure credo di conservarmi bene, nonostante la mia età. Non uso nemmeno la crema antirughe.” cercò di farmi ridere.

Rialzai il volto e tornai a fissarlo.

Si avvicinò lentamente a me e mi sfiorò le labbra.

Rimasi di stucco e spalancai gli occhi.

Lo allontanai di scatto e indietreggiai.

Sembrava dispiaciuto.

“Ho fatto una cavolata vero? Forse sei anche fidanzata o sposata. Magari adesso dovrò anche menare il tuo ragazzo. E mi dispiacerebbe. Per lui, ovviamente.”

Era tornato ad essere il Damon di sempre,ma leggevo nei suoi occhi un velo di tristezza.

Mi avvicinai di nuovo a lui e sorrisi.

Mi guardava come se fossi un’apparizione, senza capire.

“Non sono sposata. E nemmeno fidanzata, non più.” precisai.

“Bene. Niente morti stasera,signori. Deve essere il mio giorno fortunato!”

Scoppiai a ridere.

Poi, con lentezza iniziai a sciogliere il nodo della maschera, reggendola con una mano.

“È solo che volevo essere me stessa e non Mary.” sussurrai, lasciando cadere la maschera.

Spalancò gli occhi.

“Elena.” mormorò.

Fu lui questa volta ad indietreggiare.

“Non ti avevo riconosciuto. Anche perché mi sarei aspettato un po’più di originalità per il tuo vestito. È un po’ banaluccio.” sdrammatizzò.

Sorrisi e mi avvicinai decisa a lui.

Continuava a guardarmi incantato.

Gli accarezzai il viso con la mano e subito posò la sua mano sulla mia.

Si avvicinò di più a me e finalmente mi baciò.

C’era tutto in quel bacio: tenerezza, passione, stupore, gioia, dolore, incredulità, desiderio.

Ci staccammo solo per respirare e rimanemmo a guardarci negli occhi.

“Perché?” domandò.

Lo fissai senza capire.

“Perché mi hai baciato?” insistette.

“E tu perché lo hai fatto?” chiesi.

Mi strinse le spalle.

“Elena, non è un gioco per me.”

Sembrava arrabbiato.

“Nemmeno per me.” confessai.

Sembrava incredulo adesso, ma lasciò andare la presa.

“Ti amo.” disse, accarezzandomi i capelli.

“Anche io.”

Ci baciammo di nuovo e fu ancora più bello.

Avevo capito che poteva ancora amare, anche dopo Stefan.

Potevo amare Damon come avevo amato Stefan, anzi di più, perché sapevo che Damon mi amava completamente e incondizionatamente.

Ci staccammo sorridendo.

Poi, mi prese in braccio e si diresse verso il parcheggio.

“Ma davvero il mio vestito ti sembra così banale?” sbottai un po’ risentita.

“Direi di sì, ma a tutto si può rimediare. Dammi solo il tempo di arrivare a casa e il tuo vestito sarà solo un vecchio ricordo, Elena.”

Sorrisi.

Questa volta sarebbe andata diversamente.

Me lo sentivo.

  
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