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Autore: Luine    14/12/2010    1 recensioni
Solidea e Pericle, due mondi diversi e due anime affini. Ce la faranno a coronare il loro sogno d'amore usando tutte le precauzioni del caso?
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Story of a parody'
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Pericle e Solidea sono situati in camera da letto, di fronte al grande letto a due piazze pulite e candide; sono seduti lì sopra, un tantino in imbarazzo, lui con le mani strette tra le ginocchia, mentre lei si sta tormentando l'orlo della sua gonna, facendosi mille patemi d'animo, perché non l'ha mai fatto, anzi, l'ha fatto un paio di volte (in realtà lo dice solo per non fare la parte della sfigata completa), mentre lui è un amatore navigato ed esperto. È talmente esperto che Rocco Siffredi, in confronto, non è nessuno, solo che Pericle è rimasto nell'anonimato perché, durante il loro primo incontro, le ha detto di non aver nessuna intenzione di mettere il suo cosino di fronte ai riflettori, perché poi l'invidia del pene sarebbe stata troppo grande e avrebbe fatto estinguere la stirpe umana. Gli uomini, sentendosi da meno con le loro donne, avrebbero semplicemente perso ogni desiderio sessuale e lui non voleva essere l'unico a spargere il seme della procreazione. Per questo suo atto di generosità è finito in camera con Solidea, in quella posizione in cui li abbiamo trovati all'inizio della storia, prima di partire con questa digressione inutile, ma che ci fa immediatamente capire che tipo è il nostro Pericle.
Solidea, come dicevamo, è una ragazza come tante, timida, riservata, senza uno straccio d'uomo che la accolga tra le sue forti braccia. È sempre stata la proverbiale sfigata, anche a scuola, dove tutti la prendevano in giro per quegli occhialoni troppo spessi che nascondevano, invece, un visetto carino e una personalità da biscottino, che rende gli stronzi degli adorabili dolcetti e gli adorabili dei dolcetti ancora più adorabili. Non solo, adesso che è arrivata all'università le sue amiche si sono tutte trovate un brav'uomo con cui stare e la prendono un po' in giro perché lei è l'unica rimasta da sola.
A condire il tutto, la sua migliore amica, Eulalia, se la fa col prof di letteratura greca – sì, Solidea studia assolutamente materie umanistiche! – perché a scuola non è mai stata molto brava in quella lingua strana. Solidea, invece, è la quintessenza della correttezza e della bontà; se le fanno un torto, poi, darà pan per focaccia e ne sarà pure contenta!
Ma non solo: ha conosciuto Pericle, che è il ragazzo più ambito della città universitaria. E Pericle, donnaiolo per diletto e non per professione come abbiamo visto, si è subito interessato a lei, anche se non si sa perché e non lo scopriremo mai. Non importa, l'amore è cieco e come tale colpisce chi meno ci si aspetta, anche due persone così diverse che non avranno mai niente in comune.
Escono insieme un paio di volte: durante la prima, lui ci prova spudoratamente, lei si oppone e allora lui fa la parte dello stronzo, lei va via in lacrime e promette di non vederlo più. Il motivo della discussione? È presto detto.
Lei chiede: «Che ore sono?»
E lui, che non mangiava da quella mattina, risponde: «Ah, è davvero buono, questo kebab.»
«Ma, se io e te dovessimo metterci insieme, tu smetteresti di guardare le altre ragazze, vero? Ci sarei solo io nella tua vita?»
Passa una stangona alta due metri, quarta di reggiseno e minigonna, appolpata ad un tizio grasso vestito da motociclista. A Pericle viene da chiedersi come una del genere possa stare con un tipo simile e al fatto che tutte le fortune capitino agli altri: Solidea ha un'autostrada sul petto!
«Ecco, lo sapevo! Tu mi stai solo sfruttando per i tuoi loschi scopi! Ma io non sono come le altre ragazze! Io voglio rispetto, voglio un uomo che mi capisca e si interessi a me e ai miei bisogni! Quindi, mi dispiace, siamo troppo diversi e non possiamo stare insieme.»
Solidea scappa via in lacrime. Il povero Pericle ci è rimasto un po' così.
