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Autore: simmy94    21/12/2010    0 recensioni
La sveglia è suonata alle 4 (incubo degli incubi), tentativo di far entrare altri oggetti nella valigia già colma e effettivamente esplosa in seguito! Arrivo alla scuola: temperature glaciali, catapultati in Alaska, al posto dei pullman cani da neve con slitte ghiacciate. Stavamo congelando, i ragazzi urlavano, i cani abbaiavano, le slitte suonavano Jingle Bells (Babbo Natale le aveva progettate bene, avevano però piccoli inconvenienti dovuti all'invidia della Befana).
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione: Io e lady_hope abbiamo scritto questa storia durante il viaggio di ritorno della gita di 2° media, più di cinque anni fa, pertanto perdonate gli errori, le cavolate sparate a raffica e naturalmente tutti i riferimenti a “fatti, cose o persone sono puramente casuali”. Ogni recensione sarà naturalmente più che gradita.

LE CRONACHE DEL VIAGGIO ALLA COSTIERA AMALFITANA

Cara G,

siamo qui per illustrarti il nostro viaggio e la nostra disperazione per la tua mancanza qui con noi! Saremo sincere, non vogliamo tralasciare nulla e racconteremo tutto nei minimi dettagli! La sveglia è suonata alle 4 (incubo degli incubi), tentativo di far entrare altri oggetti nella valigia già colma e effettivamente esplosa in seguito! Arrivo alla scuola: temperature glaciali, catapultati in Alaska, al posto dei pullman cani da neve con slitte ghiacciate. Stavamo congelando, i ragazzi urlavano, i cani abbaiavano, le slitte suonavano Jingle Bells (Babbo Natale le aveva progettate bene, avevano però piccoli inconvenienti dovuti all'invidia della Befana). Arrivano i pullman, tra lo scompiglio generale, carichiamo i bagagli, saliamo a bordo. L’atmosfera si fa tetra: c’è chi dorme, chi urla, chi ride (perché, tu G, non ci sei, non facciamo nomi, tu sai chi è: Marco). Inizia la nostra odissea; il viaggio è lungo, 5 ore e mezza, siamo stanchi non ci reggiamo in piedi anche se siamo seduti, è tutto buio intorno a noi, ma ecco all’improvviso arriva una luce di speranza, di salvezza, ma rimaniamo delusi, molto delusi, estremamente delusi, (ti è chiaro il concetto???) era un autogrill, sporco, tetro, puzzolente, sembrava la fogna dei topi di Geronimo Stilton. Arriviamo a Salerno (bella città, dove sempre al mare si va) e prendiamo il traghetto per Amalfi, ci imbarchiamo impauriti, disperati, ignari di dove andremo, che cosa faremo e perché ci andremo. Saliamo a bordo, la barca dondola, finchè la barca va lasciala andare, finchè la barca va tu non remare, ma qua serviva remare o saremmo caduti in acqua da un momento all’altro, Giulia e Roberta imitavano il Titanic. Ti lascio immaginare la situazione e il terrore sui nostri volti. Arriviamo ad Amalfi e terrore del terrore, a C finisce il rullino, siamo disperati, come faremo a sopravvivere?? Ma ecco in lontananza un tabacchino, la nostra unica possibilità di salvezza, entriamo all’interno e… le usa e getta a 7€!! Siamo mezzi svitati!!! A C tocca comprarla, ma il suo sacrificio non sarà vano. A parte questo la giornata prosegue fantasticamente, ci danno la possibilità di fare compre da soli, ci giriamo tutta Amalfi, ma giustamente non compriamo niente, tranne consigliare a Ylenia cosa comprare a sua sorella. Torniamo al porto, ci imbarchiamo per Positano, le nostre strade sul traghetto si dividono, C va fuori con Roberta e Giulia che ripetono il Titanic, sono così brave!! Il viaggio inizia con un delizioso venticello, che inizia a diventare più fastidioso, più fastidioso, AIUTOO!! È un tornado, ci porta in alto, sempre più su, poi in basso sempre più giù, siamo diventati degli yoyo. Ma arriviamo a Positano, ancora ci domandiamo come ci siamo riusciti. Stessa storia, ci lasciano liberi di fare compre con prezzi da capogiro terrificanti. Prendiamo di nuovo il traghetto (cambiamo traghetto a ogni destinazione, perché come dice la prof ci fa diventare intelligenti, non sappiamo cosa significhi!!!). Andiamo a Sorrento, più di tremila scalini da salire ( gli scalini sono la seconda cosa più terrificante di questo viaggio). Dal porto camminiamo, camminiamo, fino ad aperta campagna (il pullman ci ha abbandonato). Raggiungiamo il residence camminando uno a fianco all’altro, ammassati, Alessio stava sbattendo la testa su un motorino, e Ylenia stava dando il via a una reazione a catena inciampando su Alessio e facendo cadere tutti gli altri. Arriviamo al residence e aspettiamo più di un’ora per le valigie e le chiavi. Appena arrivano le valigie ci buttiamo su di loro, è una lotta all’ultima valigia, C non trovando la sua ne prende una a caso e ci azzecca in pieno, la fortuna assiste gli audaci! Saliamo nelle nostre “suite imperiali”: graziose casette con 5 letti di cui due a castello. Scendiamo a cena e…….. BLEAHH!!!

