Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: StayStrongForever    20/12/2010    2 recensioni
Questa storia e ispirata al film che si chiama proprio No Risk No Love e un film Tedesco, e sempre una Jemi Story, Spero vi piaccia, come piace a me, e ringrazio Mogi per farmi sognare con le sue ff...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Allora Questa Storia La Scritta sempre Mogi, E sempre Una Jemi Story, e so, che ho appena postato How To Save A Life, ma postero ogni giorno un capitolo su questa ed uno su l'altra, A in questa storia c'e Camilla!! e devo dirvi che i capitoli sn lunghi quindi a volte sn divisi, dopo questo vi lascio al capitolo...


La luce cominciò ad entrare nella camera e io misi subito la testa sotto il cuscino.
No, non ho voglia di alzarmi! Pensai. Non avevo proprio voglia di affrontare un altro giorno. Fortunatamente quella mattina non avevo niente da fare così potei rimanere nel letto ancora un po’ ad oziare, o meglio, evitare di rispondere al telefono e dare delle spiegazioni ad un certo qualcuno. Guardai la sveglia: 7.40. Era presto, potevo dormire.
Il telefonò però squillò e mi tenne sveglia. Riguardai la sveglia, 9.17. Oh, avevo dormito. Fissai il telefono di casa squillare e non risposi. Non volevo parlargli. Non dovevo dargli spiegazioni di quel che era successo la sera prima. Appena il telefono smise di squillare, suonò il mio cellulare. Lo presi e guardai lo schermo. Come pensavo, era lui. Buttai il cellulare sul comodino e lo lasciai squillare. Dopo la quinta volta lo presi e guardai chi fosse: Joseph. Sempre lui.
Non risposi a nessuna delle sue chiamate, e verso le dieci uscii dal letto e andai a fare colazione. Era un po’ tardi ma volevo oziare e coccolarmi. Dopo quella serata ne avevo bisogno. Presi il caffè e andai in soggiorno. Accesi la televisione, feci zapping. Non mi divertivo affatto, ma era per evitare che la serata mi ritornasse in mente. Il telefono squillò di nuovo, sempre lui. Lo lasciai squillare e dopo cinque minuti si arrese, grazie al cielo.
Quando pensai di godermi la pace in casa mia, il campanello suonò.
“Chi cavolo viene da me alle dieci di mattina?” mi chiesi e aprii la porta. Rimasi ferma immobile quando lo vidi davanti a me. Senza ragionare, feci per chiudere la porta ma lui la bloccò con una mano, costringendomi a tenerla aperta.
“Demi…ti prego, devo parlarti” disse con tono serio. Io sospirai e aprii del tutto la porta.
“Che cosa vuoi, Joseph?” chiesi. Chiamarlo per nome intero voleva dire che ero arrabbiata.
“Posso parlarti in casa o devo stare qui?” chiese e lo lasciai entrare. Mentre chiudevo la porta cercai di inventarmi qualche scusa da inventare. Non potevo dirgli la verità!
Mi voltai e lo guardai.
“Allora, cosa dovevi dirmi?” chiesi cercando di essere disinvolta.
“Perché ieri sera te ne sei andata via in quel modo, arrabbiata?” chiese. Ecco, voleva sapere proprio quello. Non poteva chiedermi come stavo, cosa avrei fatto? No, quello che avevo fatto mi doveva chiedere. Sbuffai.
“Ero solo di cattivo umore, tutto qua” dissi cercando di ridere. Lui non ci cascò, ovviamente.
“Demi, ti prego, sono il tuo migliore amico, ti conosco e so che stai mentendo. Perché non vuoi dirmi la verità?” chiese Joe guardandomi con uno sguardo che mi supplicava di dirgli tutto. E l’aveva detto. Era il mio migliore amico, era solo quello, niente di più come volevo. Cosa gli potevo dire? La verità no di certo, ma dovevo dirgli qualcosa e subito…
“Me ne sono andata perché tu stavi per conto tuo a baciare quella Camilla!” esclamai. Oh no! L’avevo detto, non ci potevo credere! Ero partita col cervello?!