Capiamolo: uno sconvolto dagli ormoni che si sente dire tante sciocchezze tutte insieme come dovrebbe sentirsi? Non capisce, anzi, ha anche un po' paura della ragazza e decide di starle lontano.
Solidea, intanto, va a casa dell'amica ultra-fidanzata col professore, piange tra le sue braccia anche se lei voleva stare tra le braccia del prof, che se ne sta tranquillamente seduto sul divano e schiaccia un pisolino, in attesa che Solidea abbia vomitato addosso a Eulalia tutta la sua frustrazione.
«Non smetterà mai di uscire con le altre!» grida, tra i singhiozzi. «E io che mi sono pure illusa!»
Eulalia è una tipa pratica e proprio non capisce. «Tesoro, ma era la vostra prima uscita!»
«Ma io non ce la faccio più ad essere una sfigata! Se lui stesse con me, tutte mi invidierebbero e i ragazzi comincerebbero a notarmi e così lui sarebbe geloso... e io gli dimostrerei che amo solo lui! Capisci? Per me è importante che lui stia con me! E poi, non hai sentito le voci? Dicono che ce l'abbia lungo quanto un treno!»
Eulalia la guarda preoccupata. «Tesoro, l'amore non è solo sesso.»
«Ma è gran parte! Il resto non conta, se si sa far bene l'amore!»
«Ma tu non lo sai fare!»
Solidea arrossisce, perché è tanto timida. «Va beh, devi proprio mettere tutti i puntini sulle i, tu?»
«Sì, le migliori amiche lo fanno. Però, senti, adesso non è che te ne potresti andare, sai com'è... io e il mio prof dobbiamo proprio scopare. Domani c'è l'esame e voglio portare a casa un trenta e lode! Non ti preoccupare, a quello stronzo ci penso io, comunque, domani.»
E domani arriva, per portare un lungo faccia a faccia tra Eulalia e Pericle. Si ritrovano al bar della facoltà e, di fronte ad un cappuccino, si squadrano; lui è confuso e perplesso, lei un mastino sul piede di guerra.
«Ehm... scusami, posso chiederti finalmente chi sei?» chiede lui, per rompere il pesante silenzio e quello scambio a dir poco spaventoso di sguardi.
«Io? La domanda giusta, bello, è chi sei tu per far del male alla mia amica? È una sfigata come non ne hai mai vista una, non ha mai fatto sesso neanche sotto tortura e tu la vuoi scaricare dopo il primo appuntamento?!»
«Ma... io veramente non...»
«Senti, non me ne frega niente.» taglia corto Eulalia. «Oggi tu vai davanti a casa sua e le chiedi scusa. Ma non le porgi semplicemente le tue scuse, no: compra un mazzo di rose rosse, ma in numero dispari o a dozzine e, per piacere, per piacere... fai almeno quattro, così la fai più contenta. E come biglietto invece di scrivere le solite menate che ormai non fanno più un baffo a nessuno, un bel pacchetto di preservativi al lampone. Fidati, è la scelta più giusta.»
«Preservativi? Io manco la conosco Solidea, non posso regalarle dei preservativi!»
Eulalia scocca la lingua. «Ho capito.» dice. «Quello che dicono su di te sono solo voci infondate!»
«Veramente...»
«Veramente un corno. O lo fai, oppure dirò a tutti che sei gay!»
Ed è così che siamo tornati al punto di partenza, con Solidea e Pericle seduti sul letto a due piazze in camera di lei, tutti e due che guardano in direzioni opposte a quella in cui dovrebbero guardare se volessero almeno specchiarsi l'uno negli occhi dell'altra. No, sono troppo imbarazzati tutti e due. Eulalia, certe volte, è davvero un po' troppo esplicita, ma lui è anche un gran cretino che ha fatto davvero come gli ha consigliato: quarantotto rose rosse e un pacchetto di preservativi. Alla menta, perché al lampone erano finiti.
«Non dovevi.» commenta Solidea, trovando un po' di coraggio.
«Oh, la tua amica non perdona.»
«Lo so. È una stronza.»
«Già...»
«E adesso che si fa?»
«Non lo so, cosa vuoi che faccia?»
