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Autore: EffeStylinson    14/12/2010    3 recensioni
Questa non vuole essere una fanfiction sulla storia di Brian e Justin, ma soltanto una riflessione sulla fine della 5 stagione e sull'idea di un seguito di una storia a mio avviso senza mai inizio né fine!
In questo breve testo è Brian che prende consapevolezza di ciò che Justin significa per lui anche essendo,ormai,lontano km di cielo, ma non dal cuore!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brian Kinney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' tutto finito. E' tutto finito, tutto.
Cosa è stato? Cosa sei stato?
Forse un sogno? Forse una tempestiva realtà? No. Non sei sogno, non sei realtà, non sei tempo, non sei spazio. Qui, ora, non c'è nulla di equiparabile a te tranne una cosa: il Vento. Sì, sei esattamente indescrivibile e perdutamente inconfondibile e meravigliosamente indefinibile come lui, quel soffio, quella scia invisibile che è dappertutto e da nessuna parte, tu come lui non hai meta, tu non ti sai fermare, tu non sai dormire, non hai forma e non hai alcun colore; arrivi veloce, scivoli ovunque dentro me e poi scappi e ancora ritorni e poi corri, poi non ti lasci afferrare, ma mentre sei qui e l'attimo dopo non ci sei più ti sai dare, ti dai a me e per brevi istanti in questa nera esistenza mi fai luce, ti vedo, ti sento cantare indecifrabili sospiri, tremi sotto le mie mani, ti muovi, spingi, ti fermi, piano apri gli occhi, piangi, piangi deboli respiri, piangi attimi, lento ti spegni sotto me e,poi, carico di tutto quello che ho svanisci con la stessa velocità, la stessa voce, lo stesso disperato lamento con cui pregando sei arrivato, chiedendo riparo, chiedendo di poter restare, ma tu, tu non lo sai fare.
E così scivoli di nuovo!
E' giorno, è tutto finito.
Il sudore dolce e caldo che nell'oscurità faceva ballare e risplendere le nostre ombre si è asciugato, si è diffuso dentro gli occhi, in una pelle ansimante, dentro battiti avidi di passione, dentro accelerati respiri colpevoli di un amore troppo grande per essere rapito e trattenuto dentro mani sempre troppo piccole e fragili. Quel sudore ha esaurito ogni forza, ogni sapore, tutte le sue trasparenti, ma pesanti lacrime, pioggia salata fatta di dolore, dolcezza, desiderio e devastazione, pioggia di perdono e pioggia di preghiera, pioggia di lacrime, lacrime di infinito.
Sudore, sudore che ora privo della sua più debole, ma distruttiva acqua ha sciolto il miracolo di cuori imperfetti, spezzato l'intreccio di queste esili anime bagnate di bollente, ansioso, ma pur sempre delicato e tacito amore, ha cancellato, ci ha cancellati, ci ha fatto tornare due, separati, nulla, nulla più!
Sto aprendo gli occhi a questo sole che oggi mi raffredda, oggi mi gela chiarendomi stai svanendo. 
Ho aperto gli occhi e mentre ti prendo stringo  tra le mani vento,solo vento....
Tra i capelli deboli e calde mani che mi accarezzano ormai lontane, nel naso quell'odore che non sa mai venire via con te, ha preso posto  qui è impastato alla mia vita , non so più smettere di percepirlo, è così  maledettamente bello e familiare che non so fare a meno di inebriarmi di esso, di te.
E' tutto finito.
Stai andando lontano e questa volta non tornerai.
Me l'hai detto tu, me l'hai detto nell'esatto momento in cui mi hai giurato che saresti tornato tutte le settimane, tutti i mesi, saresti tornato tutta la vita, mi stavi dicendo addio e io ti ho sentito, l'ho sentito nell'azzurro dei tuoi occhi, sul rosso acceso delle tue labbra  che mentivano dicendomi altre parole, ma avevo bisogno di crederci ancora un pò.
E' tutto finito adesso.
Non so cosa è stato. 
Forse si. 
Ecco, ho trovato.
Sei stato una pausa nell'inutile scorrere di un tempo senza indugi, senza perché, certo sei stato la pausa più viva di questo respirare appena, ma pur sempre una pausa. Non vale fermarsi, non c'è tempo, non è possibile!








 
E' tutto finito. O forse no?








I giorni sono passati e io sono qui, ma da adesso non aspetto più, non ti aspetto più. Ora lo so, so che ci sei sempre stato, c'eri ancora prima  che ti conoscessi, sei sceso tanto a fondo che ti ritrovo caldo e sorridente negli spazi più bui, nei vuoti più profondi, nei silenzi più rumorosi; eccoti mio vento, soffi eccome se soffi, ti sento, sei diventato l'eco della mia voce. E come potrei mai dimenticare, come potrei cancellare, spegnere, rimuovere l'eco della mia stessa voce? Non posso, questa certezza è la più grande consolazione, è pienezza nel delirio, è amore nell'assenza, vita nell'inferno.
Sai, a volte, non ti senti, ti confondi tra i passi di un mondo che non ti conosce, non sa chi sei, dove sei, vivi solo dentro me, vivi di me.
Ci sono giorni, mesi in cui taci così a lungo che mi fa paura, credo di dimenticarti, ma poi nel buio delle mie notte insonni urli, gridi sempre più forte, scalpiti: ti riconosco, ti riprendo, mi nutro di te. Hai la stessa voce di allora, soffusa, immutata ed eterna e mi accorgo che per quanto mi manchi mi apparterrai per sempre, non puoi più scivolare, hai imparato a restare, hai imparato a dormire dentro me e a svegliarti stando fermo, ora hai la mia forma e il mio colore, ma quell'eco, soffice come nuvole, hai il tuo inconfondibile odore, ha i tuoi passi debolmente delicati, l'oro dei tuoi capelli, il bianco delle tue dita tremanti che si fondono alle mie. Ora sei a casa mio vento, ora sono a casa. Nel posto posto dove ci apparteniamo, nel posto dove eterni non esistiamo
  
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