“E…questo ti ha fatto arrabbiare? Perché?” chiese cercando di capirmi. Accidenti!
“Perché…perché così facendo mi hai ignorato per tutta la serata” dissi. Era vero, in fondo, non avevo inventato una scusa.
“Mi dispiace per questo…ma non è tutto, vero? Non te la prendi mai così tanto per una cosa del genere” disse Joe. Cavolo! Ora che potevo dire?
“Invece sì…” ribattei ma non funzionò.
“Demi…” cominciò lui e io cedetti anche troppo presto.
“E va bene! Mi dava fastidio che lei ti fosse accanto tutto il tempo, perché sai che non la sopporto, e poi quando me ne sono andata voi…stavate andando di sopra e Dio solo sa cosa avete fatto” dissi abbassando lo sguardo. Odiavo l’immagine di loro due che salivano e si chiudevano la porta alle spalle per passare una notte assieme. In effetti era quel che pensavo fosse successo. La sera prima eravamo andati a una festa dai Jonas e Camilla si era incollata alle labbra di Joe e mentre me ne stavo per andare, li vidi salire sorridendo verso la camera di Joe e lì entrai nel panico. Per questo me ne ero andata. Lo sentii ridere e lo guardai male. Cosa ci trovava di tanto divertente?
“Perché ridi?” chiesi incrociando le braccia.
“Perché come al solito pensi male! Non abbiamo fatto niente, dovevo ridarle un CD ed era meglio se glielo ridavo subito se no mi dimenticavo” spiegò Joe. Ah. Tutto qui…idiota! Sempre a pensare male…e invece, ecco la verità. Non potei fare a meno di sprofondare il volto tra le mani, vergognandomi di me stessa.
“Oddio che figuraccia!” dissi. Sentii Joe avvicinarsi e abbracciarmi, ridendo.
“La mia cara piccola Demi può sbagliare, stai tranquilla…” disse Joe e io mi tranquillizzai tra le sue braccia. Quanto avrei voluto rimanere lì per sempre. Mi sentivo così sicura tra le sue braccia e a volte anche amata da lui, in modo diverso. Il modo in cui mi teneva stretta, sembrava diverso. Ma ecco, c’era sempre quel qualcosa che rovinava tutto.
Il suo cellulare cominciò a squillare e dovemmo separarci.
“Oh, è Camilla…ci metto un secondo…hey tesoro” disse Joe rispondendo al telefono e allontanandosi da me. Io sbuffai e andai in cucina. Quanto odiavo quando stava al telefono con lei, quando lei era attorno a lui e gli girava attorno come una sanguisuga affamata. La odiavo, forse perché amavo Joe. Era piacevolmente terribile amarlo. Sì, piacevole perché amarlo mi dava delle emozioni che nessuno mi aveva mai trasmesso, ma terribile perché per lui ero solo la sua migliore amica. Un giorno, giuro, sarei scoppiata. Cominciai a tagliare le verdure per il pranzo. Era presto ma volevo comunque preparare tutto prima, anzi, volevo cucinare con calma. Volevo preparare un piatto complicato che mi avrebbe preso due ore di tempo. In fondo, non cucinavo cose complicate così spesso, doveva essere una cosa bella.
“Eccomi, scusa” disse Joe entrando in cucina. Io continuai a tagliare le verdure.
“Tutto a posto?” chiesi cercando di sembrare disinvolta.
“Certo, Camilla voleva solo dirmi che le mancavo” disse Joe. Doveva proprio dirmele certe cose? Cominciai a tagliare le verdure più forte, e pensando a quanto spregevole fosse quella ragazza, mi tagliai.
“Ah!” esclamai. Lasciai cadere il coltello e mi guardai la mano. Mi ero fatta un taglio sul palmo della mano e la vista del sangue mi fece rabbrividire.
“Che hai fatto?” mi chiese Joe. Io lo guardai poi tornai a guardare il palmo della mano.
“Niente di che, mi sono solo tagliata” dissi io cercando di nascondere la mano. Lui però lo notò e me la prese.
