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Autore: Purelove    22/12/2010    2 recensioni
Questa è una raccolta di momenti relativi all'infanzia di Darien che è collegata alla storia "Love Manipulated". Saranno capitoli brevi, non troppo lunghi per entrare ancora di più nel mondo di Zara attraverso i ricordi e gli insegnamenti che li vengono imposti a Darien fin dall'infanzia.
I capitoli non sono correlati tra di loro e rappresentano solo piccoli squarci della sua vita prima del primo capitolo di Love Manipulated.
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed ecco il mio regalo di Natale per voi!
Un piccolo estratto dai ricordi di Darien. Ho sperimentato un nuovo stile, è un pò strano leggerlo dopo aver sempre scritto in prima persona. Spero solo di essere riuscita a darvi un'immagine limpida sul primo incontro tra Darien e Zara.
Buona lettura e passate un felice Natale!
Bacioni

 

Layla non era mai stata portata per la maternità.
Dopotutto non era quello il suo ruolo all'interno della società. Rispettata da tutti era riuscita senza neppure troppi sforzi ad arrivare ad essere la reggente delle mura dopo la morte dell'Eletta, ed il destino l'aveva premiata doppiamente.
Il guerriero Alpha era nato sotto la sua reggenza, entro i suoi confini; indicava solo una cosa: l'Eletta doveva essere vicina. Qualche donna incinta doveva portare in grembo la sua prossima pupilla, era necessario trovarla prima che qualcun altro la invitasse a stabilirsi nella periferia della sua città. Non era molto facile trovarla, ma avere sotto mano il guerriero che doveva prendersi cura di lei in futuro, dava notevoli possibilità di successo.
«Assicurati che non venga importunato.» disse a Simon, il guerriero che l'accompagnava.
Era da parecchi anni che chiedeva unicamente il suo supporto, ormai il sentimento che li legava era molto più profondo di quello che gli altri credevano, ma Layla anche in queste situazioni si sentiva a disagio. Non dava a vedere i suoi veri sentimenti, almeno in pubblico...
«La stanza dei Coldwell?» chiese squadrando bene l'infermiera davanti.
«34B.» rispose abbagliata dall'aurea che mandavano entrambi. Agli occhi degli esseri umani erano semplicemente irresistibili, sopratutto i guerrieri aitanti dal fisico slanciato e scolpito da innumerevoli allenamenti sortivano un fascino magnetico sugli esseri umani. Un lamento di Darien spinge Simon a prenderlo in braccio rendendo ancora più tenera ed ammaliante la scena.
Agli occhi di tutti potevano sembrare veramente una famiglia.
Il piccolo aveva già iniziato ad attirare gli sguardi delle infermiere che si trovavano sul posto. Sarebbe diventato esattamente come il suo predecessore, dotato di una bellezza disarmante ed occhi capaci di trafiggere e far battere il cuore a qualsiasi donna.
«Veloci ed evitiamo crisi isteriche. Sono esausta...»
Simon si limitò ad annuire scorrendo con lo sguardo le porte sulla destra fino a fermarsi esattamente alla 34B dove la prima donna che aveva messo al mondo una bambina.
Bussarono due volte prima di ottenere una risposta. Immancabilmente, appena misero piede dentro la stanza, i genitori e i parenti rimasero di sasso, pronti a qualsiasi cosa pur di renderla felice.
Layla ignorò bellamente tutti gli sguardi preoccupandosi solo di guardare il piccolo fagottino che teneva in braccio la donna adagiata sul letto.
«Posso?» chiese. Non c'era bisogno di spiegare niente. Tutti sapevano il motivo della loro visita in quell'ospedale, in cuor suo sperava, finalmente, di terminare la ricerca con questa bambina. Era la fine del mese di settembre e mancavano ancora due mesi in cui l'Eletta poteva nascere, ma pensare di spostarsi ogni volta che una manipolatrice metteva alla luce una bambina, la faceva star male.
A volte, la sua ambizione la portava a spingersi oltre ai limiti.
Simon posò il bambino a terra che curioso come sempre cercava di guardare oltre il letto dell'ospedale. Quando Layla gli tese la bambina, Darien sapeva già cosa doveva fare. Allungò la sua manina verso la guancia della bambina, ma non ci fu nessuna reazione.
Niente di niente.
Layla sospirò amaramente. Un altro fallimento da aggiungere alla lista e il tempo ormai scarseggiava. Da un momento all'altro potevano strappare via dalla sua custodia il piccolo guerriero, dopotutto era lui che doveva seguirla in capo al mondo, non l'incontrario.
Doveva trovarla.
«Possiamo riprovare!» squittisce la donna cercando di ripetere inutilmente la prova.
Non c'era nessuno sbaglio. Era qualcosa di automatico, qualcosa di simile ad un colpo di fulmine solo che in questo caso sarebbe stata una cosa più visibile.
