La notte prima della pace

Ci fu un momento nella vita
in cui riuscisti solamente ad ascoltare
un mondo adesso in tumulto.
Il dolore rimbombava sordo
come l'eco del colpo che esplose violento,
e al suolo ti accasciasti.

Determinato,
ti rialzasti ancora per calpestare la terra,
nemica come quel soldato
che forse ti assomigliava,
e uno specchio vedesti nei suoi occhi
di fronte un sguardo perso
come quello di un cieco.

Poi riaffiorarono i ricordi
come margherite a primavera,
ti lasciasti vincere dal calore
da quella malinconia,
ma l'amore invincibile
è il soldato
che non fa paura.

Dietro alla collina immaginavi i nemici,
gli uomini che dovevi uccidere.
Cosa era nemico?
La divisa, la stella sul petto cucita
o la speranza di sopravvivere?
Vigeva una rabbia che faceva gridare,
la rabbia stessa,
li costrinse a sparare.

La tempesta e il vento
ti accompagnavano dentro,
lì dove il cuore ancora
batteva veloce,
sia per la forza
che per il timore.

Passerà la guerra
come è passata alla storia
così riecheggeranno dei tuoi compagni
i passi cupi e pesanti
dietro l'ombra del sorriso soave
della gente.

Con i pugni stretti andasti avanti
senza fermarti.
Eri un soldato,
la tua vita non valeva,
ma valse il tuo coraggio ieri
e ciò che facesti, oggi.

Ci fu un momento nella vita
in cui avesti l'audacia di morire combattendo,
però la guerra fu sbagliata
e lo gridò il vento
che con ira sul tuo viso soffiava
così come la pioggia
l'addio sussurrava.