«Non lo so. A questo punto, penso, dovresti cercare di sedurmi e io di scappare...»
«Giusto.» Pericle annuisce. «Tu vuoi scappare?»
Solidea oscilla qua e là. «Non proprio.»
«Okay, allora posso baciarti?»
Lei lo guarda terrorizzata. «Ti sei lavato i denti? Lo sai quanti batteri che mi puoi passare se non ti lavi i denti? Hai avuto la varicella, non è che la stai incubando? E, oddio, non è che mi verrà la mononucleosi ed entro il mese prossimo sarò nella tomba? Come faccio a decidere?»
Pericle non capisce il motivo di tante paure. Deve ammettere che è la prima volta che gli capita di trovare una ragazza che alla domanda «posso baciarti», vuole un'anamnesi completa. Si sente stranamente attratto da lei, adesso ancora di più, dato che lo sta respingendo come uno dei respingenti del flipper, di cui lui è una pallina che deve andare a segno.
Strana metafora, quella del flipper, ma abbastanza calzante.
«Non tutti quelli che si baciano si sono appena lavati i denti.» le fa notare.
«E fanno malissimo. Pensa a quelli nei film: loro sicuramente si mettono le mentine, ma se hanno l'alitosi? Dopo non possono sputare o fare una smorfia perché rovinerebbero il momento. Nella realtà è ben diverso che nei film. Lì non si scambiano mai la saliva.»
«Ecco...» lui non sa che rispondere. Sinceramente, la sua attrazione si sta affievolendo pian piano. «Non so cosa dire.»
«Allora baciami.»
«Ma... e tutta quella storia dell'alitosi e degli sputi?»
«Beh, se non mi piace farò una smorfia e sputerò! Questa è la realtà, mica una stupida storia!»
Pericle pensa che il ragionamento non fa una grinza, così si sporge e le dà un bacio a stampo; vorrebbe ritirarsi di nuovo nella posizione nella quale si trovava all'inizio della nostra storia, ma lei, persa tutta la timidezza, lo stringe forte e lo costringe ad aprire la bocca per scambiare con lui quella saliva di cui, fino ad un attimo prima, ha avuto una gran paura. Adesso lei si sente in un'altra dimensione, non dico tre metri sopra il cielo perché poi sarebbe veramente troppo scontato, ma qualcosa che gli si avvicina molto, a questi tre metri. Anche se è un po' strano dato che, con una spregiudicatezza che non ci si aspetterebbe mai da una ragazza così timida, si getta su di lui e lo costringe con la schiena sul materasso morbido e profumato.
«Oddio.» esclama lui, quando riesce a liberarsi della sua bocca, per riprendere fiato. Non ce la fa più, gli sembra di essere stato in apnea per ore. Ha gli occhi fuori dalle orbite e gli pare di avere le labbra gonfie come un canotto. Non serve il botulino, si ritrova a pensare. «Solidea, ascolta, non è un po'... prematuro?»
«Non puoi chiedermelo così a bruciapelo, io non l'ho mai fatto e sarebbe carino se rispettassi la mia decisione di aspettare!» esclama lei che, intanto, lo sta amabilmente stuzzicando da sopra i pantaloni.
«A-aspettare? S-s... oddio...»
«Che c'è? Non vuoi aspettare? Non farmi soffrire, ti prego! Tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per noi, per la nostra storia e il nostro amore, possibile che tu sia così insensibile e non lo capisca?»
«N-non è q-questo... è c-c... oddio...»
Il ragazzo si sporca i pantaloni perché la ragazza è stata fin troppo accurata nel suo stuzzicare. Solidea se ne accorge, grida e salta in piedi, guardandosi la mano.
«Oddio! Non ti sei messo il preservativo!»
«E a che sarebbe servito?» chiede lui, in estati.
Lei gli mostra il palmo della mano. «E se fossi rimasta incinta? Sai che fare sesso sicuro è la prima delle regole, quando si va a letto insieme?»
L'estasi è sparita. Ma come avrebbe potuto essere altrimenti? «Ma noi non siamo andati a letto insieme!»
«E allora perché ci sei steso sopra, dannazione?!»
«Ma...»
