Anime & Manga > Zero no Tsukaima
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Autore: _mari    20/12/2010    4 recensioni
Raccolta di descrizioni, one-shot e missing moments di uno dei miei anime preferiti:Zero no Tsukaima.
I personaggi che prevalentemente utilizzerò sono, ovviamente, i due protagonisti: Louise e Saito.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Buondì! Eccomi, sono ancora io!
Questa volta scrivo una descrizione su Zero No Tsukaima, anime-manga-novel che adoro.
Vorrei iniziare facendo due descrizioni (una su Saito e una su Louise) tratte dall'ultimo episodio della seconda serie, partendo, dunque, dalla fine. 
Ci sono spoler per chi non avesse ancora visto questa meravigliosa serie.
Detto ciò, buona lettura! 
M.



C
enere siamo, cenere ritorniamo.
[Parte prima: Saito.]






Ti strinsi a me, piangendo lacrime amare.
Ti abbracciai, sussurrando il tuo nome.
Ti accarezzai, per l'ultima volta, la guancia rosea.
Addio Louise.
Sorrisi a Giulio e ti affidai a lui.
"Ho 70.000 soldati da trattenere.". Cercai di farmi un po' di coraggio sdrammatizzando anche quando la fine mi circondava, quasi amichevolmente, le spalle.
Corsi via, verso il nemico. Corsi via da ciò che più amavo, solo per il suo bene.
Il fuoco scoppiettante inghiottiva i resti dei paesini, il clangore delle armi risuonava in tutta Albion, le grida dei soldati e dei mostri che cadevano sotto i miei colpi squarciavano il cielo plumbeo.
"Perchè sono finito in qualcosa di più grande di me?". Sospirai sconsolato reclinando il capo e chiudendo gli occhi, inumiditi dalle lacrime.
"Per la donna che ami, no?". La voce metallica di Derf riecheggió mestamente.
"Avrei dovuto sposarmi prima". Le mie labbra si incurvarono in un amaro sorriso per l'ennesima volta, anche se la paura era enorme. La paura di non potere rivedere lei, la mia piccola Zero Louise, quella ragazza manesca e gelosa che tanto amavo, era sconfinata.
Un solo respiro e mi abbattei furiosamente, correndo a perdifiato verso la valle, sull'ultima schiera nemica.
Le spade si scontravano, la carne era trafitta dolcemente dalle lame e impietosa la morte osservava lo spettacolo, tirando i fili della mia vita e di quella degli altri combattenti privi di ragione destinate, ormai, a spegnersi.
Una pioggia furiosa di dardi inizió a calare sinistramente dal cielo. I vestiti erano
macchiati dal mio sangue, le ferite pulsavano e, nonostante respingessi con Derflinger numerose frecce, altrettante mi colpivano.
Caddi al suolo, freddo e 
impregnato d'odio, dove le anime dei nemici sprofondavano senza farvi ritorno. Il respiro era affannoso.
Stringevo in una mano l'èclair d'amour, che ancora splendeva di un meraviglioso colore rosato, quasi a confortarmi, e nell'altra la mia fedele spada Derf.
Udii le corde degli archi tendersi, i dardi infuocati sibilare e fendere l'aria.
"LOUISE!". Un ultimo grido, strozzato. Le lacrime miste al sangue mi bagnavano il viso. Una grande macchia purpurea continuava ad espandersi sulla mia maglietta consunta all'altezza del ventre.
Tutto si fece buio, rapidamente.
Il corpo perdette le forze.
La sentii. Sentii la fine, silenziosa e aspra, toccarmi, giocare con me, afferrare il mio cuore e le mie ultime energie, traendole gelosamente a sè.
Iniziai anch'io a sprofondare nell'oblio, insieme a quei nemici che mi avevano preceduto.
Le parole morirono sulle labbra e non riuscii a pronunciare un ultima volta quel nome che mi avrebbe accompagnato più dolcemente all'inferno.
Louise.
   
 
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