«No.» rispose duramente Layla, rischiava di compromettere la sua figura ma in quel momento si sentiva sopraffatta dagli eventi, dalle situazioni che ogni volta si ripetevano non appena si scopriva che la bambina non era la futura Eletta. Per fortuna Simon, aveva ripreso tra le braccia Darien custodendolo come un prezioso tesoro e, forse, non era una cosa così lontana dalla realtà.
Usciti dalla camera, Layla si sentiva svuotata: «La prossima?» chiese Simon guardando per benino il collo del bambino in attesa di vedere magari un segno postumo.
Per la prima volta dopo giorni Layla si perse nei suoi lineamenti. Molto femminei per essere il volto di un guerriero, erano delicati forse quanto quelli di una donna e gli occhi verdi erano contornati da bellissime lunghe ciglia nere che riuscivano ancora di più ad aumentare la profondità del suo sguardo. Si chiedeva cosa veramente vedeva in lei per respingere tutte le pretendenti, era sì la reggente, ma nessuno gli poteva vietare di vivere i suoi sentimenti per un'altra liberamente.
Layla era consapevole di essere il 90% della giornata, intrattabile. Oltretutto in questo ultimo periodo poteva benissimo occupare anche il restante 10%.
«Lay!» esclamò Darien chiamandola con il suo diminutivo che lui stesso aveva coniato per lei.
Le sue manine erano tese in attesa che la donna che aveva sempre visto da quando aveva memoria lo prendesse in braccio, ma lei non poteva farlo.
Non era sua madre e doveva iniziare ad essere forte.
«Andiamo.» disse voltandosi per proseguire verso la prossima stanza.
Ormai aveva quattro anni e presto Darien avrebbe dovuto iniziare a comprendere il suo ruolo.
Un'aurea di potere la fece voltare nella direzione opposta. L'avrebbe riconosciuta ovunque e questa volta non doveva chiedere all'infermiera le indicazioni, ma semplicemente seguire Lucas.
Lo poteva percepire chiaramente, non appena si era sparsa la voce si era tuffato alla ricerca della piccola Eletta, esattamente come aveva fatto lei ma, i fini erano notevolmente diversi.
Il male cercava fin dall'inizio di dissuadere la famiglia a cederla a lui.
«Non posso dire che sia un piacere vederti...» sibilò Layla guardando Lucas appoggiato alla parete accanto alla porta dell'ultima famiglia da esaminare. Il gatto nero iniziò a girarle intorno supportando il suo scudo, non poteva farsi ritrovare impreparata lasciandosi soggiogare da lui.
«Vedo che c'è anche Darien, speriamo che questa sia la volta buona!» sghignazzò Lucas guardando il bambino che intanto si era aggrappato ancora di più al collo di Simon.
Fin da quando era una bambina l'aveva visto sempre sotto quelle sembianze. Anima millenaria racchiusa in un corpo da adolescente.
Layla lo guardò con sfida prima di prendere Darien tra le braccia.
«Stai di guardia. Non farlo entrare.» ordinò al suo guerriero entrando nella camera solo dopo essersi assicurata che Lucas non la stesse seguendo. Si chiuse la porta alle spalle lasciando giù Darien che iniziò a fare il broncio. Sapeva quanto gli piaceva essere tenuto in braccio da lei.
Non si era nemmeno accorta di essere entrata senza nemmeno bussare così, ora, si ritrovava gli occhi della madre e del marito puntati addosso.
«Lucas è qui fuori.» disse a mò di scusante per il poco rispetto e come da copione sgranarono in contemporanea gli occhi, improvvisamente ansiosi.
Darien iniziò a trotterellare verso il letto, aggrappandosi alle lenzuola stando sulle punte dei piedi.
«Vuoi vederla?» chiese dolcemente la donna sedendosi meglio mentre il marito sollevava il piccolo per farlo sedere sul bordo del letto. Layla rimase attaccata alla porta, immobile, come se il suo corpo fosse un ulteriore ostacolo per Lucas nel caso Simon fallisse il suo compito.
Il bambino si tese guardando la bambina che ricambiava il suo sguardo con lo stesso interesse.
Un colpo alla porta iniziò a far battere il cuore a Layla più velocemente: «Toccala Darien!»
Il bambino allungò la manina verso quella della bambina, nemmeno Darien era preparato a quella sensazione. Un leggero formicolio iniziò a propagarsi dai polpastrelli entrati in contatto con la pelle della bambina fino ad arrivare velocemente al collo. Lasciò immediatamente la presa premendo sul collo per far cessare il leggero bruciore che sentiva al lato del collo.
Layla non poteva crederci. Aveva sempre pensato di sapere come avrebbe reagito ma, ora si ritrovava immobilizzata. Scioccata dalla riunione tra l'Eletta e il suo guerriero.
Non l'aveva mai vista realizzarsi.