«Te ne vuoi andare? Sei padrone di farlo! Approfittatore di povere ragazze indifese!» Solidea scappa via e si chiude a chiave in bagno. Pericle continua a non capire che cosa cavolo sia successo. Le donne, strane tipe.

*

Sono passati tre giorni. Solidea e Pericle non si sono più visti; lui ha ripreso la sua vita di amatore folle, lei di sfigata repressa con la variante che, adesso, piange tutte le sue lacrime di fronte a vecchi film d'amore, spesso muti, e a cui lei aggiunge canzoni d'amore struggenti. Gigi D'Alessio, Tiziano Ferro, qualcosa anche di più impegnato come Laura Pausini. Eulalia l'ha mandata a quel paese alla strofa «notizia è l'anagramma del mio nome, vedi».
Però lui, in verità, anche se ama tante donne, ne ama una sola. Perché sì, Solidea è così strana che deve assolutamente essere sua, così decide di darsi alla castità e, forte di questo, va a bussare alla porta dell'appartamento che lei divide con se stessa.
«Ci ho pensato.» dice.
«Non avevi detto che non eravamo fatti l'uno per l'altra?» chiede lei che, per darsi un contegno, quando ha visto chi era alla porta era andata a spalmarsi un cerone di fondotinta.
Pericle cerca di ricordare quando mai ha detto una cosa del genere e decide che non importa, dato che è sicuro di non aver mai nemmeno pensato un'amenità simile. «Ti amo.» esclama, con tutta la passione di cui è capace. «E voglio stare con te per sempre, voglio dei bambini e... magari una casa sul lago.»
Lei sta scuotendo la testa, sta piangendo. Di commozione? No: di rabbia. Adesso lo guarda con gli occhi rossi, le lacrime rigano il cerone di fondotinta e sembra quasi che qualcuno stia arando sul suo viso altrimenti perfetto e candido.
«Ti prendi gioco di me, vero? Io ti amo e voglio stare con te per sempre, voglio dei bambini e una casa sul lago, magari, mentre tu non vuoi stare con me! Perché sei ancora qui? Perché vuoi farmi soffrire in questo modo? Ti diverte vedermi soffrire? Beh,» e si asciuga le lacrime, spazzando via il campo arato che era la sua faccia; i suoi occhi tornano limpidi come prima, adesso è solo molto risoluta. «io non mi lascerò piegare da te. Io sono una donna forte e ti dirò di no fino alla morte.»
«Allora facciamo l'amore?»
Solidea lo fissa risoluta. «Certo!»
Pericle riesce a trattenersi dal dire che, quasi quasi, se l'aspettava, dato che la sua ragazza è completamente matta. E così tornano in camera da letto, adesso si baciano con passione – ed entrambi sono consenzienti. Si spogliano dei loro vestiti, finché non rimangono entrambi in intimo. Lei è meno piallata di quel che pareva, lui è stato addirittura sottovalutato.
«Aspetta!» grida lei, balzando in piedi, quando lui è pronto per sfilarsi le mutande e mostrare al mondo le sue doti.
«Che c'è, adesso?» sbotta Pericle, irato.
«Lo sapevo che eri l'uomo perfetto per me!» sospira Solidea. «Sei così... così dolce e mi rispetti sempre, in ogni momento. Ti amo.»
«Okay, possiamo spogliarci ora? L'erezione mi sta uccidendo.»
Lei ride e saltella. «Okay, senti, no, solo un paio di domande: fare bene il sesso vuol dire anche farlo sicuro, lo sai, no?»
Pericle sospira. L'erezione gli sta passando. «Domanda.»
«Mi chiedevo se hai delle malattie veneree, se sei sterile o se, per caso, sei portatore di AIDS.»
Lui è davvero molto spaventato dal tono di lei, così professionale.
«Sei un dottore, per caso?» chiede. Poi sorride. «Ho capito, vuoi giocare al dottore!»
«NO!» strilla lei, indignata. «Voglio saperlo! Sesso protetto, ricordi? Anzi, non rispondere: metti questi e facciamola finita!» gli porge un grosso preservativo fatto a maglia. «L'ho fatto io personalmente, ai ferri.» gli spiega. «Pensando a te, naturalmente. Dai, indossalo, fammi vedere se ti sta bene!»
