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Autore: Elisir86    04/12/2005    5 recensioni
Greg si spostò irrequieto la paletta del caffè tra i denti. Tra le mani teneva una busta bianca. Era arrivata di nuovo... Come un incubo. Il suo indirizzo scritto con mano infantile, l’inchiostro rosso sbavato e quel dannato francobollo che non esisteva. Sospirò portandosi una mano tra i corti capelli. Morse la paletta di plastica fino a sentire un crak. L’aveva spezzata. Come l’altra volta. Si stropicciò nervoso gli occhi.
Genere: Generale, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo V

 

Nick alzò lo sguardo  sui suoi colleghi.

“La mia speranza?” domandò e l’attenzione di tutti si posò su di lui.

Ora...

Greg aveva iniziato a camminare verso la porta del laboratorio, gli occhi chiari puntati sui suoi cosiddetti amici.

Ora...

Continuava a ripetersi nella mente.

Ora capiranno...

Uscì e corse.

Corse quanto più poteva mentre la voce autoritaria e preoccupata di Warrick lo richiamava. Mentre i passi veloci di Sara lo inseguivano.

Mentre tutto ciò per cui aveva faticato scivolava via.

E tutto per qualcuno...Qualcuno che lui non conosceva... Che lo odiava.

Capiranno che...

Uscì dall’edificio ansimando, e dietro di lui nessun suono.

La macchina...

Doveva cercare la macchina...

Ma dove cavolo l’aveva lasciata quella mattina?

E poi eccola, l’unica macchina di seconda mano... L’unica piena di bugne...

Mai l’aveva amata come in quel momento.

Sorrise entrando.

Sara uscì in quel momento.

GREG!” l’esclamazione della donna gli fece accendere il motore.

GREG FERMATI!” e improvvisamente gli sembrò un urlo disperato, come se qualcosa non andasse... Come se lui fosse in pericolo...

La superò con velocità.

Ora voleva solo fare le valigie e andare dai suoi nonni.

***

 

“Chi sei?” la voce al telefono aveva dato un tono di scherno alla voce, forse aveva capito che non era Sanders. “Sono Greg...” lo sconosciuto rise.

“No...Tu sei uno dei suoi amici...Forse Nick?”

Stokes alzò lo sguardo crucciato, “Come fai a sapere di...”

“Io so tutto, come so che ora ti stai passando una mano sulla fronte, preoccupato...”

Nick si spostò la mano dal volto, gli occhi sgranati, che si puntarono verso la finestra, “Dove sei?” domando trattenendo il fiato.

“Hai paura? Non dovresti, perché sai...Dovresti stare in apprensione per Greg. Lui non può scappare, non questa volta. Lui non può stare senza di me e presto, molto presto, ritornerà da me. Anzi...” ci fu un attimo di silenzio nel quale Grissom prese il telefono, “Hm…”  mise il vivavoce, “...È già a casa mia.”

“Se gli fai qualcosa io...” ma la voce di Warrick fu bloccata dalla risata dell’uomo.

Poi un rumore di qualcosa che si chiudeva, probabilmente la porta di casa.

“Ciao Greg...” e la telefonata terminò.

Sara alzò lo sguardo preoccupata,  e proprio in quel momento l’orologio che Sanders aveva portato nel proprio laboratorio a forma di bagliaccio iniziò a fare un suono rauco, simile a una fredda e angosciosa risata.
  
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