L'incontro delle prime anime. Fin da piccola le era stato sempre raccontato che l'Eletta e il guerriero erano semplicemente le anime dei primi che continuavano a reincarnarsi cercandosi e desiderandosi ardentemente tanto da imprimere sul corpo di lui l'iniziale del nome di lei.
L'aveva da sempre trovata una cosa romantica.
La ricerca del vero e puro amore. Due amanti che nemmeno la morte avrebbe potuto separarli perchè loro trascendevano il tempo, esseri immortali per un amore immortale.
Un altro colpo alla porta iniziò a farla vacillare, doveva sbrigarsi. Quando riguardò la scenetta vide la piccola tra le braccia di Darien che la guardava adorante. Il bambino iniziò a sentire il suo corpo tendersi, sopratutto quando la madre la riprese in braccio al primo vagito di lei.
Sentiva che doveva stare con lei, ma ora sembrava irraggiungibile, lontana.
Era come se un masso invisibile l'avesse colpito sul petto e continuasse a schiacciarlo tanto da fargli mancare il fiato. C'era qualcosa che lo legava a lei, un piccolo filo che li aveva legati al primo sguardo.
«È quello che penso?» mormorò il padre avvicinandosi a Layla guardando la piccola che tendeva le manine verso Darien che le sorrideva dolcemente. Non aveva occhi che per lei, ora erano nel loro mondo. Esistevano solo loro due, nessun altro.
Layla si limitò ad annuire tenendo la porta ben chiusa ma lo sguardo dei genitori non era pieno di orgoglio e gioia per la notizia, al contrario sembravano tristi.
«Vostra figlia è l'Eletta che stavamo aspettando...» li rincuorò immediatamente, forse non avevano capito la situazione. Entrambi annuirono, nessuna reazione di gioia, euforia. Niente di niente.
«Layla dobbiamo andare...» La voce di Simon dall'altra parte della porta la fece sussultare.
«Darien dobbiamo andare.»
Il bambino la guardò tristemente ma bastò una sola sua occhiata per farlo desistere dal fare i capricci. Sapeva che con lei, nulla sarebbe valso.
Dalla tasca estrasse una collanina, bastavano poche parole per renderla inaccessibile al male.
«Assicuratevi che la indossi almeno fino ai sedici anni.» disse Layla porgendo la collanina al padre.
Un altro colpo alla porta.
Prese il bambino tra le braccia per assicurarsi che non avesse nessun contatto con Lucas, non poteva permettergli di colpirlo in un momento così delicato. Ora che l'Eletta era stata scovata, Darien era diventato un punto a cui tutti avrebbero puntato; chi per cercare di far diventare il propio figlio il nuovo Alpha, chi per pura malvagità perchè il secondo guerriero non sarebbe mai stato la vera anima gemella dell'Eletta. Semplicemente avrebbe sentito un sentimento di legame con l'Eletta per proteggerla ma, mai avrebbe provato i sentimenti che Darien proverà in futuro.
«Torneremo presto. Manderò qualcuno per darvi tutto il necessario...»
Detto questo Layla uscì fuori dalla camera chiudendo la porta e sigillandola con i tre elementi. Lucas non avrebbe osato oltrepassare quella linea, Blaze stesso le aveva insegnato come tenerlo fuori ed era così strano che un essere così potente fosse spaventato da quella semplice unione degli elementi.
«Stavamo semplicemente giocando un pò! Suvvia!» ridacchiò il demonio non appena incrociò lo sguardo con quello di lei. Simon era teso, gli occhi erano diventati scuri ed immediatamente si era posto davanti alla reggente e all'Alpha pronto a sacrificare la sua vita se ce ne fosse stato bisogno.
«Vattene.» sibilò il guerriero.
«Per ora è intoccabile Lucas...evita di sprecare inutilmente le energie.»
Lucas sorrise malignamente. «Una zeta, eh?»
Layla si voltò, sicura che Simon l'avrebbe protetta da un suo attacco ma non avvenne. I tre lasciarono l'ospedale senza alcuna difficoltà o almeno per due di loro. Per Darien ogni minuscolo passo che lo portava lontano da quel posto era straziante.
«Non ti preoccupare...la rivedrai presto.» sussurrò Simon accarezzandogli la testa prima di farlo sedere sulla macchina. Darien si sedette il più vicino possibile al finestrino guardando la finestra dell'ospedale dove si trovava la bimba, non sapeva come faceva a saperlo ma era sicuro che dietro quella vetrata c'era quella bambina.
La reggente abbassò il colletto della polo di Darien. «E' una zeta.» disse rimettendo a posto il colletto dopo aver visto bene l'iniziale del nome di lei. Lucas aveva ragione.
«Dev'essere facile da rintracciare...non ci sono molti nomi con quell'iniziale.» commentò Simon accendendo la macchina che li avrebbe portati alla capitale. Blaze doveva essere avvisato.

   
 
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