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Maccheroni col sugo cucinati più di tre mesi fa

Purè di patate della scorsa era glaciale

Carne buona, se non fosse che avevano scambiato il forno con il frigo

Acqua ossigenata, trovata con un tentativo di fortuna nelle fogne, era I.M.B.E.V.I.B.I.L.E.

Dopo non aver toccato cibo, perché era disastroso (persino Davide l’ha rifiutato), siamo saliti nei nostri piccoli appartamenti. Appena entrate, Ylenia ha occupato il bagno per più di mezz’ora, Luciana ha disperatamente tentato di farla uscire, ma lei è uscita solo dopo un quarto d’ora con ancora i jeans, si era solo lavata la faccia. Ci stavamo coricando, quando Ylenia si è ricordata di una cosa importantissima: aveva promesso a sua sorella di fare la preghiera alle 22.10 e 05 secondi, ma erano già le 24.00, come abbiamo potuto dimenticarlo!! Poi abbiamo sentito una misteriosa telefonata, C si avvicina circospetta al telefono con passo felpato, chi mai poteva essere?? Chi era??... Era Paola, voleva sapere se stessimo nella stanza, dove altro potevamo essere? Dopo è cominciato lo scambio di telefonate tra Chiara S. e Alessia, l’argomento era sempre lo stesso: lo spostamento dei carabinieri (altrimenti detti insegnanti). C’erano telecamere ovunque, sembrava di stare al Grande Fratello ( che orrore!!). Ci siamo sistemate sotto le coperte e C con il movimento del serpente era la nostra sentinella, controllava i loro spostamenti. Abbiamo continuato a telefonare a Alessia e verso le 00.30 ci siamo addormentate, tormentate dalle zanzare, quelle piccole pesti. La mattina dopo, un rumore lontano, un sussurro inosservato, chi mai sarà?? LA SVEGLIAAA!!!! Ma stavamo ancora dormendo, per fortuna Ylenia e la sua sveglia con il chicchirichi del gallo corre in nostro aiuto. Balziamo giù dal letto, chi alzandosi semplicemente, chi scendendo le scale, chi con il passo del serpente, ci precipitiamo in bagno, è una guerra all’ultima saponetta, la vincitrice è Luciana. Con un po’ di fortuna riusciamo a sbrigarci e scendiamo giù a colazione. C’è chi non prende niente (non ci fu mai scelta migliore), c’è chi prende qualcosa ( ooohh grave errore!), come C, che una cioccolata calda se così si può chiamare, lo zucchero è inesistente e il cacao è amaro, C ha bisogno di acqua, ma c’è solo quella ossigenata!! Successivamente mettiamo le valigie nel pullman, ci saliamo sopra, andiamo al porto, ma per colpa del tuo vicino di casa, ci attardiamo e perdiamo il traghetto, siamo sfortunati!! Fu lì che incominciò la grande odissea di C, che racconteremo passo dopo passo, in modo che tu possa capire… C ha sete voleva una bottiglia d’acqua, ma aveva 20€ intere, fortunatamente la vicepreside glieli cambia, tutti spiccioli, il borsellino stava per avere un infarto e una attacco acuto di mal di pancia. S si era già avviata al traghetto, mentre C si era attardata insieme a Giulia. Ma per la fretta, quegli scalini maledetti, C inciampa, urta il ginocchio, e quasi non si rompe la gabbia toracica (non ricordiamo esattamente come si chiama l’osso), coraggiosa com’è C va avanti, imperterrita, (senza dire niente a S), il dolore è forte, ma va avanti, che coraggio!!! Prendiamo il traghetto e ci dirigiamo a Capri, prendiamo la funicolare e andiamo ad Anacapri, visitiamo i negozietti ma niente ci attira, a parte un calendario di Fairy Oak dell’anno scorso. Andiamo al ristorante, qui si mangia decisamente meglio, poi prendiamo il traghetto per Napoli e siamo catapultati in Giappone, dappertutto giapponesi vestiti da draghi, si siedono di fronte a noi e incominciano a fare una vera e propria conferenza, nu la spicciaunu chiù ( che per chi non lo sapesse non è giapponese stretto, ma salentino largo, la cui corrispondente traduzione è: non la finivano più). Scendiamo dal traghetto, siamo a Napoli, qui prendiamo parte a uno sposalizio e facciamo un servizio fotografico ai Promessi Sposi. Prendiamo il pullman, tutti si sentono male, Rebecca rimette, Giulia perde il cellulare, andremo a Chi l’ha visto. Tra tutte queste peripezie nasce il vero amore, Alessia con Valerio e Olga con il figlio del prof. Quindi dopo un lungo viaggio, ma lungo, lungo, lungo, arriviamo a casa stanchi e addormentati.

Speriamo che ti sia piaciuto.

Le tue inviate speciali C ed S.
  
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