Salve
a tutti, io sono nuovo di questo ambiente, mi è sempre
piaciuto scrivere
racconti e storielle^^ anche se devo ammettere che non sono poi questa
spada a
scrivere xD però cerco di migliorare dai e spero cha anche
voi possiate darmi
una mano in questo con i vostri consigli. Detto ciò, questa
FF l’ ho ideata mentre
ascoltavo This is War, lo devo ammettere non sono un fan sfegato dei
30STM però
mi piace la loro musica e come suonano di conseguenza mi sono sentito
di
iniziare a scrivere questo racconto. Ora basta con questi patetici
tentativi di
aggraziarsi i lettori vi lascio alla storia. PS. Se potete lasciare qualche recensione
così
magari posso migliorare con i vostri consigli grazie ancora e buona
lettura.^^
On the Edge
24 ore
al concerto: Flagstaff, Arizona,
Sono
due ore che cammino, sono allo stremo delle forze non potrò
mai farcela manca
un giorno e mancano ancora più di cinquecento miglia a Los
Angeles e non ho
nessun mezzo di trasporto, ho fallito, non sono stato capace di
realizzare il
tuo sogno Eve, mi dispiace tanto…
Delle
luci al neon mi scuotono dai pensieri del mio fallimento cerco di
mettere a
fuoco l’ insegna: Driver rest bar. Bene un bar,
potrò affogare i miei
dispiacere nell’ alcool.
Mi
avvicino all’ edificio barcollando ogni
singola parte del mio corpo mi fa un male cane, dopo quello che ho
passato
pensa sia normale… Solo pensare a cosa ho dovuto sopportare
per poi fallire mi
fa salire una rabbia che vorrei spaccare il mondo. Cerco di
controllarmi farmi
sopraffare dalla rabbia non ha senso, apro la porta del bar e subito
vengo
assalito da un pesante odore di alcool e sigaretta. Tutto il locale si
volta a
guardarmi e resta interdetto per alcuni secondi dopo di che tornano a
fare ciò
che facevano poco prima che facessi il mio ingresso: c’era
chi giocava a
biliardo, chi corteggiava una cameriera che gli rispondeva subito con
un bel
due di picche, chi si era attaccato ad una bottiglia di whiskey ed
altri che
ballavano la musica country che faceva da sottofondo a quella tipica
atmosfera
da bar di campagna americano. Mi avvicino al bancone e mi siedo su uno
di quei
sgabelli di legno sporchi ed appiccicosi. La barista mi si avvicina
<<
Tutto apposto tesoro? Non hai una bella cera >> mi chiede
Alza
la testa verso di lei, è una ragazza molto giovane sulla
ventina ad occhio e
croce, lunghi capelli corvini e gli occhi color ebano, il viso
è disteso in un
sorriso amichevole è molto carina glielo concedo.
<<
Per niente. Ho solo voglia di bere fino allo stremo >>
rispondo con tono
affranto
<<
E che è successo di così tragico da far deprimere
un ragazzo carino come te?
>>
<<
Lascia stare non ho voglia di parlarne… Dammi solo un
bicchiere ed una
bottiglia di Jack >>
<<
Come vuoi tu tesoro. >> mi dice allontanandosi per andare
a prendere la
bottiglia ed il bicchiere che poi mi posa davanti alla faccia.
<<
Sai che parlare dei problemi è un metodo migliore di sfogo
invece che lasciarsi
rodere l’ anima >> mi dice sempre con quel
dolce sorriso in volto.
Tanto
ormai cosa ho da perdere, parlando almeno il tempo passa più
velocemente e mi
distraggo. E poi è così carina magari con il mio
racconto strappalacrime mi
rimedio pure la compagnia per la notte… No! Will ma che
cavolo vai a pensare!
Sono proprio senza speranze…
Prendo
la bottiglia e ne verso il contenuto all’ interno del
bicchiere fino a
riempirlo a metà
<<
D’ accordo mi hai convinto >> dico tirandomi
giù il liquido bronzeo in un
sol sorso << Mi chiamo William Sullivan sono di New York
e la mia storia ha
un non so che di bizzarro. E’ iniziato tutto quattro giorni
fa nel St. Luke’s
hospital…