“Non è niente? È un graffio abbastanza grande…vieni, dobbiamo medicarlo” disse Joe andando in bagno a prendere il necessario per curarmi. Conosceva casa mai forse troppo bene. Rimasi ad aspettarlo in cucina e appena arrivò, mi medicò subito il taglio. Rimasi a esaminare il suo modo di curarmi per tutto il tempo. Adoravo la sua delicatezza con la quale rimuoveva il sangue e come fasciava la mano era forse troppo piacevole.
“Ecco fatto, va meglio?” chiese Joe e io lo guardai negli occhi.
“Sì, grazie…” dissi. Lui ricambiò il mio sguardo e io mi ci pesi. Fissare quei suoi grandi occhi color cioccolato, così dolci da farmi sciogliere in quel momento su quella sedia. Lui mi sorrise e io cominciai a dare di matto. Perché doveva sorridermi in quel modo? Con quel sorriso io davo di matto e non ragionavo più. Infatti, bastò quel sorriso per farmi fare l’errore più grande della mia vita. Mi avvicinai a lui e lo baciai. Non un bacio sulla guancia o sulla fronte per ringraziarlo. Un bacio in bocca. All’inizio ero insicura se smettere di baciarlo oppure no, però quando sentii quella sensazione che rendeva tutto perfetto, non smisi. Sentire finalmente le sue labbra sulle mie era qualcosa che avevo sempre sognato e ora che potevo vivere quel momento, non riuscivo a staccarmi. Sentire poi che anche lui mi stava baciando era il massimo, anche se poi tutto venne rovinato da me. Il fatto che mi stava baciando voleva dire che anche lui mi voleva, ma allora perché stava con Camilla? Stavo facendo in modo che lui la stesse tradendo. Mi staccai immediatamente e cominciai a rendermi conto di quel che avevo fatto.
“Oddio…oddio, scusami” esclamai e coprendomi la bocca con le mani, scesi dalla sedia e mi voltai, dandogli le spalle. Non ci potevo credere, avevo appena baciato Joe Jonas!
“Io…forse è meglio se io…vada” disse Joe e io gli feci cenno con la mano di sì. Oddio, oddio!
Sentii la porta chiudersi e io mi voltai. Joe se ne era proprio andato. Rimasi forse addirittura un’ora a fissare il vuoto e dopo un po’ il campanello suonò. Mi pietrificai. E se era Joe?
Non persi tempo e andai alla porta. Probabilmente era Joe, voleva spiegazioni. Non so perché, ma stavo sorridendo. Appena aprii la porta il mio sorriso si ampliò ma appena mi accorsi chi era davanti a me, il sorriso sparì.
“Oh, sei solo tu…” dissi guardando Nick.
“Scusa tanto se sono solo io” disse Nick scherzando. Lo feci entrare subito scusandomi.
“Come mai qui?” chiesi.
“Joe è tornato a casa con una faccia leggermente…sconvolta. Mi spieghi che cosa è successo? So che veniva qui…” disse e io impallidii.
“Uh beh…lui…io…cioè non è successo niente…o quasi…vedi io…” cominciai a balbettare. Nick rise e mi prese la mano, come era suo solito fare quando ero nervosa.
“Demi, calmati. Sai che puoi dirmi tutto” disse Nick e io mi buttai.
“Ho baciato tuo fratello” dissi guardandolo. Lui rimase leggermente sconvolto e dopo poco mi lasciò la mano e si alzò.
“Cosa? Tu…tu hai baciato JOE?” mi chiese e io guardai in basso, sentendomi colpevole.
“Sì…” dissi a bassa voce. Stavo per scoppiare a piangere, lo sentivo. Mi coprii il volto con le mani e cominciai a piangere.
“Demi…scusami! È solo che…è abbastanza sconvolgente il fatto che tu abbia baciato Joe…” disse Nick abbracciandomi.
“Non so che mi è preso, mi è venuto così…naturale…” dissi io e mi aggrappai a lui. Passammo tutto il tempo assieme quel giorno, mi aiutò a cucinare e a rilassarmi. Nick era davvero il migliore amico che potessi chiedere. La sera guardammo un film però ci addormentammo entrambi sul divano, io distesa su di lui.



  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: StayStrongForever