Si siede sul letto, tanto non fa molto freddo, i riscaldamenti sono alle stelle e anche i loro ormoni. O meglio, quelli di Solidea, quelli di Pericle stanno subodorando il pericolo.
«Ma un preservativo di maglia... non sarebbe meglio quello di lattice?»
«Non lo sai che quelli di lattice dopo quindici minuti che li usi sono assolutamente inutili? I chirurghi devono usarne un sacco, infatti. Quindi, con uno di maglia, che l'ho fatto anche bollire in acqua calda come facevano le nonne coi biberon, possiamo farlo assolutamente protetti e sicuri! Ah, come sono previdente!»
«Pensi che durerò più di quindici minuti?» chiede lui.
Solidea sorride. «Sei un amatore meglio di Rocco, no?»
«Non sminuire il preservativo...»
«E tu non dargli troppa importanza! Lo sai che si può rompere e che io potrei rimanere incinta lo stesso, prendermi l'AIDS, e tutta quell'altra roba? Con uno di maglia... nemmeno per idea!»
«Tu sei fuori di testa.» dichiara Pericle, spaventato.
«E tu il mio orsetto coccoloso. Possiamo fare l'amore, adesso?»
«E il preservativo?»
«Facciamone a meno. Se mi prometti che sei sano, io domani vado a prendermi la pillola.»
«E se non te lo promettessi?»
«Allora sai qual è la soluzione.»
Pericle vorrebbe ucciderla, ma la ama e preferisce fare l'amore con lei. È l'amore più dolce e bello che lei abbia mai fatto, pur non avendolo mai fatto. No, non è vero, ma è disposta a giurarlo fino alla morte. Ha un orgasmo alla prima, alla seconda, alla terza e pure alla quinta. La quarta l'hanno saltata.
Alla fine, stanco e distrutto dalle troppe prestazioni, Pericle vorrebbe addormentarsi, incurante dello sperma, del liquido vaginale, del sudore e della saliva che tengono il letto d'assedio. Quando si è stanchi, ci si pensa poco a queste cose e pure all'igiene personale, o almeno è quello che ha creduto lui fino a questo momento.
Solidea balza in piedi. «Forza, andiamo!» sbotta.
«Dove?» chiede, disperato, costringendosi a sedersi sul letto.
«In bagno!» sbotta lei. «Dobbiamo lavarci! Che schifo! Non vorrai dormire senza lavarti!»
«Ma se poi dobbiamo tornare qui... senti, lasciami dormire.» lui si butta di nuovo sul cuscino e si gira, dandole la schiena. «Mi faccio la doccia, domani mattina.»
«Neanche per idea!» Solidea, usando una forza sovrumana che non sapeva neanche lei di possedere, lo afferra per le spalle e lo costringe a mettersi in piedi, quindi lo trascina nel piccolo bagno della casa, talmente piccolo che lui è costretto a salire sulla lavatrice per poterci stare. Lei, intanto, saltella gioiosa.
«Bene, e ora che siamo qui?» chiede lui, per smorzare il suo entusiasmo.
«Siamo arrivati ad un grado elevatissimo di intimità!»
Pericle è piuttosto confuso. «Sì, beh... sei pentita?»
«Per niente! Venire in bagno con te ci consolida come coppia e mi dice che staremo insieme per sempre! Ti amo, amore morbidoso e dolcissimo! Mio piccolo grande amore. Il mio uomo. Dovremmo convivere, adesso, vero?»
Il panico attanaglia Pericle. «Solidea, ma che dici?»
«Scusa, scusa, hai ragione. Laviamoci e poi torniamo a dormire.»
Pericle la guarda mentre usa il bidet, intanto lui se ne sta appollaiato sulla lavatrice a chiedersi a cosa può servire se poi devono tornare in quel letto dove c'è di tutto e di più. Ma se Solidea è contenta così, allora non può far altro che accontentarla. La ama. E, anche se sa che il loro sarà un rapporto travagliato, si sposeranno e avranno tanti bambini.
Il finale da “e vissero per sempre felici e contenti” è assicurato!


 

  
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