Impugnando a due mani il revolver bianco - fino ad allora rimasto inutilizzato nella mano destra abbandonata lungo il suo fianco - sparò al bersaglio posto nella sua diretta traiettoria, colpendolo però al margine.
Frustrato dallo scarso risultato, sparò un’altra volta, due, tre, mancando ripetutamente il centro della figura.
Abbassò il braccio, che gli faceva male a causa del rinculo particolarmente forte dell’arma, alla quale lanciò uno sguardo denso di risentimento.
«Dannazione!» imprecò a mezza voce, scaraventandola a terra.
Voleva indietro la sua pistola nera a canne lunghe, perché con quel revolver sostitutivo non ci si trovava affatto bene!
Inutile cercare di migliorarsi, dato che era troppo pesante perché potesse centrare un bersaglio, anche se avesse tenuto l’arma con ambedue le mani - o avesse avuto l’obiettivo davanti al naso.
Inutile però era anche illudersi che la sua pistola potesse tornare presto da lui.
Tutto per colpa di Break, che l’aveva resa inservibile distruggendone letteralmente - e ancora il povero Gilbert s’interrogava sulla modalità - il calcio con una dannatissima bastonata inavvertita.