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Autore: AmaleenLavellan    13/12/2010    6 recensioni
17 Marzo. E Germania non ha ancora comprato un regalo a Italia. Così, mentre cerca di seguire i consigli di un certo francese, il nostro Italiano sta riposando tranquillamente sotto un albero... O forse non così tranquillamente.
Avviso: this is NONSENSE. Allo stato puro.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: il seguente surrogato di fan fiction non ha ASSOLUTAMENTE senso. È il peggio che io abbia mai fatto, davvero. Però… cosa si fa, per una scommessa! Se avete il coraggio di leggere, non mi prendo la responsabilità della fine che potreste fare ^^ Grazie dell’attenzione! :D

17 Marzo.
E Germania non ha ancora comprato un regalo per Italia.
Sta vagando tra le vie di Milano, con una certa disperazione, un unico pensiero in testa: “Cosa diamine gli regalo?!”. Ci vuole qualcosa di imprevedibile, vuole stupirla, quella sciocca nazione. Ma esiste qualcosa di più imprevedibile che Italia stesso?!
La risposta è semplice.
No.
Germania ci pensa e ci ripensa, ma non riesce a trovare la risposta. Vaga per tutti i negozi possibili e immaginabili, ma non ne riesce davvero a venire a capo. Alla fine, rassegnatosi al fatto che da solo non ci arriverà mai, decide di chiedere aiuto, a colui che che di… queste cose se ne intende più di tutti.
Francia.
Germania afferra il cellulare e con rapidità compone il numero. Dall’altra parte sente provenire una voce suadente.
«Bonjour~» dice «qui è Francia, chi parla?»
«Ciao Francia, sono Germania. Senti, avrei bisogno di chiederti un favore…» dice, vergognandosi da morire.
«Oh, Germania che mi chiede un favore! Cosa succederà ancora? Forse Inghilterra accetterà di allearsi con me~?» esclama con una risata leggera. In qualche parte di Londra, a Inghilterra fischiano violentemente le orecchie, e la cosa gli fa così male che sputa tutto il tea che ha in bocca e che sta naturalmente bevendo. E poi si dice che gli inglesi sono gentiluomini, tsk.
«Bene, evidentemente non sei la persona giusta. Mi rivolgerò a Cina, sicuramente ne sa più di te.» ribatte, essendo perfettamente cosciente della reazione che avrà Francia a ciò. Come far vedere a un bambino un giocattolo meraviglioso e poi toglierglielo dagli occhi, dicendo che non è per lui. Brutale.
«No, perdonami, scherzavo! Non dicevo sul serio! Ti prego, je suis pronto per aiutarti, avanti, dimmi, cosa c’è?» chiede con voce supplichevole il vinofilo.
Come volevasi dimostrare.
«Il problema è che devo fare un regalo per un compleanno, e non ho assolutamente idee. Il fatto è che voglio stupirla, questa persona.» afferma velocemente, senza tanti giri di parole.
«Ah, un regalo eh? E che tipo è, questa persona~?» chiede il francese, anche se naturalmente ha già capito di chi si tratta.
«è un vero idiota. È petulante, appiccicoso, sciocco, imbranato, ingenuo, rumoroso, iperattivo, pigro, ingordo, premuroso, spensiera-
«Ho capito, ho capito. Beh, è davvero facile. C’è una sola cosa con cui potresti sorprendere Italia, e quella cosa sei proprio tu. Fai qualcosa che lui non si aspetta, e che gli farebbe piacere. Per esempio, potresti scrivergli una lettera. Non l’hai mai fatto, no? Digli che a lui ci tieni, lo renderebbe felice. Oppure… potresti presentarti a casa sua vestito solo di una rosa, come faccio io~»
«No, grazie, penso che la lettera sia la cosa migliore. Beh, grazie del consiglio, ti devo un favore.» risponde, senza nemmeno rendersi conto del fatto che lui non ha mai detto a Francia che la persona era Italia.
«Oh, quando vuoi~ Au revoir allora~» saluta, e riaggancia il telefono per tornare a bere la sua decima bottiglia di vino.

Ora che Germania sa cosa regalerà a Italia, è più tranquillo. Torna nel suo albergo, si siede alla scrivania, e tira fuori da una ventiquattrore della carta da lettere. Afferra una penna, convinto come non mai, e con un movimento in stile Light Yagami comincia a scrivere:

Caro Italia

Bene. Questa parte l’ha scritta. Ora manca solo tutto il resto. Fa un profondo respiro, ok, ora è pronto per andare avanti.
Già.
Ma in che modo?!
Ha scritto solo due parole, e già non ha più idee.
«Volevo dirti che… No, no, non gli volevo dire proprio niente. Cioè si, voglio fargli gli auguri. Ma cosa posso scrivergli? Tanti auguri di buon compleanno? Rimani sempre come sei?» comincia a dire ad alta voce, cercando di schiarirsi i pensieri. A quel punto, tira fuori dalla borsa di prima un libro: “come scrivere lettere, per incapaci”. L’aveva preso così, insieme alla carta, giusto per precauzione – era pur sempre tedesco lui-. E aveva fatto bene. Lo apre alla sezione “lettere di auguri”, e comincia a leggere velocemente e con attenzione.
Dopo mezz’ora, sta ancora leggendo la stessa pagina, cercando di decidere se usare dei puntini, un punto, o un punto esclamativo alla fine della frase “Tanti auguri”.
Poveraccio. Peggio di una donna.
Ma dato che sembra averne ancora per molto, andiamo a dare un’occhiata a cosa sta facendo Italia, che non sembra neanche rendersi conto del fatto che è il suo compleanno. Come può, d’altronde? Per lui è festa tutto l’anno.
E, come volevasi dimostrare, sta facendo la siesta all’ombra di un albero di pere. Che sguardo dolce che ha, le palpebre abbassate, le labbra piegate in un sorriso leggero, mentre il petto gli si abbassa lentamente a ritmo del suo respiro. Che amore, sta sognando.
Ma ad un certo punto, comincia a dimenare le braccia, prima piano, poi sempre con più foga. Lacrimoni cominciano a spuntargli agli angoli degli occhi, mentre (sempre nel sonno) comincia a mugolare “Doitsu!!! Doitsuuuu!!!”. E fa bene a essere sconvolto, povero tesoro: nel suo sogno, o per meglio dire incubo, sta correndo disperatamente in mezzo a un bosco, inseguito da… una pera gigante. Cavolo, Germania gliel’ha detto mille volte di non accettare mai il cibo dagli sconosciuti, soprattutto se le persone in questione hanno grossi sopracciglioni (Da qualche parte, Inghilterra ha un altro spasmo dovuto al fischio nelle orecchie). Beh insomma, Italia sta scappando da questa pera maligna, chiamando l’aiuto del compagno tedesco. E il suo eroe (no, non America) arriva, correndo, pronto per salvarlo. Bello come un dio (ppfffff, ma che mi tocca scrivere! ndA), con i capelli che fluttuano al vento…
No. Un secondo.
Com’è possibile che Germania abbia i capelli che fluttuano al vento?!
Invece è così, ogni passo che fa i suoi capelli crescono di un centimetro in più, fino a che gli diventano persino più lunghi di quelli di Cina. Questa visione (insieme alla pera) sciocca così tanto il povero Italia, che si sveglia urlando.
E la situazione non migliora quando si trova davanti Germania, con il suo solito sguardo che dovrebbe essere gentile, ma non lo è. Si, sapete, quello sguardo che fa venire i brividi, quello sguardo che sembra dirti “ti voglio morto”, ed è a metà tra l’omicidio e l’imbarazzato… si, insomma, la faccia di Germania che cerca di fare la persona carina. Italia, scandalizzato, lancia un urlo, e così facendo sbatte la testa contro il povero albero a cui aveva appoggiato la schiena. L’urto fa cadere una delle pere, che gli arriva direttamente in testa. Questo è davvero troppo per il povero Italia, che dopo aver sognato una pera non solo gigantesca ma anche assatanata, e un Germania con lunghi capelli, se li trova entrambi davanti agli occhi.
Germania cerca di fare qualcosa per calmarlo, anche perché davvero non capisce cosa possa lui aver fatto di male, e si avvicina all’italiano, tendendogli le mani, cercando di far comparire sul suo viso un’espressione rassicurante. Secondo voi ci riesce?
Naturalmente no.
Italia, sull’orlo di una crisi di nervi, piangendo disperatamente, cerca in malo modo di arrampicarsi sull’albero. Riesce in qualche modo ad arrivare al primo ramo, su cui si siede, abbracciato al tronco, senza smetterla di urlare. Mentre Germania si mette le mani tra i capelli (questa volta però non si allungano misteriosamente), c’è qualcun altro che osserva l’italiano con molto sospetto e moltissimo astio: un merlo il cui riposo è stato interrotto proprio dagli strepitii del terrorizzato ragazzo. Lo fissa immobile, mentre Italia cerca di scappare dalla presa di Germania che sta cercando di afferrarlo per la gamba per farlo scendere. Italia cerca di spostarsi lontano dal tronco, dove il tedesco non lo possa raggiungere ma… malauguratamente quel “lontano” corrisponde all’ubicazione del volatile, a cui questa cosa proprio non va giù. Si lancia in difesa del territorio, e comincia a beccare la testa mora dell’Italiano brutalmente. Italia cade rovinosamente al suolo, tormentato dalle beccate dell’uccellino che non decide a staccarsi da lui. Germania adesso davvero non sa più cosa fare, i pianti di Italia si fanno sempre più disperati…
«Doitsu, TASKETEEEEEEE!!!»

***Angolino di Moon***
Ed ecco, si conclude così questa sclerata, nata da – perché so che vi interessa- una INTELLIGENTISSIMA scommessa tra me e la persona più idiota che conosca, che guarda caso è la mia migliore amica… Tsk, diceva che non sarei riuscita a mettere nella stessa fan fiction un albero di pere, Doitsu a cui si allungano i capelli, e un uccellino che quasi uccide il povero Itacchan a forza di beccate!
Beh, cara, ho vinto io. Se non mi sbaglio la scommessa non prevedeva che la cosa avrebbe dovuto avere senso… *troll face*
Oddio, non credo di aver mai scritto qualcosa con meno senso di questa. Però.. chi se ne frega :D
Alla prossima, voi esseri sovrumani che siete riusciti a giungere fin qui! Arrivederci! :D
_Moon

   
 
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